Annuncio

Annuncio


Pagina 1 di 3 1 2 3 ultimoultimo
Visualizzazione da 1 a 10 di 24
Discussione: Anna e l'amarezza
  1. #1
     Capitano
     SuperPippa
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: settembre 2007
    Prov: RM - Roma
    Messaggi: 2 048
    Profilo: 2901 visite
    Gradimento: 88
    9.5

    Anna e l'amarezza

    Anna, 45 anni, due matrimoni falliti, due figli e, soprattutto un sacco di problemi.

    E' una persona molto semplice nelle sue cose, piccina, l'aria sparuta, debole di carattere, paurosa, ansiosa, insicura. A fare poi un elenco dei suoi guai fisici verrebbe fuori una lista bella lunga: nulla di veramente grave ma molto di invalidante nel quotidiano.

    I fibromi uterini gli provocano cicli dolorosi ed a fiumi, che la fan diventare pallida come un cencio, i suoi calcoli renali si fan sentire spesso, quasi come la sua sciatica, il tutto condito da una sindrome ansioso-depressiva ormai cronica. Mettiamoci anche che è intollerante o refrattaria a gran parte dei farmaci ed il quadro è quasi completo.

    Anna vive del suo stipendio da operaia e ci manda avanti anche i figli, da sola, perché dagli ex gli arriva nulla (uno è finito in prigione e l’altro risulta nullatenente). Insomma, dalla vita finora ha preso solo sberle.

    A sapere un po’ di lei viene naturale una simpatia umana, l’aiutarla ed assecondarla per quel che si può. E' è stato così anche al lavoro, da parte delle colleghe e della dirigenza, fino ad un paio di anni fa, quando è cambiata la proprietà e sono cominciati i guai di Anna.

    L’hanno presa di mira a causa delle assenze per malattia, gli hanno cambiato mansione, messa a caricare e scaricare scatoloni pesanti e niente più permessi per i figli. In più anche rimproveri verbali e richiami scritti per la poca alacrità sul lavoro (lei ci provava ma era sfinita).

    Anna è andata in difficoltà ed ha cominciato a marcar malattia più del solito.
    Non erano false malattie, era semplicemente distrutta. Per riprendersi da un ciclo ora invece di 2 giorni gliene servivano 4; con gli sforzi ora la sciatica era molto più frequente e la depressione s’era aggravata. Faceva impressione quando veniva a studio: era un fantasma, pallida, smunta, un pulcino bagnato.
    In un anno ha fatto 73 giorni di malattia, tutti certificati da me.

    L’azienda mi ha segnalato all’Ordine dei Medici, che mi ha convocato per i chiarimenti del caso.

    E’ già accaduto un paio di volte, nulla di grave o preoccupante, non c’è un medico generico a cui non sia mai capitato. Ho la coscienza a posto e non è un processo, non si entra nel merito della faccenda. All’Ordine compete solo che il medico confermi di aver agito secondo scienza e coscienza. L'eventuale falso va provato, vale il concetto che si è innocenti fino a prova contraria.
    Le mail non sono valide, le raccomandate si ma devo andare a Roma per altri motivi e così passo anche all’Ordine. Consegno la dichiarazione di prassi ma, dopo il breve colloquio di circostanza il funzionario nel congedarmi mi fa:

    -“ Però dottore…queste sono rogne…per vivere tranquilli certi assistiti andrebbero ricusati…questo sono tempi strani…”-

    Sono rimasto talmente inebetito che in quel momento m’è venuto nulla da dire e me ne sono andato; ma più ci penso e più non mi capacito.

    Parlava a titolo personale od aveva una direttiva superiore per dire quelle cose? Pensava che i miei certificati erano di comodo e me l’aveva voluto far capire? Come s’era permesso? Cosa significa esattamente “tempi strani”? E' anche con questi consigli che ora l'Ordine tutela gli iscritti?

    Non so neanche se devo dare importanza all’episodio. A dargliela dovrei poi chieder chiarimenti direttamente al presidente dell’Ordine (che poi conosco di persona essendo uno della FIMMG) ma potrebbe allora accader di tutto: dal fare una figura ridicola al far passar guai seri al funzionario, solo per una frase infelice. Lascerò perdere.

    Anche perchè le domande vere sono altre.

    Quanti colleghi si lasciano intimidire da una segnalazione all’Ordine e ricusano gli assistiti “scomodi”?

    Gli “scomodi” non sono gli assenteisti, i lavativi (di questi non ne ho più, se ne sono andati via perché non ero il medico compiacente che serviva loro).Gli “scomodi” sono gli assistiti che ti coinvolgono, anche non volendo, nei loro problemi. Sono la parte debole della società, sono quelli per i quali si deve fare qualcosa in più oltre il dovuto, perché gli necessita e se non lo fai tu c’è nessuno che lo fa, anche rischiando qualcosa.

    E questo non accade solo nel mio mondo. A tutti può accadere od è accaduta una situazione del genere.

    Qualcuno se li fa sparire da dentro dicendosi -"Son cavoli loro ed io non ne ho colpa"- ed il gioco è fatto. Facile farlo ma quelli, anche se spariti dalla coscienza (chiamiamola così), continuerebbero ad esistere.

