aggiungo questo
Fino a 18 mesi fa, Andrea Barzagli era un'ex campione del mondo azzurro, che giocava in una squadra tedesca di cui in pochi si ricordavano il nome (Wolfsburg, con cui - per altro - ha pure vinto uno scudetto).
Dodici mesi fa, Leonardo Bonucci era un problema per la difesa della Juventus e Andrea Pirlo era "finito o quasi, sennò Galliani mica lo lasciava andare via". Su Marchisio c'era chi continuava ad avere perplessità. E Buffon non "sarebbe più tornato quello di un tempo". A pensarci ora fa sorridere.
Ma forse varrebbe anche la pena dedicare un pensierino a chi, al di là dell'eccezionale lavoro di Claudio Prandelli, ha consegnato alla Nazionale italiana una solida ossatura per dare l'assalto alla finale degli Europei. Insomma, sarebbe proprio speso bene un "grazie" a Beppe Marotta e Antonio Conte, che hanno assemblato e plasmato l'ItalJuve.
E non solo perché la Juventus è l'unica grande squadra, che preferisce costantemente i calciatori italiani, aiutando nel modo più concreto possibile la Nazionale, ma anche perché questa nazionale è figlia della cultura del lavoro e della determinazione agonistica bianconere.
La difesa bunker non è sorta per generazione spontanea nel ritiro polacco, ma è stata forgiata con sudore e sacrificio sui prati di Vinovo. Così come la rinascita di Pirlo, la scoperta dello spessore di Giaccherini, il ritorno di Buffon ai livelli di Germania 2006, la consacrazione a campione di Marchisio. Per carità, i meriti di una grande vittoria sono sempre e soprattutto dei campioni che vanno in campo, ma nei titoli di coda di questo Europeo, che comunque vada sarà un successo per l'Italia, sarebbe giusto ricordarsi anche di Antonio Conte e Beppe Marotta.
Così, per una questione di giustizia.