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Discussione: Il senso della vita
  1. #31
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    Re: Il senso della vita

    Quote nebula ha scritto: Visualizza il messaggio
    Il senso della vita è poter arrivare a 70 anni e poter raccontare la tua vita ai tuoi nipotini mentre loro ti guardano con gli occhi spalancati e la bocca aperta.

    e ti dicono :"Ma davvero, nonno Giuseppe hai vinto 2 chall? Dai raccontacela ancora....."
  2. #32
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    Re: Il senso della vita

    Quote oscarr ha scritto: Visualizza il messaggio
    Hai notato che solo lo sguardo dei cani e degli anziani, hanno la stessa limpidezza e profondità? Io si....
    ..perchè erano gli stessi occhi. Quelli di Wolf


    Quando le forze della natura si scatenano, si creano condizioni
    che possono essere vissute solo da una manciata di uomini
    Davide Giardina
  3. #33
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    Re: Il senso della vita

    Quote alobox ha scritto: Visualizza il messaggio
    il senso della vita è mio figlio.

    è la prima cosa sensata che ti vedo scrivere in tanti anni che ti conosco

















    p.s. ti ricordi quando anni addietro ti dicevo che ti cambiano la vita??
  4. #34
     T. Colonnello
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    Re: Il senso della vita

    la vita ha un senso o il senso aiuta a vivere meglio?
  5. #35
     Magg. C.te
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    Re: Il senso della vita

    Quote jacuzzi ha scritto: Visualizza il messaggio
    la vita ha un senso o il senso aiuta a vivere meglio?



    RIUSCIRA' IL NOSTRO EROE A FARLA FRANCA?
    O SARA' LA FRANCA A FARSI IL NOSTRO EROE?



  6. #36

    Re: Il senso della vita

    Quote alobox ha scritto: Visualizza il messaggio
    il senso della vita è mio figlio.



    anche per me il senso della vita rimane in primis Mio Figlio.
    Ieri l'ho accompagnato per una seduta dal dentista, il mio grande amore ha appena 4 anni, con molto giudizio si è seduto nell'orribile sedia, e senza battere ciglio faceva tutto quello che gli chiedeva la dottoressa.
    Dopo essere stato torturato per ben 30 minuti, una lacrima scendeva dal suo viso.
    Mi sono commosso
  7. #37
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    Re: Il senso della vita

    Fino ai 10 anni il senso della vita era restare fuori a giocare a pallone il piu tardi possibile, poi è diventato avere il motorino piu veloce e alla moda.

    Dai 18 ai 30 anni è stato il piu possibile e dormire il meno possibile, con grandi sacrifici quando suonava la sveglia.

    Dai 30 ai 36 anni il senso della vita me lo davano gli amici che ci lasciavano per sempre, cosa questa che ti fa riscoprire l'istinto di sopravvivenza.

    A 36 anni son diventato padre per la prima volta, e quest'evento ti sconvolge cosi tanto da non aver piu spazi personali, desideri da esaudire se non i suoi.

    Sto diventando papà per la terza volta ed il senso della vita adesso è semplificare in ogni modo possibile il loro futuro, spronandomi ad avere idee e progetti da sottoporre a loro, in modo che possano sperimentare e trovare la loro strada.

    Nel fututo prossimo il senso della vita sarà probabilmente far si che la mia vita abbia avuto un senso.

    Ok, l'alcol uccide...ma non dimentichiamoci quanti ne ha fatti nascere...
  8. #38
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    Re: Il senso della vita

    E' stato bellissimo leggervi

    Mi e' piaciuto tutto:

    generare altra vita, l'amore, i sorrisi, figli, essere ricordati, i panini alla salsicciotta, i videogiochi, la porchetta, il vino, il sesso, il raccontare la propria vita ai nipotini, ricordare i defunti, ...

    Trovo l'intervento di oscarr vicino alla mie idee di qualche anno fa.

