Annuncio

Annuncio


Pagina 2 di 5 primaprima 1 2 3 4 ... ultimoultimo
Visualizzazione da 11 a 20 di 48
Discussione: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO
  1. #11
     S.tenente
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: luglio 2003
    Prov: MB - Monza e della Brianza
    Messaggi: 1 263
    Profilo: 1099 visite
    Gradimento: 58
    8.9

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO




    Bologna (pronuncia: Bológna, [boˈloɲɲa][4]; Bulåggna in dialetto bolognese[5]) è un comune italiano di 384.202 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e, de facto[6], della regione Emilia-Romagna.
    La zona di Bologna risulta abitata fin dal IX secolo a.C., come risulta dagli scavi effettuati a partire da metà Ottocento nella vicina Villanova, frazione di Castenaso. In questo periodo, e fino al VI secolo a.C., l'insediamento appartiene alla fase indicata appunto come villanoviana ed è sparso in vari nuclei. Nel VII-VI secolo a.C. abbiamo testimonianze di un'apertura ai modelli artistici della vicina Etruria: anche la composizione etnica della popolazione cambia, passando dagli Umbri agli Etruschi che la battezzarono Felsina (in etrusco Velzna o Felzna).
    Successivamente (V-IV secolo a.C.), con la discesa dei Galli nella penisola gli Etruschi vennero progressivamente messi in minoranza. Il dominio gallico sulla zona durò fino al 196 a.C., anno in cui i Galli Boi furono soggiogati dai Romani. Nel 189 a.C. questi ultimi fondarono sul sito una colonia di diritto latino a cui diedero il nome di Bononia.
    Dopo la caduta dell'Impero, fu soggetta ad Odoacre, a Teodorico il Grande (493-526), a Bisanzio e infine, nel 727, ai Longobardi, per i quali costituì principalmente un centro militare. Nel 774 la città capitolò davanti a Carlo Magno, che la consegnò al papa Adriano I.
    Ripopolatasi nel X secolo, Bologna iniziò a nutrire aspirazioni comunali, che riuscì ad affermare alla morte di Matilde di Canossa, nel 1115, ottenendo l'anno successivo una serie di concessioni giurisdizionali ed economiche dall'imperatore Enrico V. Il comune partecipò alla lotta contro il Barbarossa, conclusasi con la pace di Costanza nel 1183, dopo la quale conobbe una forte espansione, anche edilizia (periodo delle case-torri): fu uno dei principali centri di scambio commerciale grazie a canali che permettevano il transito di grandi quantità di merci. Basti considerare che alla fine del XIII secolo, con i suoi 50.000, forse 60.000 abitanti era la quinta città europea per popolazione (dopo Cordova, Parigi, Venezia e Firenze), al pari con Milano ed era il maggior centro industriale tessile d'Italia.
    Torrente Àposa
    Il complesso sistema di approvvigionamento idrico di cui era dotata la città, mediante una sviluppata rete di canali tra le più avanzate in Europa (i principali erano il Canale Navile, il canale di Reno e il Canale di Savena), si riforniva d'acqua dai torrenti Savena e Àposa e dal fiume Reno. Questa energia idraulica serviva ad alimentare numerosi mulini per la fiorentissima industria tessile serica e per il trasporto di merci. Dei canali di Bologna (ora quasi tutti interrati) rimangono ai giorni nostri tracce nella toponomastica.
    Al 1088 è convenzionalmente fatta risalire la fondazione di quella che è riconosciuta come la prima università del mondo occidentale (Studium). Tra i primi maestri, i giuristi Pepone e Irnerio, che resero famosa la scuola di giurisprudenza nel mondo civilizzato.
    Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Scuola bolognese dei glossatori.
    Nel XIII secolo, Bologna fu coinvolta nelle lotte tra guelfi e ghibellini, con alterne fortune. Nel 1249 i bolognesi riuscirono addirittura a catturare Re Enzo di Sardegna, figlio di Federico II di Svevia, tenuto prigioniero fino alla sua morte (1272) malgrado le minacce e le richieste del potente padre; nel 1275, invece, dopo un tentativo, fallito, della guelfa Bologna di attaccare la ghibellina Forlì, le truppe ghibelline di Guido da Montefeltro, di Maghinardo Pagani e di Teodorico degli Ordelaffi, misero in fuga i bolognesi presso il fiume Senio, al ponte di San Procolo. La rotta fu tanto grave che il carroccio dei bolognesi venne portato in trionfo a Forlì.
    Nel 1256, primo comune italiano e forse prima città al mondo, il primo capitano del Popolo (Giordano Lucino) insieme al Podestà promulgarono la "Legge del Paradiso" che aboliva la schiavitù e riscattava i servi della gleba, pagando gli ex proprietari con soldi pubblici e a prezzo di mercato.
    Nel 1337 ebbe inizio la signoria dei Pepoli, definita da alcuni studiosi una "criptosignoria" in quanto la famiglia cercò di governare ponendosi come "primi tra pari" piuttosto che come veri e propri signori della città.[16] La signoria presentò forti elementi di continuità col passato, e resistette fino al 28 marzo 1401 quando la signoria passò ai Bentivoglio.
    Nel 1507 Bologna passò allo Stato Pontificio, ove rimase fino al 1796, quando con Napoleone arrivarono a Bologna le truppe francesi. Tuttavia, dopo il Congresso di Vienna (1815) la città ritornò allo Stato Pontificio. Vi si stabilirono gli austriaci, per essere poi annessa, con il plebiscito del 11-12 marzo 1860, al Regno di Sardegna che diventerà Regno d'Italia esattamente 12 mesi dopo.


