In Giappone dall'VIII secolo si celebrano i ciliegi in fiore con brindisi all'ombra degli alberi rosa
L'evento era stato annunciato su tutti i giornali per il 18 marzo, ma in realtà avverrà il 21
Tokyo, sbaglia la previsione della Festa
scuse in tv del meteorologo di Stato
di RENATA PISU
A TOKYO ieri il portavoce dell'Ente meteorologico nazionale ha chiesto ufficialmente scusa: i fiori di ciliegio quest'anno sbocceranno il 21 marzo e non il 18, come era stato preannunciato due settimane fa. Il funzionario responsabile è apparso in tv, si è inchinato e con tono imbarazzato ha detto: "Chiedo perdono dal più profondo del cuore per aver diffuso notizie inesatte".
La notizia inesatta, cioè l'informazione sbagliata, era stata infatti stampata in prima pagina, a caratteri cubitali, su tutti i quotidiani giapponesi, come succede d'altronde tutti gli anni, da più di cento anni. E mai l'Ente meteorologico nazionale aveva sbagliato così di grosso - ben tre giorni - nell'annunciare la data dell'evento della fioritura che per i giapponesi è una sorta di ossessione nazionale.
Di chi è la colpa? Dei computer ai quali si erano affidati gli esperti? Oppure del riscaldamento globale che ha elargito anche al Giappone un inverno assai mite ma poi ha sconvolto ogni previsione con un'improvvisa e breve ondata di freddo? Per la maggioranza dei giapponesi la colpa è dei dannati sistemi computerizzati perché quando i calcoli erano fatti osservando la natura e le altre più precoci fioriture, non era possibile cadere in un errore del genere. E adesso, scrivono i giornali, come la mettiamo con l'Ente Meteorologico nazionale? Come possiamo ancora fidarci? E fioccano e-mail di protesta da parte dei cittadini così crudelmente ingannati.
Sì, crudelmente, perché la Festa della Fioritura dei ciliegi è un rito che i giapponesi programmano con la loro usuale precisione, così come programmano, per l'occasione, un breve viaggio per andare ad ammirare le fioriture più spettacolari. E adesso, come cancellare le migliaia e migliaia di tour che le agenzie di viaggio avevano già organizzato? Così, un fiorente business rischia di andare in tilt perché la data dell'evento è stata spostata da madre natura.
Neanche di quella ci si può più fidare, commentano i cittadini di un paese che segue per settimane i bollettini emanati da radio e televisioni nei quali si annuncia l'avanzata del "fronte della fioritura" quasi si trattasse di un esercito in marcia, fortunatamente un esercito di effimeri petali rosa. Amici e parenti discutono per giorni e giorni su dove sia meglio andare per godersi lo spettacolo e quando, finalmente, le gemme sbocciano sui rami, quello è il giorno in cui si esce tutti, impiegati dagli uffici, studenti dalle scuole, pensionati e casalinghe da casa, per andare a far festa all'ombra del più caduco dei fiori, il piccolo sakura dal profumo quasi impercettibile. E tutti, proprio tutti, si canta e si beve sakè, ci si lascia andare dimentichi dei rigori dell'etichetta, della disciplina, senza formalità e senza cerimonie. Ma diamine! Esigiamo di conoscere la data esatta del giorno dell'anticonformismo, un atteggiamento talmente insolito che richiede la dovuta preparazione spirituale. Sotto le effimere nuvole rosa tenue delle chiome dei ciliegi, i giapponesi infatti da almeno mille anni celebrano un fiore che è l'emblema del loro spirito e della loro sensibilità estetica.
Ha scritto il poeta Motori: "Se vuoi conoscere lo spirito del giapponese, pensa al ciliegio in fiore illuminato dal sole". E un giovanissimo kamikaze schiantatosi su di una portaerei americana nel febbraio del 1945, aveva composto questi versi prima di salire sul suo aereo-bara "Se solo potessimo cadere/ come i fiori di ciliegio in primavera/ così puri, così luminosi!". Oggi i giapponesi che vanno ad ammirare i ciliegi in fiore non si portano in cuore queste parole di morte ma è certo che da quell'effimero fiore traggono il massimo piacere, cioè "cogliere l'attimo", lo spettacolo appena cominciato sta già per finire, i fiori cadranno nel breve spazio di una settimana e sarà un sollievo perché un simile trionfo di bellezza non può essere sopportato a lungo dallo sguardo umano.
Così dicono i giapponesi oggi e così diceva il monaco Kenko nel XIV secolo, comprensivo verso i veri amanti del ciliegio in fiore ma critico nei confronti di coloro che si prendono sguaiatamente questo piacere, gente che "si fa strada a gomitate per arrivare sotto gli alberi fioriti, si ubriaca di sakè e alla fine strappa senza pietà alcuni rami e se li porta via". Inutile dire che anche oggi c'è chi si comporta così anche se nessuno strappa i rami dagli alberi perché sarebbe pesantemente multato.
Comunque, c'è sempre una sorta di riservatezza melanconica, un'ombra di tristezza nell'allegria dei giapponesi stregati dai fiori di ciliegio, oggi ingannati dal servizio meteorologico nazionale. Da sempre si sa che la data della fioritura è variabile ma la previsione deve essere certa, inconfutabile, rigorosa, perché altrimenti, dicono i conservatori, dove andrà mai a finire il Giappone?
(Repubblica, 15 marzo 2007)