Leggendo alcune discussioni in altre sezioni del forum, ho pensato di aprire una nuova discussione che raggruppi i vari argomento legati al software libero e la comunità dell'open source. Un po' anche per sfatare alcuni miti.
Leggendo alcune discussioni in altre sezioni del forum, ho pensato di aprire una nuova discussione che raggruppi i vari argomento legati al software libero e la comunità dell'open source. Un po' anche per sfatare alcuni miti.
0x2C95103F
"Omnis enim res, quae dando non deficit, dum habetur et non datur, nondum habetur, quomodo habenda est."
Se può servire, io lavoro utilizzando esclusivamente software open source (con l'eccezione di Windows, almeno per il momento) e lo faccio da anni.
Spartaco Albertarelli
Il primo mito che bisogna sfatare è quello che il software "OpenSource" è gratuito.
OpenSource è un software il cui sorgente è aperto, ovvero disponibile per lo studio e la modifica. Generalmente si fa riferimento al software OpenSource come software libero.
Ed è da questa associazione che è nato il mito errato.
Noi italiani non avremmo motivo di confondere gratis con libero, ma poiché la filosofia alla base del mondo opensource è nata negli USA, lì gratis e libero vengono tradotti con la medesima parola: free.
Ed ecco che "free software" si presta ad un'ambigua traduzione ed interpretazione, tanto da far coniare un nuovo termine: OpenSource. In ogni caso anche se "software OpenSource" non è un sinonimo di "software Libero", le due tipologie camminano spesso assieme, se non a braccetto. Ma avremo molte occasioni per ritornarci.
Ecco tre esempi che chiariscano le differenze tra software gratuito e OpenSource
Avast è un antivirus gratuito (per determinati usi) ma non OpenSource.
XChat è un'applicazione OpenSource per chattare su IRC, ma per gli utenti windows non gratuita.
OpenOffice è un'applicazione da ufficio OpenSource e gratuita.
La domanda sorge spontanea: perché dovrei pagare se ho a disposizione i sorgenti?
La risposta è duplice:
1) è una volontà dell'autore che ha più diritti di noi utenti
2) non tutti sanno cosa farsene dei sorgenti.
Mentre il primo è quello moralmente più forte, il secondo lo è nella pratica.
Spero di essere stato chiaro, ma in caso contrario basta rispondere a questa discussione
Open Office è una suite di applicazioni di ufficio con 20 anni di esperienza. Sviluppata da zero, da poco è giunta alla sua versione 3.
È un'applicazione facile da utilizzare anche se giù si usa un'altra suite analoga. Con OpenOffice è permesso leggere e salvare i documenti prodotti da moltre altre suite, non richiedendo quindi tempi di conversione né precludendo l'interoperabilità con altri utenti che non usino la stessa suite.
OpenOffice, tra le altre funzionalità, permette di realizzare PDF partendo dal proprio documento, senza il bisogno di ulteriori applicazioni o configurazioni, ma semplicemente cliccando sulla barra degli strumenti o nel menu "File".
I programmi più utilizzati di OpenOffice sono:
Writer per le eleborazioni di testo. Generalmente salva i documenti in formato odt, ma è possibile salvarli anche in MS Word "doc"
Spreadshit è un foglio di calcolo. Generalmente salva i documenti in formato ods, ma è possibile salvarli anche in MS Excel "xls"
Impress permette di realizzare o riprodurre una presentazione per mezzo di diapositive. Generalmente salva i documenti in formato odp, ma è possibile salvarli anche in MS PowerPoint "ppt"
Draw è uno strumento di disegno e salva i documenti in formato odg. Draw non è un programma per realizzare della grafica spinta, perché destinato a realizzare prodotti grafici da inserire nei vostri documenti.
OpenOffice è un'applicazione OpenSource utilizzabile, condividibile e scaricabile gratuitamente.
Il sito ufficiale (in lingua inglese)
La versione italiana
OpenOffice supporta più sistemi operativi, tra i quali Linux e Windows.
...Tra il dire e il fare c'e' di mezzo "e il"...
Grazie per la premura, ma questa discussione, in attesa che trovi una collocazione più consona, è una sorta di ombrello aperto proprio per poter discutere di tutto quello che riguarda questa parte del mondo software.mamart ha scritto:
Quando sarà possibile poi provvederemo ad una riorganizzazione delle varie discussioni in modo più omogeneo.
Su queste cifre è difficile confrontarsi, perché, nella migliore delle ipotesi, sono solo delle stime, perché non tutti i sistemi *nix richiedono l'acquisto di una licenza. E quindi o si stimano i sistemi che non richiedono un contatto commerciale per l'acquisto di una licenza o li si escludono. In entrambi i casi il dato è falsato.mamart ha scritto:
Un'altra stima per verificare i server, ce la danno i motori di ricerca. Anche questa stima è falsata in precedenza, perché se un server ospita 10 milioni di blog, i motori vedranno 10 milioni di siti con quella tecnologia, quando in realtà dovrebbero contarne uno solo.