    I LEGIONARI DEI NOSTRI GIORNI

    Alessio Montagnini (MNT1977)
    Federico Marrani (fedeing)
    Cesare Osti (cesare)
    Alessandro Govoni (AlexG)
    Domenico Arena (Dome88)
    Roberto Dozza (Robie15)
    Simone Palombi (Misterciak)
    Non si vede bene che con il cuore...
    l'essenziale e' invisibile agli occhi !!!
    DariusHighlander - R.C.U. MonzAmici - Dario Aceti
  • #12
     S.tenente
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: luglio 2003
    Prov: MB - Monza e della Brianza
    Messaggi: 1 263
    Profilo: 1099 visite
    Gradimento: 58
    8.9

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO



    Faenza (Fênza in romagnolo) è un comune italiano di 58.020 abitanti[2] della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.
    Posta sulla via Emilia fra Imola e Forlì, poco ad ovest del centro della Romagna, si trova ai piedi dei primi rilievi dell'Appennino faentino ed è sede vescovile della diocesi di Faenza-Modigliana nonché storicamente nota per la produzione di ceramica.
    Oltre che faentini, un nome classico con il quale sono raggruppati gli abitanti di Faenza è "manfredi", dal nome della famiglia che governò la città.
    Le origini della città si perdono nella mitologia. Pare, infatti che i coloni attici che, risalendo l'Adriatico, fondarono Ravenna, si fossero spinti nell'entroterra fondando l'insediamento di Foentia. La città crebbe come centro commerciale sotto etruschi e celti grazie alla posizione favorevole offertale dall'incrocio fra il fiume Lamone, la Via Salaria che attraverso gli Appennini portava il sale in Etruria e Campania e la strada che poi i romani avrebbero lastricato e chiamato Aemilia. In seguito alla conquista romana nel II secolo a.C. fu colonia d'insediamento (Faventia, che significa "la favorita degli dei") e si sviluppò grazie alla produzione agricola, tessile e ceramica. Qui, nel 82 a.C. il sillano Quinto Cecilio Metello Pio sconfisse l'esercito del populares Gneo Papirio Carbone, durante le guerre civili della tarda repubblica romana. Decaduta a partire dal II secolo d.C.[3], è ricordata dalle cronache per la battaglia combattutasi nel 542, nella quale Totila e l'esercito ostrogoto sconfissero i Bizantini. Al VII secolo risale la prima cinta muraria, costruita per difendere la città dai Longobardi.
    Durante il governo di Guicciardini della Romagna pontificia, la città gode di particolare favore, tanto che lo storico vi soggiornò per quasi tutto il 1525. È in questa fase che Faenza attrae tanti perseguitati religiosi dell'Europa del nord e dell'est tanto da essere definita città protestante.
    La Chiesa non tardò a prendere le necessarie contromisure. Infatti dopo il concilio di Trento, è sede del Tribunale della Santa Inquisizione per la Romagna, che porta via dalla città gli immigrati e gli artisti stranieri immigrati negli anni precedenti.
    Nel 1608, la città diede i natali al noto fisico e matematico Evangelista Torricelli discepolo di Galileo e inventore del barometro.
    Nella seconda metà del XVIII secolo Faenza divenne un importante centro del neoclassicismo italiano. Nel 1797 vicino a Faenza, sul fiume Senio, si combatté la battaglia decisiva (ma dall'esito scontato) fra le milizie pontificie e l'esercito di Napoleone. Abbiamo un piacevole resoconto della battaglia nelle memorie di Monaldo Leopardi, il padre di Giacomo:
    Nel 1767 Faenza diede i natali al conte Filippo Severoli, che partecipò alle guerre napoleoniche come generale della divisione italiana nella Grande Armée. Si distinse particolarmente tanto da essere onorato dallo stesso Bonaparte con il titolo di conte di Hanover e dalla presenza del suo nome scolpito sull'Arco dell'Étoile, unico italiano presente.
    Scrive Antonio Paolucci in occasione della mostra sull'età neoclassica tenuta a Palazzo Milzetti nel 2009: "Il momento più alto nella storia artistica di Faenza si colloca negli anni che stanno fra il 1780 e il 1815. In quegli anni la città romagnola dialogava con il mondo, era uno snodo di avanguardia lungo l'asse europeo delle arti che aveva i suoi estremi cronologici da una parte nella Roma del "Goethezeit" e quindi della Kauffmann, di Füssli, di Flaxman, di Piranesi, dall'altra nella Parigi della Rivoluzione e dell'Impero e nella Milano del Regno Italico. In quegli anni la piccola città moltiplica palazzi che portano i nomi della nobiltà locale (Laderchi, Gessi, Conti, Cavina, Milzetti); palazzi che sono quanto di più squisito la civiltà neoclassica abbia prodotto in Europa."
    Sotto l'occupazione napoleonica Faenza fu sede, tra il 1803 e il 1815, dell'unico liceo del dipartimento del Rubicone, che comprendeva l'intera Romagna, grazie all'impegno dell'intellettuale faentino Dionigi Strocchi (che diresse dal 1806 al 1809) e dell'amico Vincenzo Monti.

    I LEGIONARI DEI NOSTRI GIORNI

    Daniel Gamberini (Keltas) Capitano
    Michele Ferro (Eracle)
    Edoardo Bastianini (Edo)
    Lorenzo Cavaliere (Eques)
    Andrea Gurioli (Druidi)
    Romano Foschini (romano13261)
  • Rispondi quotando Rispondi quotando dariushighlander non è in linea
  • #13
     S.tenente
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: luglio 2003
    Prov: MB - Monza e della Brianza
    Messaggi: 1 263
    Profilo: 1099 visite
    Gradimento: 58
    8.9

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO



    Limbiate (Limbiaa in dialetto brianzolo) è un comune di 35 168 abitanti della provincia di Monza e della Brianza.
    Il toponimo in origine fu "Lemiate", che significa "limite", che stava ad indicare il lembo di terra compreso tra il torrente Garbogera e l’altopiano delle Groane che rappresentava un confine naturale.[5] Per quanto riguarda l’origine toponomastica di Mombello e Pinzano, che sono gli altri due nuclei abitati storici che si unirono in epoche successive a costituire l’attuale comune, sappiamo riguardo Mombello -Monte Bello- che era probabilmente riferita alla posizione sopraelevata della località ed alla rigogliosa pineta esistente in loco. Anche per Pinzano -Plantianus o Planziano, della Gens Plantia- pare evidente il riferimento alla vegetazione presente.
    Come avvenuto per altre località della Lombardia le origini sono da attribuire ai processi di migrazione celtica di epoca preromana, e successivamente, agli insediamenti dei legionari di Roma, che durante i periodi di non belligeranza con le popolazioni nordiche stabilivano in queste zone i propri accampamenti invernali.[5]
    L’antico nome di “Lemiate” è stato rintracciato su un’antica pergamena, datata 17 maggio 859, presso l’Archivio di Stato di Milano, che ad oggi è la prima "cartula" che si conosca e nella quale si nomini "Lemiate". Il documento tratta di un’azione giudiziaria promossa dal Monastero di Sant'Ambrogio in Milano contro Lupo del fu Adalgiso Schianno, per indebita appropriazione di terreni di proprietà dello stesso monastero. Nella controversia legale viene citato come testimone, tra gli altri, tale Audoaldo de Lemiate. L’indicazione "de Lemiate" affiancata al nome della persona Audoaldo, chiamata quindi con il nome di vico o loco, fa supporre l'esistenza di un paese o località, da cui si potrebbe risalire, già nel periodo alto-medioevale (Longobardo - Franco), all’attuale Limbiate.[7]
    Nel XIII secolo, Limbiate compare in una cronaca dove si racconta della missione di tale Alberto Confaloniero, podestà di Milano sotto la dinastia dei Visconti, che nel 1285 si accampò nei pressi di Lemiate con la milizia che doveva affrontare i comaschi ed i Torriani che avevano preso Castel Seprio.[5] Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Limbiate risulta inclusa nella Pieve di Seveso, ne seguì quindi le vicende della stessa e così alla fine del XV secolo la Pieve passò sotto la giurisdizione dei Marliani, e con essa anche Limbiate e Mombello.
    L'abitato di Pinzano era compreso invece nella contea di Bollate, feudo dei Pirovani. La contea di Bollate passò, man mano, ad Ottaviano Rho (1518), fu confiscata per motivi politici pochi anni dopo e concessa prima a Francesco II Sforza e poi, nel 1530, a Giacomo Gallarati. Nel 1580 fu investito della contea il marchese Giorgio Manriquez, i successori del quale nel XVIII secolo cedettero alcuni feudi, tra i quali appunto Pinzano, ad Ottavia Ugolani.[6]
    Limbiate e Mombello nella Pieve di Seveso nel 1538 erano territori di proprietà di tale Antonio Carcassola che la cedette poi nel 1626 a Bartolomeo Arese. La famiglia Arese, ancora nel XVII secolo era tra i grandi proprietari del territorio limbiatese che ospita, come gran parte della zona, le "case di soggiorno" delle famiglie della nobiltà milanese dell´epoca.[5]
    Nel 1816, con il compartimento territoriale delle province del Regno Lombardo-Veneto, ritornato sotto il dominio Asburgo d'Austria, il comune di Limbiate, che comprendeva la frazione di Mombello, venne inserito nella provincia di Milano, distretto V di Barlassina.
    All'epoca dell'unità d’Italia Limbiate e Mombello formavano un'unica municipalità inserita nel mandamento di Barlassina, circondario di Monza, della provincia di Milano. Nel 1869, con RD 11 aprile 1869, n. 5007, si unì a questi il soppresso comune di Pinzano, che era sempre rimasto comune autonomo.

    I LEGIONARI DEI NOSTRI GIORNI

    Aktarus65 - Domenico De Luca
    Beatrix - Simona De Murtas
    Beckham - Marco Favarato
    Cagliostro - Stefano Dastoli
    DariusHighlander - Dario Aceti
  • #14
     S.tenente
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: luglio 2003
    Prov: MB - Monza e della Brianza
    Messaggi: 1 263
    Profilo: 1099 visite
    Gradimento: 58
    8.9

