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Discussione: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko
  1. #121
     T. Col. C.te
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote ZHED74 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Iniziativa Lodevole quella di Micheli
    Motivare e spronare i propri ragazzi...
    E sono felicissimo per i draghi di questa escalation di risultati impressionanti che stanno ottenendo in ogni luogo...
    Talmente motivante Micheli che riesce persino a far credere a chi legge di approcci scientifici, estetici, sensuali e chissà' che altro...
    Anche io per quello che ho potuto leggere mi stavo intrippando non poco...
    Il Manuale depositato, Formulette magiche, capacita' di lettura di ogni tavolo in ogni luogo.. in ogni lago... in ogni...
    Negli ultimi passaggi mi e' parso di leggere di tre anni di studio applicato (gli anziani) con moviole in campo, VAR e ricostruzioni in 3D delle azioni spettacolari...
    "Siamo superiori rispetto a tutti gli altri"
    Quindi sono andato a rileggermi gli eventi del 2018...
    Penso di aver recuperato i vari dati e ho (se manca qualcosa ditemelo):
    Un ultimo posto a Cagliari - 0 vittorie in 2 partite
    A Bergamo una vittoria in due... Ricordo una prestazione da sminatore di carbone che si lancia (con tre inutili stati in sdadata) volutamente sul primo per farlo perdere... Riuscendoci... Estetica e Etica 00... Uscito tra i fischi
    Al raduno di Latina abbiamo, in un torneo di 48 persone, un bagno di sangue... 4 vittorie su 18 partite
    Al raduno di Verona 1 vittoria su 3 partite
    A san benedetto finalmente si e' visto qualcosa... 8 vittorie (otto ???) su 23 partite
    In totale, per questo 2018, abbiamo 14 vittorie su 50 partite...
    E su 21 apparizioni solamente in 7 casi abbiamo avuto una meritata semifinale (o finale) di ritorno...
    Come numeri mi sembrano assolutamente nella media... Non trovo nulla di eccezionale...
    E sono facilmente consultabili da tutti a differenza del continuo parlare del nulla...
    Se questa e' l'eccellenza mi aspetto scuole in tutta Italia fondate dallo JesiClub che ne manda uno solo e fa subito bottino con una semifinale...

    Per cui e' lodevole il lavoro che sta facendo Micheli...
    E' giusto motivare...
    Ma bisogna anche dare un reale riscontro a tutto quello che si racconta.....
    Altrimenti rischi di bruciarti i neofiti...

    Se Martina e la De Paris mi vanno in semifinale a Torino o un Trotolo a Bergamo... O un Pavoni non ricordo dove... Posso dargli una pacca sulla spalla e dir loro che sono stati bravi...
    Ma da qui ad ammorbare il Forum urlando di aver trovato la soluzione finale mi sembra esagerato...

    Nonostante quanto scritto sopra rimango curioso e in attesa di vedere la pubblicazione si questo strepitoso manuale
    delfino curioso....




  2. #122
     T. Col. C.te
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote SunTzu540ac ha scritto: Visualizza il messaggio
    A me il manuale che state creando incuriosisce molto e quando ne avrò possibilità sarò felice di leggerlo.
    A priori posso dirti che la mia lettura sarà sicuramente influenzata dalla prefazione e dallo scopo a cui si rivolge ..l'influenza inconscia è una brutta bestia
    Ossia se il manuale vuol essere un dono di esperienze ..approcciate da un punto di vista tecnico e scentifico volto ad arricchire ..nella lettura tutte le lampadine del cervello saranno accese
    Se invece vuole porsi come la ricetta perfetta alla Scientology che garantisce il risultato ..lo leggerò cmq.. ma l'interesse e l'assimilazione probabilmente scemeranno
    poi chissà magari risulta eloquente come il trattato di cui parliamo sopra .

    Poi non sò se serve sottolinearlo ..ma anche le ovvietà son diventate tali perchè han ridondato nel tempo ed il tempo stesso gli può tornar a remar contro.
    La preparazione e l' approccio strategico sono importantissimi ..e lo sono in egual misura delle capacità e delle abilità del giocatore
    ogni giocatore si differenzia nel talento e nella predisposizione al gioco ..con la pratica si migliora sicuramente
    ma la capacità di pensare velocemente ed in modo naturale processare risvolti e conseguenze nel lungo e breve termine
    visualizzare la plancia nel proprio turno e riuscire a visualizzarla anche per i prossimi 5/10 turni successivi
    creare strategie nuove ed approcci nuovi sul momento di cui fino a quel momento non ne conoscevi sviluppi
    sono abilità queste che non basta leggerle in un manuale o inconsciamente farle proprie da un manuale non ancor scritto..

