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Discussione: Racconto di natale
  1. #1
     T. Colonnello
     
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    Racconto di natale

    Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
    Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.

    Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
    Ha diritto ad una vita!

    Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
    Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
    Assieme ad alcuni “grandi” riesce in qualche modo ad arrivare in Grecia ma vengono subito bloccati ed espulsi.
    Non resta che ripartire, ma non si può ritornare, bisogna proseguire, da qualche altra parte andrà meglio.
    Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
    Prossimo porto, Venezia, in Italia
    Ma anche a Venezia i controlli sono rigidi e vengono scoperti.
    Tutti tranne lui che riesce a nascondersi sotto ad un camion.
    Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
    Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
    Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...

    poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?

    In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...

    Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
    In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
    Probabilmente il suo piccolo tesoro...

    Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
    Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.

    Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...





    Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,

    mi domando:

    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
    Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
    Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
    Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità

    E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?

    domandatevelo anche voi quando, il giorno di natale vi mangiate il panettone...chissà che quest'anno non sentiate un gusto un pò diverso...



    buon natale...?
    Paolo Valdisserri - Club Grifone Venezia
    What? "Over"? Did you say "over"? Nothing's over until we decide it is! Was it over when the Germans bombed Pearl Harbor? Hell, no! And it ain't over now. 'Cause when the going gets tough... the tough get going! (John Blutarsky)

    ... addà passà a nuttat ...
  2. #2
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    9.4

    Re: Racconto di natale

    Quote paolovaldo ha scritto:
    Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
    Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.

    Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
    Ha diritto ad una vita!

    Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
    Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
    Assieme ad alcuni “grandi” riesce in qualche modo ad arrivare in Grecia ma vengono subito bloccati ed espulsi.
    Non resta che ripartire, ma non si può ritornare, bisogna proseguire, da qualche altra parte andrà meglio.
    Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
    Prossimo porto, Venezia, in Italia
    Ma anche a Venezia i controlli sono rigidi e vengono scoperti.
    Tutti tranne lui che riesce a nascondersi sotto ad un camion.
    Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
    Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
    Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...

    poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?

    In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...

    Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
    In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
    Probabilmente il suo piccolo tesoro...

    Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
    Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.

    Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...





    Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,

    mi domando:

    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
    Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
    Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
    Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità

    E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?

    domandatevelo anche voi quando, il giorno di natale vi mangiate il panettone...chissà che quest'anno non sentiate un gusto un pò diverso...



    buon natale...?

    ....non è una colpa neanche essere nati dalla parte "giusta" del mondo...
    ....di certo si può, ed aggiungerei si deve fare di più...ma non basta immedesimarsi, o rinunciare ad un pezzo di panettone il giorno di Natale.

    L'impegno dovrebbe essere concreto e continuo...non sono necessari gesti eclatanti...piccoli e quotidiani gesti, piccole e quotidiane rinuncie possono andare ad alimentare qualcosa di molto più grande....
    - Stai maturando come l'armagnac
    - L'armagnac più invecchia e più è buono

    - Appunto

  3. #3
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    Re: Racconto di natale

    Quote paolovaldo ha scritto:
    Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
    Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.

    Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
    Ha diritto ad una vita!

    Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
    Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
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    Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
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    Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
    Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
    Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...

    poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?

    In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...

    Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
    In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
    Probabilmente il suo piccolo tesoro...

    Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
    Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.

    Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...





    Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,

    mi domando:

    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
    Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
    Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
    Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità

    E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?

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    buon natale...?
    Il punto è che si DEVE portare la POSSIBILITA' di sviluppo nei paesi che stanno dalla parte sbagliata del mondo, la soluzione non è trasferirsi tutti dalla parte "giusta" del mondo, è triste, ma è così!
    D'altra parte non si può neanche imporre la democrazia o il mercato! E' un processo che richiede il tempo e l'impegno dei paesi che stanno dalla parte "sbagliata", ed il coraggio di uomini che vadano contro le dittature ed i fondamentalismi!
    Come dice più che giustamente maat-ta, ognuno di noi, in queste condizioni, può solo impegnarsi nel suo piccolo ad alimentare con piccoli e quotidiani gesti la speranza e la fiducia in se stessi e nel prossimo!
    Super Pippe Associazione Ludica
  4. #4
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    Re: Racconto di natale

    Quote paolovaldo ha scritto:
    Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
    Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.

    Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
    Ha diritto ad una vita!

    Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
    Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
    Assieme ad alcuni “grandi” riesce in qualche modo ad arrivare in Grecia ma vengono subito bloccati ed espulsi.
    Non resta che ripartire, ma non si può ritornare, bisogna proseguire, da qualche altra parte andrà meglio.
    Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
    Prossimo porto, Venezia, in Italia
    Ma anche a Venezia i controlli sono rigidi e vengono scoperti.
    Tutti tranne lui che riesce a nascondersi sotto ad un camion.
    Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
    Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
    Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...

    poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?

    In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...

    Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
    In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
    Probabilmente il suo piccolo tesoro...

    Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
    Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.

    Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...





    Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,

    mi domando:

    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
    Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
    Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
    Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità

    E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?

    domandatevelo anche voi quando, il giorno di natale vi mangiate il panettone...chissà che quest'anno non sentiate un gusto un pò diverso...

    buon natale...?
    io ho un cuore di pietra..ma tu, che sei un animo nobile e altruista, perchè non vai a roma, a trastevere, a servire i mendicanti insieme ai volontari della comunità di s. egidio?
    Ama la verità; mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.
    Giuseppe Moscati
  5. #5
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    Re: Racconto di natale

    Un giorno o l'altro, dal "sud " saliranno e ci presenteranno il "conto".
    Roberto Nicoletti
  6. #6
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    Re: Racconto di natale

    Quote paolovaldo ha scritto:
    Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
    Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.

    Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
    Ha diritto ad una vita!

    Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
    Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
    Assieme ad alcuni “grandi” riesce in qualche modo ad arrivare in Grecia ma vengono subito bloccati ed espulsi.
    Non resta che ripartire, ma non si può ritornare, bisogna proseguire, da qualche altra parte andrà meglio.
    Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
    Prossimo porto, Venezia, in Italia
    Ma anche a Venezia i controlli sono rigidi e vengono scoperti.
    Tutti tranne lui che riesce a nascondersi sotto ad un camion.
    Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
    Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
    Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...

    poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?

    In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...

    Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
    In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
    Probabilmente il suo piccolo tesoro...

    Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
    Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.

    Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...





    Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,

    mi domando:

    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
    Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
    Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
    Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità

    E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?

    domandatevelo anche voi quando, il giorno di natale vi mangiate il panettone...chissà che quest'anno non sentiate un gusto un pò diverso...



    buon natale...?
    Io credo che ogni commento sia superfluo,una storia drammatica come mille altre,meditate gente perche' non sappiamo la fortuna che abbiamo,ad essere nati dalla parte giusta del mondo.
  7. #7
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    Re: Racconto di natale

    Quote Robyonekenoby ha scritto:
    Io credo che ogni commento sia superfluo,una storia drammatica come mille altre,meditate gente perche' non sappiamo la fortuna che abbiamo,ad essere nati dalla parte giusta del mondo.
    la parte giusta del mondo dove innocenti bambini si "beccano" una pallottola nella testa..o saltano in aria con la mamma perchè il destino volle che esplodesse un'autobomba destinata ad altri..o dove una ragazzina di 13 anni si è suicidata dopo essere stata stuprata..
  8. #8
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    Re: Racconto di natale

    Quote paolovaldo ha scritto:
    Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
    Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.

    Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
    Ha diritto ad una vita!

    Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
    Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
    Assieme ad alcuni “grandi” riesce in qualche modo ad arrivare in Grecia ma vengono subito bloccati ed espulsi.
    Non resta che ripartire, ma non si può ritornare, bisogna proseguire, da qualche altra parte andrà meglio.
    Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
    Prossimo porto, Venezia, in Italia
    Ma anche a Venezia i controlli sono rigidi e vengono scoperti.
    Tutti tranne lui che riesce a nascondersi sotto ad un camion.
    Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
    Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
    Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...

    poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?

    In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...

    Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
    In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
    Probabilmente il suo piccolo tesoro...

    Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
    Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.

    Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...





    Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,

    mi domando:

    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
    Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
    Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
    Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità

    E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?

    domandatevelo anche voi quando, il giorno di natale vi mangiate il panettone...chissà che quest'anno non sentiate un gusto un pò diverso...



    buon natale...?
    io spesso penso a queste tristi realtà..e puntualmente finisco con l'avere una vena malinconica che mi accompagna per tutta la giornata.
    La maggior parte di noi presa dai propri problemi ignora
    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto
    e poi ci ritroviamo a deridere il ragazzino indiano (mi capitato di assistere ad una scena simile solo l'altra sera) che,mentre noi siamo seduti nel dehor di un bar a bere e mangiare,viene a proporci il suo mazzetto di rose,che forse,se riesce a venderlo tutto gli darà la possibilità di comprarsi qls da mangiare.
    Sentiamo discorsi del tipo "che caxxo vengono a fare nel nostro paese..abbiamo gia i nostri problemi non abbiamo lavoro,ci rubano il lavoro" quando noi non abbiamo più voglia di fare quei lavori "umili" presi da queste persone che invece ne fanno una ragione di vita.
    Io non riesco a pensare così.non riesco perchè ho avuto la possibilità di vedere in che condizioni vivono in India,in Nepal e in altri posti poveri del mondo,in che posti lavorarano con quanto vivono.
    Sono esperienze che ti segnano, fanno si che una volta rientrato in italia vedi tutto in un ottica diversa e non riesci a comprendere e a sorvolare sull'arroganza di alcuni.Penso poi che invece di andare in vacanza in villaggi con formule all inclusive,dove spesso e volentieri per tutto il periodo non si esce neppure bisognerebbe andare con i propri bambini a vivere più a contatto con queste realtà locali vedere capire e sopratutto far capire ai propri figli come si vive nel resto del mondo,ma questo aimè è prerogativa di altre culture e di altri popoli occidentali!
    Noi che abbiamo la fortuna di vivere in un paese che sebbene di ***** per un infinità di altri motivi,é cmq un paese che non è martoriato dalla guerra,in un paese dove non rischi tutti i giorni la vita per un attentato per una rapina per una pallottola impazzita,per un colpo di macete o chissà cosa altro, dovremmo fermarci un pò di più a pensare a queste realtà,a chiederci:noi al posto loro cosa faremmo?io farei la stessa cosa,andrei in un altro paese,non sopporterei l'idea di dover vivere in un paese in guerra..non è quello che voglio e mi ritroverei nelle loro stesse condizioni.

    Mahmut e chi come lui meritano molto più rispetto e comprensione!

    Buon Natale a tutti
  9. #9
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    Re: Racconto di natale

    Quote paolovaldo ha scritto:
    Mahmut è un bambino di 13 anni, e come ogni bambino della sua età vorrebbe giocare tutto il giorno e la sua massima preoccupazione dovrebbe essere quella di fare i compiti per il giorno dopo.
    Invece Mahmut è nato in Afghanistan, paese devastato prima da un regime oscurantista e poi da anni di guerra e di terrorismo. Un paese dove regna la miseria più nera, dove anche un bambino di 13 anni non ha nessuna certezza di vedere il giorno dopo.

    Mahmut vuole fuggire da una vita di fame e di terrore, vuole una vita migliore, vuole una vita.
    Ha diritto ad una vita!

