Come sei biblico... pure tu
Guardate che il concetto di legge morale l'ho preso da Sun Tzu mica a caso... coi 10 comandamenti e la loro componente "punitiva" o "coercitiva" c'entra poco e nulla. Mi aggancio a un esempio pratico già fatto, visto che i riferimenti letterari risultano indigesti
Prendendo questo esempio: "tradire" carta scaricando addosso il tris non è in sé né giusto né sbagliato, ma porta con se una
conseguenza morale che sintetizzerei come è già stata sintetizzata: tendenzialmente quello/a contro cui lo fai si imbestialisce.
La "legge morale" è tutta lì.
Conoscerla, esserne consapevoli, non significa dire "non farlo". Nemmeno significa dire che la mossa è "brutta".
Significa "Se lo fai, sii pronto ad affrontarne le conseguenze". Il che non implica che il giocatore imbestialito possa verbalizzare la sua furia insultando il cartinaro traditore (lo dico a Cornetto e alla me stessa di qualche occasione
), significa "poi non ti stupire se il giocatore imbestialito si allea con gli altri 2 contro di te". Una 'legge morale' potrebbe dire al massimo "scegli con coscienza, pensaci se ti conviene o no", non certo "fai questo" o "fai quell'altro".
Altro esempio: Mandare un giocatore a 8 è spesso considerato "brutto" se non "immorale". Anche lì, sono d'accordo che tali definizioni non hanno senso, o al limite dipendono dal contesto specifico.
Tuttavia, un giocatore finito a 8 è (spesso, non sempre) un giocatore frustrato e innervosito, per cui in una situazione di "discussione formativa" chiederei: come si può interagire con un giocatore in questa situazione? Le possibilità sono varie, ma prendendone due agli opposti dello spettro come
a) infierisco in stile avvoltoio
b) gli cedo un territorio fuori obiettivo OPPURE ci faccio carta per dargli fiato e nel contempo avvantaggiarmi
secondo me la b) non è solo più etica (perché entrambi i giocatori si divertono di più), è anche più
bella. Laddove, mi rendo conto, per me
bello, nel gioco, è sinonimo di
creativo.
Dopodiché l'idea di scrivere un "comandamento" a riguardo mette i brividi pure a me.
Se qualcuno pensa che l'idea di scrivere un galateo del Risiko implichi proporre una punizione dei cartinari, boh, deve avermi scambiato per una talebana
Rispondo a un'ultima cosa e poi vado a fare altro, che mi sento a disagio come un libraio ambulante finito per sbaglio al mercato del pesce, dove i barrocciai urlano insulti alle cernie del banco di fronte e il povero Kant rischia di finire sommerso dai mitili.
Sì, per me il Risiko può essere benissimo interpretato come una metafora della vita, ma non vedo come questo possa addirittura essere considerato... pericoloso.
Per quanto riguarda gli esempi di sopra, possono benissimo essere traslati nella vita vera, nel senso che "se fai uno sgarbo inaspettato a qualcuno/a questo/a si imbestialisce" è qualcosa che funziona un po' in tutti gli ambiti della vita; quanto alle considerazioni che ho fatto su "quello a 8", possono similmente essere applicate a "la persona meno privilegiata di un gruppo sociale X".
Non riesco proprio a vedere come fare questo genere di considerazioni in un postpartita o in una partita di "club" formativa possa rinfocolare il "tu mi giochi contro perché ce l'hai con me".