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Discussione: Forte scossa di terremoto
  1. #681
     Colonnello C.te
     
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    Re: Forte scossa di terremoto

    http://video.repubblica.it/dossier/t...98?ref=HREC1-3

    Signore e signori, questo qua è il nostro ministro dell'interno..ha invitato i francesi a mettersi una penna nel davanti a tutti oltretutto con discorso preparato
    "..le parole del colonnello dicevano stranamente che l' Italia era la',la'...dove,non lo intendevamo,ma noi la facemmo lì,fra i reticolati,sotto gli occhi severi e giudici dei prigionieri russi e francesi che volevano vedere chi fossero questi-"macaroni"-" Adler Raffaelli
  2. #682
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Quote oscarr ha scritto: Visualizza il messaggio
    Per quelli come te, l'Italia é al massimo la Nazionale di calcio.

    Usa il maiuscolo quando scrivi il nome di un paese. Sei grandicello...non puoi continuare a scrivere come un bambino.

    ps perché non vieni a trovarmi a Torino...la città ti piacerebbe tantissimo. Anche con un occhio nero.
    Cosi' come per te il Nostro bel Paese e' una sorta di sputacchiera! A questo punto ti consiglio la germania per i nazzisti come te ha sempre un suo perche'!
    Per quanto riguarda l'occhio nero potra' anche essere (forse) , ma di certo ti insulterei lo stesso .


    Anzini Luciano Perfidowilli............
    siamo tutti come willy il coyote, cade ma non molla mai!
    #iostendoipanni
  3. #683
     Maresciallo
     
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Quote lucius ha scritto: Visualizza il messaggio
    Dico questa e poi chiudo.
    Senza tirare in ballo la limonata del vernacoliere dopo i 3000 morti di piazza tien ammen o tutte le vignette anche nostrane sull'11 settembre, fino alla mondezza che talvolta gira nel web sui morti nel mediterraneo è particolarmente curioso di come ci indignamo in maniera selettiva.
    Che è anche il motivo per cui ci Scaldiamo, lottiamo e protestiamo solo quando è il nostro culo sulla brace, ragione per la quale il nostro senso civico e di collettività è mediamente tra i più imbarazzanti del mondo occidentale.
    Non penso che l'autore della vignetta volesse offenderci...è piuttosto come uno schiaffo dato in una situazione di panico e smarrimento a qualcuno non in grado di reagire.
    Ti do uno schiaffo ma ora svegliati e mettiti in salvo!! Poni rimedio.
    Anche a me rompe le palle quando vengo redarguito soprattutto in maniera brusca ma se sono nel torto cerco di porre rimedio piuttosto che prendermela con chi mi ha, anche in malomodo, messo in guardia.
    Lucio , Hebdo e' un giornale di satira e ok ci sta , ma di cattivo gusto prendere 295 morti e farne vignetta per dire agli Italiani che siamo governati da imbecilli!
    perche' l'immagine che ne esce e' la solita Pizza Pasta Mandolino e mafia.

    Lo spieghi tu agli stolti che leggono quella vignetta e a chi l'ha fatta che forse Amatrice o Norcia o Assisi di certo non l'hanno costruite i mafiosi?
    Fosse caduto un meteorite su Amatrice? Che facevano una vignetta stile pizza pasta mandolino e mafia perche'non siamo stati in grado di costruire uno scudo spaziale???

    E' satira per l'amor di Dio ! ma di basso livello che mai mi sarei aspettato da un giornale come il loro , sto sempre dalla parte della liberta' di stampa ma mi indigno quando la liberta' dipinge il Nostro Paese cosi'!

    Satira poi che arriva da una Nazione che non e' stata in grado di proteggere i propri cittadini ! e non da un sisma da un meteorite o uno tzunami.
  4. #684
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Quote oscarr ha scritto: Visualizza il messaggio
    Per quelli come te, l'Italia é al massimo la Nazionale di calcio.