    Capisco le esigenze dei dirigenti dell' azienda, capisco che Anna non gli rende quanto un'altra operaia ma il problema è stato creato da loro. Non possono licenziarla ed allora hanno cominciato a metterla in difficoltà, ma cos'hanno ottenuto? Ancora più giorni di assenza: bel risultato!
    Allora provano a mettere in difficoltà il medico. Ma che bravi, che capacità di risolvere i problemi.

    Ricusare Anna? Ma figuriamoci, non se ne parla proprio. Quando avrà bisogno di giorni per malattia continuerò a darglieli. L’ho anche indirizzata ad un centro anti mobbing per attestare la sua situazione. Nei miei confronti pare che il passo successivo sarà una denuncia: lo saprò se e quando mi arriverà un avviso di garanzia per una indagine conoscitiva dei fatti da parte del magistrato. Venga pure, ho la coscienza a posto e le carte in regola.
    Ma che amarezza lasciano questi episodi.

    Non mi sento e non sono un eroe. Faccio null’altro che quel che la buona maggioranza dei colleghi fa.

    Ma non tutti, lo so.

    E chissà quante Anna saranno dimenticate e perse.
    Questa è l’amarezza.
    ARMA PIPPUMQUE CANO

    CARPE PIPPEM, QUAM MINIMUM CREDULA POLLICINAE
  2. #2
     T. Colonnello
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: giugno 2009
    Da: Torino
    Prov: TO - Torino
    Messaggi: 5 344
    Profilo: 1429 visite
    Gradimento: 46
    6.9

    Re: Anna e l'amarezza

    Quote adryanos il 21-02-13 alle 11:32 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Anna, un 45 anni, due matrimoni falliti, due figli e, soprattutto un sacco di problemi.
    E' una persona molto semplice nelle sue cose, piccina, l'aria sparuta, debole di carattere, paurosa, ansiosa, insicura. A fare poi un elenco dei suoi guai fisici verrebbe fuori una lista bella lunga: nulla di veramente grave ma molto di invalidante nel quotidiano.
    I fibromi uterini gli provocano cicli dolorosi ed a fiumi, che la fan diventare pallida come un cencio, i suoi calcoli renali si fan sentire spesso, quasi come la sua sciatica, il tutto condito da una sindrome ansioso-depressiva ormai cronica. Mettiamoci anche che è intollerante o refrattaria a gran parte dei farmaci ed il quadro è quasi completo.
    Anna vive del suo stipendio da operaia e ci manda avanti anche i figli, da sola, perché dagli ex gli arriva nulla (uno è finito in prigione e l’altro risulta nullatenente). Insomma, dalla vita finora ha preso solo sberle.
    A sapere un po’ di lei viene naturale una simpatia umana, l’aiutarla ed assecondarla per quel che si può. E' è stato così anche al lavoro, da parte delle colleghe e della dirigenza, fino ad un paio di anni fa, quando è cambiata la proprietà e sono cominciati i guai di Anna.
    L’hanno presa di mira a causa delle assenze per malattia, gli hanno cambiato mansione, messa a caricare e scaricare scatoloni pesanti e niente più permessi per i figli. In più anche rimproveri verbali e richiami scritti per la poca alacrità sul lavoro (lei ci provava ma era sfinita).
    Anna è andata in difficoltà ed ha cominciato a marcar malattia più del solito.
    Non erano false malattie, era semplicemente distrutta. Per riprendersi da un ciclo ora invece di 2 giorni gliene servivano 4; con gli sforzi ora la sciatica era molto più frequente e la depressione s’era aggravata. Faceva impressione quando veniva a studio: era un fantasma, pallida, smunta, un pulcino bagnato.
    In un anno ha fatto 73 giorni di malattia, tutti certificati da me.
    L’azienda mi ha segnalato all’Ordine dei Medici, che mi ha convocato per i chiarimenti del caso.
    E’ già accaduto un paio di volte, nulla di grave o preoccupante, non c’è un medico generico a cui non sia mai capitato. Ho la coscienza a posto e non è un processo, non si entra nel merito della faccenda. All’Ordine compete solo che il medico confermi di aver agito secondo scienza e coscienza. L'eventuale falso va provato, vale il concetto che si è innocenti fino a prova contraria.
