Mi sono appena letto il durissimo editoriale dello Stadio,la prima pagina di oggi,e fortunatamente vedo che è riportato anche su Internet,quindi ve lo copioincollo e invito a leggere,condivido ogni cosa,parola per parola.
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C’è anche un lato comico, ridicolo, nella vicenda. Che qualcuno ha scambia*to per un estremo, vi*rile, atto di coraggio. Lippi che si presenta in sala stampa e so*lennemente annun*cia: « E’ colpa mia » . Come se uno ti tam*ponasse a tutta forza mentre sei fermo al semaforo e non tro*vasse di meglio che scendere per rassicu*rarti così: « E’ colpa mia » . Ma come è col*pa mia? Certo che è colpa tua. Ci manche*rebbe altro. Fammi piuttosto capire a co*sa stavi pensando, perché non hai ral*lentato, se ti eri pre*occupato di vedere se funzionassero i freni.
Invece è bastato questo, « E’ colpa mia » , e c’è mancato poco che Lippi si aspettasse addirittu*ra l’applauso. L’ap*plauso per aver scrit*to, dopo una delle pa*gine più belle della storia azzurra con la conquista del quarto mondiale, sicuramen*te la pagina più brut*ta, umiliante, mortifi*cante della nostra na*zionale. Una Corea, anzi di più: peggio della Corea. Perchè quel più brut*ta, umiliante, mortifi*cante della nostra na*zionale. Una Corea, anzi di più: peggio della Corea. Perchè quel 19 luglio di 44 anni fa perdemmo ( in dieci) contro una ri*vale che non avrebbe dovuto crearci il mi*nimo fastidio. Ma sta*volta, e non era mai successo nella storia dei Mondiali, siamo stati eliminati al pri*mo turno senza aver vinto una partita. Contro Paraguay, Nuova Zelanda e Slo*vacchia. Un record pazzesco, che Gattuso ha sinceramente foto*grafato con uno slo*gan. « Siamo i cavalie*ri della vergogna ».
Ma visto che a Lippi è bastato, ovviamen*te, prendersi le pro*prie responsabilità, resta da capire e da approfondire il per*chè di una figuraccia che non ha preceden*ti. E chiama in causa, ma ci arriveremo, an*che i nostri dirigenti.
1) Da oggi un po’ tutti, vedrete, si lan*ceranno nell’analisi più scontata e banale in situazioni come queste. Si tornerà a dire che il problema sono gli stranieri, che un solo giocatore ( De Rossi) milita nelle prime due classifica*te, che il livello del nostro calcio non è stato mai così basso. Talmente ovvio da non meritare un ap*profondimento. E che sarebbe andato bene se avessimo perso con la Spagna, l’In*ghilterra, il Brasile, la Germania, l’Argen*tina, l’Olanda, maga*ri il Portogallo.
MA SECONDO VOI i giocatori che erano in Sudafrica, più quelli che non c’erano, non dovevano bastare per fare quattro punti tra Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia? Non facciamoci fregare dalla questione legata al*la mancanza di competitività del nostro cal*cio. Non è questo il caso.
2) La verità è che Lippi, come aveva in*dovinato tutto quattro anni fa, stavol*ta ha sbagliato tutto. Ha sbagliato, e questo lo ha riconosciuto, la gestione psicologica della squadra. Ma quella tattica? E quella tecnica? Lippi ha offerto, suo malgrado, pro*va e controprova di quello che stiamo dicen*do. Per tre volte, visto che l’ha corretta nel*la ripresa, ha presentato una squadra sba*gliata. Negli uomini e nel modulo. Marchisio è l’emblema di tutto questo. Dopo averlo im*piegato in quattro posizioni nelle prime due partite, dimostrando di considerarlo essen*ziale ben oltre le sue capacità, lo ha tolto nella gara decisiva. Quagliarella, a cui sono stati anteposti tutti gli altri attaccanti, in trequarti d’ora ha fatto più che l’intera bat*teria di prime punte. Ha segnato un gol buo*no, ha segnato un gol in fuorigioco per die*ci centimetri, ha segnato un gol… che è sta*to salvato sulla linea. Come è possibile che in un mese di ritiro non ci si sia accorti di tutto questo?
