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Discussione: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko
  1. #81
     Magg. C.te
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote SunTzu540ac ha scritto: Visualizza il messaggio
    Non sono d'accordo sulla noia o l'inutilità della discussione in questa veste.
    Poi sicuramente non si deve andare troppo oltre ..si resta centrali sull'approccio al risiko ed alle persone che giocano
    ed un confronto di questo tipo ..può o meglio dovrebbe portare solo benefici ..tu sei troppo rigida

    Tra la teoria e la pratica ce ne passa ..anche perchè è un gioco che offre tantissime casistiche e non catalogabili
    l'espressione del se è fondamentale ..ma attraverso quella poi si ottiene il rispetto in plancia (rispetto che poi andrebbe sostenuto in ogni condizione)
    e non dovrebbe travalicare poi la plancia stessa ..e non è facile ..solo il confronto aiuta.
    Io ..non dico come tutti ma come tanti ..di sbrocchi a iosa ..ma raramente son sconfinato ..scrivere "che caxx di deficiente sei" spesso era circoscritto alla plancia ed al gioco, poi qualcuno l'ho bollato come idiota e non ci ho più giocato

    Sullo scartinatore che ci resta fregato ..non ci sono attenuanti ..è vittima di se stesso e della sua strategia ..io che son scartinatore patologico raramente penso a come anticiparlo nel tradimento
    a me interessa pormi in una condizione in cui posso gestire un eventuale tradimento e sopratutto se non riesco ad evitarlo di poterlo sostenere nel continuo della partita.
    Non puoi mettere in atto una strategia che dipende dal comportamento altrui ed in modo troppo gravoso dalle scelte altrui ..diventi limitato e schiavo delle sue mosse.

    Sul non sottoscrivere i 10 comandamenti etici e morali son d'accordo
    anche perchè servirebbe poi sottoscrivere le 10 pene per chi li violasse
    Come sei biblico... pure tu

    Guardate che il concetto di legge morale l'ho preso da Sun Tzu mica a caso... coi 10 comandamenti e la loro componente "punitiva" o "coercitiva" c'entra poco e nulla. Mi aggancio a un esempio pratico già fatto, visto che i riferimenti letterari risultano indigesti


    Quote maskass ha scritto: Visualizza il messaggio
    Due fanno carta per un po' e poi uno tradisce. Così, all'improvviso rovescia i tris guadagnati contro l'alleato temporaneo che gli ha permesso di farlo (prendo spunto dalla recente "risiko o non risiko"). Queste sono tipiche cose che fanno imbestialire, soprattutto se non lo si fa "per vincere" (dicono così, anche se dovrebbero dire "con un fine che non comprendo").
    Giusto? Sbagliato? Morale? Immorale? Io non tenterei di rispondere a queste domande, piuttosto metterei in pausa e mi allontanerei per osservare cosa stiamo guardando. Il tabellone di un gioco da tavolo, delle persone che hanno deciso di intrattenersi (o competere) sfidandosi a chi riesce a raggiungere per primo la vittoria rispettando i vincoli concordati (il regolamento).
    E' tutto qui. Lo so, è banale, semplice. Non molto attraente. Ma io è questa la realtà che vedo. Un giochino.
    Prendendo questo esempio: "tradire" carta scaricando addosso il tris non è in sé né giusto né sbagliato, ma porta con se una conseguenza morale che sintetizzerei come è già stata sintetizzata: tendenzialmente quello/a contro cui lo fai si imbestialisce.

    La "legge morale" è tutta lì. Conoscerla, esserne consapevoli, non significa dire "non farlo". Nemmeno significa dire che la mossa è "brutta".
    Significa "Se lo fai, sii pronto ad affrontarne le conseguenze". Il che non implica che il giocatore imbestialito possa verbalizzare la sua furia insultando il cartinaro traditore (lo dico a Cornetto e alla me stessa di qualche occasione ), significa "poi non ti stupire se il giocatore imbestialito si allea con gli altri 2 contro di te". Una 'legge morale' potrebbe dire al massimo "scegli con coscienza, pensaci se ti conviene o no", non certo "fai questo" o "fai quell'altro".