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO



    Milano (IPA: [miˈlaːno], Milàn [mi'laŋ] in lingua lombarda, variante milanese[4]) è un comune italiano di 1 318 578 abitanti[2], capoluogo della provincia omonima e della regione Lombardia.
    Milano fu fondata dai celti appartenenti alla cultura di Golasecca. Nel V secolo a.C. si assiste al declino dei centri golasecchiani posti lungo il corso del Ticino, probabilmente a vantaggio di una rete di traffici gravitante attorno al nuovo centro proto-urbano di Mediolanum (dal latino "in mezzo alla pianura"). La carta di distribuzione dei ritrovamenti della prima età del Ferro mostra che l'insediamento golasecchiano (V secolo a.C.) occupava un'area di circa 12 ettari attorno al futuro Foro (piazza San Sepolcro)[35].
    Lo stanziamento celtico del IV secolo a.C. segna convenzionalmente il passaggio dalla prima alla tarda età del Ferro in Italia settentrionale. Gli Insubri si stanziarono nella piana tra Ticino e Oglio. La fondazione avvenne, secondo il racconto di Tito Livio ripreso in epoca medioevale da Bonvesin de la Riva[36], ad opera di Belloveso, nipote del re dei Galli Biturigi. In base ai ritrovamenti archeologici, l'oppidum celtico doveva avere medesima localizzazione ed estensione dell'insediamento golasecchiano, ma non sono mai venute alla luce opere difensive urbane, probabilmente costruite in legno e terra, cosa che spiega l'attribuzione della definizione di "villaggio" da parte di Polibio e Strabone.
    Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, nel 222 a.C. venne occupata dai Romani, in seguito ad un aspro assedio posto dai Consoli Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello[7]. La conquista fu contrastata dalla discesa di Annibale al quale la popolazione locale si alleò. Fu solo nei primi anni del II secolo a.C. che gli Insubri e i confinanti Boi si assoggettarono alla dominazione romana. I Romani la chiamarono Mediolanum, che probabilmente riproduce un toponimo celtico (in mezzo alla pianura). Un'altra ipotesi etimologica si basa sul primo simbolo della città, la scrofa semilanuta (in medio lanum). La discussione tra le due etimologie è ancora aperta, estesa a una ventina di altre ipotesi.
    La leggenda narra che all'arrivo dei Romani gli Insubri prelevarono le insegne auree della città, poste nel tempio di Belisama (per Cesare, il tempio di Minerva, con la quale la divinità celtica veniva identificata), per portarle al sicuro, in montagna. L'importanza militare, politica ed economica portò Milano a essere riconosciuta municipium e poi colonia imperiale, fino a diventare capoluogo della Transpadana, capitale dell'Impero e residenza imperiale dal 286 al 402 d.C.
    Dopo che Giulio Cesare aprì la Britannia ai commerci e all'influenza romani[37] con soldati mediolanensi, alla crescita dell'importanza militare si accompagnò il riconoscimento politico. Al momento della suddivisione dell'Impero Romano effettuata da Diocleziano nel 286 (Tetrarchia), Milano divenne, con Treviri, capitale dell'Impero romano d'Occidente.
    A Milano, nel 313 d.C. Costantino si accordò con Licinio per consentire, con l'Editto di Milano o Editto di Costantino, la pratica del culto cristiano. Subito si iniziarono a costruire numerose basiliche.