3)La verità è che Lippi ha puntato sui suoi uomini, completamente incuran*te delle indicazioni del campionato. Possibi*le che, provandolo prima e mettendo in di*scussione la leadership di Cannavaro, Bo*nucci non potesse dare più garanzie di un « anziano » campione evidentemente in ap*nea? Possibile che Pazzini, reduce da un campionato fantastico, non meritasse la considerazione che ha avuto Iaquinta, recu*perato dalla Juve nell’ultimo mese? Possibi*le, una volta deciso di rinforzare il centro*campo, che Palombo non desse più garanzie di Gattuso? Lippi, che sapeva di andarsene, ha giocato il Mondiale con gli uomini che avrebbe potuto annunciare due anni fa, nel giorno del suo ritorno. Il campionato si è nel frattempo disputato inutilmente: lui le sue scelte le aveva fatte in anticipo e comunque fossero andate le cose avrebbe insistito su quelle. Pensate a Montolivo, una delle po*che note liete del nostro Mondiale: di lui non ci sarebbero state tracce se non si fosse in*fortunato Pirlo.
4) Non ci sono fenomeni a casa. L’incau*ta considerazione, che è stata sposata ancora più incautamente da Abete, ha fini*to per diventare un tormentone. E un boo*merang. Lippi dice, dunque, che Cassano, Totti e Balotelli, non sono fenomeni. Consi*derando i tempi e i modi con cui ha alterna*to i suoi attaccanti, viene da dire che se li avesse avuti lì, accanto a sé, altroché se avrebbe provato con Cassano, Totti e Balo*telli. Dove non arriva la squadra, lo ha dimo*strato Lippi, bisogna provare ad arrivare con i giocatori. E anche se non lo ammette*rà mai, Lippi – che conosce il calcio – sa be*ne che i tre assenti hanno più « colpi » di quelli che erano lì. Senza dimenticare Per*rotta. Perché non si capisce che senso abbia chiedere a Marchisio di fare il Perrotta. Per*ché, allora, non chiedere più semplicemen*te a Perrotta di fare se stesso? La sensazio*ne è che Lippi sia rimasto fedele a quel bloc*co juventino, che lui ha ammesso di aver consigliato alla Juve di Blanc, finendo per rimanere prigioniero di una stagione piena di ombre. Come dimostra anche la questio*ne Amauri. Per due anni si è fatto di tutto per fargli avere la cittadinanza italiana, aprendo dunque una strada agli oriundi. La stagione così opaca di Amauri ha però reso inutile tutto il lavoro fatto. Ma se poteva es*sere preso in considerazione Amauri, anzi visto che è stato fatto l’impossibile per ren*derlo «italiano», perché non prendere mini*mamente in considerazione Ledesma o an*cora di più Thiago Motta, reduce da una fan*tastica stagione con l’Inter?
Tutto questo però non assolve – anzi – la no*stra Federazione, i nostri dirigenti. Che, essendo persone serie e avendo forte il sen*so della dignità, non possono pensare di schivare responsabilità che invece sono chiarissime. E’ stato un errore, e Abete non può non saperlo, aver permesso a Lippi di commissariare la Nazionale, dopo avergli steso tappeti rossi. Per lui, per Lippi, la Fe*derazione ha messo sulla graticola Donado*ni prima di un Europeo. Non che fosse sba*gliato pensare a una sostituzione. Ma solo per Lippi si è arrivati a svelare, senza pudo*ri, quale sarebbe stata la soluzione con me*si di anticipo. Fatto sta che il ct, tornato in sella, ha poi occupato tutti gli spazi. Non di*co che qualcuno sarebbe dovuto andare dal ct a chiedergli conto della mancata convoca*zione di un giocatore (Cassano) che ha por*tato una discreta squadra con un discreto allenatore in Champions League. Ma alme*no pretendere che fosse data una risposta sull’argomento e soprattutto pretendere che non fosse zittita bruscamente la gente, come successe a Parma, solo perchè invocava il barese.
Ed è stato un errore, sapendo con un anno di anticipo che Lippi se ne sarebbe anda*to, non chiedergli spiegazioni su una nazio*nale usata come un taxi, salgo o scendo co*me decido io. Un ct a scadenza, per defini*zione, che fosse Lippi o un altro, non avreb*be fatto scelte più utilitaristiche che proget*tuali? E un movimento calcistico può convo*gliare tutto questo potere nella mani di una sola persona? Come un club, un presidente, chiede conto al suo allenatore, perché la no*stra Federazione ha pensato che fosse lesa maestà solo «contraddire» il suo ct? Cosa di*rà adesso Abete, quando Prandelli magari convocherà Cassano e Balotelli? Dirà anco*ra che tanto non sono fenomeni? Su questo, e su altro, devono interrogarsi i nostri diri*genti, senza che sia l’opinione pubblica a istruire un «processo». I ct passano, la Federazione resta. Con i suoi fallimenti del campo e i pesanti insuc*cessi politici. L’assegnazione di due Europei in cui siamo stati bocciati, con in mezzo un Mondiale da cui usciamo con le ossa rotte. Il risultato è pesante, molto più del 3-2 su*bìto con la Slovacchia, che per la prima vol*ta – pensate voi – partecipa a un Mondiale. edited by high
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