Affari e Finanza. Ad oltre di 20 anni dal boom, le fotocamere
tornano a prezzi competitivi e trasformate. Un "cuore di chip"
Ecco le Reflex digitali
metamorfosi compiuta

Ora sono più piccole e leggere e con obbiettivi più compatti
di ADRIANO BONAFEDE

LA METAMORFOSI è compiuta. Venti e più anni dopo il boom delle reflex, torna a brillare la stella delle macchine con lettura. A prima vista sembrano in tutto e per tutto uguali a quelle della generazione precedente. Ma dentro, invece, batte un cuore di computer. Niente più pellicola, solo chip che fanno ormai egregiamente il loro lavoro di leggere e riprodurre la luce e i colori.

Certo, non è di adesso la nascita delle reflex digitali, ma i due prodotti messi in vendita di recente da Nikon e Canon, le due marche che ormai si dividono questo mercato non soltanto nazionale ma internazionale (hanno rispettivamente il 53,8 e il 46 per cento del totale segmento in Italia), hanno dei prezzi abbordabili, sotto i 1.000 euro. Questa sembrava una soglia psicologica capace di bloccare gli acquisti da parte dei fotoamatori evoluti. La Eos 350 D della Canon da 8 milioni di pixel ha un prezzo di listino di 949 euro (solo corpo), mentre supera i 1.000 euro solo di poco (1.049) con l'obbiettivo 1855 mm. Sul mercato, però, è di fatto possibile trovare la macchina completa al di sotto dei 1.000 euro).

Ancora più conveniente la Nikon D50, presentata di recente a Montecarlo: 960 euro di listino con obbiettivo 1855 e una scheda da 256 Mb, 829 euro solo corpo più scheda. Anche qui i prezzi di listino sono destinati a essere rapidamente superati dalla concorrenza fra i dealer, e il solo corpo della Nikon D50, nei migliori rivenditori del più economico mercato europeo, la Germania, è destinato a scendere fin sotto la soglia dei 700 euro.

Questa macchine sono soltanto apparentemente simili alle loro progenitrici analogiche. Infatti sono più compatte, straordinariamente più leggere (vere e proprie pesipiuma) e, soprattutto, hanno dei formidabili obbiettivi sempre più corti anche per teleobbiettivi spinti. Insomma la metamorfosi è davvero completa: prezzi finalmente abbordabili, macchine con definizione, qualità e rapidità di scatto e di messa a fuoco assolutamente comparabili, e in molti casi migliori, di quelle analogiche.

Una parola sui prezzi: i 960 euro della Nikon D50 da 6 milioni di pixel sono in termini reali meno di 1.520.000 lire del prezzo di listino di una F801s del 1995. È vero che negli ultimi tempi le reflex analogiche te le tirano praticamente in faccia a poche centinaia di euro, ma ciò dipende dal fatto che ormai sono un prodotto che va a morire. La comparazione corretta va fatta sul periodo d'oro di quelle macchine.
Davvero i fotoamatori che ancora conservano (e usano) una vecchia reflex analogica Nikon o Canon sono tentati dall'acquisto almeno di uno di questi corpi macchina. Perché, comprando uno di questi oggetti che possono valere come secondo corpo, possono cominciare a sperimentare le meraviglie della fotografia digitale utilizzando anche i vecchi obbiettivi e accessori. Infatti i due costruttori hanno fatto in modo da poter utilizzare gli obbiettivi delle serie precedenti. Canon permette infatti l'uso degli obbiettivi Ef (che risalgono ai primi anni 80, quando nacque la serie Eos) e Efs.

Ancora più totale e straordinaria la compatibilità messa in atto da Nikon, che permette l'uso di tutti gli obbiettivi esistenti fin "dalla notte dei tempi", ovvero dagli anni Cinquanta. Naturalmente gli obbiettivi mantengono solo gli automatismi che già avevano e certo non ne acquistano di nuovi se montati su un corpo digitale. Però lo sforzo di mantenere la compatibilità è stato quasi maniacale e va a tutto vantaggio di chi ha un corredo Nikon a casa, magari ereditato dal padre.

Non è oro tutto quel che riluce. I vecchi obbiettivi non mantengono la focale che avevano ma, per le caratteristiche costruttive delle nuove reflex, le aumentano del 50 per cento. Un 50 mm, quindi, diventa un 75; un 35 diventa un 52,5. Se questa caratteristica può far piacere per i teleobbiettivi, certo dispiace per i grandangoli. Basta pensare a quanto poteva costare un 20 mm, mentre ora la resa è per un "banale" 30 mm.

Per questo le case hanno sviluppato una serie di nuovi grandangoli adatti alle nuove reflex digitali. Ma l'appetito vien mangiando, e a poco a poco, probabilmente, i fotoamatori aggiungeranno i nuovi obbiettivi, più corti, leggeri e maneggevoli.
Nikon e Canon puntano molto su queste nuove reflex a basso costo per rinverdire o i loro fasti e, soprattutto, per incrementare i loro utili, schiacciati verso il basso dalla terribile concorrenza scatenatasi sulle compatte. Sulle reflex i margini sono superiori, anche perché un primo acquisto prelude ad altri futuri per accessori e obbiettivi.

La Nikon prevede che il mercato delle reflex digitali nella sola Italia passi da 55 mila a 120 mila pezzi venduti. Più che un raddoppio. Sono numeri da età dell'oro. Da ritorno all'Eldorado. Solo che ora la fotografia si gioca tutta intorno ai chip.

(21 giugno 2005)