    Altro esempio: Mandare un giocatore a 8 è spesso considerato "brutto" se non "immorale". Anche lì, sono d'accordo che tali definizioni non hanno senso, o al limite dipendono dal contesto specifico.
    Tuttavia, un giocatore finito a 8 è (spesso, non sempre) un giocatore frustrato e innervosito, per cui in una situazione di "discussione formativa" chiederei: come si può interagire con un giocatore in questa situazione? Le possibilità sono varie, ma prendendone due agli opposti dello spettro come

    a) infierisco in stile avvoltoio
    b) gli cedo un territorio fuori obiettivo OPPURE ci faccio carta per dargli fiato e nel contempo avvantaggiarmi

    secondo me la b) non è solo più etica (perché entrambi i giocatori si divertono di più), è anche più bella. Laddove, mi rendo conto, per me bello, nel gioco, è sinonimo di creativo.
    Dopodiché l'idea di scrivere un "comandamento" a riguardo mette i brividi pure a me.

    Se qualcuno pensa che l'idea di scrivere un galateo del Risiko implichi proporre una punizione dei cartinari, boh, deve avermi scambiato per una talebana

    Rispondo a un'ultima cosa e poi vado a fare altro, che mi sento a disagio come --- edit by SM: rimosso paragone insieme a eliminazioni precedenti/successive ---.


    E' chiaro che rivestire il gioco di questi significati porta ad andare oltre. A interpretarlo come metafora della vita, piena delle sue passioni, difficoltà e conflitti... con tutto quello che comporta. Compresa, per tornare in tema, la ricerca di una morale.

    Ecco perché secondo me può essere dannoso. Condire il gioco di temi che non gli sono propri incoraggia di fatto a interpretare fatti di gioco come "reali". Mi hai attaccato perché ce l'hai con me. E naturalmente il viceversa, dove succede realmente che tu mi attacchi nel gioco perché ce l'hai con me nella vita.

    A costo di essere deriso per la banalità dell'affermazione, quella che racchiude meglio il mio pensiero è che... dobbiamo ricordarci che è un gioco.
    Sì, per me il Risiko può essere benissimo interpretato come una metafora della vita, ma non vedo come questo possa addirittura essere considerato... pericoloso.

    Per quanto riguarda gli esempi di sopra, possono benissimo essere traslati nella vita vera, nel senso che "se fai uno sgarbo inaspettato a qualcuno/a questo/a si imbestialisce" è qualcosa che funziona un po' in tutti gli ambiti della vita; quanto alle considerazioni che ho fatto su "quello a 8", possono similmente essere applicate a "la persona meno privilegiata di un gruppo sociale X".

    Non riesco proprio a vedere come fare questo genere di considerazioni in un postpartita o in una partita di "club" formativa possa rinfocolare il "tu mi giochi contro perché ce l'hai con me".

    Si dialoga. E si dialoga camminando; via via. No? Scrivere; e poi leggere. Ricordi, amico mio? Si racconta che le lettere dell'alfabeto furono inventate da Mercurio, capostipite e nonno di bugiardi e re dei ladri, vedendole nel volo delle gru. Uno scherzo, non credi? (in tua memoria, Picchi)
  2. #82
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio




    Prendendo questo esempio: "tradire" carta scaricando addosso il tris non è in sé né giusto né sbagliato, ma porta con se una conseguenza morale che sintetizzerei come è già stata sintetizzata: tendenzialmente quello/a contro cui lo fai si imbestialisce.

    La "legge morale" è tutta lì. Conoscerla, esserne consapevoli, non significa dire "non farlo". Nemmeno significa dire che la mossa è "brutta".
    Significa "Se lo fai, sii pronto ad affrontarne le conseguenze". Il che non implica che il giocatore imbestialito possa verbalizzare la sua furia insultando il cartinaro traditore (lo dico a Cornetto e alla me stessa di qualche occasione ), significa "poi non ti stupire se il giocatore imbestialito si allea con gli altri 2 contro di te". Una 'legge morale' potrebbe dire al massimo "scegli con coscienza, pensaci se ti conviene o no", non certo "fai questo" o "fai quell'altro".