    Nel 493, I Goti guidati da Teodorico sconfissero Odoacre[39] che aveva deposto l'ultimo imperatore romano d'occidente, Romolo Augusto. La sempre più precaria situazione politica e militare causò però alla città diverse ferite e Milano conobbe, nel 539, la sua prima distruzione: l'imperatore romano d'Oriente Giustiniano I (527-565), deciso a riconquistare i territori imperiali d'occidente, attaccò il re goto Teodato inviando in Italia al comando delle sue truppe i generali Belisario e Narsete, iniziando quella che diventerà la lunga Guerra gotica. Nel 539 Milano, per dissensi tra i due generali, si trovò alla mercé dei Goti di Uraia che la incendiarono e massacrarono la popolazione. A questo evento si deve la distruzione dei marmi e dei grandi edifici della Milano ex capitale dell'Impero, dalla basilica ai templi pagani, fino alle grandi e ricche ville patrizie che vennero letteralmente e sistematicamente spogliate ed infine date alle fiamme con tutta la città. Milano fu poi riconquistata (entro il 559) da Narsete, per opera di quest'ultimo ricostruita[40], e nel breve periodo bizantino potrebbe essere stata elevata a capitale della diocesi italiana (Italia del Nord), anche se ciò non è certo.[41]
    Nel VI secolo, con l'arrivo dei Longobardi nella Pianura Padana si registrarono alcuni decenni di saccheggi e spogliazioni[42], ai quali seguì un primo impulso di rinascita. Dall'entrata a Milano di re Alboino, nel 569, il ripopolamento di centri urbani e campagna assunse ritmi sostenuti, donando al territorio una struttura che esprimeva la sintesi dell'elemento romano e di quello germanico. Dai nuovi dominatori, l'Alta Italia prese il nome di Langobardia Maior (da qui poi il termine Lombardia) e Milano divenne uno dei centri preminenti del nuovo regno. Capitale del dominio longobardo era la vicina Pavia ma anche Milano rivestì, per un breve periodo, questa funzione sotto il regno di Agilulfo e Teodolinda e del loro figlio Adaloaldo, dal 604 circa al 626 circa. Agilulfo scelse simbolicamente l'antica metropoli di Milano per presentarsi come re di tutta l'Italia e non solo dei Longobardi, tanto per l'incoronazione quanto come sua capitale (la residenza estiva era nella vicina Monza) e si proclamò, secondo quanto iscritto su una corona votiva, Gratia Dei rex totius Italiae. Accanto alla rivendicazione dell'unità tra Longobardi e Latini, per la prima volta nella storia longobarda compariva un riferimento alla volontà divina nella legittimazione del re.[43]
    Il regno Longobardo finì nel 774 con la conquista di Pavia da parte di Carlo Magno che fatti prigionieri l'ultimo re Desiderio e la moglie, si proclamò Gratia Dei rex Francorum et Longobardorum e, nell'800, incoronato a Roma da Leone III, divenne il primo imperatore del Sacro Romano Impero, erede di quello romano d'Occidente.
    L'importanza di Milano fu confermata quale sede di un conte imperiale e di un vescovo. Con la deposizione di Carlo il Grosso (887), viene meno la capacità di governo centrale e sono proprio conti e vescovi ad esercitare il potere locale: la città evolve in libero comune estendendo la sua influenza su gran parte della Lombardia (XI secolo). L'accresciuta importanza e indipendenza portarono all'inevitabile scontro con l'Impero. Distrutta nell'aprile del 1162 da Federico I Barbarossa, rinacque dopo la vittoria della Lega Lombarda nella battaglia di Legnano del 29 maggio 1176.
    Nel tardo Medioevo Milano vide la lotta delle famiglie della Torre (o Torriani) e Visconti per il possesso della città con il predominio di quest'ultima che lascerà il passo solo alla metà del XV secolo, all'alba del Rinascimento alla famiglia Sforza.
    Anche la Francia, però, avanzava diritti di successione sul ducato e Luigi XII[45] nel 1499 invase il ducato scacciandone Ludovico il Moro. Carlo V di Spagna in quanto imperatore del Sacro Romano Impero, vi intronò Francesco II Sforza che morì senza eredi nel 1535 e Carlo V di Spagna, con "diploma imperiale" nominò duca il proprio figlio Filippo II.[46]
