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Discussione: Bentornato spartac...
  1. #21
     Serg. Magg.
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    Re: Q

    Quote wolf62 ha scritto:
    Io anche quoto il Prof e te che lo quoti
    ..sono stato uno dei primi a giocarci senza mai avere nessun tipo di problema.Anzi vi diro che forse sono uno dei pochi che ci ha giocato quando ancora faceva caxxate ma è stata una partita regolare.

    Io sono d'accordo sulle decisioni che prende Spartac(ruolo delicato,scomodo e non certo facile)e per questo do per scontato che le sue decisioni sono le migliori possibili.
    Detto questo mi pongo una domanda sulla "Pena" in generale e non sul caso specifico.
    Nella vita e quindi in ogni campo ci sono delle regole che vanno rispettate e quando qualcuno non lo fa',ci sono delle pene che vengono comminate in base al reato.
    Per esempio nello sport se ci si dopa si viene squalificati ma non tutti subiscono la stessa sanzione,alcuni per mesi,altri per qualche anno,altri a vita.La mia domanda è nei casi in cui ci si pente,si riconosce il proprio errore e si accetta la pena inflitta,questa di quanto debba essere ed in base a quali parametri non sono ancora riuscito a capirlo.
    Ripeto non mi riferisco a Sorcino,anche se lo spunto è quello.

    Per quanto riguarda il giocare su RD2 oggi rispetto ad 1 anno fa devo dire che dopo il repulisti generale si gioca piu sereni e s'incorre piu raramente in stanze taroccate da compagni di merenda e questo,all'epoca,ricordo fosse una piaga che ha indubbiamente arrecato danno ai giocatori onesti ed all'immagine di RD2.
    Mi hai tolto le parole di bocca, la punizione ci deve essere e il "condannato" deve subire in silenzio, quello che non condivido, e specifico mio parere personalissimo, è di non dare la seconda possibilità a priori, che problema c'è nel creare un precedente? certo insorgeranno nuovi casi ma vanno valutati e poi si decide, è un lavoro faticoso e brutto lo immagino ma da che mondo e mondo dopo una confessione (topo falla) e la giusta condanna, perchè no?

    P.S. sorcio io mi sto ancora informando sulle tue cazzate precedenti, certo è che io ti ho conuscuto onesto e bravo giocatore, continua non mollare mai.
    ciao amico
  2. #22
     Colonnello C.te
     
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    Re: Q

    Quote wolf62 ha scritto:
    Detto questo mi pongo una domanda sulla "Pena" in generale e non sul caso specifico.
    Nella vita e quindi in ogni campo ci sono delle regole che vanno rispettate e quando qualcuno non lo fa',ci sono delle pene che vengono comminate in base al reato.
    Per esempio nello sport se ci si dopa si viene squalificati ma non tutti subiscono la stessa sanzione,alcuni per mesi,altri per qualche anno,altri a vita.La mia domanda è nei casi in cui ci si pente,si riconosce il proprio errore e si accetta la pena inflitta,questa di quanto debba essere ed in base a quali parametri non sono ancora riuscito a capirlo.
    Ripeto non mi riferisco a Sorcino,anche se lo spunto è quello
    Poichè l'argomento e di carattere generale, merita una risposta.

    In tutti gli ambiti "sportivi" e di gioco in generale, esiste da sempre una "lotta" contro coloro che, in un modo o nell'altro, tentano di ottenere risultati in modo illecito. Che si tratti di doping o di combine, il termine che definisce questo atteggiamento è "barare".

    Chi bara ha molti più mezzi a propria disposizione di quanti non ne abbia chi deve vigilare, quindi la lotta è, da sempre, impari, con un netto vantaggio a favore dei disonesti.

    Come se questo non bastasse, i disonesti hanno dalla loro anche la possibilità, una volta scoperti, di far leva su un generale senso di "pietà" e di "perdono" che purtroppo, almeno per quanto riguarda il nostro paese, ha radici molto profonde e difficili da estirpare. Non è un caso che proprio nel nostro paese i controlli, e soprattutto le pene, per i casi di doping o più in generale per quelli di frode sportiva siano mediamente inferiori e di molto se paragonati a quelli di altri paesi.