    Altro esempio: Mandare un giocatore a 8 è spesso considerato "brutto" se non "immorale". Anche lì, sono d'accordo che tali definizioni non hanno senso, o al limite dipendono dal contesto specifico.
    Tuttavia, un giocatore finito a 8 è (spesso, non sempre) un giocatore frustrato e innervosito, per cui in una situazione di "discussione formativa" chiederei: come si può interagire con un giocatore in questa situazione? Le possibilità sono varie, ma prendendone due agli opposti dello spettro come

    a) infierisco in stile avvoltoio
    b) gli cedo un territorio fuori obiettivo OPPURE ci faccio carta per dargli fiato e nel contempo avvantaggiarmi

    secondo me la b) non è solo più etica (perché entrambi i giocatori si divertono di più), è anche più bella. Laddove, mi rendo conto, per me bello, nel gioco, è sinonimo di creativo.
    Dopodiché l'idea di scrivere un "comandamento" a riguardo mette i brividi pure a me.
    Io aggiungerei anche ..per un controaltare biunivoco ..che la conseguenza è bilaterale.
    Il tradimento può essere direttamente proporzionale alla propria condotta morale.

    Come io potenziale traditore devo aver conoscenza delle conseguenze delle mie azioni ..anche tu potenziale tradito devi aver conoscenza delle tue.
    E' assolutamente sbagliato scaricare responsabilità morali in tutto e per tutto sull'altro ..si è in 2 che si gioca ed in due che si gioca per vincere.
    Percui in virtù di una alleanza cartinara che si pone in essere ..se ti affidi ai miei soli principi morali sbagli di grosso ..le tantazioni fan gli uomini ladri
    fiducia cieca mai ..bisogna sempre tutelarsi e mai impigrirsi ed adagiarsi troppo sulla plancia ..occhio sempre sulla propria strategia e vigili ai sentori di cambiamento.

    Se concentrati sulla propria strategia ..e questa permette di vedere spiragli ed ancora luce di vittoria ..si può soprassedere a tutto
    quando capita player che ti distrugge ogni spiraglio ..bisogna valutare in primis le proprie colpe se appurate accettare di buon grado
    se non si appurano e non si accettano ..io fiero di far scattare la viulenz
    Yippee Ki Yay Motherfucker

    Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall'applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
    Sun Tzu
  3. #83
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    La terra lagrimosa diede vento,
    che balenò una luce vermiglia
    la qual mi vinse ciascun sentimento;

    e caddi come l’uom cui sonno piglia.
    giacomo lazzari
  4. #84
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote SunTzu540ac ha scritto: Visualizza il messaggio
    Non sono d'accordo sulla noia o l'inutilità della discussione in questa veste.

    Non puoi mettere in atto una strategia che dipende dal comportamento altrui ed in modo troppo gravoso dalle scelte altrui ..diventi limitato e schiavo delle sue mosse.
    Concordo pienamente ed è quello su cui mi piacerebbe porre l'accento. Secondo me una cosa estremamente positiva e che aiuti ad alzare il livello di gioco è proprio l'AUTO ANALISI quindi la riflessione su quelle che sono state le NOSTRE mosse e quello che potevamo fare NOI per fare meglio in quella determinata partita e non sempre lo scaricabarile su quello che ci ha tradito e che ci ha fatto lo sgarro.

    Per me la discussione deve volgere su questo, sull'analisi delle mosse in quanto oggettivamente buone o cattive, che avvicinano o allontanano dalla vittoria in maniera oggettiva o semi oggettiva sempre considerando il fattore psicologico; se chiudo cartina e s******* il mio compagno di carta è probabile che nel finale debba prevedere un ombrello che mi ripari dal kingmaker. Ci sta nel momento in cui creo un vantaggio solido.