    Usa il maiuscolo quando scrivi il nome di un paese. Sei grandicello...non puoi continuare a scrivere come un bambino.

    ps perché non vieni a trovarmi a Torino...la città ti piacerebbe tantissimo. Anche con un occhio nero.
    basta con queste caxxate da asilo!!!
    Sono sicuro che appena vi vedete vi mettete a ridere e davanti a una birra parlate di risiko e gnocca!

    Questo é il luogo dove da 13 anni ci si scazzotta virtuale ma poi si diventa amici per la vita. E a noi puace cosí !!!


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    We are the sons and daughters of all the freedom fighters.
    And there are still many rivers to cross.
    Hands in the air, screaming loud and clear for freedom, justice and equality.
    There is no black or white, there is only right and wrong.
    We are unknown heros, we are flesh and we are blood.
    We are the great future.
    We need to get back to the joy of living.
    We are five fingers of an empty hand.
    But together, we can also be the fist.
    Sometimes change can be as simple as two hands reaching for one another.
    Clap your hands.


  5. #685
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Quote highlander ha scritto: Visualizza il messaggio
    basta con queste caxxate da asilo!!!
    Sono sicuro che appena vi vedete vi mettete a ridere e davanti a una birra parlate di risiko e gnocca!

    Questo é il luogo dove da 13 anni ci si scazzotta virtuale ma poi si diventa amici per la vita. E a noi puace cosí !!!


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    tutto molto bello...,ora levati da lì davanti grazie
  6. #686
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Quote fortitudo ha scritto: Visualizza il messaggio
    domandati anche quale sia la volontà di chi indirizza all'indignazione. Che sia il loro (degli altri ) business ?

    Dubito che sia stata venduta anche solo una copia in più in Italia...
    Questo è il loro "stile". Io non dubito affatto che ogni qualvolta pubblicano una vignetta dissacrante alzano il livello di attenzione verso di loro e con esso anche gli introiti. Non credo che per loro sia importante poi che arrivino dall'italia o da altre parti purchè arrivino. Lo hanno fatto con tutti contro tutti ed ogni volta sotto questo aspetto è stato un successo.
    Parlarne come se ne sta parlando su tutti i social è un grande affare. Per oggi e per domani. Fino a che pensiamo che questa loro è satira e che debbano godere della libertà di opinione.
    manila di filippo
  7. #687
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Quote malina76.. ha scritto: Visualizza il messaggio
    Questo è il loro "stile". Io non dubito affatto che ogni qualvolta pubblicano una vignetta dissacrante alzano il livello di attenzione verso di loro e con esso anche gli introiti. Non credo che per loro sia importante poi che arrivino dall'italia o da altre parti purchè arrivino. Lo hanno fatto con tutti contro tutti ed ogni volta sotto questo aspetto è stato un successo.
    Parlarne come se ne sta parlando su tutti i social è un grande affare. Per oggi e per domani. Fino a che pensiamo che questa loro è satira e che debbano godere della libertà di opinione.
    non ci siamo intesi....ho serie difficoltà a credere che produrre una vignetta simile generi profitti immediati.....al contrario sono certo che i click sulle pagine dei pessimi quotidiani on line italiani abbia generato un bel flusso.
    La loro è satira , non ti piace? amen. Ti piace? abbonati . tutto il resto sono caxxate
  8. #688
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Quote perfidowilli ha scritto: Visualizza il messaggio
    Lucio , Hebdo e' un giornale di satira e ok ci sta , ma di cattivo gusto prendere 295 morti e farne vignetta per dire agli Italiani che siamo governati da imbecilli!
    perche' l'immagine che ne esce e' la solita Pizza Pasta Mandolino e mafia.

    Lo spieghi tu agli stolti che leggono quella vignetta e a chi l'ha fatta che forse Amatrice o Norcia o Assisi di certo non l'hanno costruite i mafiosi?
    Fosse caduto un meteorite su Amatrice? Che facevano una vignetta stile pizza pasta mandolino e mafia perche'non siamo stati in grado di costruire uno scudo spaziale???

