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Public Enemies (
Nemico pubblico) del regista
Michael Mann con
Johhny Depp e
Christian Bale è un film che voglio sicuramente andare a vedere al cinema.
Il film narra la storia del celebre rapinatore di banche
John Dillinger (interpretato da Johnny Depp), considerato il “
pericolo pubblico n. 1” dall’
FBI di J. Edgar Hoover, e della grande caccia all’uomo che fu messa in atto per catturarlo dall’agente Melvin Purvis (Cristian Bale), che alla fine uccise Dillinger nel 1934.
Dillinger si guadagnò la fama di
moderno Robin Hood del crimine “quando, al termine delle abituali rapine, prese l’abitudine di dare alle fiamme i registri su cui erano annotati i debiti e le ipoteche, riuscendo ad attirare su di sé la riconoscenza di tanti clienti a corto di denaro in quegli anni di crisi economica e la simpatia di buona parte dell’opinione pubblica.” (fonte: Wikipedia)
Ambientato nella
Chicago della
Grande Depressione Public Enemies sembra avere tutte le carte in regola per essere un gran bel film: la storia, l’ambientazione, il regista (Mann è uno dei miei preferiti) e gli attori Johnny Depp e Cristian Bale.
Johnny Depp, in particolare, ha dimostrato ancora una volta con questa interpretazione di essere uno dei migliori attori degli ultimi 15-20 anni.
Straordinario, camaleontico (provate a vedere quanto assomiglia fisicamente al vero Dillinger), eclettico come pochi, Johnny Depp è capace di passare con estrema facilità e bravura da
Jack Sparrow della saga dei
Pirati dei Caraibi, al diabolico barbiere di
Sweeney Todd, dal bizzarro
Willy Wonka de
La fabbrica di cioccolato al
Cappellaio Matto nell’attesissimo
Alice nel paese delle meraviglie di Tim Burton.
Mi ha colpito molto una dichiarazione di Johhny Depp riguardo al lavoro da lui fatto per aderire al personaggio di John Dillinger: “
Recitando nei suoi panni mi è sembrato di avere il suo stesso sangue, la sua figura mi ha ricordato quelle di mio padre e di mio nonno, e credo che lo stesso sentimento fosse vissuto dalla gente di allora. Era uno di quei personaggi che hanno vissuto senza compromessi, nel tempo in cui un uomo era un uomo“.
Ecco,
questa frase finale più che un invito mi suona come un
irresistibile richiamo ad andare a vedere il film.