    Le mail non sono valide, le raccomandate si ma devo andare a Roma per altri motivi e così passo anche all’Ordine. Consegno la dichiarazione di prassi ma, dopo il breve colloquio di circostanza il funzionario nel congedarmi mi fa:
    -“ Però dottore…queste sono rogne…per vivere tranquilli certi assistiti andrebbero ricusati…questo sono tempi strani…”-
    Sono rimasto talmente inebetito che in quel momento m’è venuto nulla da dire e me ne sono andato; ma più ci penso e più non mi capacito.
    Parlava a titolo personale od aveva una direttiva superiore per dire quelle cose? Pensava che i miei certificati erano di comodo e me l’aveva voluto far capire? Come s’era permesso? Cosa significa esattamente “tempi strani”? E' anche con questi consigli che ora l'Ordine tutela gli iscritti?
    Non so neanche se devo dare importanza all’episodio. A dargliela dovrei poi chieder chiarimenti direttamente al presidente dell’Ordine (che poi conosco di persona essendo uno della FIMMG) ma potrebbe allora accader di tutto: dal fare una figura ridicola al far passar guai seri al funzionario, solo per una frase infelice. Lascerò perdere.
    Anche perchè le domande vere sono altre.
    Quanti colleghi si lasciano intimidire da una segnalazione all’Ordine e ricusano gli assistiti “scomodi”?
    Gli “scomodi” non sono gli assenteisti, i lavativi (di questi non ne ho più, se ne sono andati via perché non ero il medico compiacente che serviva loro).Gli “scomodi” sono gli assistiti che ti coinvolgono, anche non volendo, nei loro problemi. Sono la parte debole della società, sono quelli per i quali si deve fare qualcosa in più oltre il dovuto, perché gli necessita e se non lo fai tu c’è nessuno che lo fa, anche rischiando qualcosa.
    E questo non accade solo nel mio mondo. A tutti può accadere od è accaduta una situazione del genere.
    Qualcuno se li fa sparire da dentro dicendosi -"Son cavoli loro ed io non ne ho colpa"- ed il gioco è fatto. Facile farlo ma quelli, anche se spariti dalla coscienza (chiamiamola così), continuerebbero ad esistere.
    Capisco le esigenze dei dirigenti dell' azienda, capisco che Anna non gli rende quanto un'altra operaia ma il problema è stato creato da loro. Non possono licenziarla ed allora hanno cominciato a metterla in difficoltà, ma cos'hanno ottenuto? Ancora più giorni di assenza: bel risultato!
    Allora provano a mettere in difficoltà il medico. Ma che bravi, che capacità di risolvere i problemi.
    Ricusare Anna? Ma figuriamoci, non se ne parla proprio. Quando avrà bisogno di giorni per malattia continuerò a darglieli. L’ho anche indirizzata ad un centro anti mobbing per attestare la sua situazione. Nei miei confronti pare che il passo successivo sarà una denuncia: lo saprò se e quando mi arriverà un avviso di garanzia per una indagine conoscitiva dei fatti da parte del magistrato. Venga pure, ho la coscienza a posto e le carte in regola.
    Ma che amarezza lasciano questi episodi.
    Non mi sento e non sono un eroe. Faccio null’altro che quel che la buona maggioranza dei colleghi fa.
    Ma non tutti, lo so.
    E chissà quante Anna saranno dimenticate e perse.
    Questa è l’amarezza.
    Mi pare che per Anna tu abbia fatto molto.
    Se puoi, una mattina, recati alla Procura della Repubblica e perfeziona un esposto ricalcante quanto hai descritto. Ti pari il e aiuti una volta di piu' Anna.
    Oscar Schiavone Oscarr in RD2 TruzzoBilloGobbacci
    " puoi scoprire di più riguardo a una persona in un'ora di gioco che in un anno di conversazione". PLATONE
  3. #3
     Tenente
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: maggio 2007
    Da: Verona
    Prov: VR - Verona
    Messaggi: 1 603
    Profilo: 1340 visite
    Gradimento: 67
    9.3

