Secondo alcuni studiosi come Charles H. Hummel[1] e Hermann Gunkel[2] S. H. Hooke, Gordon Wenham, Karl Barth (e altri) il libro non è storia nel senso moderno da noi inteso; non è nemmeno un libro di favole. Si può dire che è un libro di storia religiosa con contenuto mitico, allegorico e didascalico dove, pur non essendo veri i particolari, sono importanti le idee fondamentali di relazione con Dio. Un altro punto di vista è che il libro fa propri tanti racconti presi dalla mitologia dei popoli orientali.
La maggioranza degli esegeti moderni ritiene che la Genesi sia in realtà una raccolta, formatasi in epoca post-esilica, di vari scritti di epoche diverse. Secondo questa teoria, nota come ipotesi documentale, la composizione letteraria del libro sarebbe avvenuta nel corso dei secoli fino alla redazione del documento sacerdotale, che avrebbe inglobato versioni precedenti elaborate dalla tradizione Jahwista ed Elohista.
Alcuni degli indizi che hanno fatto supporre un continuo rimaneggiamento del testo biblico sono per esempio i diversi utilizzi del nome di Dio, Jhwh ed Elohim, le molte diversità stilistiche testuali e la presenza di duplicazioni, come i due racconti della creazione. Intervallati a questi racconti vi sono quattro liste genealogiche.
Il libro della Genesi è suddiviso in due grandi sezioni.
La prima, corrispondente ai capitoli 1-11, comprende il racconto della creazione e la storia del genere umano. Questa storia delle origini comprende sei parti:
1.Creazione 1,1-2,4a
2.Adamo ed Eva 2,4b-3,24
3.Caino ed Abele 4,1-16
4.Diluvio universale e Noè 6,1-9,17
5.Benedizione di Noè 9,18-9,29
6.Torre di Babele 11,1-9
7.Discendenti di Caino 4,17-24
8.Discendenti di Set 4,25-5,32
9.Lista delle genti 10
10.Discendenti di Sem 11,10-26
La seconda sezione, dal capitolo 12 al capitolo 50, narra la storia del popolo eletto, mediante i racconti sui patriarchi:
Abramo 12-25
Isacco 26
Giacobbe 27-35
Esaù 36
Giuseppe e Giuda 37-50
La creazione.
Nella Genesi troviamo un doppio racconto della creazione: uno di redazione sacerdotale (1,1-2,4a) ed uno di redazione Jahvista (2,4b-25).
Racconto sacerdotale
Il racconto della prima creazione usa lo schema letterario dei sette giorni.
Il racconto suppone uno stato iniziale informe, in cui predominavano le tenebre e l'acqua (1,1-2). La creazione avviene per separazioni successive: nel primo giorno viene separata la luce dalle tenebre (1,3-5); nel secondo giorno vengono separate le acque superiori (che si pensava stessero sopra la volta stellare) dalle acque inferiori (1,6-8); nel terzo giorno nelle acque inferiori viene separata la terra e viene generato il regno vegetale (1,9-13); il quarto giorno vengono poste nel firmamento le due luci maggiori, il sole e la luna (1,14-19: separazione del giorno dalla notte); il quinto giorno vengono creati gli esseri marini e gli uccelli, e vengono benedetti perché possano moltiplicarsi (1,20-23); nel sesto giorno vengono creati gli animali (1,24-25); viene poi creato l'uomo (1,26-31), destinato a dominare su tutto il resto della creazione, creato maschio e femmina ad immagine e somiglianza di Dio, benedetto perché sia fecondo.
Il settimo giorno Dio porta a compimento il lavoro che aveva fatto e cessa da ogni suo lavoro. Dio benedice e consacra il settimo giorno (2,1-3a).
Ciò diventerà, nell'ebraismo, il precetto del riposo del sabato.
Racconto Jahvista
« il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. » (Genesi 2,7)
Il secondo racconto della creazione è di tipo Jahvista ed ha le seguenti caratteristiche:
- Dio è descritto in modo popolare, immediato, antropomorfico. Dio infatti plasma l’uomo con la polvere della terra e soffia nelle sue narici, pianta un giardino, fa germogliare dal suolo le piante, plasma gli animali, toglie una costola dal fianco dell’uomo per plasmare la donna e richiude la carne al suo posto.
- già il racconto sacerdotale poneva l’uomo al centro del creato. In questo racconto la sottolineatura è più marcata perché l’uomo è creato per primo e tutto il resto viene creato in sua funzione: per il suo nutrimento, le piante e per la sua compagnia, gli animali. Dando il nome agli animali l’uomo viene proclamato signore di tutto il creato.
- nel racconto è presupposto un substrato mesopotamico: i canali, i fiumi ed una civiltà già agricola, dove si coltiva la terra.
- il giardino dell'Eden o paradiso terrestre indica un luogo fantastico dove è iniziata la vita umana. Qui tutto viene dato da Dio senza fatica, altrove occorre sudare per ricavare i frutti della terra. La ricchezza di acqua è un grande segno della benedizione di Dio.
- nel racconto si può leggere una sostanziale parità tra uomo e donna (ish ed ishà), e gli animali sono subordinati. Il v.23 dice: «Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta»
Letture successive di questo brano hanno però visto una subordinazione della donna nei confronti dell’uomo. In modo semplice ed immediato la Bibbia inserisce qui il tema del matrimonio e della famiglia (è così stretto il legame tra uomo e donna che sembra impossibile il divorzio).
la vergogna della nudità sarà vista come una conseguenza del peccato. Per il momento la nudità si inserisce nell’armonia della creazione.
http://it.wikipedia.org/wiki/Genesi