    I diritti spagnoli sul ducato furono riconosciuti definitivamente con la pace di Cateau-Cambrésis (1559). La dominazione spagnola inizia con un lungo periodo di pace (1535-1620). Carlo V emana le Costitutiones Mediolanensis Dominii che lasciano al ducato un'ampia autonomia di governo, con l'unico vincolo di fedeltà al sovrano,[47] ma creano un pernicioso dualismo con gli uffici regi che non sarà mai completamente superato. Fa anche redigere l'estimo del Ducato[48], che dovrebbe consentire una migliore esazione fiscale: in realtà provoca resistenze nelle oligarchie che controllano il governo cittadino e ducale e nel clero, che non vogliono rinunciare a privilegi e immunità. Inizia così un inasprimento fiscale che non cesserà che nel 1706[49].
    La devastante peste del 1629-1630 segnò profondamente la città e la sua cultura, tanto da essere stata in seguito ripresa dal Manzoni, sia ne I promessi sposi sia nella Storia della colonna infame, scritto d'alto pregio storico e sociale - sebbene poco conosciuto - nel quale il Manzoni propone una riflessione profonda sugli errori commessi dai giudici per arrivare a una sentenza di condanna per due dei presunti untori, abusando del loro potere.
    Pochi sono i segni evidenti rimasti a Milano della dominazione spagnola: i bastioni, demoliti però tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo[50]; la chiesa barocca di San Giuseppe, in via Verdi, e il collegio Elvetico in via Senato[51]. Infine, la darsena di porta Ticinese, fatta scavare dal conte di Fuentes nel 1603[52].
    Il XVIII secolo vide Milano passare dalla dominazione spagnola a quella austriaca che continuò fino all'epoca napoleonica, eccezion fatta per una parentesi di tre anni in cui la città passò sotto il controllo del Regno di Sardegna tra il 1733 e il 1736. Fu un periodo di rifiorimento culturale che conobbe l'opera di intellettuali come Pietro Verri, Cesare Beccaria e Paolo Frisi.
    Con la morte di Carlo II di Spagna, dilagò la grande guerra per la successione. Il 24 settembre 1706 Eugenio di Savoia fu alle porte di Milano e il governatore spagnolo, il principe di Vaudémont, abbandonando precipitosamente la città la lasciò in balia della nuova dominazione austriaca. Seguì il governatore Massimiliano Carlo Alberto di Löwenstein-Wertheim-Rochefort che venne ricordato per aver ricostruito il teatro di corte distrutto in un incendio. L'Austria fu sovrana di Milano fino al 9 maggio 1796 data in cui l'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este lasciò la città a causa dell'arrivo di Napoleone impegnato nella campagna d'Italia.
    Dal 1796 al 1799 Milano fu capitale della Repubblica Cisalpina, dal 1802 al 1805 capitale della Repubblica Italiana e dal 1805 al 1814 capitale del Regno d'Italia (1805-1814).
    L'arrivo di Napoleone Bonaparte suscitò un'ondata d'entusiasmo nei milanesi che videro in lui la realizzazione dei nuovi ideali rivoluzionari francesi tanto attesi durante il periodo conservatore degli Asburgo. L'esercito repubblicano entrò a Milano il 15 maggio e, dopo circa un anno di disordini di ispirazione giacobina, ne seguì la costituzione della Repubblica Cisalpina nel 1797. Essa tuttavia non ebbe vita facile perché, partito Napoleone, Milano ricadde nel giacobinismo e non riuscì a opporre alcuna resistenza al ritorno degli austriaci nel 1799 che intrapresero una cieca repressione. Dopo la nomina di Napoleone a primo console, grazie alla vittoria sul campo di Marengo, Milano torna ad essere il fulcro politico e culturale d'Italia, grazie alla fondazione del Regno d'Italia, con capitale proprio il capoluogo lombardo.