    E' satira per l'amor di Dio ! ma di basso livello che mai mi sarei aspettato da un giornale come il loro , sto sempre dalla parte della liberta' di stampa ma mi indigno quando la liberta' dipinge il Nostro Paese cosi'!

    Satira poi che arriva da una Nazione che non e' stata in grado di proteggere i propri cittadini ! e non da un sisma da un meteorite o uno tzunami.
    Ok , o non mi hai letto o mi sono spiegato male io o non hai capito bene te .
    Fanno bene a darci dei mafiosi !!
    Soprattutto ora di fronte a 300 nuove vittime per lo piu evitabili .
    La procura di Rieti sta già lavorando ..

    Ma ci riprovo con delle parole trovate in rete e sicuramente migliori delle mie :

    '--------------------------------------


    CHARLIE HEBDO
    LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SPIEGATA A MIA MADRE


    I HATE MILANO


    3 settembre 2016

    Chi scrive ha passato 9 anni della propria esistenza in una stanza di tre metri per tre, sotto una nube di fumo passivo, a scrivere per un noto programma TV satirico italiano in onda dal 1988.
    Visto che oggi si e’ fatto un gran parlare di satira, ho deciso di fare uso privatistico di un mezzo pubblico e approfittare degli Stati Generali per dialogare con mia madre su Charlie Hebdo e la famosa vignetta.
    Mamma: “QUELLA VIGNETTA FA SCHIFO!”
    Io: Giusto. Fa veramente schifo. E sai perché? Perche’ e’ la satira stessa a fare schifo.
    Ti ricordi il più grande autore satirico italiano? No, non Maurizio Crozza. Dante Alighieri.
    Ti ricordi, nell’Inferno, il trattamento riservato ai Simoniaci, incluso Papa Niccolo’ III, con il viso immerso nello sterco e il sedere all’aria? E Maometto? Altro che Charlie, Dante lo raffiguro’ aperto in due da un taglio verticale lungo tutto il corpo, con le interiora a penzoloni, a spruzzare sangue e nutrirsi tramite “il tristo sacco che ***** fa di quel che si trangugia“.
    E gia’ che ci siamo, ricordi i grandi commediografi che la satira se la sono inventata, a cominciare da Aristofane? Non sto a raccontarti le zozzerie narrate ne “Le nuvole” perché non finiremmo più, ma credimi: e’ dall’inizio dei tempi che, per sua natura, nelle opere satiriche troviamo incesti, atti di coprofagia, bestemmie, vilipendi di cadavere e tanti altri atti schifosi e schifosissimi.
    Il fatto che la vignetta di Charlie Hebdo ti abbia fatto schifo ci dice quindi una cosa: che si trattava di vera satira.
    Mamma: MA CROZZA A ME FA RIDERE! QUESTO SCHIFO NO!
    Io: Giusto anche questo. E sai perché? Perche’ Crozza non fa satira. Quando parla emiliano e dice che vuole smacchiare il giaguaro, Crozza sta facendo la parodia di Bersani. Capisci? Parodia, non satira. La parodia e’ fatta per far ridere, e’ la sua ragione sociale. La satira a volte fa ridere, a volte no. La sua ragione sociale e’ indurre una riflessione. E’, insomma, una cosa diversa.
    Al pari di Crozza, non fa satira neppure Fiorello o Ezio Greggio o Gene Gnocchi o uno a caso delle decine di comici che in anni recenti sono stati presentati come “comici satirici”. Se qualcuno li ha presentati come tali, e’ stato per effetto di un grande corto-circuito avvenuto in anni molto bizzarri, anni in cui anche uno come Enrico Bertolino – la cui battute hanno la stessa pericolosità del Danette Danone – veniva messo all’indice.
    Giudicare la satira con il metro del “quanto mi fa ridere” e’ come giudicare un editoriale di un quotidiano con il metro del “quanto le natiche dell’editorialista sono sode”: non c’entra nulla.