    A me piace molto l'approccio di Terni ..non ci vedo controindicazione alcuna e solo possibili vantaggi ..per chi più per chi meno
    se i risultati poi vi danno ragione ..il vanto e vezzo che ti arroghi te lo puoi anche permettere ..ma se eccedi in autocelebrazione
    finirai col ridurre l'apporto al progetto ed adagiarti sull'alloro.

    Poi vediam di verificare un pò ..che ti ho sempre mazzuliato e rincorso plancia plancia ..organizza un partitone online che ti meno
    Controlla lo score , a me sembra di ricordare che con me al tavolo finisce spesso che io vinco e tu che guardi dagli spalti.....nondimeno online non sono mai stato forte, e in questo momento non rifarei l'abbonamento nemmeno se mi pagassi sopra,penso che solo questa settimana, che non si discosta troppo dalle altre,ho fatto 7 o 8 partite live....piuttosto presentati te ad un torneo vero...
    Tornando seri,noi forniamo le basi e un linguaggio comune , poi ognuno sviluppa il proprio gioco secondo le proprie capacità e la propria personalità, con queste basi è facile fare analisi delle partite e migliorare velocemente e sensibilmente.
    Non creiamo robot, ne abbiamo la bacchetta magica, usiamo semplicemente mezzi e metodi efficaci nell'approccio di qualunque "sport della mente"...
  3. #123
     T. Col. C.te
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio
    Mi permetto di contraddirti, Mozzi, e di farlo con una certa autorevolezza - almeno in questo ambito, visto che l'insegnamento dell'italiano è ciò che in questo momento mi paga l'affitto, e sono abilitata a farlo.

    L'italiano perfetto non esiste. E quale sarebbe? quello di Dante, quello di Manzoni, quello di Gadda?

    L'italiano è un sistema simbolico. Più lo padroneggi, più sei libero. Non nel senso negativo di libertà dalle costrizioni, nel senso di libertà positiva, quella che in inglese si dice agency, la capacità di crearti una strada per esprimere te stesso.

    Un gioco non è molto diverso, è un mezzo di espressione individuale e un'attività sociale, e ha un suo linguaggio convenzionato, con le sue norme. In questo senso, trovo il Risiko bellissimo: da un set di regole estremamente semplici si può costruire una varietà di situazioni di fatto infinita.

    Non ho mai studiato il gioco in modo sistematico. Ho sempre giocato a istinto - e me la cavicchio, penso.

    Tuttavia, quando ho avuto modo di parlare con chi sta scrivendo il manuale e con chi lo sta leggendo, ho visto la possibilità di vedere il gioco in maniera diversa (più scientifica, più bella), e di poter migliorare la mia strategia.

    Ho letto qualche anteprima (di cui non parlo perché rispetto la richiesta di riservatezza) e mi è venuta voglia di tornare a giocare, e di approfondire, partecipando alle sessioni didattiche che verranno.

    Al momento ne so quanto voi... ma mi perplime che una cosa che mi sembra solo bella e utile possa andare incontro a un'ostilità quasi istintiva
    Te la cavicchi molto più che bene,e se approfondire fa sicuramente bene, questo non esclude che ci siano giocatori che intuitivamente e con l'esperienza arrivano a livelli notevoli di consapevolezza e di conseguente abilità nel gioco.
    E di sicuro il nostro lavoro parte dal sapere già condiviso da tutti.....quello che sicuramente è nuovo a nostro avviso e interessante è il tipo di approccio che usiamo.
    E di certo non ci disturbano troppo gli haters, a molti il discorso è interessato, e diversi sono stati gli attestati privati e spontanei ricevuti,
    Il nostro gruppo è evidentemente felice, l'editore anche...possiamo sopravvivere serenamente

  4. #124
     Colonnello C.te
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio
    Mi permetto di contraddirti, Mozzi, e di farlo con una certa autorevolezza - almeno in questo ambito, visto che l'insegnamento dell'italiano è ciò che in questo momento mi paga l'affitto, e sono abilitata a farlo.