    I LEGIONARI DEI NOSTRI GIORNI

    Zendron Stefano
    Oppedisano Bartolomeo
    Guacci Mirko
    Finazzi Stefano
    Ronco Luigino
    Filippo Casati
  • #15
     Maresciallo
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2010
    Prov: BG - Bergamo
    Messaggi: 942
    Profilo: 0 visite
    Gradimento: 4
    7.5

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO

    GRANDE DARIO !!!
    I Love Rock'N'Roll !!!
  • #16
     Serg. Magg.
     
    Forum Utente non accreditato
    Dal: marzo 2012
    Prov: BG - Bergamo
    Messaggi: 463
    Profilo: 54 visite
    Gradimento: 14
    8.4

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO

    IMPRESSIONANTE!!!!!

    GRAN BEL lavoro Dario!!!

    GRAZIEEEEEEEEEEEEEE!


    MANTIDE

    Marco Manti

    "power can be held in the smallest of the things"
  • #17
     Serg. Magg.
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: marzo 2009
    Prov: BG - Bergamo
    Messaggi: 418
    Profilo: 640 visite
    Gradimento: 21
    9.1

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO

    Potrei anche aggiungere ... INQUIETANTE !!!! ahahaha

    grandissimo....
  • #18
     Capitano
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2005
    Messaggi: 2 009
    Profilo: 867 visite
    Gradimento: 56
    8.8

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO



    I legionari felsinei sono pronti, agguerriti e determinati!
    Ci si vede sabato.

    Ave!

    Fedeing
  • #19
     Caporale
     
    Forum Utente non accreditato
    Dal: gennaio 2008
    Prov: SR - Siracusa
    Messaggi: 136
    Profilo: 38 visite
    Gradimento: 7
    7.3

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO

    ahahah GRANDE DARIO!! ottimo lavoro!!!

    Mi raccomando..... fate tante foto per noi che non ci siamo!!!!
    Salvo -=TRIKY=- Tringale
    --RCU Siracusa--

  • #20
     Sergente
     
    Forum Utente non accreditato
    Dal: gennaio 2009
    Prov: MB - Monza e della Brianza
    Messaggi: 279
    Profilo: 210 visite
    Gradimento: 22
    9.1

    Re: CAMPIONATO NAZIONALE A SQUADRE Di S.P.Q.RISIKO

    WOW !!!

    Che bella presentazione, Grande Dario !!!
    " Le persone sono come parole dei romanzi o delle poesie ... in sè, non sono niente ... hanno un senso e diventano belle solo quando si mettono bene insieme ... "

  • Pagina 2 di 5 primaprima 1 2 3 4 ... ultimoultimo

    Discussioni simili

    1. Gli Eagles al Campionato Nazionale a Squadre 2012
      Da alf60 nel forum Gli Eagles ai Campionati Nazionali e Regionali
      Risposte: 4
      Ultimo post: 18-04-2014, 20:27
    2. Campionato Nazionale a Squadre di RisiKo! - Ecco gli Eagles
      Da RCU EAGLES PALERMO nel forum Palermo - RisiKo! Club «Eagles»
      Risposte: 19
      Ultimo post: 12-09-2012, 18:47

    Navigazione

    Tag per questa discussione