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Discussione: La Bottiglia la porto io
  1. #1
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    La Bottiglia la porto io

    ...a volte lo faccio, a volte per pudore, no....ma credo che se si diffondesse questa cultura...si perderebbero anche tante cattive abitudini dei ristoratori italiani..


    http://cucina.temi.kataweb.it/2007/0...a-la-porto-io/

    “Alla fine, lo so, che se provo a chiedertela me la dai. Ma poi con che coraggio me ne vado, immaginando quello che pensi di me? Scusa ma in fondo l’ho pagata. Perché dovrei vergognarmi?”
    È un po’ il pensiero di tutti i clienti che, ordinata al ristorante una bottiglia (magari costosa) e bevuto appena un paio di bicchieri, vorrebbero portarsela a casa. Ma poi con che faccia dirlo al ristoratore?
    Sarebbe più carino se fosse proprio lui a fare il primo passo, senza bisogno di troppe parole. Basterebbe un semplice gesto: quando il cliente sta per andare via, il cameriere ritappa la bottiglia, la mette in un sacchetto cartonato e gliela porge con un sorriso.

    È ovvio che se chiunque abbia pagato un vino chiede al ristoratore di portare via quel che è rimasto, difficilmente avrà un rifiuto. Il problema dunque non è il poterlo fare, ma essere sereno nel farlo. E così non è. Sono tanti i motivi (complesso da dopo guerra tipico degli italiani, timidezza, imbarazzo) che dissuadono il cliente dal fare una domanda che è invece assolutamente legittima.
    Ecco perché sarebbe bello che l’idea di portare a casa la bottiglia diventasse consuetudine, normalità.

    Questo smuoverebbe un po’ anche il mercato del vino. E, soprattutto con questo scopo, alcuni operatori nel tempo ci hanno provato: in provincia di Brescia con l’iniziativa “Portami con te” di qualche anno fa, in Piemonte con “Buta Stupa” (= bottiglia stappata), con tanto di operazione di marketing per cui ai ristoranti che aderiscono vengono forniti tappi e packaging per dare al cliente un pacchetto anche esteticamente piacevole.
    Però al di fuori delle regioni promotrici l’iniziativa sia pure interessante non si è diffusa molto.

    Tra chi ha aderito c’è il ristorante L’Archeologia di Marco Casavecchia a Roma. “Per contenere le spese e soprattutto assaggiare diversi vini nel corso di una cena - dice - il cliente preferisce la possibilità di bere al bicchiere. Per quanto riguarda il portarsi via la bottiglia, lo fanno solo i clienti abituali, con cui c’è confidenza. Molti infatti, anche se propongo di portar via il vino rimasto, quasi si vergognano e finiscono col rifiutare il pacchetto. Altri ancora, però, se spiego l’iniziativa, la trovano simpatica e si convincono”.

    Il punto è proprio qui: non aspettare che sia il cliente a fare la prima mossa che lo mette in imbarazzo, ma porgergli la bottiglia come se fosse un fatto scontato. Fino a che per tutti sarà normale.

    Certo anche una vera offerta di vino al bicchiere – più diffusa, per più etichette - potrebbe tagliare la testa al problema. Oppure una maggiore disponibilità di mezze bottiglie, come propone il critico gastronomico Luigi Cremona: “Le aziende devono capire che è indispensabile produrle. È vero che l’evoluzione del vino un po’ ne soffre ma quanti palati sono davvero in grado di sentirlo?”.

    E voi la chiedete la bottiglia non finita?
    - Stai maturando come l'armagnac
    - L'armagnac più invecchia e più è buono

    - Appunto

    maat non è in linea
  2. #2
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    Re: La Bottiglia la porto io

    Quote Maat-ta ha scritto:
    ...a volte lo faccio, a volte per pudore, no....ma credo che se si diffondesse questa cultura...si perderebbero anche tante cattive abitudini dei ristoratori italiani..


    http://cucina.temi.kataweb.it/2007/0...a-la-porto-io/

    “Alla fine, lo so, che se provo a chiedertela me la dai. Ma poi con che coraggio me ne vado, immaginando quello che pensi di me? Scusa ma in fondo l’ho pagata. Perché dovrei vergognarmi?”
    È un po’ il pensiero di tutti i clienti che, ordinata al ristorante una bottiglia (magari costosa) e bevuto appena un paio di bicchieri, vorrebbero portarsela a casa. Ma poi con che faccia dirlo al ristoratore?
    Sarebbe più carino se fosse proprio lui a fare il primo passo, senza bisogno di troppe parole. Basterebbe un semplice gesto: quando il cliente sta per andare via, il cameriere ritappa la bottiglia, la mette in un sacchetto cartonato e gliela porge con un sorriso.