    Una cosa che deve essere chiarita è anche quella che riguarda il riferimento "legale", al quale spesso i bari si appigliano. Nel gioco, come nello sport, esistono delle regole che non sono direttamente collegate alle leggi ordinarie. Uno sportivo può essere condannato anche se non esistono rilevanze penali a suo carico, perchè lo sport, come il gioco, ha regole proprie che sono necessarie alla propria "sopravvivenza". Se uno baro, per essere punito, dovesse essere prima condannato dalla giustizia ordinaria o dovesse essere giudicato usando le leggi ordinarie, potrebbe andare avanti praticamente all'infinito, con il risultato che a pagare sarebbero gli onesti che verrebbero privati del loro divertimento.

    Detto questo, passiamo al tema tanto caro a noi italiani del "pentimento". Nella lotta fra chi bara e chi cerca di scoprirlo, che abbiamo già visto essere fortemente sbilanciata a favore dei bari, esiste una precisa linea di confine, superata la quale nessun pentimento può essere accettato.

    Chi bara ha la possibilità, in un qualsiasi momento, di pentirsi, spiegare, giustificare ed essere così nella condizione di poter chiedere di essere "perdonato". Lo può fare in ogni momento della sua esistenza di baro, almeno fino a che non viene scoperto. Da quel momento, la sua partita è persa e non può fare più nulla.

    La presenza di questo confine, che deve essere preservato con tutte le forze e senza eccezioni, è necessaria all'esistenza stessa del gioco.

    Per ultimo vediamo la differenza che intercorre fra gioco e sport. Nello sport esistono degli interessi economici importanti che, di fatto, impediscono sanzioni estreme come l'espulsione a vita. Nel gioco la cosa è, fortunatamente, un po' diversa. Se ti scopro a barare non giochi più con me, fine del discorso. E' troppo facile e comodo poter pensare che vi sia una scappatoia a questa regola. Se vi fosse, vorrebbe dire che quel confine vitale è stato spostato in avanti e se è stato spostato una volta significa che lo si può spostare ancora e poi ancora e così via fino alla sua scomparsa.

    Naturalmente, con il cambiare del sentimento comune, i confini possono anche essere spostati fino ad essere eliminati, ma in questi casi è anche necessario cambiare chi li deve vigilare.

    Qui entro nel personale per ribadire un dettaglio importante: io non sono pagato per fare l'arbitro e non ho mai percepito un solo centesimo per il tempo che dedico a questa community. E' un "lavoro" che faccio volentieri perchè, essendo quello che ha sviluppato le regole, vedo che una certa visione etica della loro applicazione è condivisa dall'azienda proprietaria del marchio. Se dovessero subentrare interessi diversi, tali da imporre uno spostamento di quel confine che personalmente ritengo inamovibile, io non avrei alcuna difficoltà ad accettare la nuova situazione e lasciare il mio incarico ad altri. Fino a quel momento continuerò ad arbitrare avendo ben chiaro dove passa il confine fa il lecito e l'illecito.
    Spartaco Albertarelli
  3. #23
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    Re: Q

    Quote maskass ha scritto:
    Quoto in toto

    Però, venendo al caso specifico (perchè lo spunto è sempre quello), mi troveresti su questo forum dove il soggetto si è pentito o ha riconosciuto il proprio errore quando gli sono state mosse le accuse che tutti conosciamo? (parlo di questa discussione: Sorcino è tornato del 21-12-08)
    Naturalmente non basta un generico mi sono pentito.

    Personalmente non ritengo corretto, quando si è interpellati, non rispondere ignorarando le domande scomode, negare l'evidenza (cioè il fatto che ha imbrogliato per mesi!) e poi, dopo 6 mesi, presentarsi come se non avesse mai fatto nulla di tutto ciò, come se 6 mesi fa avesse reso piena confessione.
    No, non l'ha fatto... è solo passato del tempo.

    Io non lo conosco di persona, sono sicuro che le sue intenzioni di integrazione nella community siano sincere, come sono sicuro che sono mesi che gioca onestamente! Ciò nonostante, se per assurdo (visto che la cosa è già scolpita nella roccia) la decisione di una concessione di accredito fosse rimessa da spartac nelle mani della community, mi esprimerei decisamente in modo contrario.