Quindi queste stime sono molto orientative.
Secondo alcuni, i server *nix usati per il web sono pari al 70%, 20% microsoft e 10% altri. E lo sfasamento dei conteggi sia dovuto proprio ai milioni di blog ospitati su pochi server windows.
Ma appunto sono stime che non mostrano (né mai potranno) la realtà.
Il mercato globale impone di cambiare i punti di vista. Sono d'accordo con te che in Italia molte aziende o non hanno mai usato sistemi Unix o ci hanno provato e li stanno dismettendo. Ma guardando "oltre", ti dico che in Nuova Zelanda, il 95% dei computer aziendali, pubblici e privati usa sistemi *nix.mamart ha scritto:
E anche in Europa (come in tutti gli altri continenti), sempre più soggetti pubblici e privati stanno migrando i loro sistemi.
L'opinione degli addetti ai lavori, riguardo l'Italia, è che il problema principale risiede negli investimenti. Perché tutte le realtà che hanno cambiato e consolidato la loro scelta, prima di farlo, si sono muniti di sistemisti esperti e hanno investito nella formazione e istruzione di figure altamente specializzate. Giustamente, come dici tu, questo ha un costo (detto TCO) che però è generalmente inferiore ad altre soluzioni. Ma il calcolo del risparmio bisogna farlo nel lungo periodo. È normale che nel breve io posso avere un buon sistemista unix a €36K/anno o arrangiarmi con un pseudo-sistemista windows a €9.6K/anno e penso quindi di averlo quasi gratis, ma rivalutando il tutto col TCO o altri calcoli nel lungo periodo, la questione cambia. Però è ovvio che se mi interesso solo al breve periodo, allora tutto il resto non lo considero.
Facendo il tuo esempio di Opera (se ti riferisci al navigatore), dal 16 febbraio 2009 è entrata a far parte della LiMo Foundation, fondazione di produttori di dispositivi mobili e di software per gli stessi, basati su Linux. Alcuni dei membri della fondazione oltre ai "soliti" Opera e Mozilla, troviamo Motorola, Azingo (che sviluppa software per Vodafone), NEC, Panasonic e molti altri nomi sconosciuti ai più, ma i cui prodotti sono presenti nel 75% dei telefonini/palmari in giro per il mondo.mamart ha scritto:
Inoltre non dimentichiamo che la maggioranza dei router in commercio ha un kernel Linux.
Mac OS X è un sistema ben accettato dagli utenti finali (consumer) senza necessità di fare grafica/audio/video, ma è un prodotto ormai più che di nicchia, di fascia alta e per molti diventa un trampolino di lancio per altri sistemi Linux. Certo, l'utente "medio" Mac è disposto a spendere almeno 1000 euro per un portatile entry-level, mentre un utente windows ne cerca intorno ai 300. Ma la differenza non è solo il software (anche se ora hanno CPU simili).mamart ha scritto:
Beh, ma questo non è un insuccesso di Linux. Molti di quelli che conosco che hanno comprato un eeePC con Linux lo hanno fatto solo perché così risparmiavano sulla licenza, perché Windows lo hanno installato senza acquistarne alcuna. Quindi è stata una questione di risparmio monetario. Non hanno nemmeno provato ad usare Linux, ma, con i paraocchi, hanno sentenziato che preferiscono windows.mamart ha scritto:
Ti posso dire che, in collaborazione con un produttore di PC il cui mercato riguarda buona parte dell'europa, stiamo sviluppando (e vendendo) prodotti innovativi basati su Linux e dalle richieste di assistenza che riceviamo, sempre più utenti hanno mantenuto il sistema con cui è distribuito il prodotto. E considera che, a differenza di altri produttori, cambiare S.O. non inficia la garanzia, quindi chiamano anche quelli che lo hanno chiamato e, per quanto possibile, non gli neghiamo l'assistenza. A questo punto dovremmo anche affrontare la questione del software OEM (o preinstallato), ma è ancora prematuro, anche se ho intenzione di farlo più in là nella discussione.
Domande comuni:
Linux supporta la mia stampante/scanner/scheda video ecc?
Su Linux gira questo programma?
Come diceva qualcuno, la domanda è malposta!
Perché il problema è il contrario.
Ovvero il produttore della mia stampante/scanner/scheda video ecc supporta Linux. Perché, come tutti saprete, quando volete utilizzare una periferica (tipo scanner e stampante) o un componente hardware (tipo la scheda video) avete bisogno di utilizzare i driver. Bene, forse pochi si sono posti la domanda "cosa sono i driver?".