    L'italiano perfetto non esiste. E quale sarebbe? quello di Dante, quello di Manzoni, quello di Gadda?

    L'italiano è un sistema simbolico. Più lo padroneggi, più sei libero. Non nel senso negativo di libertà dalle costrizioni, nel senso di libertà positiva, quella che in inglese si dice agency, la capacità di crearti una strada per esprimere te stesso.

    Un gioco non è molto diverso, è un mezzo di espressione individuale e un'attività sociale, e ha un suo linguaggio convenzionato, con le sue norme. In questo senso, trovo il Risiko bellissimo: da un set di regole https://www.ilfattoquotidiano.it/201...1/estremamente semplici si può costruire una varietà di situazioni di fatto infinita.

    Non ho mai studiato il gioco in modo sistematico. Ho sempre giocato a istinto - e me la cavicchio, penso.

    Tuttavia, quando ho avuto modo di parlare con chi sta scrivendo il manuale e con chi lo sta leggendo, ho visto la possibilità di vedere il gioco in maniera diversa (più scientifica, più bella), e di poter migliorare la mia strategia.

    Ho letto qualche anteprima (di cui non parlo perché rispetto la richiesta di riservatezza) e mi è venuta voglia di tornare a giocare, e di approfondire, partecipando alle sessioni didattiche che verranno.

    Al momento ne so quanto voi... ma mi perplime che una cosa che mi sembra solo bella e utile possa andare incontro a un'ostilità quasi istintiva
    lungi da me dubitare della tua autorevolezza in materia, ma se la butti giu così potrei sentirmi autorizzato a esprimermi come ne ho voglia giustificandomi con la stessa frase "..quale sarebbe l'italiano perfetto?" capisci che la grammatica DEVE portare ad un unico risultato credo di poter concludere, dall'alto della mia disarmante ignoranza , che se così nn fosse sarebbe caos totale.
    Per ció che riguarda quella sorta di "ostilitá istintiva" nn starei a preoccuparmene troppo, c'è piu curiositá e interesse di quanto tu possa immaginare...,il resto riesce a farlo da sola l'insopportabilitá straripante del micheli
    "..le parole del colonnello dicevano stranamente che l' Italia era la',la'...dove,non lo intendevamo,ma noi la facemmo lì,fra i reticolati,sotto gli occhi severi e giudici dei prigionieri russi e francesi che volevano vedere chi fossero questi-"macaroni"-" Adler Raffaelli
  5. #125
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote lucius ha scritto: Visualizza il messaggio
    Controlla lo score , a me sembra di ricordare che con me al tavolo finisce spesso che io vinco e tu che guardi dagli spalti.....nondimeno online non sono mai stato forte, e in questo momento non rifarei l'abbonamento nemmeno se mi pagassi sopra,penso che solo questa settimana, che non si discosta troppo dalle altre,ho fatto 7 o 8 partite live....piuttosto presentati te ad un torneo vero...
    Tornando seri,noi forniamo le basi e un linguaggio comune , poi ognuno sviluppa il proprio gioco secondo le proprie capacità e la propria personalità, con queste basi è facile fare analisi delle partite e migliorare velocemente e sensibilmente.
    Non creiamo robot, ne abbiamo la bacchetta magica, usiamo semplicemente mezzi e metodi efficaci nell'approccio di qualunque "sport della mente"...
    Come si usuol dire nella mia combriccola risikeska ..cagasotto..

    Ridondeggio come al solito per me un approccio chiuso e rigido con poco confronto e focalizzato su se stessi e sul solo proprio stile di gioco fà migliorare si ma in modo lento..
    attraverso gli altri e con gli altri se si è prodighi con idee e spunti si migliora di più ..la competizione è positiva quando un giocatore ha piacere di giocare con giocatori sempre più bravi
    e non è cosa affatto scontata ..tanti adorano giocare con player meno bravi e per loro è competizione positiva quella ..per me è fine a se stessa.

