Gabbry ha scritto:
Lui è molto chiaro su questo punto, infatti alle elezioni del 2000 era un sostenitore di Ralph Nader, così come lo era alle elezioni precedenti.
Comunque prendetevi la briga di leggere
Stupid White Men e
Come hai Ridotto..., da li si capisce un po' meglio il personaggio Moore.
Il film può effettivamente lasciare quantomeno perplessi da un punto di vista giornalistico.
Si vive in un mondo in cui l'immagine è tutto
(ed una cosa è vera solo se "lo ha detto la televisione" : se oggi tornasse Galileo dovrebbe portare le sue tesi a Unomattina o al Costanzo ShoP, pena il non-esistere!!!).Se non faceva il film e non l'avesse strombazzato un po' con notizie (vere) di censura, con i suoi libri potevano farci cappellini alla convention di Boston.
Moore è apertamente un estremista politico dichiarato e schierato con i democratici, pur senza risparmiargli nulla.
Il suo è cinema di denuncia e non deve essere bello e ben montato come "Apocalypse now" per suscitare lo stesso sdegno, la stessa capacità di far pensare, ragionare e quindi dubitare (che cosa obsoleta!).
Di cosa si dovrebbe dubitare?
Della politica del Presidente degli Stati Uniti George "dabliu" Bush?
Del partito Repubblicano?
Delle scelte economiche degli USA e dei suoi presidenti (identificando con loro la corrente politica e le lobby che guidavano il paese) negli ultimi 30 anni.Magari insieme si riesce a creare un quadro simil-vero di cio' che ha spinto gli USA ad intervenire Kossovo e quindi in Iraq dopo quasi 15 anni.......?
credo solo del fatto che siamo impotenti, come ha scritto su Reppubblica Michele Serra:
Visto il film di Moore contro Bush.
Al netto della conclamata faziosità del cineasta (conclamata, dunque onesta), il valore del film sta nella sua capacità di alimentare nel pubblico, per due ore consecutive e in un crescendo rossiniano, la precisa sensazione di non contare nulla.
Non contano nulla come opinione pubblica, come elettori, come cittadini, come ricettori di notizie e dunque come coscienza critica.
Non contare nulla non solo perché le cose accadono a nostra insaputa.
Ma - peggio - perché accadono spessosotto il nostro naso, e non ce ne rendiamo conto.
Nel cinema milanese (strapieno) dove ho visto Fahrenheit, il commento percepibile degli spettatori era, in sintesi, questo: "Questo lo sapevo, l'ho letto, l'ho sentito dire...perché non mi sono reso conto in tempo che era pazzesco e pericoloso?"
Si sapeva dei brogli, quasi certi, in Florida [riconteggio dei voti e giudizio di giudici eletti dal governatore, fratello di Bush n.d.r].
Si sapeva degli stretti rapporti d'affari tra i Bush e i sauditi, e addirittura tra i Bush e i Bin Laden.
Si sapeva delle bugie pilotate sulle armi di distruzione di massa.
Si sapeva che nell'esercito si arruolano e vanno a morire gli americani poveri, mentre per le classi ricche la guerra è un ottimo affare.
Moore, col suo film, ci costringe a sentirci quelli che sanno tutto, o quasi, ma non possono farci niente.
Che sia questa la democrazia?
P.S. Per Lord One: perché sono andati in Kossovo !) ?
P.S.2 Per Ròdami: io non sono di sinistra, è che sono nato mancino e pigro...