    Quote SunTzu540ac ha scritto:
    Premesso che per me un alta moralità conferisce sempre e cmq vantaggi anche negli svantaggi ..in un gioco come il risiko deve restare personale
    ed assolutamente distaccata dalla moralità altrui ..è sulla tua e solo sulla tua che puoi fare affidamento ..quella degli altri quando ti siedi al tavolo la devi ritenere pari a 0.
    Vero anche questo, infatti bisogna sempre essere preparati a uno sgarro o a una mossa che riteniamo poco etica, ma mi distacco dal pensiero dell'etica del gioco, anche secondo me in questo gioco l'etica non c'entra. Quello che c'entra è la logica e l'analisi di una mossa che spesso consideriamo buona o furba ma in realtà non è né buona né furba non perché non etica, ma perché non guarda l'equilibrio della plancia o i vantaggi di un terzo avversario. Quando ciò accade, stiamo inconsapevolmente facendo vincere quell'avversario.
    Valeria Ferrara ( We will Rock You! )
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  5. #85
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote maskass ha scritto: Visualizza il messaggio
    Ci auguriamo di non vedere di nuovo questa inutile escalation raccomandando a tutti critiche pertinenti, non personali e toni civili.
    Rinnovo l'invito. Per favore.

    Il dissenso va argomentato, più lo si fa e più volentieri viene accettato.
    Ma va anche sopportato. Ricorrere di continuo agli strumenti di segnalazione alza il livello di tensione.
    Che il torneo challenge sia un postaccio è fuori da ogni dubbio.
    E' un ricettacolo di psicocartinari, cronofrenici, geobulimici, aleopatici e nevrastitici

    (D. Piergentili)
  6. #86
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio
    Come sei biblico... pure tu

    Guardate che il concetto di legge morale l'ho preso da Sun Tzu mica a caso... coi 10 comandamenti e la loro componente "punitiva" o "coercitiva" c'entra poco e nulla. Mi aggancio a un esempio pratico già fatto, visto che i riferimenti letterari risultano indigesti




    Prendendo questo esempio: "tradire" carta scaricando addosso il tris non è in sé né giusto né sbagliato, ma porta con se una conseguenza morale che sintetizzerei come è già stata sintetizzata: tendenzialmente quello/a contro cui lo fai si imbestialisce.

    La "legge morale" è tutta lì. Conoscerla, esserne consapevoli, non significa dire "non farlo". Nemmeno significa dire che la mossa è "brutta".
    Significa "Se lo fai, sii pronto ad affrontarne le conseguenze". Il che non implica che il giocatore imbestialito possa verbalizzare la sua furia insultando il cartinaro traditore (lo dico a Cornetto e alla me stessa di qualche occasione ), significa "poi non ti stupire se il giocatore imbestialito si allea con gli altri 2 contro di te". Una 'legge morale' potrebbe dire al massimo "scegli con coscienza, pensaci se ti conviene o no", non certo "fai questo" o "fai quell'altro".

    Altro esempio: Mandare un giocatore a 8 è spesso considerato "brutto" se non "immorale". Anche lì, sono d'accordo che tali definizioni non hanno senso, o al limite dipendono dal contesto specifico.
    Tuttavia, un giocatore finito a 8 è (spesso, non sempre) un giocatore frustrato e innervosito, per cui in una situazione di "discussione formativa" chiederei: come si può interagire con un giocatore in questa situazione? Le possibilità sono varie, ma prendendone due agli opposti dello spettro come

    a) infierisco in stile avvoltoio
    b) gli cedo un territorio fuori obiettivo OPPURE ci faccio carta per dargli fiato e nel contempo avvantaggiarmi

    secondo me la b) non è solo più etica (perché entrambi i giocatori si divertono di più), è anche più bella. Laddove, mi rendo conto, per me bello, nel gioco, è sinonimo di creativo.
    Dopodiché l'idea di scrivere un "comandamento" a riguardo mette i brividi pure a me.

    Se qualcuno pensa che l'idea di scrivere un galateo del Risiko implichi proporre una punizione dei cartinari, boh, deve avermi scambiato per una talebana

    Rispondo a un'ultima cosa e poi vado a fare altro, che mi sento a disagio come un libraio ambulante finito per sbaglio al mercato del pesce, dove i barrocciai urlano insulti alle cernie del banco di fronte e il povero Kant rischia di finire sommerso dai mitili.



    Sì, per me il Risiko può essere benissimo interpretato come una metafora della vita, ma non vedo come questo possa addirittura essere considerato... pericoloso.

