Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.
Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
Ha diritto ad una vita!
Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
Assieme ad alcuni “grandi” riesce in qualche modo ad arrivare in Grecia ma vengono subito bloccati ed espulsi.
Non resta che ripartire, ma non si può ritornare, bisogna proseguire, da qualche altra parte andrà meglio.
Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
Prossimo porto, Venezia, in Italia
Ma anche a Venezia i controlli sono rigidi e vengono scoperti.
Tutti tranne lui che riesce a nascondersi sotto ad un camion.
Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...
poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?
In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...
Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
Probabilmente il suo piccolo tesoro...
Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.
Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...
Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,
mi domando:
quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità
E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?
domandatevelo anche voi quando, il giorno di natale vi mangiate il panettone...chissà che quest'anno non sentiate un gusto un pò diverso...
buon natale...?