    Re: Anna e l'amarezza

    Quote adryanos il 21-02-13 alle 11:32 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Anna, un 45 anni, due matrimoni falliti, due figli e, soprattutto un sacco di problemi.
    E' una persona molto semplice nelle sue cose, piccina, l'aria sparuta, debole di carattere, paurosa, ansiosa, insicura. A fare poi un elenco dei suoi guai fisici verrebbe fuori una lista bella lunga: nulla di veramente grave ma molto di invalidante nel quotidiano.
    I fibromi uterini gli provocano cicli dolorosi ed a fiumi, che la fan diventare pallida come un cencio, i suoi calcoli renali si fan sentire spesso, quasi come la sua sciatica, il tutto condito da una sindrome ansioso-depressiva ormai cronica. Mettiamoci anche che è intollerante o refrattaria a gran parte dei farmaci ed il quadro è quasi completo.
    Anna vive del suo stipendio da operaia e ci manda avanti anche i figli, da sola, perché dagli ex gli arriva nulla (uno è finito in prigione e l’altro risulta nullatenente). Insomma, dalla vita finora ha preso solo sberle.
    A sapere un po’ di lei viene naturale una simpatia umana, l’aiutarla ed assecondarla per quel che si può. E' è stato così anche al lavoro, da parte delle colleghe e della dirigenza, fino ad un paio di anni fa, quando è cambiata la proprietà e sono cominciati i guai di Anna.
    L’hanno presa di mira a causa delle assenze per malattia, gli hanno cambiato mansione, messa a caricare e scaricare scatoloni pesanti e niente più permessi per i figli. In più anche rimproveri verbali e richiami scritti per la poca alacrità sul lavoro (lei ci provava ma era sfinita).
    Anna è andata in difficoltà ed ha cominciato a marcar malattia più del solito.
    Non erano false malattie, era semplicemente distrutta. Per riprendersi da un ciclo ora invece di 2 giorni gliene servivano 4; con gli sforzi ora la sciatica era molto più frequente e la depressione s’era aggravata. Faceva impressione quando veniva a studio: era un fantasma, pallida, smunta, un pulcino bagnato.
    In un anno ha fatto 73 giorni di malattia, tutti certificati da me.
    L’azienda mi ha segnalato all’Ordine dei Medici, che mi ha convocato per i chiarimenti del caso.
    E’ già accaduto un paio di volte, nulla di grave o preoccupante, non c’è un medico generico a cui non sia mai capitato. Ho la coscienza a posto e non è un processo, non si entra nel merito della faccenda. All’Ordine compete solo che il medico confermi di aver agito secondo scienza e coscienza. L'eventuale falso va provato, vale il concetto che si è innocenti fino a prova contraria.
    Le mail non sono valide, le raccomandate si ma devo andare a Roma per altri motivi e così passo anche all’Ordine. Consegno la dichiarazione di prassi ma, dopo il breve colloquio di circostanza il funzionario nel congedarmi mi fa:
    -“ Però dottore…queste sono rogne…per vivere tranquilli certi assistiti andrebbero ricusati…questo sono tempi strani…”-
    Sono rimasto talmente inebetito che in quel momento m’è venuto nulla da dire e me ne sono andato; ma più ci penso e più non mi capacito.
    Parlava a titolo personale od aveva una direttiva superiore per dire quelle cose? Pensava che i miei certificati erano di comodo e me l’aveva voluto far capire? Come s’era permesso? Cosa significa esattamente “tempi strani”? E' anche con questi consigli che ora l'Ordine tutela gli iscritti?
    Non so neanche se devo dare importanza all’episodio. A dargliela dovrei poi chieder chiarimenti direttamente al presidente dell’Ordine (che poi conosco di persona essendo uno della FIMMG) ma potrebbe allora accader di tutto: dal fare una figura ridicola al far passar guai seri al funzionario, solo per una frase infelice. Lascerò perdere.
    Anche perchè le domande vere sono altre.
    Quanti colleghi si lasciano intimidire da una segnalazione all’Ordine e ricusano gli assistiti “scomodi”?
    Gli “scomodi” non sono gli assenteisti, i lavativi (di questi non ne ho più, se ne sono andati via perché non ero il medico compiacente che serviva loro).Gli “scomodi” sono gli assistiti che ti coinvolgono, anche non volendo, nei loro problemi. Sono la parte debole della società, sono quelli per i quali si deve fare qualcosa in più oltre il dovuto, perché gli necessita e se non lo fai tu c’è nessuno che lo fa, anche rischiando qualcosa.
    E questo non accade solo nel mio mondo. A tutti può accadere od è accaduta una situazione del genere.
    Qualcuno se li fa sparire da dentro dicendosi -"Son cavoli loro ed io non ne ho colpa"- ed il gioco è fatto. Facile farlo ma quelli, anche se spariti dalla coscienza (chiamiamola così), continuerebbero ad esistere.
    Capisco le esigenze dei dirigenti dell' azienda, capisco che Anna non gli rende quanto un'altra operaia ma il problema è stato creato da loro. Non possono licenziarla ed allora hanno cominciato a metterla in difficoltà, ma cos'hanno ottenuto? Ancora più giorni di assenza: bel risultato!
    Allora provano a mettere in difficoltà il medico. Ma che bravi, che capacità di risolvere i problemi.
    Ricusare Anna? Ma figuriamoci, non se ne parla proprio. Quando avrà bisogno di giorni per malattia continuerò a darglieli. L’ho anche indirizzata ad un centro anti mobbing per attestare la sua situazione. Nei miei confronti pare che il passo successivo sarà una denuncia: lo saprò se e quando mi arriverà un avviso di garanzia per una indagine conoscitiva dei fatti da parte del magistrato. Venga pure, ho la coscienza a posto e le carte in regola.
    Ma che amarezza lasciano questi episodi.
    Non mi sento e non sono un eroe. Faccio null’altro che quel che la buona maggioranza dei colleghi fa.
    Ma non tutti, lo so.
    E chissà quante Anna saranno dimenticate e perse.
    Questa è l’amarezza.
    Pazzesco che storia allucinante...povera Anna
    Umberto Trivella
  4. #4
     Maggiore
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: aprile 2010
    Prov: BG - Bergamo
    Messaggi: 2 980
    Profilo: 3020 visite
    Gradimento: 80
    9.1

    Re: Anna e l'amarezza

  5. #5
     Generale CSM
     Campione
     Nazionale
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2005
    Prov: RM - Roma
    Messaggi: 11 172
    Profilo: 5013 visite
    Gradimento: 147
    9.5

    Re: Anna e l'amarezza

    Veramente sconfortante, Massimiliano.

