L’immagine di un Paul Gascoigne quasi irriconoscibile, dimagrito e invecchiato ma finalmente sorridente, felice per il tuffo nel passato e tra la gente che lo ha adorato e che oggi lo ama come vent’anni fa, vale da solo un articolo. Quella gioia che somiglia a quella di un bambino che apre i regali il giorno di Natale, immortalata in questa foto, fa passare in secondo piano qualsiasi cosa, anche la qualificazione della Lazio alla fase ad eliminazione diretta dell’Europa League e per giunta con un turno d’anticipo.
Lazio regina in Europa, ma il re all’Olimpico è stato lui, Gazza. “
Lionhearted, head strong, pure talent, real man. Still our hero!” Così è stato accolto Paul Gascoigne dalla sua curva, con un bentornato a casa che ha aperto il cuore del figliol prodigo, quello che si è perso nelle strade impervie della vita, ma che oggi ha ritrovato il sorriso. Si guardava in giro intorno quasi stupito per tutto questo affetto. Sapeva di essere nel cuore della gente, ma forse neanche lui si immaginava di aver lasciato un simile segno nella sua avventura romana. Stringeva mani, abbracciava e baciava chiunque, diversissimo dal campione che 20 anni fa girava sotto scorta perché era terrorizzato dalla gente, da quella popolarità che quasi lo opprimeva. Oggi per lui questo entusiasmo è come un trasfusione di sangue depurato per un malato. E Gazza ha fatto di tutto per non deludere la gente. Si è concesso, ad un certo punto ha preso in mano il telefonino e ha cominciato a fotografare e filmare la Curva Nord quando è stato srotolato quello striscione che ricopriva tutto il settore, mentre sventolava un’enorme bandiera con una sua immagine con la maglia della Lazio e la bandiera britannica a fare da sfondo. Erano anni che non si vedevano così tanti fotografi e cameraman, ma il ritorno di Gascoigne ha scatenato le televisioni di mezzo mondo, prima fra tutte la BBC che si è presentata a Roma in forze per raccontare il Gazza-Day,
quello che qualcuno ha provato a rovinare e a macchiare con quelle notizie assolutamente infondate di un raid di tifosi laziali contro quelli del Tottenham. Ci hanno provato, ma non ci sono riusciti a rovinare la festa, perché la bugia è stata smascherata ben presto, anche per l’ondata di indignazione dell’intero mondo-Lazio, forse per la prima volta compatto dopo anni di divisioni. Il Gazza-show è durato poco più di un quarto d’ora, ma sono stati quindici minuti di brividi forti, di commozione, di groppo alla gola e di lacrime quando si è alzato fortissimo quel coro
“Paul Gascoigne, lala-lala-lala, Paul Gascoigne, lala-lala-lala”, partito dalla Nord ma che in un amen ha coinvolto l’intero stadio, compresi i tifosi del Tottenham.
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