Sangue, sarà tutto "zero universale"
Una svolta storica per l'ematologia
ROMA - Per gli ematologi, sempre a corto di sangue da trasfusioni, è come aver trovato la pietra filosofale. Sfruttando chimica e biotecnologie un'équipe di ricercatori ha infatti scoperto una tecnica per trasformare il sangue di gruppo A, B e AB in sangue di gruppo O: quello del donatore universale.
L'innovazione è riferita oggi da Nature Biotechnology.
"Occorrerà ancora un lustro di test e validazioni per diffondere la tecnica, ma per noi ematologi potrebbe voler dire la fine di tanti problemi" commenta Bruno Brando, direttore del centro di trasfusione dell'ospedale di Legnano. "Elimineremmo il tempo e i costi degli esami di laboratorio e cancelleremmo il rischio di sbagliare trasfusione".
I globuli rossi di tipo A e B hanno sulla loro superficie gli antigeni caratteristici del gruppo sanguigno. Gli antigeni rappresentano una sorta di carta d'identità per il sistema immunitario. Quando si sbaglia una trasfusione, accade che l'organismo del ricevente non riconosce come propri gli antigeni del sangue immesso dall'esterno, facendo scattare una reazione immunitaria che in genere è fatale.
I ricercatori guidati da Henrik Clausen dell'università di Copenaghen hanno individuato un enzima capace di staccare l'antigene dalla superficie del globulo rosso, rendendo le cellule del sangue identiche a quelle del gruppo 0 e quindi compatibili con ciascun ricevente. "Mantenendo una sacca di sangue da 200 millilitri per un'ora a contatto con l'enzima, i globuli A, B e AB non presentavano più nessun antigene" spiegano Geoff Daniels dell'Istituto per le scienze della trasfusione di Bristol e Stephen Withers dell'università della British Columbia in un editoriale su Nature Biotechnology che accompagna la notizia della scoperta. E senza nessun antigene che informi il sistema immunitario dell'estraneità di quel sangue, nessuna reazione immunitaria potrà mai scattare. "Poiché nei piccoli ospedali spesso sono presenti solo scorte del sangue di tipo 0, è facile capire come sia sentita la necessità di avere maggiori disponibilità di questo gruppo" concludono Daniels e Withers.
"Da un anno circa - spiega Brando - sapevo che si stava lavorando a questo progetto. Si tratta veramente di una nuova frontiera". Il lavoro di Clausen e colleghi non è stato affatto semplice. I ricercatori hanno individuato l'enzima giusto solo dopo aver passato al setaccio 2.500 fra funghi e batteri. E ora, prima che il "convertitore di sangue universale" venga introdotto in tutti gli ospedali, occorrono nuovi studi e sperimentazioni. "Prima di tutto - spiega Brando - bisogna capire che fine facciano gli antigeni. Una volta staccati dalla superficie del globulo rosso, rimangono in circolazione o cessano di essere pericolosi? Poi bisogna assicurarsi che gli enzimi usati non abbiano effetti collaterali per la salute".
Giuseppe Remuzzi, direttore del dipartimento di Immunologia degli Ospedali Riuniti, Istituto Mario Negri di Bergamo, sottolinea come la scarsità di sangue sia un problema sempre più sentito negli ospedali: "Abbiamo sempre meno scorte a disposizione, anche perché sono in continuo aumento le prestazioni mediche per le quali le trasfusioni sono necessarie. Per la cura di alcuni tumori o per la chirurgia dei trapianti, facciamo ricorso sempre più spesso a grandi quantità di sangue donato".
(Repubblica, 2 aprile 2007)