    Tenete duro sia tu che Anna.
  6. #6
     T. Col. C.te
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: dicembre 2008
    Da: Alba
    Prov: CN - Cuneo
    Messaggi: 8 440
    Profilo: 2642 visite
    Gradimento: 65
    7.0

    Re: Anna e l'amarezza

    Bravo Massimiliano, tra le altre cose è sempre un piacere leggerti
    Anche l'odio contro la bassezza stravolge il viso.
    Anche l'ira per l'ingiustizia fa roca la voce.
    Noi, che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza,
    noi non si poté essere gentili.
    Ma voi, quando sarà venuta l'ora
    che all'uomo un aiuto sia l'uomo,
    pensate a noi, con indulgenza.
  7. #7
     recluta
     
    Forum Utente non accreditato
    Dal: febbraio 2013
    Messaggi: 27
    Profilo: 702 visite
    Gradimento: 11
    7.5

    Re: Anna e l'amarezza

    Quote adryanos il 21-02-13 alle 11:32 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Anna, 45 anni, due matrimoni falliti, due figli e, soprattutto un sacco di problemi.

    E' una persona molto semplice nelle sue cose, piccina, l'aria sparuta, debole di carattere, paurosa, ansiosa, insicura. A fare poi un elenco dei suoi guai fisici verrebbe fuori una lista bella lunga: nulla di veramente grave ma molto di invalidante nel quotidiano.

    I fibromi uterini gli provocano cicli dolorosi ed a fiumi, che la fan diventare pallida come un cencio, i suoi calcoli renali si fan sentire spesso, quasi come la sua sciatica, il tutto condito da una sindrome ansioso-depressiva ormai cronica. Mettiamoci anche che è intollerante o refrattaria a gran parte dei farmaci ed il quadro è quasi completo.

    Anna vive del suo stipendio da operaia e ci manda avanti anche i figli, da sola, perché dagli ex gli arriva nulla (uno è finito in prigione e l’altro risulta nullatenente). Insomma, dalla vita finora ha preso solo sberle.

    A sapere un po’ di lei viene naturale una simpatia umana, l’aiutarla ed assecondarla per quel che si può. E' è stato così anche al lavoro, da parte delle colleghe e della dirigenza, fino ad un paio di anni fa, quando è cambiata la proprietà e sono cominciati i guai di Anna.

    L’hanno presa di mira a causa delle assenze per malattia, gli hanno cambiato mansione, messa a caricare e scaricare scatoloni pesanti e niente più permessi per i figli. In più anche rimproveri verbali e richiami scritti per la poca alacrità sul lavoro (lei ci provava ma era sfinita).

    Anna è andata in difficoltà ed ha cominciato a marcar malattia più del solito.
    Non erano false malattie, era semplicemente distrutta. Per riprendersi da un ciclo ora invece di 2 giorni gliene servivano 4; con gli sforzi ora la sciatica era molto più frequente e la depressione s’era aggravata. Faceva impressione quando veniva a studio: era un fantasma, pallida, smunta, un pulcino bagnato.
    In un anno ha fatto 73 giorni di malattia, tutti certificati da me.

    L’azienda mi ha segnalato all’Ordine dei Medici, che mi ha convocato per i chiarimenti del caso.

    E’ già accaduto un paio di volte, nulla di grave o preoccupante, non c’è un medico generico a cui non sia mai capitato. Ho la coscienza a posto e non è un processo, non si entra nel merito della faccenda. All’Ordine compete solo che il medico confermi di aver agito secondo scienza e coscienza. L'eventuale falso va provato, vale il concetto che si è innocenti fino a prova contraria.
    Le mail non sono valide, le raccomandate si ma devo andare a Roma per altri motivi e così passo anche all’Ordine. Consegno la dichiarazione di prassi ma, dopo il breve colloquio di circostanza il funzionario nel congedarmi mi fa:

    -“ Però dottore…queste sono rogne…per vivere tranquilli certi assistiti andrebbero ricusati…questo sono tempi strani…”-

    Sono rimasto talmente inebetito che in quel momento m’è venuto nulla da dire e me ne sono andato; ma più ci penso e più non mi capacito.

    Parlava a titolo personale od aveva una direttiva superiore per dire quelle cose? Pensava che i miei certificati erano di comodo e me l’aveva voluto far capire? Come s’era permesso? Cosa significa esattamente “tempi strani”? E' anche con questi consigli che ora l'Ordine tutela gli iscritti?

    Non so neanche se devo dare importanza all’episodio. A dargliela dovrei poi chieder chiarimenti direttamente al presidente dell’Ordine (che poi conosco di persona essendo uno della FIMMG) ma potrebbe allora accader di tutto: dal fare una figura ridicola al far passar guai seri al funzionario, solo per una frase infelice. Lascerò perdere.

    Anche perchè le domande vere sono altre.

    Quanti colleghi si lasciano intimidire da una segnalazione all’Ordine e ricusano gli assistiti “scomodi”?

    Gli “scomodi” non sono gli assenteisti, i lavativi (di questi non ne ho più, se ne sono andati via perché non ero il medico compiacente che serviva loro).Gli “scomodi” sono gli assistiti che ti coinvolgono, anche non volendo, nei loro problemi. Sono la parte debole della società, sono quelli per i quali si deve fare qualcosa in più oltre il dovuto, perché gli necessita e se non lo fai tu c’è nessuno che lo fa, anche rischiando qualcosa.