    Se tu preferisci farti una bella risata, e quindi alla satira preferisci la parodia, lo sberleffo, la faccetta, il doppio-senso, il cabaret tutto ciò e’ assolutamente normale: la satira e’ una nicchia che più nicchia non si può. Lo sa benissimo il conto in banca di chi la fa: infatti generalmente dopo un po’ la abbandona e passa a fare altro (Benigni, Grillo).
    MA NON SI PUO’ FARE SATIRA SUI MORTI!
    Piano un momento.
    La satira, abbiamo visto, ha a che fare con lo schifo. Deve, per sua natura, suscitare una reazione forte, di pancia. Deve shoccare, nauseare. E come fa la satira a ottenere questo effetto? Attraverso la rappresentazione di immagini e simboli che una certa società, in un certo momento storico, ritiene sacri (altrimenti non ci sarebbe la reazione) che vengono usati, dal satirico, come mezzi per direqualcosa su quella stessa società.
    Se in una societa’ a essere considerato Sacro e’ il Clero, ecco che la rappresentazione del satirico avrà a che fare con i Papi (Dante Alighieri). Se Sacra e’ l’immagine del profeta, ecco le vignette a carattere religioso.
    Da noi, che di sacro abbiamo pochissimo, la satira spesso si serve di bare e altre disgrazie. Attenzione pero’: l’obiettivo della satira, come detto, non sono certo le rappresentazioni.
    Se si mostra Maometto su una nuvola che rivolto verso il basso dice “Insomma, basta! Abbiamo finito le vergini!” l’obiettivo non e’ certo lui e tantomeno l’Islam, quanto i kamikaze e la loro folle cultura.
    Allo stesso modo, mostrando l’immagine delle bare di ritorno dall’Iraq o le macerie del Terremoto o…
    I BAMBINI! L’ANNO SCORSO SE LA SONO PRESA CON I BAMBINI MORTI!!
    …ecco, appunto, il bambino siriano morto in riva al mare. Ho visto che oggi le tue amiche lo hanno citato in lungo e in largo. Pero’ si sono dimenticate che quella vignetta non mostrava solo il bambino, ma – in lontananza – anche un cartellone di Ronald Mc Donald che pubblicizza l’Happy Meal.
    Quella vignetta, in una sola immagine (che faceva “schifo” e si serviva di una rappresentazione “sacra”) mostrava il paradosso dei migranti che muoiono nel tentativo di raggiungere una Terra Promessa, dove la Terra Promessa altro non e’ che quel delirio di centri commerciali e fast-food, di sogni infranti e economie depresse, di pubblicita’ e consumismo sfrenato che e’ oggi l’Occidente – dove l’infanzia, per giunta, e’ ridotta a segmento di mercato da conquistare a suon di offerte tipo Happy Meal.
    Se la vignetta sia riuscita o no e’ un altro discorso. Qui e’ bene che tu capisca che il senso non era ridere di un bambino morto, ma riflettere (di nuovo: riflettere e non ridere, perché si tratta di satira) attraverso quella morsa allo stomaco sul dramma di milioni e milioni di persone che si trovano nella stessa situazione di quel bambino, per le quali il nostro Inferno appare loro come il Paradiso.
    Quindi, secondo te, era più offensivo Charlie Hebdo, o i tanti giornali e giornalisti subdoli che hanno usato quella foto per fare click-baiting e avere più visite, in modo da guadagnare più soldi dalla pubblicità incorporata nell’articolo (pubblicità’, vedi, proprio come il Mc Donald della vignetta) ?
    Allo stesso modo, la vignetta di oggi non vuole fare ridere delle persone schiacciate sotto le macerie. Vuole usare quell’immagine per far riflettere (di nuovo: riflettere, non ridere, e’ bene ripeterlo fino allo sfinimento) sul fatto che in tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell’Italia un terremoto di 6.2 non ti uccide.
