A me me stai pure simpatico.. pero' sta attento che se fai incavolare troppo qualcuno.... (lo dico per te, DOPO CHE HAI SCELTO IL MIO LOGO COME AVATAR non puoi essermi antipatico.. hueueheheaheeuhee )
Divertiti con le infiltrazioni, ma almeno non dirlo forte.... Leggi va.
Un ulteriore contributo alla confusione del nostro panorama legislativo arriva il 23 dicembre 1993, con la stesura della legge 547/93 sui reati informatici (i cosiddetti "computer crime"). Vengono introdotte nuove figure di reato, attraverso la modifica e l’aggiunta di nuovi articoli al codice penale e a quello di procedura penale. La legge nasce dall’unificazione dei testi di un disegno di legge presentato dal Ministro di Grazia e Giustizia, Conso, e da una proposta del deputato radicale Roberto Cicciomessere.
Per la prima volta in Italia viene sanzionato l’accesso abusivo a computer, sistemi software o telematici, con pene che vanno da uno a quattro anni di carcere. Se dal reato deriva anche il danneggiamento del sistema, o la distruzione dei dati in esso contenuti, le pene vanno dai tre agli otto anni di reclusione. La nuova legge riconosce il "diritto alla riservatezza informatica", in linea con quanto già avviene a livello internazionale, e, tra l’altro, attribuisce la natura di documento informatico ai "supporti" di qualunque specie conte-nenti dati, informazioni o programmi. Vengono introdotte inoltre nuove norme del codice di procedura penale che prevedono la possibilità di effettuare intercettazioni informatiche o telematiche (art. 266 bis c.p.p.). Il testo della legge viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 305 del 30/12/93.
Nell’ipertesto "Testi Caldi" del marzo ’94, realizzato e distribuito da Strano Network, il gruppo fiorentino di attivisti per la libertà di espressione in rete, si legge una curiosa versione della nascita della 547/93. Sembra infatti ....
Sai quanti ne becchiamo.... almeno pero' questi stanno zitti hehehehehe