    E trovo gli interventi di gepop, jacuzzi e risikopedia vicini alle mie idee attuali.

    Ho scritto un intervento un po' lunghetto, chi vuole puo' saltare subito all'ultima parte del mio prossimo messaggio, in cui sintetizzo.
    Giudicare preclude la possibilità di conoscere.
    "La mia libertà finisce dove comincia la vostra." - Martin Luther King

    Non abbandonerò alcuna partita, per alcun motivo, nemmeno subito dopo lo start. Questa comunicazione è da considerarsi sostitutiva di una analoga comunicazione pre-partita.

    http://forum.egcommunity.it/showthre...06#post1124806
    Quando diamo un giudizio assoluto (non limitato ad un fatto) su una persona, stiamo in realtà esprimendo il giudizio che abbiamo di noi stessi.
  9. #39
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    Re: Il senso della vita

    Quote gepop ha scritto: Visualizza il messaggio

    la vita ha senso,
    se riesci a dargli un senso.
    io tento di dare agli altri quello che gli serve.
    siamo tutti acrobati.....
    facciamo acrobazie sul trapezio della vita!!!!!
    commovente davvero....ma come hai fatto?



    una preghiera per il vostro ..
  10. #40
     Colonnello
     
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    Re: Il senso della vita

    E' stato bellissimo leggervi

    Mi e' piaciuto tutto:

    generare altra vita, l'amore, i sorrisi, figli, essere ricordati, i panini alla salsicciotta, i videogiochi, la porchetta, il vino, il sesso, il raccontare la propria vita ai nipotini, ricordare i defunti, ...

    Trovo l'intervento di oscarr vicino alla mie idee di qualche anno fa.

    E trovo gli interventi di gepop, jacuzzi e risikopedia vicini alle mie idee di poco tempo fa.

    Probabilmente noi non stiamo vivendo (ad un livello piu' alto), ma facciamo parte di qualcosa difficile da comprendere.

    Quindi il senso di qualcosa che non esiste (la vita) o non c'e' oppure e' qualunque cosa.

    Potrei dire che ogni volta che mi sento vivo, a prescindere da cosa stia facendo e da cio' che ha prodotto questa sensazione, quel momento ha senso.

    Quindi il senso della vita e' relativo alla propria mente, ogni volta che la si coinvolge ad un punto tale da emozionarci (sia per dolore che per gioia) siamo dentro al nostro senso della vita.

    Ma tutto cio' non mi soddisfa completamente.

    Non so quale sia il senso della vita in assoluto e nemmeno quale sia il senso della mia vita.

    Probabilmente l'errore sta proprio nel partite dal senso assoluto, e poi scendere nel particolare, al mio senso.

    La partenza da se stessi e' probabilmente migliore.

    Siamo come un automobile su una strada, che non sa perche' e' li'. Qualcun altro lo sa. Riuscendo a scoprire perche' siamo li' (che so, il conducente sta portando la famiglia a fare un pic nic) forse sentiremmo di avere un senso.

    Ma se qualcuno ci desse una informazione falsa a cui crediamo, forse sentiremmo comunque di avere un senso.

    Se cio' che ci fa star bene e' avere un senso, ma non possiamo avere la certezza di quale sia il vero senso, perche' non possiamo inventarcelo il senso?

    Purtroppo a me inventarmi un senso non gratifica quasi mai. Ancora non ho capito se sia perche' ho inventato un senso che non mi soddisfa completamente o perche', come temo, non e' il senso assoluto.

    Tornando all'esempio dell'auto, quest'ultima potrebbe (come me) non accontentarsi del senso di portare una famiglia a fare il pic nic e chiedersi che senso abbia per la famiglia andare a fare il pic nic.

    L'auto potrebbe scoprire che anche il conducente che sta portando la famiglia a fare il pic nic non ha un senso assoluto.

    Anche il conducente e la sua famiglia si muovono all'interno di una realta' di cui cercano il senso.