    Sull'efficacia uhmm ..non mi han mai ispirato troppa fiducia i Guru per quanto si possano presentare affascinanti (tu si puru brutt ) quindi attendo il manuale
    Yippee Ki Yay Motherfucker

    Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall'applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
    Sun Tzu
  6. #126
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio
    MODE PANE E SALAMINA ON

    ...mi permetto un OT che forse non è un OT... ma lo sai che il personaggio di Negan mi è risultato talmente brutto, noioso e antipatico che dopo un paio di puntate ho definitivamente smesso di guardare The Walking Dead?

    Eppure le serie sugli psicopatici le guardo un po' tutte.

    Sui gusti non si (di)sputa, per carità, però.. che barba. Questo tizio si aggira spaccando teste e cavando occhi al mero scopo di... boh, dimostrare che lui è Il Vero Capo?

    La querelle fra lui e Rick mi ha fatto lo stesso effetto stracciagonadi di Trump e Kim Jong Un che litigano su chi ha il bottone nucleare più grosso. Con l'attenuante che almeno Negan è finto.

    Psicopatici per psicopatici, #IoScelgoHannibal


    Vuoi mettere lo stile?




    Entrate in scena terroristiche per entrate in scena terroristiche, #IoStoConPiton

    Vuoi mettere lo stile?




    Facciamo una discussione spin-off? "Scegli il tuo psicopatico guida"? Che l'animale spirito di questi tempi mi pare passato di moda


    MODE PANE E SALAMINA OFF



    (Parlavo del personaggio, eh... si fa per giocare e non intendevo offesa. Di persona ti conosco a malapena e non mi permetto di giudicare)
    Ti ringrazio dei suggerimenti, ma la mia vita attuale non permette di andare oltre a 3-4 pomeriggi annuali (opportunamente concordati) per vedermi tutte le puntate di botto di TWD. Pensare di infognarmi in altre serie TV (cosa che mi piacerebbe più per cultura del cinema personale che altro) è impossibile...oramai aspetto che muoiano tutti e basta.
    Devo tuttavia specificare che non hai colto la citazione fatta, o meglio..non l'hai contestualizzata nel modo in cui volevo farla intendere.

    ps: per quanto sembri, non prendo nulla sul personale ed il mio modo di esprimermi PANE E SALAMINA con rutto libero è quello che ritengo più diretto, e comprensibile. Io "attacco" le idee non le persone
    IO SONO NEGAN
  7. #127
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote ZHED74 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Iniziativa Lodevole quella di Micheli
    Motivare e spronare i propri ragazzi...
    E sono felicissimo per i draghi di questa escalation di risultati impressionanti che stanno ottenendo in ogni luogo...
    Talmente motivante Micheli che riesce persino a far credere a chi legge di approcci scientifici, estetici, sensuali e chissà' che altro...
    Anche io per quello che ho potuto leggere mi stavo intrippando non poco...
    Il Manuale depositato, Formulette magiche, capacita' di lettura di ogni tavolo in ogni luogo.. in ogni lago... in ogni...
    Negli ultimi passaggi mi e' parso di leggere di tre anni di studio applicato (gli anziani) con moviole in campo, VAR e ricostruzioni in 3D delle azioni spettacolari...
    "Siamo superiori rispetto a tutti gli altri"
    Quindi sono andato a rileggermi gli eventi del 2018...
    Penso di aver recuperato i vari dati e ho (se manca qualcosa ditemelo):
    Un ultimo posto a Cagliari - 0 vittorie in 2 partite
    A Bergamo una vittoria in due... Ricordo una prestazione da sminatore di carbone che si lancia (con tre inutili stati in sdadata) volutamente sul primo per farlo perdere... Riuscendoci... Estetica e Etica 00... Uscito tra i fischi
    Al raduno di Latina abbiamo, in un torneo di 48 persone, un bagno di sangue... 4 vittorie su 18 partite
    Al raduno di Verona 1 vittoria su 3 partite
    A san benedetto finalmente si e' visto qualcosa... 8 vittorie (otto ???) su 23 partite
    In totale, per questo 2018, abbiamo 14 vittorie su 50 partite...
    E su 21 apparizioni solamente in 7 casi abbiamo avuto una meritata semifinale (o finale) di ritorno...
    Come numeri mi sembrano assolutamente nella media... Non trovo nulla di eccezionale...
    E sono facilmente consultabili da tutti a differenza del continuo parlare del nulla...
    Se questa e' l'eccellenza mi aspetto scuole in tutta Italia fondate dallo JesiClub che ne manda uno solo e fa subito bottino con una semifinale...

