dentro o fuori dal carcere fà poca differenza,continuerà a farsi.Colpevole,di essere tossica.Se davvero non vuole più farsi cercherebbe altri "rifugi" più sicuri
dentro o fuori dal carcere fà poca differenza,continuerà a farsi.Colpevole,di essere tossica.Se davvero non vuole più farsi cercherebbe altri "rifugi" più sicuri
1-Abbiamo visto che l'articolo di legge stabilisce una ''conditio sine qua non'',ossia l'esistenza di un ''fine''(trarre vantaggio per sè o per altri);Amedeo ha scritto:
2-Qua tutti danno per assodato che il fine sia quello dichiarato dalla stessa ragazza(cioè farsi arrestare per andare in prigione e non drogarsi);si tratta comunque di una dichiarazione dell'imputato,sicuramente verosimile,ma nulla prova che sia vero.
3-Sono convinto che fior di psicosociointellettualoidi-criminologi ultragarantisti tirerebbero fuori anche la palla della ''cleptomania'':ruba perchè malata,non perchè cattiva:non si può punire chi agisce senza lucidità e coscienza delle proprie azioni.
Insomma,attraverso l'arte del ''sofismo forense'' 1000 attenuanti si potrebbero trovare per il caso di specie(alcune sicuramente valide),ma il reato c'è e c'è anche la consapevolezza dolosa(non che sia un requisito necessario,in materia penale),quindi è sicuramente colpevole.
Tuttavia,come ho scritto ieri,tenendo conto della venialità del reato commesso,e delle attenuanti generiche,la punizione dovrebbe essere veniale e soprattutto,se possibile,finalizzata anche a recuperare ed aiutare la ragazza;
premetto che non so come funzioni(come del resto quasi tutti noi)ma come ho detto,l'idea è quella di obbligo di lavori socialmente utili e non retribuiti per un dato periodo,eventualmente e possibilmente con il supporto di qualche comunità di recupero per tossicodipendenti(altrimenti col kaiser che il tossico lavora,preferisce stare in carcere a dormire tutto il giorno).
Mancano 5 giorni alla fine del sondaggio, quindi alla soluzione.
Ultima precisazione: in primo grado vi fu una certa decisione ma poi in appello ed in cassazione si giudicò definitivamente in senso opposto.
Quindi ci saranno persone che indovineranno il giudizio del primo grado ed altre che indovineranno la sentenza definitiva
Ho votato per la pena lieve.
A supporto della mia opinione cito la seguente massima redazionale (Corte di Cassazione Sezione 5 penale - Sentenza 07.02.2007, n.4975):
"Il fine di profitto, che connota il dolo del delitto di furto, presuppone il proposito di utilizzo, diretto o indiretto, della cosa della quale l'agente si è impossessato. Il profitto può consistere in una qualsiasi utilità o vantaggio, anche di natura non patrimoniale, essendo sufficiente che il soggetto attivo abbia operato per il soddisfacimento di un qualsiasi interesse, anche psichico; ... omissis...".
Avv.
La fortuna mi arride perchè io non la spreco (quasi mai)!
dicamo che se era incensurata il giudice ha fatto bene a non condannarla !!!! avrebbe dovuto pero' trovare una soluzione al problema tipo mandarla in un centro di recupero per tossicodipendenti cosi' da unire l'utile al dilettevole.carlotta1 ha scritto:
Secondo me è stata condannata ad una pena lieve in 1° grado, questa sentenza è stata appellata (è stata assolta) perchè il reato non sussiste, sentenza confermata in Cassazione....
Condivido la tesi della difesa secondo cui anche il carcere in questo caso può essere inteso una fonte di profitto...e che la Valentina vada condannata, seppur ad una pena lieve.
La sentenza di condanna però la assolverà perchè il carcere non può essere inteso come profitto ai sensi dell'art. 624 c.p., e la Cassazione ha confermato l'orientamento di quest'ultima.
Andava condannata.Amedeo ha scritto:
Bisognava fargli passare i primi 20 giorni in un ospedale dove lei potesse affrontare nel migliore dei modi "il calo" da eroina.
Successivamente dovevano metterla in un centro di accoglienza per tossicodipendeti e li rimanere fino a che lei non fosse pronta per uscire.
Premetto che non ho letto nulla dei post scritti solo l'incipit tuo,caro amedeo, e voglio giustificarti la mia risposta.
Ciò che ha fatto Valentina è una richiesta d'aiuto palese e per questo, come ogni persona che chiede aiuto, le va dato ogni supporto possibile.
Se io fossi stato il giudice avrei agito così chieendo ai genitori di pagare ogni sepsa ospedaliera e di terapia.
Se poi i genitori non riescono a farlo o non esistono ci sono i servizi sociali che possono aiutare le persone come valentina.
del tutto off topic devo dirti che "Valentina"non aveva piu genitori; all'epoca aveva 43 anni, oggi ne avrebbe 64... se ci fosse ancoralafata27 ha scritto: