Forse non tutti sanno che, da quasi due anni a questa parte, il settore del credito è stato rivoluzionato. Banche e finanziarie sono i soggetti passivi di questa rivoluzione che è partita a livello europeo ma che in Italia è stata portata avanti da Draghi (e quindi Banca d'Italia) come un rullo compressore.
Sono stati assorbiti e riformati enti di controllo, sono state recepite e attuate tutta una serie di normative sul credito, hanno fatto partire una serie di controlli sul territorio con la perseveranza di una Santa Inquisizione e infine è stato istituito un nuovo ente per la risoluzione delle controversie fra consumatore e banca/finanziaria
il 18 giugno 2009, Banca d'Italia ha dato vita a l'
Arbitro Bancario Finanziario (d'ora in poi ABF) che sostituisce la buffonata precedente (l'Ombudsman) la quale chiamava a dirimere le controversie le banche stesse.
L'ABF è semplice, serio ed efficace. Il sistema non si sostituisce alla giustizia ordinaria e non è, pertanto, vincolante per le parti in causa: tuttavia, l'autorevolezza dei suoi giudizi valgono come una condanna.
Il procedimento è semplice. Se sorge una controversia con un intermediario finanziario (quindi anche le Poste, oppure gli Istituti di Moneta Elettronica), il consumatore dovrà
in primis rivolgersi all'Istituto per tentare una conciliazione. Se non sarà soddisfatto (interamente o parzialmente), prima di rivolgersi ad un avvocato, potrà sporgere ricorso a l'ABF versando una cauzione di 20 euro (che verranno restituiti in caso di accoglimento del ricorso).
A questo punto un collegio valuterà tutta la documentazione del ricorrente e darà un breve lasso di tempo alla parte in causa per produrre una replica.
Tutta la procedura si svolge in tempi brevi, infatti il collegio giudicante, una volta che il ricorso sia giudicato ricevibile, si esprimerà al
massimo entro sei mesi (se non vi sono sospensioni tecniche, bastano anche quattro mesi).
Nel caso in cui il ricorso venga accolto, l'intermediario chiamato in causa sarà tenuto ad adempiere entro 30 giorni (a meno che non venga esplicitamente fissato un termine diverso).
In caso di inadempienza (totale o parziale), il ricorrente potrà sempre rivolgersi alla giustizia ordinaria...ma forte di una condanna autorevole.
Inoltre (e questo è un deterrente decisivo), gli intermediari inadempienti verranno messi alla gogna in un albo accessibile online con conseguente pubblicità negativa (e col serio rischio che Banca d'Italia prenda spunto dall'inadempienza per andare a fargli visita. E vi assicuro che non scherzano per nulla...fra i controllori c'è persino uno che lavorato alla Direzione investigativa Antimafia per 15 anni
).