    Per quanto riguarda gli esempi di sopra, possono benissimo essere traslati nella vita vera, nel senso che "se fai uno sgarbo inaspettato a qualcuno/a questo/a si imbestialisce" è qualcosa che funziona un po' in tutti gli ambiti della vita; quanto alle considerazioni che ho fatto su "quello a 8", possono similmente essere applicate a "la persona meno privilegiata di un gruppo sociale X".

    Non riesco proprio a vedere come fare questo genere di considerazioni in un postpartita o in una partita di "club" formativa possa rinfocolare il "tu mi giochi contro perché ce l'hai con me".
    La prima cosa che voglio dirti,anzi chiederti..E' SCUSA colpirti è proprio l'ultima cosa al mondo che farei sono stato proprio un deficente, quando ci vuole ci vuole :cucciolinoinfreddolito:

    Ora..,prendo spunto su quanto quotato perchè amo fare paragoni con esperienze di vita quotidiana e risiko (..mi avrete visto spesso scrivere frasi del tipo-->"siete giocatori di risiko, scoprite gli obiettivi avversari in un paio di turni e nn vi accorgete di questo?").

    Il risiko è un'insieme di cose in cui la conoscenza degli avversari nel piu breve tempo possibile e quindi delle loro reazioni sulla plancia riveste senza dubbio alcuno notevole importanza.

    Da questo punto di vista è chiaro che mosse tipo mandare a 8 o scartinare possono innervosire uno o piu avversari, ricordo una chall in cui avevo fatto in modo e maniera che il mio avversario venisse mandato a 8 in un momento preciso della partita confidando nel suo sbrocco.

    Mi pare di averlo sottolineato in un altro 3D..,in tornei che si sviluppano in maniera come una challenge DEVI tenere in considerazione come ti muovi, ora mi tocca farlo..,ahimè , perchè è di comprensione immediata...giocare "alla mozzi" per uno che vuole ben figurare (neanche puntare alla vittoria finale) è deleterio.

    Ma è pur vero che c'è stato un tempo in cui ero intrippato a mille..tenevo in considerazione tutto, nn mi crederete ma avevo "schedato" parecchi giocatori e alcune caratteristiche loro di gioco sono anche arrivato a sfruttarle

    Forse in questo gioco, come poi per altri, si arriva ad un certo punto in cui accade che fai il salto..in qualche modo il percorso di perfezionamento (scaturito ovviamente dalla passione) e ti ritrovi forte, ma forte veramente.

    Chiaro che il medesimo discorso vale al contrario, nn sono il giocatore di ora se m'importasse ancora qualche minima cosa

    Chiedo scusa (..e due ne ho fatte piu stasera che in una vita ) se sembra io voglia porre attenzione al percorso ludico personale, nn è così ma l'esempio calzava piuttosto bene.
    "..le parole del colonnello dicevano stranamente che l' Italia era la',la'...dove,non lo intendevamo,ma noi la facemmo lì,fra i reticolati,sotto gli occhi severi e giudici dei prigionieri russi e francesi che volevano vedere chi fossero questi-"macaroni"-" Adler Raffaelli
  7. #87
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
    La prima cosa che voglio dirti,anzi chiederti..E' SCUSA colpirti è proprio l'ultima cosa al mondo che farei sono stato proprio un deficente, quando ci vuole ci vuole :cucciolinoinfreddolito:

    Mannaggia, Mozzi, così mi spiazzi.

    Stavo cercando di fare la dura ma così mi commuovo. Grazie... Davvero




    Ora..,prendo spunto su quanto quotato perchè amo fare paragoni con esperienze di vita quotidiana e risiko (..mi avrete visto spesso scrivere frasi del tipo-->"siete giocatori di risiko, scoprite gli obiettivi avversari in un paio di turni e nn vi accorgete di questo?").

    Il risiko è un'insieme di cose in cui la conoscenza degli avversari nel piu breve tempo possibile e quindi delle loro reazioni sulla plancia riveste senza dubbio alcuno notevole importanza.

    Da questo punto di vista è chiaro che mosse tipo mandare a 8 o scartinare possono innervosire uno o piu avversari, ricordo una chall in cui avevo fatto in modo e maniera che il mio avversario venisse mandato a 8 in un momento preciso della partita confidando nel suo sbrocco.

