Provate a vedere l'interpretazione straordinariamente sotto le righe, dimessa, dolente di Jack Nicholson nel film La promessa (2001) diretto da Sean Penn.
Il finale di quel film mi è rimasto impresso per sempre, per la sua disperazione: un pugno allo stomaco!
Da: http://www.omicidiseriali.it/promessa.htm
Nicholson, folle cacciatore
del serial killer pedofilo
TRAMA
Il giorno del suo pensionamento, Jerry Black (JACK NICHOLSON), ispettore di polizia del Nevada, si attarda in ufficio per il party a sorpresa che viene dato in suo onore. Un po' imbarazzato dalla generosità dei colleghi, Jerry accetta il regalo che gli hanno fatto, un biglietto aereo per andare a pesca in Messico: il viaggio che aveva sempre sognato. Ma quando si viene a sapere che tra le montagne coperte di neve è stato ritrovato il cadavere di una bambina di otto anni, Jerry non riesce a farsi da parte: si reca sulla scena del delitto e si assume il compito di informare i genitori della piccola vittima. La madre disperata lo implora di scoprire la verità. Di fronte all'atrocità del delitto, alla sofferenza dei genitori e all'incertezza della vita che lo aspetta dopo aver lasciato la polizia, Jerry giura a se stesso che troverà l'assassino. Quando un giovane e ambizioso poliziotto estorce una dubbia confessione a un sospetto debole di mente, il caso viene considerato chiuso… ma non da Jerry. Malgrado lo scetticismo dei colleghi, segue il suo istinto, che gli dice che l'assassino è ancora in libertà e si prepara a colpire di nuovo. Fino a che punto Jerry è pronto a spingersi per mantenere la promessa? E a quale costo?
Recensione da "la Repubblica"
ROMA - Un cacciatore disperato, ossessivo, dominato dal bisogno di fare giustizia. Una preda furba, inafferrabile, pronta a colpire di nuovo. L'uno è un poliziotto in pensione che ha l'espressione ambigua di Jack Nicholson, l'altro è un serial killer senza volto che violenta e uccide le bambine bionde: entrambi sono i protagonisti dell'ultimo film diretto da Sean Penn, "La promessa", da domani sugli schermi italiani dopo l'ottima accoglienza ricevuta al Festival di Cannes 2001.
Un'opera ambiziosa, tratta dall'omonimo thriller "anomalo" scritto da Friedrich Durrenmatt, e dal finale amaro, beffardo. Forte anche di un cast di veterani: oltre al mattatore Nicholson, ci sono la moglie del regista, Robin Wright Penn ("Forrest Gump", Unbreakable"), imbruttita apposta per il film; un altrettanto irriconoscibile Benicio Del Toro; e ancora Sam Shepard, Helen Mirren, Vanessa Redgrave, Mickey Rourke.
Squadra di grandi attori, dunque, per un vicenda che ruota intorno alla parola che dà titolo al film. Tutto comincia, infatti, con la promessa che il detective Jerry Black (Nicholson) fa, nel suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione, ai genitori di una bimba ritrovata uccisa. E il mantenimento di questo impegno diventa una vera ossessione per il protagonista, convinto che il delitto sia opera di un serial killer: per catturarlo l'ex poliziotto brucia i suoi risparmi, cambia città, compra una casa con annesso distributore di benzina. Qui incontra una donna (Robin Wright Penn) che ha, guarda caso, una bella bambina bionda, e le porta a vivere a casa sua. Ma più che l'amore, nella mente di Black, c'è il desiderio di catturare la sua preda...
Questa la cornice della storia, che si dipana con un andamento lento, tesissimo, aperto (chi è il colpevole?), un po' pirandelliano. E, a dominare su tutto, la professionalità consumata di Nicholson, in un giallo che in realtà vuole essere un non-giallo. Come spiega Sean Penn: "E' la storia di una persona che vive la crisi del pensionamento - racconta -. Jerry si dedica alle indagini per dare un senso alla propria vita. Questa è la chiave. Non è un film su un assassino o sui suoi crimini, è un film su un investigatore". Tesi confermata dal protagonista: "Ci sono centinaia di pellicole poliziesche - dichiara l'attore - al cinema e in tv. Ma non credo che ce ne sia uno che gli assomigli".
(18 ottobre 2001)