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Discussione: Esempio concreto....
  1. #1
    fanta_rudy
     Guest

    cin cin Esempio concreto....

    La veterinaria torinese Laura Bertolazzi, direttrice della associazione senza fine di lucro Animal city, che presta cure ai cani di persone anziane, si è vista sospendere dall’ordine dei veterinari, in quanto ne avrebbe violato le disposizioni sulle tariffe, applicando ai soci, che portano i loro cani all’associazione, una modesta cifra, inferiore alle tabelle dell’ordine, otto euro e mezzo contro diciotto. Ma la dottoressa Bertolazzi non si è arresa e ha fatto ricorso all’autorità garante della concorrenza (l’Antitrust), sostenendo che la sua sospensione è illegittima in quanto l’ordine professionale non può imporre ai propri membri tariffe minime: perché queste integrano una intesa monopolistica. Le tariffe, ha sostenuto questa coraggiosa lottatrice per il diritto della concorrenza, vanno considerate solo come indicazioni, che possono essere derogate, senza venire meno alla deontologia professionale. E anche il pubblicizzarle, pertanto, non viola tale deontologia, di cui fa parte nel nostro ordinamento, il principio della concorrenza. L’Antitrust ha dato ragione a Laura Bertolazzi. E se ciò sarà consacrato da una adeguata motivazione costituirà un importante precedente, non solo per il settore veterinario, ma per tutti gli ordini professionali, le cui tariffe non siano fondate su una legge, che consenta, in modo esplicito, di considerarle come tariffe minime. Da ciò si desumono due importanti considerazioni. La prima è che non è necessario abrogare gli ordini per dare luogo alla concorrenza nei servizi professionali. Gli ordini possono rimanere, a tutela della serietà dell’esercizio di professioni, in cui vi è una grande asimmetria informativa fra chi eroga il servizio e chi lo riceve. Il numero degli iscritti ai vari ordini è – con l’eccezione dei notai – oramai pletorico. E, comunque, anche con un numero di iscritti limitato, l’abrogazione del valore tassativo delle tariffe attiva, inevitabilmente, il mercato. La battaglia vittoriosa della direttrice di Animal city illustra un altro fatto: non dobbiamo sempre chiedere al governo di intervenire. Molto possiamo fare noi stessi, con la nostra iniziativa. Questo principio, che vale in genere per lo sviluppo economico, vale anche per lo sviluppo del diritto.
  2. #2
     Serg. Magg.
     
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    Re: Esempio concreto....

    Quote fanta_rudy ha scritto:
    La veterinaria torinese Laura Bertolazzi, direttrice della associazione senza fine di lucro Animal city, che presta cure ai cani di persone anziane, si è vista sospendere dall’ordine dei veterinari, in quanto ne avrebbe violato le disposizioni sulle tariffe, applicando ai soci, che portano i loro cani all’associazione, una modesta cifra, inferiore alle tabelle dell’ordine, otto euro e mezzo contro diciotto. Ma la dottoressa Bertolazzi non si è arresa e ha fatto ricorso all’autorità garante della concorrenza (l’Antitrust), sostenendo che la sua sospensione è illegittima in quanto l’ordine professionale non può imporre ai propri membri tariffe minime: perché queste integrano una intesa monopolistica. Le tariffe, ha sostenuto questa coraggiosa lottatrice per il diritto della concorrenza, vanno considerate solo come indicazioni, che possono essere derogate, senza venire meno alla deontologia professionale. E anche il pubblicizzarle, pertanto, non viola tale deontologia, di cui fa parte nel nostro ordinamento, il principio della concorrenza. L’Antitrust ha dato ragione a Laura Bertolazzi. E se ciò sarà consacrato da una adeguata motivazione costituirà un importante precedente, non solo per il settore veterinario, ma per tutti gli ordini professionali, le cui tariffe non siano fondate su una legge, che consenta, in modo esplicito, di considerarle come tariffe minime. Da ciò si desumono due importanti considerazioni. La prima è che non è necessario abrogare gli ordini per dare luogo alla concorrenza nei servizi professionali. Gli ordini possono rimanere, a tutela della serietà dell’esercizio di professioni, in cui vi è una grande asimmetria informativa fra chi eroga il servizio e chi lo riceve. Il numero degli iscritti ai vari ordini è – con l’eccezione dei notai – oramai pletorico. E, comunque, anche con un numero di iscritti limitato, l’abrogazione del valore tassativo delle tariffe attiva, inevitabilmente, il mercato. La battaglia vittoriosa della direttrice di Animal city illustra un altro fatto: non dobbiamo sempre chiedere al governo di intervenire. Molto possiamo fare noi stessi, con la nostra iniziativa. Questo principio, che vale in genere per lo sviluppo economico, vale anche per lo sviluppo del diritto.

    VALENTINA Apprezzatemi adesso, eviterete la coda.
    magicavale non è in linea

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