Il driver è un software "special" scritto dal produttore dell'hardware (o commissionato ad altri) per permettere che il proprio hardware funzioni con un determinato sistema operativo. Quindi se il produttore xy decide di non rendere disponibili i driver per un determinato sistema operativo, decide di non supportare quel sistema operativo.
Quali sono le ragioni perché dovrebbe prendere questa decisione?
Fondamentalmente 3:
1. Il prodotto non è destinato a macchine che usino quel sistema operativo (immaginate i joystick sui server)
2. Il produttore non ha le conoscenze tecniche per sfruttare quel prodotto su quel sistema operativo, e quindi non rilascia i driver
3. Il produttore ha fatto una scelta politica (autonoma o indotta).
Nel caso di linux sono vere la seconda e la terza.
In entrambi i casi, gruppi di volontari hanno ovviato al mancato supporto del produttore con due alternative
1. Hanno scritto i driver personalmente
2. Hanno preferito quei prodotti di cui avevano i driver perché o scritti dal produttore o dai volontari.
Tanto per fare un esempio, vi presento il caso delle schede video. Ati e nVidia.
Due produttori concorrenti che se le davano di santa ragione nel mercato windows.
Solo nVidia supportava però Linux. Il risultato è stato che tutti quelli che avevano linux, potendo scegliere, compravano pc con quelle schede video o comunque acquistavano schede video nVidia.
Quindi, mentre il mercato di Windows era pressocché saturo (gli utenti erano più o meno sempre di quel numero) e la concorrenza forte sia in termini di prestazioni che costi, sul mercato Linux nVidia aveva un grossissimo vantaggio, ovvero molti più nuovi utenti.
Questo perché 2 schede video che, dal punto di vista hardware siano in grado di ottenere gli stessi rendimenti e prestazioni, senza driver o con driver scadenti, ne hanno di differenti.
Vista questa perdita di mercato, Ati (oggi AMD) decise di rilasciare i propri driver anche per Linux. Però, non avendone la capacità tecnica, pur avendo la conoscenza approfondita del funzionamento interno della scheda, produsse driver pessimi. È dovuto passare del tempo prima che riuscissero a produrre qualcosa di decente e ancora non ci è riuscito.
Se io ho una Ferrari e ci metto benzina sporca, questa non funzionerà: di chi è la colpa? Della Ferrari, del distributore di benzina disonesto o mia?
Quindi il problema dov'è? di ATI (come produttore hardware), di ATI (come produttore dei driver) o di Linux?
Dal punto di vista dell'utente il problema non si è mai posto.
Vado in un negozio. Trovo due schede pressocché equivalenti allo stesso costo: quale scelgo? Poiché mi è indifferente la scelta, scelgo quella che funziona meglio, senza rinunciare a nulla.
Passiamo al software.
Anche per questo il problema è del produttore. Se è in grado di scrivere un software che funzioni per Linux lo fa, altrimenti no. Anche in questo caso la comunità non è affranta. Esistono ottimi software sviluppati per Linux poi "portati" per Windows.
Qualche esempio?
GIMP: ottimo programma di grafica (che vedremo in futuro)
Pidgin: ottimo programma di chat (che vedremo in futuro)
OpenOffice: ottimo programma di office automatition (già visto)
Cos'è successo in questi casi? Il produttore ha scritto il software per Linux e poi, avendone le capacità, l'ha modificato opportunamente per funzionare anche per Windows.
Quando invece nessuno tra il produttore e la comunità ha deciso di scrivere un determinato software, la comunità ha deciso di "inventare" un emulatore. Ovvero? Un semplice programmino pressocché universale per poter utilizzare applicazioni scritte per Windows all'interno di Linux.
Skype è uno degli esempi in cui il produttore ha scritto una versione per Windows ed una per Linux (anche per MacOS). A dire il vero anche prima di Skype io usavo un altro programma di VoIP che trovo migliore (e non sono il solo), ma per mantenere i contatti con quanti risikanti usano Skype l'ho installato e lo uso.
Ora arriviamo alle note dolenti.
MSN... prodotto da Microsoft...
Microsoft non ha mai rilasciato MSN per Linux e lascio indovinare a voi il motivo (io sarei più cattivo). Eppure io chatto con tutti voi su MSN SENZA MSN. Con lo stesso programma (=1 programma) chatto con gli amici di google, di yahoo, di icq, di irc, myspace e aim. Ok, non vado oltre, perché questa sarà un'altra discussione.
Tornando alle domande iniziali:
XY (che può essere Samsung, Canon, Philips, Mitsubishi, ecc) supporta Linux?
Quante volte avete detto "questo programma non gira su vista/xp"? Di chi è la colpa? Di Windows o di chi ha scritto il programma? Come avete agito in quell'occasione?
Dopo quasi due anni pensavo che qualcun altro avesse scritto in questa discussione, ma si vede che eravate troppo intenti a risolvere i problemi con Windows ;)