    Per cui e' lodevole il lavoro che sta facendo Micheli...
    E' giusto motivare...
    Ma bisogna anche dare un reale riscontro a tutto quello che si racconta.....
    Altrimenti rischi di bruciarti i neofiti...

    Se Martina e la De Paris mi vanno in semifinale a Torino o un Trotolo a Bergamo... O un Pavoni non ricordo dove... Posso dargli una pacca sulla spalla e dir loro che sono stati bravi...
    Ma da qui ad ammorbare il Forum urlando di aver trovato la soluzione finale mi sembra esagerato...

    Nonostante quanto scritto sopra rimango curioso e in attesa di vedere la pubblicazione si questo strepitoso manuale
    Freddi numeri.

    Alla fine si può parlare di ciò che si vuole, ogni metodo di gestione può portare agli stessi risultati.
    Basta saperlo condividere per divertirsi.
    Io dopo la mia esperienza come gestore di club penso che ognuno deve giocare come meglio credo cercando di divertirsi. Ovvio che se vinci ti diverti di più (per la maggior parte di noi) e questo è già uno stimolo. C'è chi ci mette anni, chi ci mette mesi. Sta alla singola persona sapere quanto crescere e quanto si vuole crescere. Rispettare i tempi di ogni persona significa non creare nessun gruppo chiuso, significa non imporgli nulla se non le regole generali di gioco.
    Ognuno vive e deve vivere il gioco come meglio crede, ad alcuni piace solo partecipare e magari vincere qualche partita qua e là.
    Porre i risultati come "specchio" della bontà della proprio modus operandi è sbagliato, almeno per come concepisco io il club ed il gioco. Ogni paletto messo implica una chiusura.
  8. #128
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote ZHED74 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Al raduno di Verona 1 vittoria su 3 partite
    Ciao Zhed, a Verona ho vinto 1/2 nelle qualificazioni, e i quarti di finale, quindi 2 vittorie su 4 partite.
    Se dico ciò è solo per onore del vero e anche un po' per difendermi dall'impietoso 0/2 effettivamente subito a Cagliari con conseguente ultimo posto, visto che tutti gli altri dati sono giusti, e aggiungerei anche 1 vittoria su 6 al Campionato Nazionale visto che comunque c'erano due qualificati quest'anno, il che diminuisce ancora il numero a 16 su 57 (appena un 28% di vittorie, 30% se consideriamo il tuo 15/51)...
    Tutto ciò senza considerare gli ultimi Open (Roma, Capalbio, e Marta), andati tutti molto bene, che però capisco essere partite diciamo ufficiose e quindi non valide per questo conteggio.

    Detto questo, vorrei specificare che tutti i dati che hai esplicato sono spalmati su una decina di persone, e quindi chiaramente vanno letti nel modo giusto. (se infatti Luca a San Benedetto fa un torneo molto bello con 2/3 a pari praticamente di chi il torneo lo vince è impietoso penalizzare secondo me il suo risultato sommandolo con il mio di Cagliari e alla fine dire che "abbiamo vinto 2 partite su 5.", oltretutto la finale i due draghi erano anche al tavolo insieme: è normale che almeno uno perde no? )

    Un 28 percento di vittorie (30, quel che ti pare) per questo grande neofita composto da dieci neofiti significa vincere in molti casi una partita su 3, in tanti casi questo implica che giocherà una semifinale (anche se non la vincerà), che è un risultato atteso secondo me abbastanza buono (io quando ero neofita vincevo una partita su cinque/sei e le semifinali e le finali le sognavo), forse non ipermegaeccellente ma comunque buono.

    Secondo me dare solo una pacca sulla spalla a Pavoni, Martina etc è un po' giusto e un po' sbagliato. Giusto perché il tuo club è molto più numeroso, dunque il risultato atteso della massa è molto più semplice da raggiungere (se siamo in 8 a un torneo è più semplice che qualcuno ce la faccia), e sbagliato perché in qualsiasi caso il risultato è stato buono, ed i neofiti apprezzeranno di vedere che qualcuno del loro club che si sta giocando le fasi finali di un torneo viene elogiato.

