Annuncio

Annuncio

Visualizzazione da 1 a 4 di 4
Discussione: Se ne è andato Paco de Lucia
  1. #1
     Generale CSM
     Administrator
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: gennaio 2003
    Prov: MI - Milano
    Messaggi: 64 658
    Profilo: 23519 visite
    Gradimento: 389
    9.1

    Se ne è andato Paco de Lucia

    RIP


    We are the sons and daughters of all the freedom fighters.
    And there are still many rivers to cross.
    Hands in the air, screaming loud and clear for freedom, justice and equality.
    There is no black or white, there is only right and wrong.
    We are unknown heros, we are flesh and we are blood.
    We are the great future.
    We need to get back to the joy of living.
    We are five fingers of an empty hand.
    But together, we can also be the fist.
    Sometimes change can be as simple as two hands reaching for one another.
    Clap your hands.


  2. #2
     Generale CSM
     SuperModerator
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2008
    Messaggi: 10 379
    Profilo: 4623 visite
    Gradimento: 119
    8.9

    Re: Se ne è andato Paco de Lucia

  3. #3
     Generale CSM
     Campione
     Nazionale
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2005
    Prov: RM - Roma
    Messaggi: 11 172
    Profilo: 5013 visite
    Gradimento: 147
    9.5

    Re: Se ne è andato Paco de Lucia

    Ho sempre avuto questo video nel mio canale youtube

  4. #4
     Magg. C.te
     
    Forum Utente non accreditato
    Dal: aprile 2012
    Prov: TO - Torino
    Messaggi: 3 034
    Profilo: 3188 visite
    Gradimento: 81
    9.3

    Re: Se ne è andato Paco de Lucia



    (Da qui)

    Addio Paco De Lucia. Con il flamenco ha insegnato la bellezza al mondo

    Paolo Romano

    Quando è rimbalzata la notizia della morte di Paco De Lucia, molti siti dei principali quotidiani spagnoli hanno ricordato tra i momenti più importanti della cultura musicale mondiale (non solo del flamenco) l'incontro del chitarrista andaluso con John McLaughlin e Al Di Meola. Correva l'anno 1980 ed era il 5 dicembre.
    Sempre il 5 dicembre del 1980 in tanti, travolti dalla bellezza di quella serata magica di musica, decidevano di mettersi a studiare la chitarra, ad ascoltare il flamenco, a conoscere il jazz. Da quella esibizione è rimasta testimonianza nell'album A Friday night in San Francisco, che ha venduto, per dire, cinque milioni di copie e che resta, ad oggi, tra gli album più scaricati ed ascoltati del millennio.



    Perché questo, sopra ogni altra cosa, lascia Paco De Lucia: un amore sconfinato per la musica colta, messa a disposizione della gente, una democrazia del suono mediterraneo che, grazie a lui, ha portato il flamenco ad essere riconosciuto dall'Unesco, nel 2010, patrimonio dell'umanità, al pari del Taj Mahal o del Colosseo.
    Raramente si era potuto, fino ad allora, ascoltare la modernità e la brillantezza di quei suoni, relegati confusamente al genere andaluso e gitano e raramente anche i professionisti delle sei corde avevano compreso le straordinarie potenzialità della tecnica chitarristica di De Lucia, perfettamente integrabile tanto nel jazz quanto nel rock.
    Paco De Lucia ha, come pochi altri, saputo restituire nobiltà all'eleganza, sacralità alla passione attraverso uno stile (anche di postura nell'esecuzione) che nella compostezza faceva (ri)trovare la ragione del movimento musicale. Ha tirato fuori dallo strumento un cuore rivoluzionario, dimostrando che la sua modernità non passava necessariamente per gli incendi e gli accoppiamenti edipici di Hendrix a Woodstock, né che il guitar hero fosse necessariamente maledetto nella trasandatezza del look. Non per questo non ha ascoltato con un rispetto quasi religioso il lavoro dei suoi colleghi nel mondo, esibendo nella pratica quel filo rosso che lega il genio all'umiltà, l'unicità all'apertura verso culture altre.
    E infatti il patriarca andaluso del flamenco contemporaneo ha strabiliato il mondo con il principio di inclusione, per cui la musica è tale se stupisce e ammalia, mescolandosi al rock latino di Carlos Santana, tanto quanto al jazz eclettico di John Mc Laughlin (all'epoca reduce delle esperienze elettriche di Miles Davis).



    Né, secondo Paco De Lucia, il flamenco poteva restare confinato nel recinto della tradizione iberica e il suo arrangiamento moderno (l'uso del basso elettrico e delle percussioni ha, tra gli altri, influenzato per sua stessa ammissione Jaco Pastorius, tanto per dire) sarebbe stata la chiave per la sua diffusione globale, prima che si parlasse di globalizzazione dei suoni.
    Da un po', raccontavano i suoi amici, suonava sempre meno, perché la sua musica doveva restare estranea a ogni compromesso al ribasso, perché se non si fosse prodotta bellezza sarebbe venuta meno la ragione interna della tecnica virtuosistica, declassandola a esercizio scolastico senza cuore.
    L'amore per la bellezza, soprattutto, resta del lavoro di Paco De Lucia, che non a caso amava citare la frase che un altro grande, Charles Mingus, diceva alla fine di ogni concerto ai suoi musicisti riferendosi al pubblico:

    "io gliel'ho detto, speriamo abbiano capito".
    La musica, come il sale, conserva meglio
    .
    erri de luca
    .

    -sono una input non sono una barra non tentarmi non sono una barra-

Navigazione

Tag per questa discussione