    E questo non accade solo nel mio mondo. A tutti può accadere od è accaduta una situazione del genere.

    Qualcuno se li fa sparire da dentro dicendosi -"Son cavoli loro ed io non ne ho colpa"- ed il gioco è fatto. Facile farlo ma quelli, anche se spariti dalla coscienza (chiamiamola così), continuerebbero ad esistere.

    Capisco le esigenze dei dirigenti dell' azienda, capisco che Anna non gli rende quanto un'altra operaia ma il problema è stato creato da loro. Non possono licenziarla ed allora hanno cominciato a metterla in difficoltà, ma cos'hanno ottenuto? Ancora più giorni di assenza: bel risultato!
    Allora provano a mettere in difficoltà il medico. Ma che bravi, che capacità di risolvere i problemi.

    Ricusare Anna? Ma figuriamoci, non se ne parla proprio. Quando avrà bisogno di giorni per malattia continuerò a darglieli. L’ho anche indirizzata ad un centro anti mobbing per attestare la sua situazione. Nei miei confronti pare che il passo successivo sarà una denuncia: lo saprò se e quando mi arriverà un avviso di garanzia per una indagine conoscitiva dei fatti da parte del magistrato. Venga pure, ho la coscienza a posto e le carte in regola.
    Ma che amarezza lasciano questi episodi.

    Non mi sento e non sono un eroe. Faccio null’altro che quel che la buona maggioranza dei colleghi fa.

    Ma non tutti, lo so.

    E chissà quante Anna saranno dimenticate e perse.
    Questa è l’amarezza.
    mah.. non ci sono parole..... che tristezza.. posso solo dire che in alcune cose mi ci rivedo... anna ha tutta la mia comprensione... forza e coraggio..
  8. #8
     soldato
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: agosto 2011
    Prov: FM - Fermo
    Messaggi: 58
    Profilo: 329 visite
    Gradimento: 17
    5.8

    Re: Anna e l'amarezza

    Veramente triste ... sono rimasto senza parole!! Posso solo dire che sei un grande uomo ... complimenti!! Ti auguro, e auguro a Anna che tutto si possa risolvere,
    con stima profonda

    Mario Ricci
    alias caimano123
    Mario Ricci
  9. #9
     T. Col. C.te
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2010
    Da: padova
    Prov: PD - Padova
    Messaggi: 9 394
    Profilo: 3723 visite
    Gradimento: 100
    8.4

    Re: Anna e l'amarezza

    Quote adryanos il 21-02-13 alle 11:32 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Anna, 45 anni, due matrimoni falliti, due figli e, soprattutto un sacco di problemi.

    E' una persona molto semplice nelle sue cose, piccina, l'aria sparuta, debole di carattere, paurosa, ansiosa, insicura. A fare poi un elenco dei suoi guai fisici verrebbe fuori una lista bella lunga: nulla di veramente grave ma molto di invalidante nel quotidiano.

    I fibromi uterini gli provocano cicli dolorosi ed a fiumi, che la fan diventare pallida come un cencio, i suoi calcoli renali si fan sentire spesso, quasi come la sua sciatica, il tutto condito da una sindrome ansioso-depressiva ormai cronica. Mettiamoci anche che è intollerante o refrattaria a gran parte dei farmaci ed il quadro è quasi completo.

    Anna vive del suo stipendio da operaia e ci manda avanti anche i figli, da sola, perché dagli ex gli arriva nulla (uno è finito in prigione e l’altro risulta nullatenente). Insomma, dalla vita finora ha preso solo sberle.

    A sapere un po’ di lei viene naturale una simpatia umana, l’aiutarla ed assecondarla per quel che si può. E' è stato così anche al lavoro, da parte delle colleghe e della dirigenza, fino ad un paio di anni fa, quando è cambiata la proprietà e sono cominciati i guai di Anna.

    L’hanno presa di mira a causa delle assenze per malattia, gli hanno cambiato mansione, messa a caricare e scaricare scatoloni pesanti e niente più permessi per i figli. In più anche rimproveri verbali e richiami scritti per la poca alacrità sul lavoro (lei ci provava ma era sfinita).

    Anna è andata in difficoltà ed ha cominciato a marcar malattia più del solito.
    Non erano false malattie, era semplicemente distrutta. Per riprendersi da un ciclo ora invece di 2 giorni gliene servivano 4; con gli sforzi ora la sciatica era molto più frequente e la depressione s’era aggravata. Faceva impressione quando veniva a studio: era un fantasma, pallida, smunta, un pulcino bagnato.
    In un anno ha fatto 73 giorni di malattia, tutti certificati da me.

    L’azienda mi ha segnalato all’Ordine dei Medici, che mi ha convocato per i chiarimenti del caso.