    Ma da qui ad ammorbare il Forum urlando di aver trovato la soluzione finale mi sembra esagerato...
    Qui penso che tu abbia male interpretato dei messaggi; non abbiamo ammorbato il forum, è una discussione su 120.000 dai, e ci sta che si parta da una situazione come quella di Terni e che si passi a un confronto, ma non credo che abbiamo trovato la soluzione finale. In questo momento è adatto dire che stiamo condividendo qualcosa (un metodo, quel che ti pare) che:

    1) Ci piace, ci diverte, ci appassiona.
    2) Da' dei frutti in termini soprattutto di partecipazione: infatti andare in 8/10 a un master è un bel risultato in generale, e significa che le persone si sono appassionate.
    3) E' funzionale perché fruibile. Non siamo i giocatori migliori del mondo, ma al tavolo ci facciamo sempre rispettare (30%), e siamo riusciti a creare un ambiente in cui il "vecchio" PUO' comunicare con il "nuovo" e convincerlo che l'analisi è bella e si può fare senza litigare, infatti tutti fanno analisi delle partite a Terni. (Aprirei una parentesi per dire che la partita in cui Lucio si è arrabbiato a Bergamo ne è eccezione, io sono stata la prima a dirgli che s'è comportato male per reagire a quella situazione, ma nota che "Uscito fra i fischi" è una espressione calcistica molto mal riuscita, la modalità stadio non ci piace.)
    4) Tutto questo lavoro è bello, ed è bello che si possa condividere con gli altri e che altri possano dire la loro. Potrai leggerlo e magari trovarlo scontato, brutto, magari ti darà poco personalmente... Ma è stato un bel lavoro, durato quattro anni, pieno di passione per il gioco, e forse non sono il più forte giocatore dell'universo ma Risikisticamente una chance me la sono data; secondo me potrai trovarci degli spunti interessanti da giocatore a giocatore.

    Infine a massituo:
    Rispettare i tempi di ogni persona significa non creare nessun gruppo chiuso, significa non imporgli nulla se non le regole generali di gioco.
    Ognuno vive e deve vivere il gioco come meglio crede, ad alcuni piace solo partecipare e magari vincere qualche partita qua e là.
    Porre i risultati come "specchio" della bontà della proprio modus operandi è sbagliato, almeno per come concepisco io il club ed il gioco. Ogni paletto messo implica una chiusura.
    Sono d'accordo con te, tanto è vero che il mio primo messaggio diceva proprio che è bello tornare al gioco in sé come motivo di passione, e non come motivo di competizione, e che è bello guardare una bella mossa in quanto bella mossa, non in quanto vincente o perdente, e che è bello godersi il viaggio di 90 minuti che è e dovrebbe essere una partita di Risiko indipendentemente da come finisce. Questo noi abbiamo PROPOSTO, non IMPOSTO, ed è piaciuto.

    Io questo riesco a farlo, e mi piacerebbe che altri vedessero questa filosofia (magari poi non gli piacerà, non è detto) e che possano dargli una chance. A Terni ci si sta provando da un paio d'anni, e i risultati sono buoni dal punto di vista della partecipazione e del risultato vero e proprio, anche se a Zhed sembrano cattivi. Secondo me anche altri esprimerebbero miglioramenti nel gioco e nei risultati, io ne ho visti, i numeri non servono a molto ma sono stata contenta di giocare 2 CNI negli ultimi 3 anni; il nodo è che non sei bravo perché vinci... Sei bravo e quindi hai dei risultati. Non vanno guardati solo quelli, ma anche quelli.
    Valeria Ferrara ( We will Rock You! )
    - Voglio costruire qualcosa che viva più a lungo di Me.

  9. #129
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Valeria, io il 25 aprile in un messaggio privato ti dissi delle cose, e se io so che è verità lo sai anche tu, da quello che ti ho detto si evince che fino a quel giorno non accettavi facilmente la sconfitta.

    Sono contento che in te ci siano stati cambiamenti ed oggi predichi ed insegni, tra le altre cose, che bisogna saper accettare la sconfitta e ne sono ancor più felice se proprio quello scambio di messaggi abbia contribuito a ciò.
  10. #130
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Sono curioso di leggere anche il capitolo riservato ai dadi....

    Muuaahhh ....
    Attendo la mia copia del manuale. In bocca al carro

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