Pur in assenza di un contratto regolarmente scritto e registrato, sussiste un accordo verbale che conferisce identici diritti.
Il contratto verbale in essere, in mancanza di clausole scritte, si intende secondo le piu comuni usanze (consuetudo legis)
Il padrone di casa è dunque tenuto, in cambio dei canoni pagati regolarmente, a conferire il bene della locazione in perfetta efficienza e quindi comprensivo del funzionamento di una caldaia.
Il venditore della stessa non puo accedere all'interno dell'appartamento in locazione a terzi.
Normalmente non è previsto il diritto di detrarre dal canone le spese di competenza del locatore ma si dovrebbe adottare il principio del solve et repete, quindi non andrebbe bene far funzionare la caldaia (o altra) e trattenerne i costi in conto canoni... tuttavia è una strada percorribile.
Suggerirei una lettera RAR con la quale si dica al proprietario che non si vogliono mettere in mezzo avvocati ma che un amico avvocato ha spiegato i diritti della inquilina e che per fare valere tali diritti si andrebbe incontro a spese consistenti e multe per la mancata registrazione ad entrambe le parti... Per evitare dette conseguenze si suggerisce di consentire ufficialmente la detrazione dal canone delle spese necessarie... per iscritto!
Se abbocca la inquilina ha la caldaia funzionante ed una lettera di risposta che equivale ad un contratto, quindi il coltello dalla parte del manico
PS prego tutti di NON dare consigli giuridici in questa sezione (se non da parte di professionisti): si rischia di scrivere corbellerie e dare cattivi consigli