    E se in Italia ti uccide e’ perché, a causa della mentalità italiana – rappresentata con uno degli elementi più italiani di tutti, ovvero il cibo – da noi, come diceva Flaiano, tutto e’ grave eppure nulla viene affrontato seriamente, tanto meno la prevenzione sismica.
    Quando ci offrono 80 euro in più in busta paga, o ieri 1000 euro in più per ogni bebe’, invece di mandarli a fare in culo e dir loro di occuparsi di cose serie – come la messa in sicurezza degli edifici – corriamo in massa a dargli il nostro voto.
    Quando vediamo le immagini di terremotati di 20, 30 anni fa che ancora vivono nei container invece di indignarci cambiamo canale (e infatti nel famoso programma satirico di cui sopra quando ci si occupava di terremotati i servizi andavano in onda al sabato, quando l’ascolto non conta, perché a metterli in settimana si andava incontro a terribili debacle in termini di audience).
    Quando accadono tragedie come queste siamo pronti a mobilitarci e a dare prove di coraggio e solidarietà straordinarie, ma quando si passa all’ordinario torniamo quelli di sempre, una scrollatina di spalle, un “e che vuoi farci, siamo in Italia!” e continuiamo ad auto-assolverci, facendo finta di non vedere, facendo finta di non sapere, quando invece vediamo e sappiamo benissimo, si tratti di evasione fiscale o mafia o messa in sicurezza degli edifici…
    Questo voleva dire Charlie Hebdo: che quei morti non sono morti di terremoto. Sono morti di Italia.
    NON ME NE FREGA NIENTE! QUELLA ROBA VA PROIBITA!
    Di nuovo: che tu dica questo non solo e’ giusto ma e’ pure naturale: del resto volevano proibire anche Aristofane e Dante. Proprio perché deve provocare reazioni forti, proprio perché palpeggia la societa’ nei suoi elementi sacri, e’ doveroso che essa si ribelli alla satira e ne chieda la testa. La richiesta di censura, per la satira, e’ come il Viagra. Sono le risatine forzate, i sorrisini a favore di camera dei politici da Floris quando Crozza li imita ad ammosciare l’autore satirico: non certo la minaccia di censura, che e’ cio’ per cui il satirico vive e per cui – come si e’ visto il 7 gennaio 2015 – e’ disposto a morire.
    Ed e’ qui l’importanza decisiva che la satira gioca in una società: come una cartina di tornasole, la satira ne misura la liberta’ di espressione – di cui ci beamo quanto ci rapportiamo a modelli di società alternative alla nostra – che altrimenti sarebbe impossibile da determinare. Come fare, infatti, a capire quanto una società sia libera se le opinioni espresse sono tutte, più o meno, aderenti all’ideologia ovvero rispettose del Sacro?
    E’ proprio attraverso l’aggressione del Sacro che la satira si carica su di se’ il compito – ingrato, viste le denunce, i licenziamenti, e da qualche anno pure gli attentati terroristici – di testare quotidianamente il valore fondante di ogni democrazia.
    Darei la vita per difendere la tua liberta’ di espressione, ma ti staccherei la testa per le idiozie che stai dicendo” diceva Voltaire (più o meno). La satira mette la società davanti a una sfida costante, ci obbliga ogni giorno a confrontarci con noi stessi, divide i fautori della società aperta da quelli della società chiusa, ci aiuta a capire chi dobbiamo eliminare dagli amici di Facebook.
    Se una societa’ ha la forza di sopravvivere al disgusto provocato dalla satira, allora e’ una società libera. Ed e’ per quello che, un anno e mezzo fa, si gridava Je Suis Charlie. Non certo perché eravamo tutti diventati fans di una rivista che esiste da decenni ed era pure in crisi di vendite.
    Ma perché e’ grazie anche a quella rivista se noi oggi possiamo definirci liberi. Chissà ancora per quanto ..