    E’ già accaduto un paio di volte, nulla di grave o preoccupante, non c’è un medico generico a cui non sia mai capitato. Ho la coscienza a posto e non è un processo, non si entra nel merito della faccenda. All’Ordine compete solo che il medico confermi di aver agito secondo scienza e coscienza. L'eventuale falso va provato, vale il concetto che si è innocenti fino a prova contraria.
    Le mail non sono valide, le raccomandate si ma devo andare a Roma per altri motivi e così passo anche all’Ordine. Consegno la dichiarazione di prassi ma, dopo il breve colloquio di circostanza il funzionario nel congedarmi mi fa:

    -“ Però dottore…queste sono rogne…per vivere tranquilli certi assistiti andrebbero ricusati…questo sono tempi strani…”-

    Sono rimasto talmente inebetito che in quel momento m’è venuto nulla da dire e me ne sono andato; ma più ci penso e più non mi capacito.

    Parlava a titolo personale od aveva una direttiva superiore per dire quelle cose? Pensava che i miei certificati erano di comodo e me l’aveva voluto far capire? Come s’era permesso? Cosa significa esattamente “tempi strani”? E' anche con questi consigli che ora l'Ordine tutela gli iscritti?

    Non so neanche se devo dare importanza all’episodio. A dargliela dovrei poi chieder chiarimenti direttamente al presidente dell’Ordine (che poi conosco di persona essendo uno della FIMMG) ma potrebbe allora accader di tutto: dal fare una figura ridicola al far passar guai seri al funzionario, solo per una frase infelice. Lascerò perdere.

    Anche perchè le domande vere sono altre.

    Quanti colleghi si lasciano intimidire da una segnalazione all’Ordine e ricusano gli assistiti “scomodi”?

    Gli “scomodi” non sono gli assenteisti, i lavativi (di questi non ne ho più, se ne sono andati via perché non ero il medico compiacente che serviva loro).Gli “scomodi” sono gli assistiti che ti coinvolgono, anche non volendo, nei loro problemi. Sono la parte debole della società, sono quelli per i quali si deve fare qualcosa in più oltre il dovuto, perché gli necessita e se non lo fai tu c’è nessuno che lo fa, anche rischiando qualcosa.

    E questo non accade solo nel mio mondo. A tutti può accadere od è accaduta una situazione del genere.

    Qualcuno se li fa sparire da dentro dicendosi -"Son cavoli loro ed io non ne ho colpa"- ed il gioco è fatto. Facile farlo ma quelli, anche se spariti dalla coscienza (chiamiamola così), continuerebbero ad esistere.

    Capisco le esigenze dei dirigenti dell' azienda, capisco che Anna non gli rende quanto un'altra operaia ma il problema è stato creato da loro. Non possono licenziarla ed allora hanno cominciato a metterla in difficoltà, ma cos'hanno ottenuto? Ancora più giorni di assenza: bel risultato!
    Allora provano a mettere in difficoltà il medico. Ma che bravi, che capacità di risolvere i problemi.

    Ricusare Anna? Ma figuriamoci, non se ne parla proprio. Quando avrà bisogno di giorni per malattia continuerò a darglieli. L’ho anche indirizzata ad un centro anti mobbing per attestare la sua situazione. Nei miei confronti pare che il passo successivo sarà una denuncia: lo saprò se e quando mi arriverà un avviso di garanzia per una indagine conoscitiva dei fatti da parte del magistrato. Venga pure, ho la coscienza a posto e le carte in regola.
    Ma che amarezza lasciano questi episodi.

    Non mi sento e non sono un eroe. Faccio null’altro che quel che la buona maggioranza dei colleghi fa.

    Ma non tutti, lo so.

    E chissà quante Anna saranno dimenticate e perse.
    Questa è l’amarezza.
    se la tua coscienza e al pari della tua qualifica direi che puoi pure dormire sogni tranquilli

    sei una brava persona hai la mia stima
  10. #10
     Magg. C.te
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: aprile 2010
    Da: Torino
    Prov: TO - Torino
    Messaggi: 4 939
    Profilo: 3727 visite
    Gradimento: 105
    8.5

    Re: Anna e l'amarezza

    Quote adryanos il 21-02-13 alle 11:32 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Anna, 45 anni, due matrimoni falliti, due figli e, soprattutto un sacco di problemi.

    E' una persona molto semplice nelle sue cose, piccina, l'aria sparuta, debole di carattere, paurosa, ansiosa, insicura. A fare poi un elenco dei suoi guai fisici verrebbe fuori una lista bella lunga: nulla di veramente grave ma molto di invalidante nel quotidiano.

    I fibromi uterini gli provocano cicli dolorosi ed a fiumi, che la fan diventare pallida come un cencio, i suoi calcoli renali si fan sentire spesso, quasi come la sua sciatica, il tutto condito da una sindrome ansioso-depressiva ormai cronica. Mettiamoci anche che è intollerante o refrattaria a gran parte dei farmaci ed il quadro è quasi completo.

    Anna vive del suo stipendio da operaia e ci manda avanti anche i figli, da sola, perché dagli ex gli arriva nulla (uno è finito in prigione e l’altro risulta nullatenente). Insomma, dalla vita finora ha preso solo sberle.

    A sapere un po’ di lei viene naturale una simpatia umana, l’aiutarla ed assecondarla per quel che si può. E' è stato così anche al lavoro, da parte delle colleghe e della dirigenza, fino ad un paio di anni fa, quando è cambiata la proprietà e sono cominciati i guai di Anna.

