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Discussione: DA TARANTO A BELLUNO: LA LUNGA LISTA DELLE AZIENDE CHE OGGI NON RIAPRONO
  1. #1
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    DA TARANTO A BELLUNO: LA LUNGA LISTA DELLE AZIENDE CHE OGGI NON RIAPRONO

    Per Michele:

    CB è una sezione dedicata a discussioni che esulano dal gioco: so che hai un esubero di napalm.....ma co sta crisi dovresti essere parsimonioso...

    DA TARANTO A BELLUNO: LA LUNGA LISTA DELLE AZIENDE CHE OGGI NON RIAPRONO

    August 31st, 2009



    Purtroppo molti, tornando dalle ferie o dopo un mese di attesa forzata nella calura delle città, si troveranno con una pessima notizia, nonostante tutti i proclami di positività da parte di Confindustria e dell’attuale Governo.

    La realtà dei fatti è che queste aziende riportate di seguito sono tra le maggiori in Italia. E sono tutte avviate alla chiusura. Parliamo di dati concreti, non di dati generici:

    - Ideal Standard di Belluno e Pordenone: 250 esuberi più altri in arrivo, già annunciati
    - Safilo, stabilimenti friulani: altri 500 posti a rischio, più quelli già in cassa integrazione da tempo.
    - Carraro di Campodarsego: 650 in cassa integrazione.
    - Marzotto di Portogruaro: 250 in contratto di solidarietà da due anni, in scadenza
    - Myair di Vicenza: 250 licenziamenti in arrivo.
    - Merloni di Fabriano e Nocera Umbra: 3000 dipendenti in attesa che qualcuno compri la fabbrica in ammnistrazione controllata.
    - Cablelettra e Cablelettra Sud: 400 licenziati negli ultimi 3 anni, 300 già in mobilità, circa 200 in cigo a rotazione, l’azienda in amministrazione controllata da agosto 2009, è in attesa di commesse nel settore auto.
    - Manuli Rubber di Ascoli Piceno: altri 375 messi in mobilità.
    - Roccatura di Russotto a Prato sotto sfratto, per ora è stato salvato dalla solidarietà degli altri terzisti che hanno bloccato l’ufficiale giudiziario.
    - Radicifil di Pistoia: 140 che dovevano entrare in cassa integrazione a rotazione e invece non torneranno al lavoro, licenziati per ‘eventi improvvisi’ molto poco chiari
    - Delphi di Livorno: 400 lavoratori a casa, confermata la chiusura.
    - Siderurgico di Taranto: dopo le ferie forzate per i 3 mila dell’Ilva, si rientra in pochi, con 6500 in cassa integrazione.
    - Petrolchimico di Porto Torres: l’Eni chiude il petrolchimico, a rischio certo i 900 lavoratori addetti oltre ad altri 800 occupati nell’ indotto.

    Non bastasse, queste sono solo alcune. Dov’è quindi questa ripresa? Ce lo chiediamo. Attualmente ci sono circa 18.000 precari della scuola che resteranno a casa disoccupati, più i quasi 500.000 delle graduatorie di terza fascia che rischiano di non essere chiamati per le supplenze, dove saranno invece riciclati i docenti delle graduatorie ad esaurimento.

    Ci sono di fatto 20 mila posti di lavoro in Piemonte già svaniti nei settori auto, metalmeccanico, tessile e orafo. Ci sono 6 mila posti in meno in Lombardia nel tessile, 1500 in meno in Veneto nei settori chimico, sanitari e tessile. Sono già spariti da giugno 20 mila posti nelle Marche nei settori elettrodomestici, gomma, cantieri navali più 70 mila nel Lazio, 8 mila in Puglia e 12 mila in Campania, dovuti in gran parte al crollo dell’indotto Fiat che ha colpito anche la Sicilia, con 3 mila posti in meno.

    Sono più di 200 mila posti di lavoro in meno. Significa 200 mila persone in più disoccupate.
    Dov’è la fine di questa crisi?
  2. #2
     S.tenente
     
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    Re: DA TARANTO A BELLUNO: LA LUNGA LISTA DELLE AZIENDE CHE OGGI NON RIAPRONO

    E per fortuna che la crisi stava passando!!!!!!!!
    Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro.
  3. #3
     Caporale
     
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    Re: DA TARANTO A BELLUNO: LA LUNGA LISTA DELLE AZIENDE CHE OGGI NON RIAPRONO

    La crisi non passerà. Ne avremo per tutto il 2010.

    Poi saremo condizionati tantissimo dagli Usa. Dalla sua economia. Personalmente non credo in una ripresa in tempi brevi. Le aziende americane anche se salvate dal governo devono riborsare gli aiuti ricevuti dalla banca centrale americana, pena un'aggravio del deficit USA.

    Il mio pensiero va alle famiglie dei disoccupati in difficoltà e nel mio piccolo vorrei far qualcosa ma che cosa...
    Vorrei gridare il mio sdegno
    Perchè il governo non fa qualcosa di veramente concreto per le famiglie in difficcoltà.

    Michele
    Michele F.

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