    CHARLIE HEBDO
    LA VIGNETTA DI CHARLIE HEBDO SPIEGATA A MIA MADRE


    I HATE MILANO


    3 settembre 2016

    Chi scrive ha passato 9 anni della propria esistenza in una stanza di tre metri per tre, sotto una nube di fumo passivo, a scrivere per un noto programma TV satirico italiano in onda dal 1988.
    Visto che oggi si e’ fatto un gran parlare di satira, ho deciso di fare uso privatistico di un mezzo pubblico e approfittare degli Stati Generali per dialogare con mia madre su Charlie Hebdo e la famosa vignetta.
    Mamma: “QUELLA VIGNETTA FA SCHIFO!”
    Io: Giusto. Fa veramente schifo. E sai perché? Perche’ e’ la satira stessa a fare schifo.
    Ti ricordi il più grande autore satirico italiano? No, non Maurizio Crozza. Dante Alighieri.
    Ti ricordi, nell’Inferno, il trattamento riservato ai Simoniaci, incluso Papa Niccolo’ III, con il viso immerso nello sterco e il sedere all’aria? E Maometto? Altro che Charlie, Dante lo raffiguro’ aperto in due da un taglio verticale lungo tutto il corpo, con le interiora a penzoloni, a spruzzare sangue e nutrirsi tramite “il tristo sacco che ***** fa di quel che si trangugia“.
    E gia’ che ci siamo, ricordi i grandi commediografi che la satira se la sono inventata, a cominciare da Aristofane? Non sto a raccontarti le zozzerie narrate ne “Le nuvole” perché non finiremmo più, ma credimi: e’ dall’inizio dei tempi che, per sua natura, nelle opere satiriche troviamo incesti, atti di coprofagia, bestemmie, vilipendi di cadavere e tanti altri atti schifosi e schifosissimi.
    Il fatto che la vignetta di Charlie Hebdo ti abbia fatto schifo ci dice quindi una cosa: che si trattava di vera satira.
    Mamma: MA CROZZA A ME FA RIDERE! QUESTO SCHIFO NO!
    Io: Giusto anche questo. E sai perché? Perche’ Crozza non fa satira. Quando parla emiliano e dice che vuole smacchiare il giaguaro, Crozza sta facendo la parodia di Bersani. Capisci? Parodia, non satira. La parodia e’ fatta per far ridere, e’ la sua ragione sociale. La satira a volte fa ridere, a volte no. La sua ragione sociale e’ indurre una riflessione. E’, insomma, una cosa diversa.
    Al pari di Crozza, non fa satira neppure Fiorello o Ezio Greggio o Gene Gnocchi o uno a caso delle decine di comici che in anni recenti sono stati presentati come “comici satirici”. Se qualcuno li ha presentati come tali, e’ stato per effetto di un grande corto-circuito avvenuto in anni molto bizzarri, anni in cui anche uno come Enrico Bertolino – la cui battute hanno la stessa pericolosità del Danette Danone – veniva messo all’indice.
    Giudicare la satira con il metro del “quanto mi fa ridere” e’ come giudicare un editoriale di un quotidiano con il metro del “quanto le natiche dell’editorialista sono sode”: non c’entra nulla.
    Se tu preferisci farti una bella risata, e quindi alla satira preferisci la parodia, lo sberleffo, la faccetta, il doppio-senso, il cabaret tutto ciò e’ assolutamente normale: la satira e’ una nicchia che più nicchia non si può. Lo sa benissimo il conto in banca di chi la fa: infatti generalmente dopo un po’ la abbandona e passa a fare altro (Benigni, Grillo).
    MA NON SI PUO’ FARE SATIRA SUI MORTI!
    Piano un momento.
    La satira, abbiamo visto, ha a che fare con lo schifo. Deve, per sua natura, suscitare una reazione forte, di pancia. Deve shoccare, nauseare. E come fa la satira a ottenere questo effetto? Attraverso la rappresentazione di immagini e simboli che una certa società, in un certo momento storico, ritiene sacri (altrimenti non ci sarebbe la reazione) che vengono usati, dal satirico, come mezzi per direqualcosa su quella stessa società.
    Se in una societa’ a essere considerato Sacro e’ il Clero, ecco che la rappresentazione del satirico avrà a che fare con i Papi (Dante Alighieri). Se Sacra e’ l’immagine del profeta, ecco le vignette a carattere religioso.
    Da noi, che di sacro abbiamo pochissimo, la satira spesso si serve di bare e altre disgrazie. Attenzione pero’: l’obiettivo della satira, come detto, non sono certo le rappresentazioni.
    Se si mostra Maometto su una nuvola che rivolto verso il basso dice “Insomma, basta! Abbiamo finito le vergini!” l’obiettivo non e’ certo lui e tantomeno l’Islam, quanto i kamikaze e la loro folle cultura.
    Allo stesso modo, mostrando l’immagine delle bare di ritorno dall’Iraq o le macerie del Terremoto o…
    I BAMBINI! L’ANNO SCORSO SE LA SONO PRESA CON I BAMBINI MORTI!!
    …ecco, appunto, il bambino siriano morto in riva al mare. Ho visto che oggi le tue amiche lo hanno citato in lungo e in largo. Pero’ si sono dimenticate che quella vignetta non mostrava solo il bambino, ma – in lontananza – anche un cartellone di Ronald Mc Donald che pubblicizza l’Happy Meal.
    Quella vignetta, in una sola immagine (che faceva “schifo” e si serviva di una rappresentazione “sacra”) mostrava il paradosso dei migranti che muoiono nel tentativo di raggiungere una Terra Promessa, dove la Terra Promessa altro non e’ che quel delirio di centri commerciali e fast-food, di sogni infranti e economie depresse, di pubblicita’ e consumismo sfrenato che e’ oggi l’Occidente – dove l’infanzia, per giunta, e’ ridotta a segmento di mercato da conquistare a suon di offerte tipo Happy Meal.
