Intorno al 3500 a.C., età neolitica, gli abitanti delle capanne erano soliti appendere sull’uscio della porta un corno, simbolo di fertilità. La fertilità, allora, era abbinata alla potenza e quindi al successo. Si era soliti offrire dei corni come voto alla dea Iside affinchè assistesse gli animali nella procreazione. Secondo la mitologia, Giove per ringraziare la sua nutrice le donò un corno dotato di poteri magici.
Nell’età medievale il corno per portare fortuna doveva essere rosso e fatto a mano. Il rosso simboleggiava la vittoria sui nemici e doveva essere fatto a mano perché ogni talismano acquisisce poteri benefici dalle mani che lo producono.
Il corno è il referente allontanante per antonomasia: simbolo della vita, che allontana un’influenza magica maligna.
Secondo la scaramanzia napoletana il corno deve essere un dono quindi per portare fortuna non deve essere comprato, inoltre deve essere: rigido, cavo all’interno, a forma sinusoidale e a punta.
" I RisiKo!..mani "
faranno dono a tutti i partecipanti di una coppia di corni portafortuna in ricordo della partecipazione e come simpatico portafortuna per il torneo.
Il nostro è anche un gioco di fortuna, i dadi spesso fanno la differenza.
Nell'augurare a tutti la buona sorte pensiamo che possa servire a ridere se le a qualcuno andranno male con i dadi.
Scongiuro napoletano:
Aglie e fravaglie fattura ca nun quaglia,
corne e bicorne fattura ca nun coglie.
Uocchie, maluocchie e frutticiell''e ll' uocchie.
Schiatta la 'mmidia e crepano 'e maluocchie"