    Lo dico ancora una volta: per me la redenzione può partire solo da una piena ammissione di colpa.
  4. #24
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    Re: Q

    Quote spartac ha scritto:
    Poichè l'argomento e di carattere generale, merita una risposta.

    In tutti gli ambiti "sportivi" e di gioco in generale, esiste da sempre una "lotta" contro coloro che, in un modo o nell'altro, tentano di ottenere risultati in modo illecito. Che si tratti di doping o di combine, il termine che definisce questo atteggiamento è "barare".

    Chi bara ha molti più mezzi a propria disposizione di quanti non ne abbia chi deve vigilare, quindi la lotta è, da sempre, impari, con un netto vantaggio a favore dei disonesti.

    Come se questo non bastasse, i disonesti hanno dalla loro anche la possibilità, una volta scoperti, di far leva su un generale senso di "pietà" e di "perdono" che purtroppo, almeno per quanto riguarda il nostro paese, ha radici molto profonde e difficili da estirpare. Non è un caso che proprio nel nostro paese i controlli, e soprattutto le pene, per i casi di doping o più in generale per quelli di frode sportiva siano mediamente inferiori e di molto se paragonati a quelli di altri paesi.

    Una cosa che deve essere chiarita è anche quella che riguarda il riferimento "legale", al quale spesso i bari si appigliano. Nel gioco, come nello sport, esistono delle regole che non sono direttamente collegate alle leggi ordinarie. Uno sportivo può essere condannato anche se non esistono rilevanze penali a suo carico, perchè lo sport, come il gioco, ha regole proprie che sono necessarie alla propria "sopravvivenza". Se uno baro, per essere punito, dovesse essere prima condannato dalla giustizia ordinaria o dovesse essere giudicato usando le leggi ordinarie, potrebbe andare avanti praticamente all'infinito, con il risultato che a pagare sarebbero gli onesti che verrebbero privati del loro divertimento.

    Detto questo, passiamo al tema tanto caro a noi italiani del "pentimento". Nella lotta fra chi bara e chi cerca di scoprirlo, che abbiamo già visto essere fortemente sbilanciata a favore dei bari, esiste una precisa linea di confine, superata la quale nessun pentimento può essere accettato.

    Chi bara ha la possibilità, in un qualsiasi momento, di pentirsi, spiegare, giustificare ed essere così nella condizione di poter chiedere di essere "perdonato". Lo può fare in ogni momento della sua esistenza di baro, almeno fino a che non viene scoperto. Da quel momento, la sua partita è persa e non può fare più nulla.

    La presenza di questo confine, che deve essere preservato con tutte le forze e senza eccezioni, è necessaria all'esistenza stessa del gioco.

    Per ultimo vediamo la differenza che intercorre fra gioco e sport. Nello sport esistono degli interessi economici importanti che, di fatto, impediscono sanzioni estreme come l'espulsione a vita. Nel gioco la cosa è, fortunatamente, un po' diversa. Se ti scopro a barare non giochi più con me, fine del discorso. E' troppo facile e comodo poter pensare che vi sia una scappatoia a questa regola. Se vi fosse, vorrebbe dire che quel confine vitale è stato spostato in avanti e se è stato spostato una volta significa che lo si può spostare ancora e poi ancora e così via fino alla sua scomparsa.

    Naturalmente, con il cambiare del sentimento comune, i confini possono anche essere spostati fino ad essere eliminati, ma in questi casi è anche necessario cambiare chi li deve vigilare.

    Qui entro nel personale per ribadire un dettaglio importante: io non sono pagato per fare l'arbitro e non ho mai percepito un solo centesimo per il tempo che dedico a questa community. E' un "lavoro" che faccio volentieri perchè, essendo quello che ha sviluppato le regole, vedo che una certa visione etica della loro applicazione è condivisa dall'azienda proprietaria del marchio. Se dovessero subentrare interessi diversi, tali da imporre uno spostamento di quel confine che personalmente ritengo inamovibile, io non avrei alcuna difficoltà ad accettare la nuova situazione e lasciare il mio incarico ad altri. Fino a quel momento continuerò ad arbitrare avendo ben chiaro dove passa il confine fa il lecito e l'illecito.
    Grazie della risposta esaustiva Spartac,ho capito perfettamente cosa intendi per "limite" da non varcare e la differenza dal pentirsi prima di essere scoperti e dopo

    PS per Valerio
    hai ragione anche tu sulla dichiarazione e resa delle armi a 360° da parte di Sorcino che non c'è stata.
    Marc Marquez è una ME.RD.A
  5. #25
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    Re: Q

    Quote spartac ha scritto:
    Poichè l'argomento e di carattere generale, merita una risposta.

    In tutti gli ambiti "sportivi" e di gioco in generale, esiste da sempre una "lotta" contro coloro che, in un modo o nell'altro, tentano di ottenere risultati in modo illecito. Che si tratti di doping o di combine, il termine che definisce questo atteggiamento è "barare".

    Chi bara ha molti più mezzi a propria disposizione di quanti non ne abbia chi deve vigilare, quindi la lotta è, da sempre, impari, con un netto vantaggio a favore dei disonesti.

    Come se questo non bastasse, i disonesti hanno dalla loro anche la possibilità, una volta scoperti, di far leva su un generale senso di "pietà" e di "perdono" che purtroppo, almeno per quanto riguarda il nostro paese, ha radici molto profonde e difficili da estirpare. Non è un caso che proprio nel nostro paese i controlli, e soprattutto le pene, per i casi di doping o più in generale per quelli di frode sportiva siano mediamente inferiori e di molto se paragonati a quelli di altri paesi.

    Una cosa che deve essere chiarita è anche quella che riguarda il riferimento "legale", al quale spesso i bari si appigliano. Nel gioco, come nello sport, esistono delle regole che non sono direttamente collegate alle leggi ordinarie. Uno sportivo può essere condannato anche se non esistono rilevanze penali a suo carico, perchè lo sport, come il gioco, ha regole proprie che sono necessarie alla propria "sopravvivenza". Se uno baro, per essere punito, dovesse essere prima condannato dalla giustizia ordinaria o dovesse essere giudicato usando le leggi ordinarie, potrebbe andare avanti praticamente all'infinito, con il risultato che a pagare sarebbero gli onesti che verrebbero privati del loro divertimento.

    Detto questo, passiamo al tema tanto caro a noi italiani del "pentimento". Nella lotta fra chi bara e chi cerca di scoprirlo, che abbiamo già visto essere fortemente sbilanciata a favore dei bari, esiste una precisa linea di confine, superata la quale nessun pentimento può essere accettato.

    Chi bara ha la possibilità, in un qualsiasi momento, di pentirsi, spiegare, giustificare ed essere così nella condizione di poter chiedere di essere "perdonato". Lo può fare in ogni momento della sua esistenza di baro, almeno fino a che non viene scoperto. Da quel momento, la sua partita è persa e non può fare più nulla.

    La presenza di questo confine, che deve essere preservato con tutte le forze e senza eccezioni, è necessaria all'esistenza stessa del gioco.

    Per ultimo vediamo la differenza che intercorre fra gioco e sport. Nello sport esistono degli interessi economici importanti che, di fatto, impediscono sanzioni estreme come l'espulsione a vita. Nel gioco la cosa è, fortunatamente, un po' diversa. Se ti scopro a barare non giochi più con me, fine del discorso. E' troppo facile e comodo poter pensare che vi sia una scappatoia a questa regola. Se vi fosse, vorrebbe dire che quel confine vitale è stato spostato in avanti e se è stato spostato una volta significa che lo si può spostare ancora e poi ancora e così via fino alla sua scomparsa.

    Naturalmente, con il cambiare del sentimento comune, i confini possono anche essere spostati fino ad essere eliminati, ma in questi casi è anche necessario cambiare chi li deve vigilare.

    Qui entro nel personale per ribadire un dettaglio importante: io non sono pagato per fare l'arbitro e non ho mai percepito un solo centesimo per il tempo che dedico a questa community. E' un "lavoro" che faccio volentieri perchè, essendo quello che ha sviluppato le regole, vedo che una certa visione etica della loro applicazione è condivisa dall'azienda proprietaria del marchio. Se dovessero subentrare interessi diversi, tali da imporre uno spostamento di quel confine che personalmente ritengo inamovibile, io non avrei alcuna difficoltà ad accettare la nuova situazione e lasciare il mio incarico ad altri. Fino a quel momento continuerò ad arbitrare avendo ben chiaro dove passa il confine fa il lecito e l'illecito.
    concordo su tutto meno che, se mi è consentito, su 2 punti:
    • in qualunque tipo di giustizia (gioco, penale...) ho sempre avuto un certo odio per la frase "fine pena: MAI" ossia per l'ergastolo. Per me la pena è composta di due componenti. Una dissuasiva che deve avere sufficiente deterrente ed una punitiva che deve essere proporzionata all'evento illecito. Perchè le pene possano essere correttamente graduate non dovrebbe mai esistere una pena massima irrevocabile e cerco di spiegare perchè: caso di omicidio da parte di due criminali nei confronti di due donne; il primo omicida uccide con una pistola alla tempia, l'altro, prima di uccidere commette anche stupro... sono due crimini gravissimi ma uno è piu grave e va punito di piu. Se esiste una sola pena (massima) non posso piu distinguere cosa sia piu grave. Temo di annoiare... mi riservo di spiegare meglio cosa proporrei solo se richiesto....
    • so ed apprezzo il fatto che tu sei arbitro per vocazione e per pura liberalità, senza compenso. Questo ti vale il diritto di affermare che sei disposto a continuare solo fino a che la EG ti lascierà pienissimi poteri e libertà massima di poltico di indirizzo. Obbietto solo che, anche qui, dovrebbe esserci meno "assolutismo" cioè certamente esistono piccole modifiche di orientamento che ti si potrebbero richiedere e che potresti accettare siccome non essenziali e modifiche da te ritenute assolutamente inaccettabili. Il fatto è che il giudice (o l'arbitro) in genere non fanno la legge ma la applicano; il tuo caso, piu unico che raro, unisce i due poteri e meno male che sono riuniti in una persona che reputo saggia, rispettabile ed autorevole ancor piu che autoritaria.

    Mi piacerebbe un tuo commento a questo mio post
  6. #26
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    Re: Q

    Quote spartac ha scritto:
    Poichè l'argomento e di carattere generale, merita una risposta.

    In tutti gli ambiti "sportivi" e di gioco in generale, esiste da sempre una "lotta" contro coloro che, in un modo o nell'altro, tentano di ottenere risultati in modo illecito. Che si tratti di doping o di combine, il termine che definisce questo atteggiamento è "barare".

    Chi bara ha molti più mezzi a propria disposizione di quanti non ne abbia chi deve vigilare, quindi la lotta è, da sempre, impari, con un netto vantaggio a favore dei disonesti.

    Come se questo non bastasse, i disonesti hanno dalla loro anche la possibilità, una volta scoperti, di far leva su un generale senso di "pietà" e di "perdono" che purtroppo, almeno per quanto riguarda il nostro paese, ha radici molto profonde e difficili da estirpare. Non è un caso che proprio nel nostro paese i controlli, e soprattutto le pene, per i casi di doping o più in generale per quelli di frode sportiva siano mediamente inferiori e di molto se paragonati a quelli di altri paesi.

    Una cosa che deve essere chiarita è anche quella che riguarda il riferimento "legale", al quale spesso i bari si appigliano. Nel gioco, come nello sport, esistono delle regole che non sono direttamente collegate alle leggi ordinarie. Uno sportivo può essere condannato anche se non esistono rilevanze penali a suo carico, perchè lo sport, come il gioco, ha regole proprie che sono necessarie alla propria "sopravvivenza". Se uno baro, per essere punito, dovesse essere prima condannato dalla giustizia ordinaria o dovesse essere giudicato usando le leggi ordinarie, potrebbe andare avanti praticamente all'infinito, con il risultato che a pagare sarebbero gli onesti che verrebbero privati del loro divertimento.

    Detto questo, passiamo al tema tanto caro a noi italiani del "pentimento". Nella lotta fra chi bara e chi cerca di scoprirlo, che abbiamo già visto essere fortemente sbilanciata a favore dei bari, esiste una precisa linea di confine, superata la quale nessun pentimento può essere accettato.

    Chi bara ha la possibilità, in un qualsiasi momento, di pentirsi, spiegare, giustificare ed essere così nella condizione di poter chiedere di essere "perdonato". Lo può fare in ogni momento della sua esistenza di baro, almeno fino a che non viene scoperto. Da quel momento, la sua partita è persa e non può fare più nulla.

    La presenza di questo confine, che deve essere preservato con tutte le forze e senza eccezioni, è necessaria all'esistenza stessa del gioco.

    Per ultimo vediamo la differenza che intercorre fra gioco e sport. Nello sport esistono degli interessi economici importanti che, di fatto, impediscono sanzioni estreme come l'espulsione a vita. Nel gioco la cosa è, fortunatamente, un po' diversa. Se ti scopro a barare non giochi più con me, fine del discorso. E' troppo facile e comodo poter pensare che vi sia una scappatoia a questa regola. Se vi fosse, vorrebbe dire che quel confine vitale è stato spostato in avanti e se è stato spostato una volta significa che lo si può spostare ancora e poi ancora e così via fino alla sua scomparsa.

    Naturalmente, con il cambiare del sentimento comune, i confini possono anche essere spostati fino ad essere eliminati, ma in questi casi è anche necessario cambiare chi li deve vigilare.

    Qui entro nel personale per ribadire un dettaglio importante: io non sono pagato per fare l'arbitro e non ho mai percepito un solo centesimo per il tempo che dedico a questa community. E' un "lavoro" che faccio volentieri perchè, essendo quello che ha sviluppato le regole, vedo che una certa visione etica della loro applicazione è condivisa dall'azienda proprietaria del marchio. Se dovessero subentrare interessi diversi, tali da imporre uno spostamento di quel confine che personalmente ritengo inamovibile, io non avrei alcuna difficoltà ad accettare la nuova situazione e lasciare il mio incarico ad altri. Fino a quel momento continuerò ad arbitrare avendo ben chiaro dove passa il confine fa il lecito e l'illecito.
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  7. #27
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    Re: Q

    Quote Amedeo ha scritto:
    concordo su tutto meno che, se mi è consentito, su 2 punti:
    • in qualunque tipo di giustizia (gioco, penale...) ho sempre avuto un certo odio per la frase "fine pena: MAI" ossia per l'ergastolo. Per me la pena è composta di due componenti. Una dissuasiva che deve avere sufficiente deterrente ed una punitiva che deve essere proporzionata all'evento illecito. Perchè le pene possano essere correttamente graduate non dovrebbe mai esistere una pena massima irrevocabile e cerco di spiegare perchè: caso di omicidio da parte di due criminali nei confronti di due donne; il primo omicida uccide con una pistola alla tempia, l'altro, prima di uccidere commette anche stupro... sono due crimini gravissimi ma uno è piu grave e va punito di piu. Se esiste una sola pena (massima) non posso piu distinguere cosa sia piu grave. Temo di annoiare... mi riservo di spiegare meglio cosa proporrei solo se richiesto....
    • so ed apprezzo il fatto che tu sei arbitro per vocazione e per pura liberalità, senza compenso. Questo ti vale il diritto di affermare che sei disposto a continuare solo fino a che la EG ti lascierà pienissimi poteri e libertà massima di poltico di indirizzo. Obbietto solo che, anche qui, dovrebbe esserci meno "assolutismo" cioè certamente esistono piccole modifiche di orientamento che ti si potrebbero richiedere e che potresti accettare siccome non essenziali e modifiche da te ritenute assolutamente inaccettabili. Il fatto è che il giudice (o l'arbitro) in genere non fanno la legge ma la applicano; il tuo caso, piu unico che raro, unisce i due poteri e meno male che sono riuniti in una persona che reputo saggia, rispettabile ed autorevole ancor piu che autoritaria.

    Mi piacerebbe un tuo commento a questo mio post
    Rispondo volentieri.

    Nel primo caso sono ovviamente d'accordo con te, al punto che, essendo io contrario alla pena di morte, obietto da sempre che questa posizione deve prevedere anche l'essere contrari all'ergastolo, che è, a mio parere, un modo "vigliacco" di condannare a morte una persona. Ovviamente questo prevede il fatto di accettare che il più efferato e mai pentito criminale, prima o poi torni in libertà.