    Mi pare di averlo sottolineato in un altro 3D..,in tornei che si sviluppano in maniera come una challenge DEVI tenere in considerazione come ti muovi, ora mi tocca farlo..,ahimè , perchè è di comprensione immediata...giocare "alla mozzi" per uno che vuole ben figurare (neanche puntare alla vittoria finale) è deleterio.

    Ma è pur vero che c'è stato un tempo in cui ero intrippato a mille..tenevo in considerazione tutto, nn mi crederete ma avevo "schedato" parecchi giocatori e alcune caratteristiche loro di gioco sono anche arrivato a sfruttarle

    Forse in questo gioco, come poi per altri, si arriva ad un certo punto in cui accade che fai il salto..in qualche modo il percorso di perfezionamento (scaturito ovviamente dalla passione) e ti ritrovi forte, ma forte veramente.

    Chiaro che il medesimo discorso vale al contrario, nn sono il giocatore di ora se m'importasse ancora qualche minima cosa

    Chiedo scusa (..e due ne ho fatte piu stasera che in una vita ) se sembra io voglia porre attenzione al percorso ludico personale, nn è così ma l'esempio calzava piuttosto bene.
    Il tuo intervento mi spiazza due volte perché lo trovo pieno di buon senso, eh boh, mi viene da dire che c'è qualquadra che non cosa

    Scherzo, ovviamente.... ma prendo spunto da questa:

    Da questo punto di vista è chiaro che mosse tipo mandare a 8 o scartinare possono innervosire uno o piu avversari, ricordo una chall in cui avevo fatto in modo e maniera che il mio avversario venisse mandato a 8 in un momento preciso della partita confidando nel suo sbrocco.
    E' una confessione proprio da troll, questa e ti dirò che il giocatore-troll per me è una figura che la legge morale la rispetta.. finché è un caso confesso (con te ci ho giocato poco e nulla ma la Star Assoluta "ai miei tempi" era Vipa, con cui in digital mi divertivo pure a giocare). Lo sai che trolli, lo dichiari apertamente, ti piji pure le mazzate e ti scusi se ti fanno notare che esageri, chettedevodì, non ti si può che voler bene.

    Cerca di restare in questo stato di grazia, almeno qui
  8. #88
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
    La prima cosa che voglio dirti,anzi chiederti..E' SCUSA colpirti è proprio l'ultima cosa al mondo che farei sono stato proprio un deficente, quando ci vuole ci vuole :cucciolinoinfreddolito:

    Ora..,prendo spunto su quanto quotato perchè amo fare paragoni con esperienze di vita quotidiana e risiko (..mi avrete visto spesso scrivere frasi del tipo-->"siete giocatori di risiko, scoprite gli obiettivi avversari in un paio di turni e nn vi accorgete di questo?").

    Il risiko è un'insieme di cose in cui la conoscenza degli avversari nel piu breve tempo possibile e quindi delle loro reazioni sulla plancia riveste senza dubbio alcuno notevole importanza.

    Da questo punto di vista è chiaro che mosse tipo mandare a 8 o scartinare possono innervosire uno o piu avversari, ricordo una chall in cui avevo fatto in modo e maniera che il mio avversario venisse mandato a 8 in un momento preciso della partita confidando nel suo sbrocco.

    Mi pare di averlo sottolineato in un altro 3D..,in tornei che si sviluppano in maniera come una challenge DEVI tenere in considerazione come ti muovi, ora mi tocca farlo..,ahimè , perchè è di comprensione immediata...giocare "alla mozzi" per uno che vuole ben figurare (neanche puntare alla vittoria finale) è deleterio.

    Ma è pur vero che c'è stato un tempo in cui ero intrippato a mille..tenevo in considerazione tutto, nn mi crederete ma avevo "schedato" parecchi giocatori e alcune caratteristiche loro di gioco sono anche arrivato a sfruttarle

    Forse in questo gioco, come poi per altri, si arriva ad un certo punto in cui accade che fai il salto..in qualche modo il percorso di perfezionamento (scaturito ovviamente dalla passione) e ti ritrovi forte, ma forte veramente.

