Qualcuno può darmi notizie su quelli che sono i doveri della "Guardia Medica"? Possibile che si devono limitare a dare le diagnosi per telefono senza mandare una visita al domicilio del paziente che li ha chiamati?
Qualcuno può darmi notizie su quelli che sono i doveri della "Guardia Medica"? Possibile che si devono limitare a dare le diagnosi per telefono senza mandare una visita al domicilio del paziente che li ha chiamati?
La guardia medica ha ben altri doveri che il solo diagnosticare per telefono... Leggi qui:
http://ca.fimmg.org/news/2006/febbraio/cassazione.pdf
la Cassazione h areso definitiva, il 7 settembre 2005, la condanna a sei mesi di reclusione (con sospensione
condizionale) e alla interdizione temporanea dai pubblici uffici nei confronti di Claudio M., medico
di turno presso la Guardia medica del presidio ospedaliero di Pieve di Coriano, nel mantovano. Il
medico, avendo ricevuto nella notte una richiesta di intervento a domicilio da un ottantenne che
lamentava "fortissimi dolori addominali e non riusciva ad urinare", aveva assicurato "a parole" il
suo intervento ma si era poi fatto attendere tanto che l'anziano era stato accompagnato da un vicino
di casa al pronto soccorso. La vicenda analizzata dalla Sesta sezione penale risale al 14 settembre
del 1998.
Per la Corte, il medico di turno, "in quanto dotato, nell'espletamento dell'attività di diagnosi e di
prescrizioni di prestazioni farmaceutiche e terapeutiche, di poteri certificativi ed autoritativi, riveste
lo status di pubblico ufficiale che ha il dovere di non rifiutare indebitamente un atto del proprio
ufficio che, per ragioni di sanità deve essere compiuto senza ritardo". Il medico, pur essendosi
dichiarato "immediatamente disponibile", in realtà non era intervenuto, tanto che il paziente, in
preda a forti dolori, era stato accompagnato dal vicino di casa, alle 4,31, presso il pronto soccorso
dell'ospedale dove gli era stata diagnosticata "ipertrofia prostatica con ritenzione urinaria" e ne era
stato disposto il ricovero nel reparto di chirurgia. Il ritardo, dunque, equivale "di fatto ad un rifiuto".
Le reazioni, immediate
Immediate le reazioni, a cominciare da quelle dei rappresentanti sindacali. Per Silvestro Scotti, vice
segretario della Fimmg continuità assistenziale si tratta di una sentenza che dimostra come, fino a
poco tempo fa, i camici bianchi della guardia medica venivano lasciati soli in condizioni di lavoro
impossibili. "Con il vecchio contratto" ha spiegato Scotti "il medico era tenuto a rispondere alla
richiesta diretta del paziente. Ma in molti casi, è solo e deve fare fronte anche alle visite che ritiene
più urgenti. Come fare a garantire l'assistenza a tutti i pazienti?". Non solo. Nel caso della sentenza
della Cassazione è considerato grave il ritardo di circa 50 minuti. "In molte zone" ha ricordato da
Scotti "è impossibile raggiungere la casa del paziente in meno di un'ora dalla postazione di Guardia
medica. E i nostri compiti non riguardano l'emergenza e l'urgenza quanto la continuità
assistenziale". Con il nuovo contratto la questione è più chiara: la Guardia medica si occupa dei
cosiddetti codici bianchi, meno urgenti rispetto ad altri pazienti (codice verde e rosso) che devono
essere seguiti al Pronto soccorso. Il nuovo accordo di lavoro renderebbe i medici della Guardia meno vulnerabili, perché le decisioni sul tipo di intervento da adottare, e sulla necessità di eventuali visite, sono legate a linee guida nazionali e non alla sola responsabilità del singolo operatore.
"Quando abbiamo firmato il nuovo contratto" ha detto Scotti "avevamo pienamente coscienza della
forte responsabilità che ci era richiesta, senza alcuno strumento e sostegno per affrontarla. Ed è
questa una delle ragioni per cui abbiamo chiesto la definizione di protocolli che mettessero il
medico nella condizione di non subire, a posteriori, una valutazione del proprio lavoro, ma di poter
dimostrare, in tempo reale, che la sua scelta è governata da linee guida stabilite e uguali su tutto il
territorio nazionale". Ancora più netto il giudizio del presidente della Federazione nazionale degli
Ordini dei medici, Giuseppe Del Barone, secondo il quale la sentenza della Cassazione
"contribuisce a promuovere la caccia all'untore. Mi riservo di leggere pur riservandosi di leggere le
motivazioni dei giudici, ma questa decisione della Corte può costituire un precedente pericoloso per
tanti colleghi di guardia medica che potrebbero subire le stesse accuse". "Come è possibile" si è
chiesto Del Barone "stabilire con certezza il tempo massimo entro cui effettuare la prestazione? I
tempi necessari per raggiungere il domicilio del malato sono verosimilmente diversi da città a città
e nei piccoli centri di provincia. Occorre infine tenere presente che è dovere del sanitario di guardia
medica quello di valutare, in base alla descrizione dei sintomi la priorità delle chiamate giunte nello
stesso lasso di tempo, l'urgenza di un caso rispetto a un altro. Appare chiaro pertanto che, a parte
casi eclatanti, risulta fortemente azzardato stabilire un tempo standard di soccorso oltre il quale è
possibile parlare di colpevole ritardo".