    Il senso potrebbe essere dato da Dio (scorciatoia comoda) e cosi' la faccenda e' risolta. Dio sa tutto, e' lui il senso assoluto, io faccio quel che vuole lui e sto a posto, la mia vita ha senso.

    A me non soddisfa proprio per niente, perche':

    1) L'esistenza di Dio non e' affatto certa.

    2) Anche se Dio esistesse non sono affatto sicuro che la sua volonta' sia stata correttamente e precisamente interpretata (basti dire che esitono diverse religioni, alcune delle quali interpretano diversamente i medesimi eventi).

    Pero' se se Dio esistesse come concetto di onnipotente ed onniscente, anche io (e tutti noi) dovrei far parte di Dio, quindi il senso dela vita dovrebbe far parte di me.

    Quindi mi pare chiaro che se Dio esiste comprende tutto e io ne faccio ovviamente parte, come tutti.

    Se invece non ne facessi parte, anche se esistesse un essere di grandi capacita' non sarebbero comunque capacita' infinite e non sarebbe un Dio, in quanto io non faccio parte di lui. Sarebbe un essere extraterrestre, probabilmente piu' evoluto e potente e che potrebbe darci molte risposte, ma non avrebbe probabilmente la risposta ultima sul senso della vita.

    Ma lo scoprire se sono Dio oppure no spetta a me? Da rilevare che se non sono Dio, la conseguenza e' che Dio non esiste, per tutti.

    La cosa e' problematica, e crea un paradosso. Io posso non essere Dio e quindi a rigor di logica Dio non esiste, mentre un altro puo' essere Dio e quindi a rigor di logica Dio esiste e anche io ne faccio parte.

    In genere, la storia della scienza insegna, i paradossi si risolvono ammettendo cio' che si e' osservato senza cercare di contestarlo.

    Quindi una possibilita' e' ammettere che sia possibile che qualcuno sia Dio e qualcun altro no.

    Quindi convivrebbero due universi, uno con Dio (compresi tutti coloro che sono in lui) e uno senza Dio in cui ognuno e' scollegato dall'altro.

    Ma come risolvere il problema che Dio deve comprendere tutto? Come puo' comprendere tutto e al contempo escludere una parte di umani?

    La risposta che mi viene in mente e' che tutto cio' che esiste e' Dio, e anche noi ne facciamo parte, ma possiamo scegliere di staccarci da Dio.

    Questo pero' comporta che Dio sia finito (e non infinito).

    E comporta anche che chi si stacca da Dio e' comunque Dio. E non e' chiaro se le parti (gli uomini) che si staccano singolarmente possano unirsi (pur restando staccate dal Dio da cui provengono).

    Se una nuova unione fosse possibile ecco che si potrebbero creare diverse religioni, ognuna con un proprio Dio di riferimento.

    Questo pero' frammenterebbe Dio in molti Dei, riducendone presumibilmente il potere.

    Il "Dio cattolico" potrebbe avere un comportamento similare, ad esempio, ad EG? Quando qualcuno cerca di creare un altro forum, EG cerca di contrastarlo per non perdere membri della sua comunita'.

    E' per questo forse che i vari "Dio" delle varie religioni promettono tutti (in modi diversi) la vita eterna?

    Cercano di avere una comunita' il piu' ampia possibile?

    Questa teoria spiegherebbe l'atteggiamento apparentemente contrastante del "Dio cattolico" (o per meglio dire della chiesa cattolica).

    Contrastante perche' da un lato vuole la procreazione (e' contro le unioni omosessuali che non danno figli), ma solo all'interno di vincoli (sacralita', matrimonio) da lui imposti. Quest'ultimo aspetto tende a far diminuire la procreazione, che sarebeb maggiore se tutti/e fossimo liberi di procreare con tutti/e.

    La spiegazione sembra essere appunto che un essere vivente che nasce e' un bene SE e SOLO SE sara' cattolico, altrimenti fara' parte di un altro Dio.

    Quindi la procreazione deve avvenire all'interno di un contesto (famiglia e societa' cattolica) che convinva il nascituro a far parte (probabilmente) del Dio cattolico.

    Il problema e' che io, come sicuramente molti altri, non ho individuato alcun meccanismo per aderire ad un Dio o per staccarmi da esso o per far aderire altri a me e al mio Dio.

    Eppure in quanto Dio dovrei essere a conoscenza di tale meccanismo.

    Quindi rimane solamente la possibilita' di un Dio unico direi, onnipotente ed onniscente, di cui noi siamo parte.

    La cosa "gira" dal punto di vista logico?

    Inizialmente qualche umano ha identificato diverse divinita' negli eventi atmosferici, ma poi abbiamo capito che il tutto dipende da eventi fisici che siamo stati in grado di comprendere.

    Sostanzialmente abbiamo scoperto un po' di noi stessi, in quanto tutto fa parte di noi stessi.

    Pian pianino ci avviciniamo al potere assoluto man mano che acqusiamo conoscenza. Ma che significa? Significa che noi ci eleviamo? Che differenza c'e' nel sapere come si scatena un fulmine e non saperlo? A me non pare che acquisiamo un potere esecutivo diretto con la conoscenza, dobbiamo comunque utilizzare degli strumenti od azioni del nostro corpo del tutto umane.

    E poi, se siamo pate di Dio, perche' non abbiamo accesso diretto alla conoscenza piu' elevata, o almeno a linee guida?

    Le nostre gambe ricevono ordini da parte del nostro cervello. A me non pare di riceverne dall'alto.

    Non mi pare soddisfacente nemmeno cosi'.

    Rimane la possibilita' che non ci sia il libero arbitrio, e la nostra mente non sia realmente una mente, ma un apparato che fa parte del Dio.

    E quindi le risposte che ci da'la mente per farci agire ogni giorno come agiamo, sono in realta' provenienti dal "cervello di Dio" e noi le eseguiamo, cosi' come una nostra gamba esegue gli ordini del "nostro cervello".

    Che tristezza. Eppure cosi' la cosa "gira". O forse no.

    C'e' qualcosa che, pur negativo, dimostra che questa visione non funziona: il litigio!

    Facciamo milioni di litigi e centinaia di guerre. E' ovvio che questo incide profondamente sulle persone coinvolte e rende meno efficiente il loro cammino.

    Quindi, se fossimo "comandati", chi ci comanda eviterebbe litigi e guerre che rallentano l'esecuzione delle azioni.

    Meno male, sarebbe stato triste essere solamente un robot al soldo di "qualcuno" (sempre che in realta' Dio non si diverta con se stesso nel far confliggere tra loro le sue parti).

    Quindi, che ci resta?

    Come Dio non molto.

    La visione cattolica sicuramente no. Un Dio che ci punisce (vecchio testamento) perche' gli disubbidiamo contraddice sicuramente il fatto che sia onniscente, visto che si arrabbiava come un immaturo se non facevi quel che voleva lui.

    Non e' nemmeno onnipotente, altrimenti ci avrebbe costretti (visti gli atteggiamenti da immaturo) a fare esattamente quel che voleva.

    Il fatto che abbia cercato di farci fare quel che voleva lui con eventi grandi si, ma comunque modesti rispetto all' Universo e alle teoriche possibilita' di un essere onniscente ed onnipotente, dimostra chiaramente i suoi limiti.

    Sempre poi che diluvio universale, ecc. siano eventi reali.

    Non e' nemmeno infinito, se appunto noi possiamo esserne fuori. Insomma, non e' Dio, non e' quell'essere che avrebbe tutte le risposte, se esistesse, compresa la fondamentale sul senso della vita.

    L' Universo potrebbe essere abitato oltre che da noi, anche da altre civilta' (alcune piu' avanzate tecnologicamente della nostra). E' plausibile anche ipotizzare che una o piu' di una ci abbia visitato.

