Prosegue l'iniziativa del club attraverso la quale dedichiamo le attività ludiche alla storia e ai personaggi della nostra città.
Dopo il 28° campionato di RisiKo! "Il castello di Cagliari" facciamo un grande balzo in avanti nel tempo e dedichiamo il nostro 30° evento alla squadra che ha saputo unire un'intera regione aldilà di campanilismi e storiche rivalità socio politiche nonché a far gioire ed emozionare i tanti emigrati che per lavoro hanno abbandonato la propria terra.
Parliamo del Cagliari campione d'Italia di calcio 1969/70 e dei suoi tanti campioni che hanno poi deciso di rimanere in città anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo.
Tutti hanno sentito parlare del Gigi Rombo di tuono Riva, i meno giovani ricorderanno i vari Albertosi, Domenghini, Cera, Niccolai, Gori e gli altri protagonisti anche nell'Italia che sfiorò la vittoria del campionato mondiale di calcio messicano del 1970 senza dimenticare i rimpianti Nenè e il Mister Manlio Scopigno.
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Per chi lo conosce, Scopigno è il Filosofo. Eppure, l’allenatore nato in Friuli (ma di fatto reatino), del filosofo non ha molto se non la capacità di osservare il mondo in modo disincantato, ironico, lucido e razionale. Il suo atteggiamento, apparentemente dissacrante, nascondeva soltanto l’abilità nel farsi scivolare addosso ogni polemica sterile, ogni inutile perdita di tempo, ogni fesseria che col calcio giocato e con la vita avesse ben poco di che spartire. Certo, era sincero, era un tipo schietto Manlio e dalla sua bocca uscivano spesso sentenze taglienti, quasi sussurrate, emesse tra un tiro di sigaretta e l’altro. Ed a differenza del fumo di essa, che poco dopo spariva nell’etere, le sue parole rimanevano. Ecco, forse per questo divenne il Filosofo, forse per i suoi alquanto traballanti tentativi di studio universitario, ma in realtà lui era soltanto un sublime battutista, un elegante conversatore, un illuminato analista. Di lui rimangono grandi frasi, memorabili battute, aneddoti quasi surreali, un’aurea di leggenda che circonda anni di un calcio lontano e di un personaggio unico nel suo genere. Rimane poi, però, ben più tangibile, uno storico e miracoloso scudetto vinto in una delle più lontane ed impensabili provincie del pallone, la Sardegna, col Cagliari di Gigi Riva nella stagione 1969/1970.
Fonte: ilgiornale.it
(foto: ANSA)
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In città, se è facile incontrare alcuni di questi "vecchi campioni" come prendere un caffè di fianco al mitico Gigi Riva, tanti sono i simboli di quella storica cavalcata.
Tra tutti lo Stadio Amsicora che fu la casa del Cagliari dello scudetto e il teatro di tante vittorie.
Abbandonato nel settembre 1970 per il passaggio al più capiente e polivalente S.Elia, oggi lo stadio Amsicora vive ancora imponente in un punto nevralgico della città, dove non si può non guardarlo con ammirazione quando si va al mare o a vedere le partite del Caglliari nello stadio che l'ha sostituito.
Di fianco alla sua recinzione ci sono ancora gli alberi che divenivano un appendice dello stadio stesso perchè questo non era abbastanza capiente per tutti.
Fonte:http://www.castedduonline.it/sport/calcio/12914/quando-il-tifo-rossoblu-era-follia-sugli-alberi-pur-di-vedere-riva.html
In prossimità dello stesso stadio Amsicora, il 13 giugno dello scorso anno, in presenza di alcuni degli artefici di quella storica impresa, l'amministrazione comunale nella persona del Sindaco di Cagliari ha inaugurato il Viale Campioni d'Italia 1969/70.
Fonte: vistanet.it.