    Decide di partire per un lungo viaggio, verso un paese che non conosce, un viaggio pieno di incognite perchè appena esce dal suo paese il mondo lo considera un clandestino, un fuorilegge, anche se ha solo 13 anni.
    Ma l'orrore che Mahmut ha visto nella sua vita è talmente grande che qualsiasi difficoltà, qualsiasi fatica è sopportabile, se può significare una speranza, un futuro più umano.
    Assieme ad alcuni “grandi” riesce in qualche modo ad arrivare in Grecia ma vengono subito bloccati ed espulsi.
    Non resta che ripartire, ma non si può ritornare, bisogna proseguire, da qualche altra parte andrà meglio.
    Un'altra nave, un'altra destinazione, ma la speranza è sempre la stessa!
    Prossimo porto, Venezia, in Italia
    Ma anche a Venezia i controlli sono rigidi e vengono scoperti.
    Tutti tranne lui che riesce a nascondersi sotto ad un camion.
    Quando il tir è pronto per partire nessuno si accorge che lì sotto c'è un bambino aggrappato.
    Fuori dal porto è notte, piove e fa molto freddo.
    Chissà cosa sta pensando Mahmut in quel momento, se è terrorizzato perchè adesso è solo e non sa dove lo porterà quel camion o se è felice perchè, forse per la prima volta nella sua vita si sente veramente libero...

    poi il freddo aumenta, la stanchezza per il lungo viaggio... quanto può resistere un bambino in queste condizioni?

    In un attimo è tutto finito: le mani che allentano la presa, le ruote che lo travolgono, il camion che si allontana senza che il guidatore si accorga di nulla...

    Sull'asfalto, sotto la pioggia incessante, resta un fagotto informe...
    In tasca gli troveranno un foglio di via in greco con il suo nome e quattro pupazzetti di plastica, un elefante, una giraffa, un rinoceronte ed un leone.
    Probabilmente il suo piccolo tesoro...

    Adesso Mahmut riposa in una saletta del cimitero di Mestre nell'attesa che si riesca a rintracciare qualche familiare nel suo paese.
    Cosa alquanto improbabile visto che non si è neanche sicuri che questo sia il suo vero nome.

    Ciao coraggioso ragazzino, almeno adesso nessuno ti potrà più mandare via...





    Ed io, che nel momento in cui Mahmut mollava la presa me ne stavo al calduccio della mia casetta a pochi kilometri di distanza,

    mi domando:

    quanta sofferenza, quanta disperazione può provare un bambino per decidere di abbandonare la propria famiglia, il proprio paese per partire verso l'ignoto?
    Verso un mondo che non lo vuole, che lo mette fuori legge appena passa un confine
    Quando la sua unica colpa è quella di essere nato nella parte “sbagliata” del mondo.
    Quando il suo unico desiderio è solo quello di avere nella vita un pò di serenità e di dignità

    E se mi ci fossi trovato IO al suo posto?

    domandatevelo anche voi quando, il giorno di natale vi mangiate il panettone...chissà che quest'anno non sentiate un gusto un pò diverso...



    buon natale...?

    vabbè Paolo non è che bisogna pensarci solo a Natale a queste cose eh? Casi simili sono sotto i nostri occhi ogni santissimo giorno.E come hanno detto prima non è colpa di chi sta meglio essere nati dalla parte migliore del mondo.L'importante è che nel nostro piccolo cerchiamo di fare qualcosa per chi sta peggio.


    PS ma che fine hanno fatto i Topic sulla crisi economica? Mi sono perso qualcosa? Non li trovo!
    Marc Marquez è una ME.RD.A
  10. #10
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    Re: Racconto di natale

    Quote code ha scritto:
    in un paese dove non rischi tutti i giorni la vita per un attentato per una rapina per una pallottola impazzita
    perchè non lo spieghi ai familiari di quei 2 ragazzi del napoletano vittime innocenti in una sparatoria?

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