    Non si puo' escludere appunto che "colui" che si e' autodefinito Dio tramite Gesu' fosse una civilta' extraterrestre.

    Se un Dio esiste, la mia percezione e' che non sia mai intervenuto nella nostra vita, fatta eccezione per:

    1) aver creato il nostro universo (ed eventualmente altri universi)

    2) sostenere costantemente le leggi fisiche impostate inizialmente per il nostro Universo. Detto in altre parole significa che questO Dio potrebbe fare qualunque cosa, ma invece ha scelto e sceglie costantemente di simulare un insieme di regole immutabili (quelle che gli scienziati e anche i non scienziati scoprono), sostenendole in ogni istante, al punto da creare l'illusione che non ci sia nulla oltre a questo Universo.

    Ne consegue che se lui non viene da noi, l'unico modo per incontrarlo sarebbe andare noi da lui.

    Vabbhe', concludiamo. Sintetizzo.

    -------------------------------------------------

    La mia idea e' che Dio, se esiste, non e' infinito (e qui non parlo del "Dio" cattolico, che non e' nemmeno un Dio, ma del Dio che sta al di sopra anche del "Dio" dei cattolici).

    Occorre rinunciare all'idea classica di Dio come essere onnipotente ed onniscente, in quanto noi sembriamo avere capacita' decisionali autonome (o comunque, anche se fossero azioni predeterminate, esse sono talmente incoerenti e contrastanti da non poter essere parte di un unico disegno), e questo mal si coniuga con l'idea di un essere onnipotente al quale possiamo disobbedire.

    Pare anche che la nostra vita non sia inutile, altrimenti non ci sarebbe motivo per crearla. Sostanzialmente Dio ci crea perche' ha bisogno di noi, ma non puo' controllarci, quindi possiamo pure fargli del male. E' un po' come aiutare qualcuno sperando di averne in cambio qualcosa, ma senza averne garanzie.

    Il nostro ruolo nel creato comunque non mi e' affatto chiaro.

    Non mi e' chiaro se abbiamo una interdipendenza con Dio oppure no, cioe' se le nostre azioni hanno influenza su di lui e viceversa.

    Sarei orientato per l'interdipendenza, perche' altrimenti la nostra vita non avrebbe ragione di esserci.

    Se e' ragionevole che tutto sia collegato (cosi' come lo e' ogni evento nel nostro Universo, e pertanto lo dovrebbe essere anche per eventuali altri universi in relazione col nostro e con Dio stesso), la nostra vita incide sulla vita di tutto il creato, in qualche misura.

    E, come gia' detto, il fatto che esistiamo significa che non siamo inutili.

    Il fatto che possiamo avere decisioni autonome significa che in qualche modo siamo divini, o abbiamo un privilegio divino.

    Quindi il senso della vita ce lo dobbiamo creare noi. Purtroppo (o per fortuna) non ci e' dato sapere perche' ce lo dobbiamo creare noi.

    Tornando al "Dio cattolico" direi che si tratta solamente di un "incidente di percorso", forse di qualche civilta' che abbia voluto influenzarci (per ragioni che non conosco) e con la quale forse ci relazioneremeo apertamente, in futuro.

    Mi pare assurdo ed illogico un Dio che decida di manifestare la sua volonta', ma lo faccia soltanto a pochi. E' irragionevole.

    Ha invece senso manifestarsi con tutti, una volta deciso di farlo, ma questa decisione non e' stata presa.

    Ha pure senso non manifestarsi con nessuno, decisione che e' stata presa secondo me.

    Insomma, da un Dio mi aspetto una decisione universale, non una piccola e fugace apparizione per pochi.

    Quindi il senso della vita per me e' un atto di coraggio nell'infischiarsene di sapere perche' sono al mondo ed essere me stesso anche se sembra non avere alcun senso.

    La vita va goduta appieno ed apprezzata in qualunque istante. Ho ancora molto da lavorare.

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