geppo_eli ha scritto:
La sola soluzione può essere quella di dare gli stadi da gestire alle società.
In caso di incidenti dovranno pagare e rimborsare i feriti.
Secondo me cosi facendo (toccandole nel portafoglio) le cose cambieranno
obiezione nota.
Gli incidenti cominciano in Stazione FFSS e proseguono per la città. Lo stadio è uno dei tanti posti dove può scappare il morto.
PS:
Quando c'era Lui
di M. Travaglio
Giorgio Tosatti: "Senti, ma Messina non è zona che controlli tu?". Luciano Moggi: "Sì". Tosatti: "No, no, perché mi hanno detto, io ero a Montecarlo e non l'ho visto, che a Striscia la notizia hanno fatto vedere da Messina, pensa che strano, uno striscione, sai quelli retti da uno solo, che diceva: 'Tosatti: 90° minuto, 100 minuti di cazzate'. Ora ecco io...". Moggi: "Eh no, questo glielo faccio levà io, non ti preoccupa'...". Tosatti: "Okay, frater...".
(Telefonata intercettata l'8 maggio 2005 dai Carabinieri per la Procura della Repubblica di Napoli che indagano su Calciopoli).
IL COMMENTO
Matarrese se ne vada subito
di FABRIZIO BOCCA
Il primo provvedimento da prendere per combattere la violenza negli stadi, prima ancora di giocare a porte chiuse o di pensare a vietare le trasferte dei tifosi, sarebbe quello di fare dimettere subito Antonio Matarrese dalla Lega Calcio. Il n.2 del pallone italiano, colui che rappresenta i presidenti e le società di serie A e B, il vertice di una piramide che ha alla base milioni di giocatori, dirigenti, tecnici e appassionati, ha dichiarato dopo la morte dell'ispettore Filippo Raciti: "Noi siamo addolorati, ma lo spettacolo deve continuare...". E, ancora peggio, che "i morti del sistema calcistico purtroppo fanno parte di questo grandissimo movimento". E' riuscito persino a paragonare il decadimento morale e strutturale del calcio alla crisi della Fiat. "Il calcio non si deve mai chiudere. E' la regola principale: questa è un'industria che paga i suoi prezzi...". Già, proprio la stessa cosa.
Antonio Matarrese rappresenta proprio quel calcio preistorico, insensibile alle più elementari regole dello sport, parla per quei dirigenti che pensano soltanto al business e al portafogli. Che se ne sono sempre infischiati nella sostanza del problema della violenza, proprio perché costa investire sulla sicurezza, proprio perché non sempre paga parlare di fair play, meglio la furbizia. Matarrese rappresenta una classe dirigenziale non tanto mediocre quanto egoista, furbetta e intrallazzona. In Italia si gioca ormai un calcio moralmente degradato. Dire che un poliziotto morto è tutto sommato un incidente del sistema è inaccettabile. E dopo tante parole non restano che le dimissioni.
(Repubblica, 5 febbraio 2007)