Che dire, ho sbroccato. E pure male. Sono mortificata.
Ci sono diverse cose che mi hanno innervosito nel corso del master. Va da sé che avrei dovuto aspettare la fine della giornata per rivolgere educatamente le mie rimostranze all'organizzazione (o farmi gli affari miei, meglio ancora). Invece ho finito per sbraitare a destra e a manca dando a tutto il club delle pippe e degli incapaci, nel momento in cui m'è partito l'embolo. Tirandoci giù dentro pure qualche bestemmia, in sovrappiù.*
Insomma, ho fatto una scenata semplicemente inqualificabile, di cui non posso che scusarmi. Ho sbattuto in faccia al club di Cagliari frustrazioni e tensioni che non c'entravano nulla con loro e di questo, lo ripeto, sono mortificata.
L'unico appunto che vorrei fare è il seguente: io non sono partita dal nulla a sbraitare contro il club, ho cominciato ad alzare la voce con "normali" commenti di gioco. Il problema era che gli arbitri erano tutti giocanti, e hanno continuato a giocare e a fare le ammonizioni da lì. Se un arbitro mi avesse acchiappato per un orecchio e portato fuori per una lavata di capo in privato, dubito che si sarebbe arrivati a tanto.
Problemi e tensioni al tavolo di Risiko capitano di frequente. A mio parere, ci dovrebbe essere sempre un arbitro in giro che possa tenere d'occhio l'insorgere di situazioni potenzialmente problematiche. E' evidente (sempre a mio parere) che un arbitro concentrato sul suo tabellone non può farlo.
Non fraintendetemi: so bene che la responsabilità dello sbrocco è e rimane mia. Non sto giustificandomi, ma visto che Edo ha parlato di capire "come evitare che certe cose possano succedere in futuro", ecco, a mio parere questo potrebbe aiutare.
Ciò detto, io ho perso il lume della ragione, e la squalifica dal torneo è stata giusta e lecita. D'altra parte, quando è arrivata, mi pare di averci dato un taglio molto alla svelta: me ne sono andata fuori a piangere per i cavoli miei, e quando ho recuperato un minimo di lucidità sono rientrata in silenzio per prendere le mie cose e pagare i miei conti, ho preso un taxi e me ne sono tornata in albergo.
L'esclusione dal club di Cagliari è altrettanto giusta e lecita. Non c'era neppure bisogno di dirlo, in fondo, ho abbastanza buon gusto da non imporre la mia presenza a gente cui ne ho dette di cotte e di crude.
Per il resto… vi posso garantire che la prima a starci malissimo quando sbrocca sono io: fidatevi, non è divertente, ma proprio per nulla. Adoro il gioco del Risiko ma già si sa che è capace di farmi innervosire come poche altre cose; pensavo di aver imparato a darmi una regolata, ma è evidente che in un periodo come questo - in cui sono tesa come una corda per mille altre cose - un hobby che mi tira fuori i canini non è propriamente il passatempo migliore da scegliere.
Prima ancora di sapere che la faccenda sarebbe stata resa pubblica, mi ero ripromessa di auto-impormi di star lontana dai tornei ufficiali almeno fino a quando non avrò recuperato la serenità necessaria per dedicarmi di nuovo al "piacere di giocare insieme". Il che dubito possa capitare prima che finiscano le scadenze che mi stanno mangiando viva - cioè, non prima di marzo.
Spero che le scuse siano sufficienti, così come il semestre di esilio auto-imposto. Se così non fosse, accetterò qualsiasi altro provvedimento arbitrale riterrete opportuno comminare.
*Per quelle chiedo delle scuse a parte, sono una fiorentinaccia nell'animo e se perdo il controllo tendo a non ricordarmi più quanto è offensivo per chi toscano non è. Né mi ero accorta che ci fossero bambini all'interno della sala. Di nuovo, sono mortificata.