    L’hanno presa di mira a causa delle assenze per malattia, gli hanno cambiato mansione, messa a caricare e scaricare scatoloni pesanti e niente più permessi per i figli. In più anche rimproveri verbali e richiami scritti per la poca alacrità sul lavoro (lei ci provava ma era sfinita).

    Anna è andata in difficoltà ed ha cominciato a marcar malattia più del solito.
    Non erano false malattie, era semplicemente distrutta. Per riprendersi da un ciclo ora invece di 2 giorni gliene servivano 4; con gli sforzi ora la sciatica era molto più frequente e la depressione s’era aggravata. Faceva impressione quando veniva a studio: era un fantasma, pallida, smunta, un pulcino bagnato.
    In un anno ha fatto 73 giorni di malattia, tutti certificati da me.

    L’azienda mi ha segnalato all’Ordine dei Medici, che mi ha convocato per i chiarimenti del caso.

    E’ già accaduto un paio di volte, nulla di grave o preoccupante, non c’è un medico generico a cui non sia mai capitato. Ho la coscienza a posto e non è un processo, non si entra nel merito della faccenda. All’Ordine compete solo che il medico confermi di aver agito secondo scienza e coscienza. L'eventuale falso va provato, vale il concetto che si è innocenti fino a prova contraria.
    Le mail non sono valide, le raccomandate si ma devo andare a Roma per altri motivi e così passo anche all’Ordine. Consegno la dichiarazione di prassi ma, dopo il breve colloquio di circostanza il funzionario nel congedarmi mi fa:

    -“ Però dottore…queste sono rogne…per vivere tranquilli certi assistiti andrebbero ricusati…questo sono tempi strani…”-

    Sono rimasto talmente inebetito che in quel momento m’è venuto nulla da dire e me ne sono andato; ma più ci penso e più non mi capacito.

    Parlava a titolo personale od aveva una direttiva superiore per dire quelle cose? Pensava che i miei certificati erano di comodo e me l’aveva voluto far capire? Come s’era permesso? Cosa significa esattamente “tempi strani”? E' anche con questi consigli che ora l'Ordine tutela gli iscritti?

    Non so neanche se devo dare importanza all’episodio. A dargliela dovrei poi chieder chiarimenti direttamente al presidente dell’Ordine (che poi conosco di persona essendo uno della FIMMG) ma potrebbe allora accader di tutto: dal fare una figura ridicola al far passar guai seri al funzionario, solo per una frase infelice. Lascerò perdere.

    Anche perchè le domande vere sono altre.

    Quanti colleghi si lasciano intimidire da una segnalazione all’Ordine e ricusano gli assistiti “scomodi”?

    Gli “scomodi” non sono gli assenteisti, i lavativi (di questi non ne ho più, se ne sono andati via perché non ero il medico compiacente che serviva loro).Gli “scomodi” sono gli assistiti che ti coinvolgono, anche non volendo, nei loro problemi. Sono la parte debole della società, sono quelli per i quali si deve fare qualcosa in più oltre il dovuto, perché gli necessita e se non lo fai tu c’è nessuno che lo fa, anche rischiando qualcosa.

    E questo non accade solo nel mio mondo. A tutti può accadere od è accaduta una situazione del genere.

    Qualcuno se li fa sparire da dentro dicendosi -"Son cavoli loro ed io non ne ho colpa"- ed il gioco è fatto. Facile farlo ma quelli, anche se spariti dalla coscienza (chiamiamola così), continuerebbero ad esistere.

    Capisco le esigenze dei dirigenti dell' azienda, capisco che Anna non gli rende quanto un'altra operaia ma il problema è stato creato da loro. Non possono licenziarla ed allora hanno cominciato a metterla in difficoltà, ma cos'hanno ottenuto? Ancora più giorni di assenza: bel risultato!
    Allora provano a mettere in difficoltà il medico. Ma che bravi, che capacità di risolvere i problemi.

    Ricusare Anna? Ma figuriamoci, non se ne parla proprio. Quando avrà bisogno di giorni per malattia continuerò a darglieli. L’ho anche indirizzata ad un centro anti mobbing per attestare la sua situazione. Nei miei confronti pare che il passo successivo sarà una denuncia: lo saprò se e quando mi arriverà un avviso di garanzia per una indagine conoscitiva dei fatti da parte del magistrato. Venga pure, ho la coscienza a posto e le carte in regola.
    Ma che amarezza lasciano questi episodi.

    Non mi sento e non sono un eroe. Faccio null’altro che quel che la buona maggioranza dei colleghi fa.

    Ma non tutti, lo so.

    E chissà quante Anna saranno dimenticate e perse.
    Questa è l’amarezza.




    Mi auguro tu non debba passare guai. Riguardo al funzionario, io non mi farei alcuno scupolo e forse un tentativo col Presidente dell'Ordine o qualche collega sinceramente lo farei.

    Ma è probabile che, se hai escluso questa possibilità, tu sappia già che sarebbe tutto inutile

Pagina 1 di 3 1 2 3 ultimoultimo

Navigazione

Tag per questa discussione