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Discussione: Facebook riconoscerà le emozioni dei nostri post
  1. #1
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    Facebook riconoscerà le emozioni dei nostri post

    Facebook riconoscerà le emozioni dei nostri post

    Deep learning: due parole di cui si sentirà sempre più parlare nel prossimo futuro. Vi conviene, però, cominciare ad imparare subito il significato di questa espressione. Soprattutto se siete frequentatori di Facebook e degli altri social network. Il deep learning, letteralmente ‘apprendimento profondo’, è una tecnica di intelligenza artificiale che, attraverso un insieme di algoritmi, simula il funzionamento del cervello umano. E, in particolare, permette di comprendere cosa c’è veramente dietro ciò che viene detto nei contenuti on line. Quindi con quali sottintesi, emozioni, modalità ed intenti interagiscono gli utenti protagonisti di uno specifico dialogo. Una tecnica in grado di superare la logica del cosiddetto machine learning, basato sulle parole chiave e la semplice analisi dei post, per arrivare a una conoscenza molto approfondita di testi, immagini e video.

    La conseguenza più diretta sarà la produzione di contenuti pertinenti e di inserzioni pubblicitarie sempre più mirate al singolo utente/cliente. Una vera manna per qualsiasi azienda commerciale.Il deep learning è una frontiera su cui stanno lavorando molte grandi corporation dell’economia mondiale. Non ultima Facebook. Il sito, lanciato nel 2004 da Mark Zuckerberg e da alcuni suoi compagni dell’Università di Harvard, infatti, oggi ha più di un miliardi di utenti attivi in tutto il mondo. Una miniera di contatti da cui poter trarre lauti profitti.

    Guarda anche: L'83% dei ragazzi lombardi ha un profilo Facebook attivo

    Per farlo al meglio il più conosciuto servizio di social network, quotato anche a Wall Street, ha creato una vera e propria task force tecnologica interna dedicata al deep learning. Un AI Team, un’equipe dell’intelligenza artificiale, composta da otto esperti di tecnologia, che si sta muovendo nel massimo riserbo. All’opera, tra gli altri, ci sono Marc’Aurelio Ranzato, proveniente da Google, Yaniv Taigman, cofondatore della startup Face. Com, Lubomir Bourdev, grande conoscitore della visione artificiale e l’ingegnere Keith Adams, uno dei veterani di Facebook. A supervisionare l’operazione è Mike Schroepfer, Chief technology officer dell’azienda americana con base a Menlo Park, cittadina di circa 30mila abitanti situata nella contea di San Mateo, in California.

    “La mole d’informazione sta crescendo – ha spiegato il Cto alla Mit Technology Review - le persone hanno sempre più amici e col boom del mobile sono sempre online”. Difficile stabilire quando lo sviluppo del deep learning permetterà di prevedere con certezza scientifica i comportamenti on line delle persone. I tempi, comunque, saranno piuttosto ravvicinati. Per Facebook avere aggiornamenti di stato rilevanti sul News Feed, di fronte all’enorme mole di informazioni disponibili, è una necessità sempre più forte. Non si tratta di filosofia, ma di crescita economica. Contenuti più pertinenti significano banner più mirati, quindi maggiore visibilità, più click e guadagni in aumento. E l’attuale tecnica del machine learning ha un’elaborazione troppo lenta e legata all’intervento umano per poter essere utile. Non a caso un colosso come Google è già molto avanti sulla strada verso il deep learning.
    Guarda anche: Vietnam, condannato per aver chiesto su Facebook scarcerazione fratello

    Del resto il sogno di replicare il pensiero umano attraverso dei software ha già una storia abbastanza lunga. Recentemente il miglioramento del riconoscimento vocale su Android, della traduzione di testi e della comprensione di singoli oggetti nelle immagini hanno nettamente avvicinato il traguardo.


    http://it.notizie.yahoo.com/facebook...115125162.html
    Giudicare preclude la possibilità di conoscere.
    "La mia libertà finisce dove comincia la vostra." - Martin Luther King