    Nel momento in cui si decide che non vi possa essere una pena massima assoluta è però anche necessario fare una precisa graduatoria dei crimini. Stabiliamo, per esempio, che la pena massima accettabile sia 30 anni. Se questa è la pena massima dobbiamo poi anche stabilire quale sia il reato massimo, per poterlo poi confrontare con gli altri. Diciamo che il genocidio è il reato massimo, a questo punto è evidente che il "semplice" omicidio debba essere punito in modo più lieve, altrimenti torniamo al punto di prima. Il fatto è che se iniziamo a fare una graduatoria di questo genere potremmo anche scoprire che certi reati molto gravi potrebbero essere "declassati".

    Siamo all'accademia pura e immagino che tu, da avvocato, conosca molto meglio di me le implicazioni anche pratiche che questo discorso comporta.

    Torniamo a noi. Se applichiamo il principio in base al quale non deve esistere una pena "assoluta", ci troviamo inevitabilmente di fronte all'esigenza di stabilire, con una certa precisione, tutti i casi possibili, in modo da garantire un sistema "giusto". Questo comporta, inevitabilmente, un corpus di regole molto ampio. Nulla che non si possa fare, però sappiamo entrambi che più il sistema è complesso più diventa in realtà difficile fare giustizia (nel senso di arrivare a una sentenza equa).

    Passiamo al fatto più personale. Se io fossi pagato, avrei in qualche modo un "conflitto di interessi" (so che può far ridere parlarne in Italia, ma io resto convinto che sia una cosa importante), nel senso che il mio metro di giudizio potrebbe cambiare per un certo interesse personale a mantenere un "lavoro". Questo significa che, per interesse personale, io potrei essere soggetto ad accettare dei compromessi sul metodo di giudizio. Così invece non è. Sono un "tiranno" detronizzabile per volontà popolare. La community è infatti libera di chiedere la mia sostituzione in qualsiasi momento se ritiene che i miei metodi siano ingiusti e/o sbagliati, chiedendo a EG che venga messo al mio posto un'altra persona, che meglio interpreti il sentimento comune. EG è libera di chiedermi di modificare il mio metro di giudizio se dovesse ritenerlo sbagliato o inappropriato ai propri interessi e io sono del tutto libero di non accettare, tanto libero da non subirne neppure un danno economico (anzi, per la verità ne guadagnerei in tempo a disposizione).

    Per concludere, parliamo un attimo del caso specifico, cioè quello di sorcino. Sorcino non si è limitato a barare, sorcino, sapendo di essere stato scoperto, ha deciso di tenere un atteggiamento di sfida aperta, arrivando fino alle minacce personali. Lo ha fatto in modo sfrontato e deciso, ora non può chiedere nè scusa nè invocare perdono e, personalmente, non potrebbe fregarmene di meno del fatto che nel frattempo si sia guadagnato la stima e l'amicizia di qualcuno.

    Nella graduatoria dei "crimini" compiuti in RD2, sorcino è al 2° posto e infatti la sua "pena" è inferiore rispetto a quella di chi è al primo posto. Sorcino può infatti giocare liberamente al di fuori delle aree vincolate dall'accredito (e se volete organizzare un torneo e invitarlo siete liberissimi di farlo), mentre a quelli che l'hanno fatta anche più grossa di lui è stato impedito di accedere al gioco.

    Spero di aver dato risposta sufficientemente precisa alle tue domande.
  8. #28

    Re: Bentornato spartac...

    io credo che sorcino si sia innervosito un filino per il mancato accredito.

    dice di no, che non gli importa tanto giocare in chall, ma mi è parso molto irritato e più arrogante di qualche giorno fa.

    a me spiace, come sempre, che qualcuno non abbia ciò che desidera, ma sorcino non è davvero maturo per giocare una partita tra utenti accreditati, ha il commento facile e se poi è nervoso offende, e offende in modo spregevole, e poi fa ancora il furbetto, insinua, poi nega, poi insinua ancora....

    insomma, mi dispiace, ma sorcino, com'era oggi, non va proprio bene.
  9. #29
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    7.9

    Re: Q

    Quote spartac ha scritto:
    Rispondo volentieri.