    Chiaro che il medesimo discorso vale al contrario, nn sono il giocatore di ora se m'importasse ancora qualche minima cosa

    Chiedo scusa (..e due ne ho fatte piu stasera che in una vita ) se sembra io voglia porre attenzione al percorso ludico personale, nn è così ma l'esempio calzava piuttosto bene.
    Ehehe io ti ho visto giocare ..conosci il risiko e sai muoverti ..giochi da tanti anni vorrei pure vedere
    Per me nei tornei chall ti sei fatto terra bruciata ..perchè quando hai perso interesse competitivo hai continuato a giocarli con pessimo spirito ..sopratutto molto egoista
    e ti sei fatto brutta nomea ben meritata

    Io ti ho visto poco giocare in chall e l'impressione che ho avuto nel tuo approccio era quella del "O la va o la spacca".
    A me personalmente infastidisce molto ..tu ti spari le tue cartucce o ti riesce e probabilmente vai a vincere o schianti quasi tutto e generi un player abnorme
    per te che non hai particolare pretesa di classifica e ti vuoi fare un game per divertirti può andar bene ..ma non tieni conto degli altri.

    In un torneo è una situazione che si può verificare random e si deve essere pronti anche a gestirla ..ma nel momento in cui sò che tu come giocatore
    mi aggiungi questa variabile di cui non ho controllo il più delle volte ..aggiunta poi ai dadi ed ad altre variabili ..ti evito ed etichetto
    Torneo chall Mozzo ignore
  9. #89
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote Valehikari ha scritto: Visualizza il messaggio
    Concordo pienamente ed è quello su cui mi piacerebbe porre l'accento. Secondo me una cosa estremamente positiva e che aiuti ad alzare il livello di gioco è proprio l'AUTO ANALISI quindi la riflessione su quelle che sono state le NOSTRE mosse e quello che potevamo fare NOI per fare meglio in quella determinata partita e non sempre lo scaricabarile su quello che ci ha tradito e che ci ha fatto lo sgarro.

    Per me la discussione deve volgere su questo, sull'analisi delle mosse in quanto oggettivamente buone o cattive, che avvicinano o allontanano dalla vittoria in maniera oggettiva o semi oggettiva sempre considerando il fattore psicologico; se chiudo cartina e s******* il mio compagno di carta è probabile che nel finale debba prevedere un ombrello che mi ripari dal kingmaker. Ci sta nel momento in cui creo un vantaggio solido.




    Vero anche questo, infatti bisogna sempre essere preparati a uno sgarro o a una mossa che riteniamo poco etica, ma mi distacco dal pensiero dell'etica del gioco, anche secondo me in questo gioco l'etica non c'entra. Quello che c'entra è la logica e l'analisi di una mossa che spesso consideriamo buona o furba ma in realtà non è né buona né furba non perché non etica, ma perché non guarda l'equilibrio della plancia o i vantaggi di un terzo avversario. Quando ciò accade, stiamo inconsapevolmente facendo vincere quell'avversario.
    Si è verissimo ..la logica e l'analisi di una mossa deve convergere nelle logiche altrui per prevalere e risultare poi giusta.

    Per dire.. quando si individua un territorio da conquistare bisogna individuare il danno che si và a procurare a chi possiede quel territorio
    e capire cosa è disposto a fare per tenerselo e se vi sono interessi di altri player.
    Nel risiko da tavolo la strategia diventa più rigida ..ma alla lunga sostanzialmente non cambia ..se io provo a portartelo via ed appuro che non sei disposto a perderlo
    devo saper fare anche un passo indietro
    non è raro che alcun player si impuntano e senza tener conto dell'equilibrio della plancia ..continuano a distruggere carri di 2 colori ..i propri e dell'avversario per un territorio che poi varrà magari solo 4 punti.
  10. #90
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote SunTzu540ac ha scritto: Visualizza il messaggio
    Torneo chall Mozzo ignore
    Evidenzio questa tua dichiarazione ma condivido anche il resto del post. Ho fatto con lui solo 2 partite di torneo, partite che avrei vinto con largo margine e che invece il Mozzi ha regalato ad altro giocatore. Dopo la seconda partita l'ho messo in ignore, poi, in seguito ad altre disavventure, ho proprio cancellato le partite di torneo dal mio interesse.

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