    Se la vignetta sia riuscita o no e’ un altro discorso. Qui e’ bene che tu capisca che il senso non era ridere di un bambino morto, ma riflettere (di nuovo: riflettere e non ridere, perché si tratta di satira) attraverso quella morsa allo stomaco sul dramma di milioni e milioni di persone che si trovano nella stessa situazione di quel bambino, per le quali il nostro Inferno appare loro come il Paradiso.
    Quindi, secondo te, era più offensivo Charlie Hebdo, o i tanti giornali e giornalisti subdoli che hanno usato quella foto per fare click-baiting e avere più visite, in modo da guadagnare più soldi dalla pubblicità incorporata nell’articolo (pubblicità’, vedi, proprio come il Mc Donald della vignetta) ?
    Allo stesso modo, la vignetta di oggi non vuole fare ridere delle persone schiacciate sotto le macerie. Vuole usare quell’immagine per far riflettere (di nuovo: riflettere, non ridere, e’ bene ripeterlo fino allo sfinimento) sul fatto che in tutti i Paesi sviluppati ad eccezione dell’Italia un terremoto di 6.2 non ti uccide.
    E se in Italia ti uccide e’ perché, a causa della mentalità italiana – rappresentata con uno degli elementi più italiani di tutti, ovvero il cibo – da noi, come diceva Flaiano, tutto e’ grave eppure nulla viene affrontato seriamente, tanto meno la prevenzione sismica.
    Quando ci offrono 80 euro in più in busta paga, o ieri 1000 euro in più per ogni bebe’, invece di mandarli a fare in culo e dir loro di occuparsi di cose serie – come la messa in sicurezza degli edifici – corriamo in massa a dargli il nostro voto.
    Quando vediamo le immagini di terremotati di 20, 30 anni fa che ancora vivono nei container invece di indignarci cambiamo canale (e infatti nel famoso programma satirico di cui sopra quando ci si occupava di terremotati i servizi andavano in onda al sabato, quando l’ascolto non conta, perché a metterli in settimana si andava incontro a terribili debacle in termini di audience).
    Quando accadono tragedie come queste siamo pronti a mobilitarci e a dare prove di coraggio e solidarietà straordinarie, ma quando si passa all’ordinario torniamo quelli di sempre, una scrollatina di spalle, un “e che vuoi farci, siamo in Italia!” e continuiamo ad auto-assolverci, facendo finta di non vedere, facendo finta di non sapere, quando invece vediamo e sappiamo benissimo, si tratti di evasione fiscale o mafia o messa in sicurezza degli edifici…
    Questo voleva dire Charlie Hebdo: che quei morti non sono morti di terremoto. Sono morti di Italia.
    NON ME NE FREGA NIENTE! QUELLA ROBA VA PROIBITA!
    Di nuovo: che tu dica questo non solo e’ giusto ma e’ pure naturale: del resto volevano proibire anche Aristofane e Dante. Proprio perché deve provocare reazioni forti, proprio perché palpeggia la societa’ nei suoi elementi sacri, e’ doveroso che essa si ribelli alla satira e ne chieda la testa. La richiesta di censura, per la satira, e’ come il Viagra. Sono le risatine forzate, i sorrisini a favore di camera dei politici da Floris quando Crozza li imita ad ammosciare l’autore satirico: non certo la minaccia di censura, che e’ cio’ per cui il satirico vive e per cui – come si e’ visto il 7 gennaio 2015 – e’ disposto a morire.
    Ed e’ qui l’importanza decisiva che la satira gioca in una società: come una cartina di tornasole, la satira ne misura la liberta’ di espressione – di cui ci beamo quanto ci rapportiamo a modelli di società alternative alla nostra – che altrimenti sarebbe impossibile da determinare. Come fare, infatti, a capire quanto una società sia libera se le opinioni espresse sono tutte, più o meno, aderenti all’ideologia ovvero rispettose del Sacro?
    E’ proprio attraverso l’aggressione del Sacro che la satira si carica su di se’ il compito – ingrato, viste le denunce, i licenziamenti, e da qualche anno pure gli attentati terroristici – di testare quotidianamente il valore fondante di ogni democrazia.
    Darei la vita per difendere la tua liberta’ di espressione, ma ti staccherei la testa per le idiozie che stai dicendo” diceva Voltaire (più o meno). La satira mette la società davanti a una sfida costante, ci obbliga ogni giorno a confrontarci con noi stessi, divide i fautori della società aperta da quelli della società chiusa, ci aiuta a capire chi dobbiamo eliminare dagli amici di Facebook.
    Se una societa’ ha la forza di sopravvivere al disgusto provocato dalla satira, allora e’ una società libera. Ed e’ per quello che, un anno e mezzo fa, si gridava Je Suis Charlie. Non certo perché eravamo tutti diventati fans di una rivista che esiste da decenni ed era pure in crisi di vendite.
    Ma perché e’ grazie anche a quella rivista se noi oggi possiamo definirci liberi. Chissà ancora per quanto