    Nel primo caso sono ovviamente d'accordo con te, al punto che, essendo io contrario alla pena di morte, obietto da sempre che questa posizione deve prevedere anche l'essere contrari all'ergastolo, che è, a mio parere, un modo "vigliacco" di condannare a morte una persona. Ovviamente questo prevede il fatto di accettare che il più efferato e mai pentito criminale, prima o poi torni in libertà.

    Nel momento in cui si decide che non vi possa essere una pena massima assoluta è però anche necessario fare una precisa graduatoria dei crimini. Stabiliamo, per esempio, che la pena massima accettabile sia 30 anni. Se questa è la pena massima dobbiamo poi anche stabilire quale sia il reato massimo, per poterlo poi confrontare con gli altri. Diciamo che il genocidio è il reato massimo, a questo punto è evidente che il "semplice" omicidio debba essere punito in modo più lieve, altrimenti torniamo al punto di prima. Il fatto è che se iniziamo a fare una graduatoria di questo genere potremmo anche scoprire che certi reati molto gravi potrebbero essere "declassati".

    Siamo all'accademia pura e immagino che tu, da avvocato, conosca molto meglio di me le implicazioni anche pratiche che questo discorso comporta.

    Torniamo a noi. Se applichiamo il principio in base al quale non deve esistere una pena "assoluta", ci troviamo inevitabilmente di fronte all'esigenza di stabilire, con una certa precisione, tutti i casi possibili, in modo da garantire un sistema "giusto". Questo comporta, inevitabilmente, un corpus di regole molto ampio. Nulla che non si possa fare, però sappiamo entrambi che più il sistema è complesso più diventa in realtà difficile fare giustizia (nel senso di arrivare a una sentenza equa).

    Passiamo al fatto più personale. Se io fossi pagato, avrei in qualche modo un "conflitto di interessi" (so che può far ridere parlarne in Italia, ma io resto convinto che sia una cosa importante), nel senso che il mio metro di giudizio potrebbe cambiare per un certo interesse personale a mantenere un "lavoro". Questo significa che, per interesse personale, io potrei essere soggetto ad accettare dei compromessi sul metodo di giudizio. Così invece non è. Sono un "tiranno" detronizzabile per volontà popolare. La community è infatti libera di chiedere la mia sostituzione in qualsiasi momento se ritiene che i miei metodi siano ingiusti e/o sbagliati, chiedendo a EG che venga messo al mio posto un'altra persona, che meglio interpreti il sentimento comune. EG è libera di chiedermi di modificare il mio metro di giudizio se dovesse ritenerlo sbagliato o inappropriato ai propri interessi e io sono del tutto libero di non accettare, tanto libero da non subirne neppure un danno economico (anzi, per la verità ne guadagnerei in tempo a disposizione).

    Per concludere, parliamo un attimo del caso specifico, cioè quello di sorcino. Sorcino non si è limitato a barare, sorcino, sapendo di essere stato scoperto, ha deciso di tenere un atteggiamento di sfida aperta, arrivando fino alle minacce personali. Lo ha fatto in modo sfrontato e deciso, ora non può chiedere nè scusa nè invocare perdono e, personalmente, non potrebbe fregarmene di meno del fatto che nel frattempo si sia guadagnato la stima e l'amicizia di qualcuno.

    Nella graduatoria dei "crimini" compiuti in RD2, sorcino è al 2° posto e infatti la sua "pena" è inferiore rispetto a quella di chi è al primo posto. Sorcino può infatti giocare liberamente al di fuori delle aree vincolate dall'accredito (e se volete organizzare un torneo e invitarlo siete liberissimi di farlo), mentre a quelli che l'hanno fatta anche più grossa di lui è stato impedito di accedere al gioco.

    Spero di aver dato risposta sufficientemente precisa alle tue domande.
    Grazie davvero esauriente e difficile non concordare
  10. #30
     soldato
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: ottobre 2007
    Messaggi: 84
    Profilo: 528 visite
    Gradimento: 32
    6.6

    Re: mi spiace per Sorcino

    ....pure io sarei stato favorevole a dare un altra possibilità a Sorcino,nelle partite giocate con lui si e' sempre comportatato correttamente ,peccato veramente... ciao cmq da Cat

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