Ravasi sa aprire le porte al sapere
La divulgazione in tv delle Sacre Scritture


Dal 1988, ogni domenica mattina su Canale 5 (ore 8.50) il cardinale Gianfranco Ravasi conduce il più prestigioso programma religioso e culturale della tv italiana. Nonostante i suoi numerosi impegni (insigne biblista, è presidente del Pontificio consiglio della cultura, promotore del Cortile dei gentili, la grande occasione per la Chiesa di Roma di riannodare un dialogo culturale ad alto livello), Ravasi non rinuncia alla divulgazione tv, con una sfida che ha dell'incredibile: proporre agli ascoltatori la lettura della Bibbia.

«Le Frontiere dello spirito» è un viaggio attraverso le civiltà e le religioni; ogni passo biblico diventa un perpetuo interrogarsi. Il tema di quest'anno, in occasione del 50° anniversario del Vaticano II, è quello della Fede. Ravasi, nelle prime due puntate, ha iniziato con la lettura di brani di non credenti. Natalia Ginzburg, nel volume «Mai devi domandarmi» (1970), scrive: «La fede non è una bandiera da portarsi in gloria, ma una candela accesa che si porta in mano tra pioggia e vento in una notte d'inverno. I credenti non devono sentirsi come un esercito di soldati che cammina in trionfo». Nella seconda puntata il lumicino della candela passa a un altro scrittore laico, il drammaturgo svedese Stig Dagerman: «Mi manca la fede e non potrò mai, quindi, essere un uomo felice, perché un uomo felice non può avere il timore che la propria vita sia solo un vagare insensato verso una morte certa».

Ma l'effetto che più di ogni altro schiude le porte della conoscenza è che questi frammenti si esaltano nella connessione con brani della Bibbia e magari la storia della creazione della donna (Genesi 2, 18-24), sentita e risentita, agisce come una porta che si apre sul tutto, come un cristallo misterioso che permette di vedere ciò che finora non avevamo visto, benché fosse sotto i nostri occhi da sempre. «Le Frontiere dello spirito» è curato da Maria Cecilia Sangiorgi, prodotto da Tiziana Colombo e diretto da Vittorio Riva.


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Aldo Grasso
16 ottobre 2012 | 9:09