    È ovvio che se chiunque abbia pagato un vino chiede al ristoratore di portare via quel che è rimasto, difficilmente avrà un rifiuto. Il problema dunque non è il poterlo fare, ma essere sereno nel farlo. E così non è. Sono tanti i motivi (complesso da dopo guerra tipico degli italiani, timidezza, imbarazzo) che dissuadono il cliente dal fare una domanda che è invece assolutamente legittima.
    Ecco perché sarebbe bello che l’idea di portare a casa la bottiglia diventasse consuetudine, normalità.

    Questo smuoverebbe un po’ anche il mercato del vino. E, soprattutto con questo scopo, alcuni operatori nel tempo ci hanno provato: in provincia di Brescia con l’iniziativa “Portami con te” di qualche anno fa, in Piemonte con “Buta Stupa” (= bottiglia stappata), con tanto di operazione di marketing per cui ai ristoranti che aderiscono vengono forniti tappi e packaging per dare al cliente un pacchetto anche esteticamente piacevole.
    Però al di fuori delle regioni promotrici l’iniziativa sia pure interessante non si è diffusa molto.

    Tra chi ha aderito c’è il ristorante L’Archeologia di Marco Casavecchia a Roma. “Per contenere le spese e soprattutto assaggiare diversi vini nel corso di una cena - dice - il cliente preferisce la possibilità di bere al bicchiere. Per quanto riguarda il portarsi via la bottiglia, lo fanno solo i clienti abituali, con cui c’è confidenza. Molti infatti, anche se propongo di portar via il vino rimasto, quasi si vergognano e finiscono col rifiutare il pacchetto. Altri ancora, però, se spiego l’iniziativa, la trovano simpatica e si convincono”.

    Il punto è proprio qui: non aspettare che sia il cliente a fare la prima mossa che lo mette in imbarazzo, ma porgergli la bottiglia come se fosse un fatto scontato. Fino a che per tutti sarà normale.

    Certo anche una vera offerta di vino al bicchiere – più diffusa, per più etichette - potrebbe tagliare la testa al problema. Oppure una maggiore disponibilità di mezze bottiglie, come propone il critico gastronomico Luigi Cremona: “Le aziende devono capire che è indispensabile produrle. È vero che l’evoluzione del vino un po’ ne soffre ma quanti palati sono davvero in grado di sentirlo?”.

    E voi la chiedete la bottiglia non finita?

    Non capita mai

    ..ma se fosse, no, non la chiederei, non per vergogna o altro ma non mi piace uscire dal ristorante con gli avanzi ma e', come dire , un aspetto caratteriale mio, ritengo che se uno lo vuole fare a tutti il diritto di farlo e non ci faccio molto caso..non dico: "guarda porta via gli avanzi" .


    dariod non è in linea
  3. #3
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    Re: La Bottiglia la porto io

    Quote dariod ha scritto:
    Non capita mai

    ..ma se fosse, no, non la chiederei, non per vergogna o altro ma non mi piace uscire dal ristorante con gli avanzi ma e', come dire , un aspetto caratteriale mio, ritengo che se uno lo vuole fare a tutti il diritto di farlo e non ci faccio molto caso..non dico: "guarda porta via gli avanzi" .

    ..quelle poche volte che siamo andati al ristorante mia moglie l'ha portata sia all'andata che al ritorno....e durante la cena l'ha avuta sempre di fronte...
    Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.
    Giuseppe Moscati
    Costantino B non è in linea
  4. #4
     T. Colonnella

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    Re: La Bottiglia la porto io

    Quote Maat-ta ha scritto:
    ...
    E voi la chiedete la bottiglia non finita?
    No.

    Non mi piace, sò che in molti paesi usa farlo.

    Mi è spesso capitato di festeggiare compleanni o eventi particolari in ristoranti dei quali sono abituale cliente.

    Spesso ho fatto portare dalla pasticceria di fiducia dolci o torte preparate per l'occasione, e anche delle bottiglie di vino che nel ristorante non hanno piuttosto che delle bottiglie per brindare.

    Alla fine delle cene resta sempre un pò delle torte o del vino.


    Ma li lascio sempre al ristorante, non ho mai chiesto di poterle portare via.

    Non mi piace
    Essere in te, capire se
    ciò che sono e faccio è abbastanza a rendere almeno l’idea
    dell'immensità che esistendo hai reso mia
    !

    Mines non è in linea
  5. #5
     T. Colonnella

     T. Colonnello
     
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    Re: La Bottiglia la porto io

    Quote dariod ha scritto:
    Non capita mai

    ..ma se fosse, no, non la chiederei, non per vergogna o altro ma non mi piace uscire dal ristorante con gli avanzi ma e', come dire , un aspetto caratteriale mio, ritengo che se uno lo vuole fare a tutti il diritto di farlo e non ci faccio molto caso..non dico: "guarda porta via gli avanzi" .