  9. #689
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Non è satira.
  10. #690
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    Re: Forte scossa di terremoto

    Funzionale alla satira, dunque, può essere solo la grossolana alterazione del vero, perché strumentale al paradosso (M. Mantovani, Profili penalistici del diritto di satira); Anche se non va però dimenticato che secondo la Suprema Corte la satira, per essere accettata come libera manifestazione del pensiero, a norma dell'art. 21 Cost., deve essere innocente, innocua e sorridente; se, invece, eccede da tali limiti per trasmodare "in un comportamento chiaramente diffamatorio posto in essere attraverso una satira non accettabile, né innocua, né sorridente e tanto meno innocente" (Cass. 20.1.1992), si è in presenza di un comportamento denigratorio e lesivo dell'altrui reputazione e, come tale, stante la sua illiceità, censurabile sia penalmente che civilmente (Cass. 25.5.1996, n. 4943). Tale principio è stato recentemente riaffermato dalla Suprema Corte che ha statuito che la satira "non si deve risolvere in un insulto gratuito anche se espresso in una parafrasi o in una similitudine più o meno fantasiosa, né risolversi in un banale mendacio idoneo a ledere la reputazione del destinatario" (Cass. 7n.7.1998, n. 7990).

    esempio.

    Le case crollate nel terremoto ad Amatrice sono state costruite dalla Mafia????

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