LE MINCHIATE FIORENTINE
Nella storia dei Tarocchi, un posto particolare è occupato dal gioco delle
Minchiate. Ideato a Firenze verso la fine del Quattrocento, questo mazzo di 97 carte non ha mai avuto una grande diffusione, anche se ha attraversato mezza Europa, prima di cadere completamente in disuso. Poiché le Minchiate fiorentine non sono carte molto conosciute, sarà bene, prima di tutto, spiegare in che cosa consistono.
Il mazzo è quasi identico a quello dei Tarocchi, ma anziché 22 Trionfi ne possiede 41; in pratica, sono stati aggiunti i dodici segni zodiacali, i quattro elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco), le tre Virtù Teologali (Fede, Speranza e Carità) e la figura della Prudenza; inoltre, sono state eliminate le prime sei carte (dal Bagatto agli Amanti), sostituite con cinque Papi.
Sul significato del termine "Minchiate" le opinioni divergono. Qualcuno sostiene che derivi da "sminchiare", un verbo usato dai giocatori in situazioni particolari; altri ritengono che vada riferito al membro virile, volgarmente "*******"; del resto, anche il termine "Tarocchi" aveva in origine un significato spregiativo. È certo che le Minchiate sono di origine fiorentina; tuttavia, non si sa quando furono inventate, anche perché i pochi documenti esistenti sono interpretabili in vario modo.
Gli enigmi delle minchiate
Riguardo alle Minchiate,resta aperto un interrogativo cruciale: era un mazzo diverso dai Trionfi, o un gioco particolare eseguito con le carte dei Trionfi? Impossibile rispondere a questa domanda, così come è impossibile sapere se i Trionfi giocati a Firenze fossero identici a quelli che si usavano a Milano e a Ferrara, cioè ai Tarocchi viscontei ed estensi. Inoltre, ammesso che le Minchiate avessero una fisionomia ben definita, ci si domanda se fossero le stesse che conosciamo oggi. Insomma, il volto di quelle figure sembra sconosciuto... Tuttavia, non finiscono qui i dubbi sulle origini delle Minchiate; anche sul luogo di fabbricazione e sul disegno delle figure esistono opinioni divergenti.
Le ipotesi più accreditate sono le seguenti: si trattava di un mazzo di 78 carte, molto simili a quelle dei Trionfi ma con qualche piccola variante nelle figure di corte. Queste carte potrebbero essere state stampate a Firenze oppure a Ferrara, città con la quale Firenze aveva costanti rapporti, o anche a Bologna, che geograficamente è più vicina e che, a quell'epoca, era uno dei massimi centri di produzione di carte da gioco.
Un mistero insoluto
L’identità dei mazzi di Minchiate è nota grazie alla grande diffusione che ebbero in Europa a partire dal Seicento. Soltanto nel Novecento, poi, il gioco cadde in disuso e la fabbricazione delle carte, ormai dimenticate da tutti, fu interrotta.
Germini e minchiate
Nel corso del Cinquecento, il gioco delle Minchiate fu citato in numerose opere letterarie. Spesso, però, veniva utilizzato un altro termine, Germini, ma si trattava dello stesso gioco, come dimostra il dizionario italiano-inglese di John Florio, A World of Wordes (Londra, 1598), in cui il nome Germini compare come sinonimo di Minchiate. La parola Germini venne impiegata fino al 1677 nelle leggi fiscali toscane sul gioco, mentre dopo quella data i documenti amministrativi parlano sempre di Minchiate.
Diffusione e declino
Grazie alla grande quantità di documenti (leggi fiscali, opere letterarie e regole di gioco), la storia delle Minchiate dal Seicento a oggi è stata chiarita quasi completamente. Si sa, per esempio, che dalle Minchiate deriva una variante del mazzo chiamata Gallerini, tipica della Liguria, ma nota anche in Sicilia. Si sa che, forse grazie ai rapporti tra la nobiltà fiorentina e quella parigina, il gioco delle Minchiate giunse a essere praticato anche in Francia, ma allo stesso tempo era conosciuto persino in Germania, come dimostrano vari manuali di gioco in lingua tedesca. Tra la fine del Settecento e la metà dell'Ottocento, si concentra la maggior parte dei mazzi ancora oggi rintracciabili sul mercato antiquario; mazzi che, sebbene stampati anche lontano da Firenze, si differenziano dalle Minchiate fiorentine unicamente per minimi particolari, oltre che per la qualità della stampa. La progressiva decadenza di questo gioco portò inevitabilmente a ridurre, e quindi a interrompere, la produzione. Risalgono ai primi anni del Novecento gli ultimi mazzi stampati in Italia dalla ditta Solesio di Genova.
Ancora per qualche decennio, la fabbrica viennese Piatnik continuò a stampare Minchiate, ma la produzione cessò intorno al 1940, quando, evidentemente, non esisteva più un'adeguata richiesta del mercato.
rif.