    Siamo perfettamente in linea, non critico chi lo fa, ma io di mio non riesco nenache a chiedere gli avanzi per il cane (ho un amico che puntualmente lo fa )
    Mines non è in linea
  6. #6
    utente_6005
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    Re: La Bottiglia la porto io

    [QUOTE=Maat-ta
    “Alla fine, lo so, che se provo a chiedertela me la dai. Ma poi con che coraggio me ne vado, Scusa ma in fondo l’ho pagata.
    [/QUOTE]
  7. #7
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    Re: La Bottiglia la porto io

    io il vino lo verso sul tavolo. sherzo! per carattere non lo chiederei mai di portare via il vino non consumato.
    Tutti muoiono. Non tutti, però, vivono veramente“
    RKO2003 non è in linea
  8. #8
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    Re: La Bottiglia la porto io

    Quote Maat-ta ha scritto:
    ...a volte lo faccio, a volte per pudore, no....ma credo che se si diffondesse questa cultura...si perderebbero anche tante cattive abitudini dei ristoratori italiani..


    http://cucina.temi.kataweb.it/2007/0...a-la-porto-io/

    “Alla fine, lo so, che se provo a chiedertela me la dai. Ma poi con che coraggio me ne vado, immaginando quello che pensi di me? Scusa ma in fondo l’ho pagata. Perché dovrei vergognarmi?”
    È un po’ il pensiero di tutti i clienti che, ordinata al ristorante una bottiglia (magari costosa) e bevuto appena un paio di bicchieri, vorrebbero portarsela a casa. Ma poi con che faccia dirlo al ristoratore?
    Sarebbe più carino se fosse proprio lui a fare il primo passo, senza bisogno di troppe parole. Basterebbe un semplice gesto: quando il cliente sta per andare via, il cameriere ritappa la bottiglia, la mette in un sacchetto cartonato e gliela porge con un sorriso.

    È ovvio che se chiunque abbia pagato un vino chiede al ristoratore di portare via quel che è rimasto, difficilmente avrà un rifiuto. Il problema dunque non è il poterlo fare, ma essere sereno nel farlo. E così non è. Sono tanti i motivi (complesso da dopo guerra tipico degli italiani, timidezza, imbarazzo) che dissuadono il cliente dal fare una domanda che è invece assolutamente legittima.
    Ecco perché sarebbe bello che l’idea di portare a casa la bottiglia diventasse consuetudine, normalità.

    Questo smuoverebbe un po’ anche il mercato del vino. E, soprattutto con questo scopo, alcuni operatori nel tempo ci hanno provato: in provincia di Brescia con l’iniziativa “Portami con te” di qualche anno fa, in Piemonte con “Buta Stupa” (= bottiglia stappata), con tanto di operazione di marketing per cui ai ristoranti che aderiscono vengono forniti tappi e packaging per dare al cliente un pacchetto anche esteticamente piacevole.
    Però al di fuori delle regioni promotrici l’iniziativa sia pure interessante non si è diffusa molto.

    Tra chi ha aderito c’è il ristorante L’Archeologia di Marco Casavecchia a Roma. “Per contenere le spese e soprattutto assaggiare diversi vini nel corso di una cena - dice - il cliente preferisce la possibilità di bere al bicchiere. Per quanto riguarda il portarsi via la bottiglia, lo fanno solo i clienti abituali, con cui c’è confidenza. Molti infatti, anche se propongo di portar via il vino rimasto, quasi si vergognano e finiscono col rifiutare il pacchetto. Altri ancora, però, se spiego l’iniziativa, la trovano simpatica e si convincono”.

    Il punto è proprio qui: non aspettare che sia il cliente a fare la prima mossa che lo mette in imbarazzo, ma porgergli la bottiglia come se fosse un fatto scontato. Fino a che per tutti sarà normale.

    Certo anche una vera offerta di vino al bicchiere – più diffusa, per più etichette - potrebbe tagliare la testa al problema. Oppure una maggiore disponibilità di mezze bottiglie, come propone il critico gastronomico Luigi Cremona: “Le aziende devono capire che è indispensabile produrle. È vero che l’evoluzione del vino un po’ ne soffre ma quanti palati sono davvero in grado di sentirlo?”.

    E voi la chiedete la bottiglia non finita?
    solitamente non avanza mai ne vino ne cibo al mio tavolo ma quando capita non ho assolutamente problema nel portarmi a casa gli avanzi sono abituato a prenderli per la meggy(il mio cane) dopotutto è giusto sono pagati anche quelli e piuttosto che vederli buttare via......... ciao paolo

    orsopaolo non è in linea
  9. #9
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    Re: La Bottiglia la porto io

    Quote Maat-ta ha scritto:
    “Alla fine, lo so, che se provo a chiedertela me la dai. Ma poi con che coraggio me ne vado, immaginando quello che pensi di me? Scusa ma in fondo l’ho pagata. Perché dovrei vergognarmi?”
    Mauro Giaracca Un idiota che parlava al cellulare si è schiantato.
    nolow9 non è in linea

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