    Non abbandonerò alcuna partita, per alcun motivo, nemmeno subito dopo lo start. Questa comunicazione è da considerarsi sostitutiva di una analoga comunicazione pre-partita.

    http://forum.egcommunity.it/showthre...06#post1124806
    Quando diamo un giudizio assoluto (non limitato ad un fatto) su una persona, stiamo in realtà esprimendo il giudizio che abbiamo di noi stessi.
  2. #2
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    Re: Facebook riconoscerà le emozioni dei nostri post

    La difesa di Facebook sui post manipolati

    di ALESSIA RASTELLI

    Clay Johnson, fondatore dell’organizzazione non profit «Department of Better Technology», lo ha definito «terrificante».

    Facebook, il gigante dei social network, ha condotto un esperimento psicologico su quasi 700 mila utenti manipolando, senza che ne fossero consapevoli, le loro emozioni.

    Lo studio, pubblicato sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America» (Pnas) e condotto con la Cornell University e la University of California , mirava a verificare se gli stati d’animo siano contagiosi anche nel mondo virtuale. Così, per un’intera settimana, dall’11 al 18 gennaio 2012, Facebook ha alterato l’algoritmo che determina cosa viene mostrato nella bacheca degli «amici», mostrando un maggior numero di post con parole positive oppure negative. Esito: l’umore degli utenti è stato realmente condizionato.

    Al di là dei risultati, tuttavia, la modalità con cui è stato condotto l’esperimento ha scatenato la protesta di utenti e analisti, che va oltre il tema dell’uso dei nostri dati online. Se infatti va detto che chi si iscrive a Facebook accetta preliminarmente che i suoi dati possano essere usati anche per eventuali scopi di ricerca, adesso ci si è spinti più in là. Come nota tra gli altri Katy Waldman su «Slate», questa volta un social network ha consapevolmente alterato le emozioni delle persone, con una «metodologia che fa nascere serie questioni etiche».

    Tanto che alla fine la stessa piattaforma ha scelto di difendersi pubblicamente. Adam Kramer, uno degli autori dello studio e «data scientist» di Facebook ha precisato che il contenuto manipolato ha riguardato lo 0,04% degli utenti. L’obiettivo inoltre, ha detto, era capire come fornire «un servizio migliore», mai «innervosire qualcuno».

    http://www.corriere.it/cultura/14_lu...b8a7659d.shtml

    We are the sons and daughters of all the freedom fighters.
    And there are still many rivers to cross.
    Hands in the air, screaming loud and clear for freedom, justice and equality.
    There is no black or white, there is only right and wrong.
    We are unknown heros, we are flesh and we are blood.
    We are the great future.
    We need to get back to the joy of living.
    We are five fingers of an empty hand.
    But together, we can also be the fist.
    Sometimes change can be as simple as two hands reaching for one another.
    Clap your hands.


  3. #3
     T. Col. C.te
     
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    Re: Facebook riconoscerà le emozioni dei nostri post

    Quote paperinikredstar ha scritto: Visualizza il messaggio
    Facebook riconoscerà le emozioni dei nostri post

    Deep learning: due parole di cui si sentirà sempre più parlare nel prossimo futuro. Vi conviene, però, cominciare ad imparare subito il significato di questa espressione. Soprattutto se siete frequentatori di Facebook e degli altri social network. Il deep learning, letteralmente ‘apprendimento profondo’, è una tecnica di intelligenza artificiale che, attraverso un insieme di algoritmi, simula il funzionamento del cervello umano. E, in particolare, permette di comprendere cosa c’è veramente dietro ciò che viene detto nei contenuti on line. Quindi con quali sottintesi, emozioni, modalità ed intenti interagiscono gli utenti protagonisti di uno specifico dialogo. Una tecnica in grado di superare la logica del cosiddetto machine learning, basato sulle parole chiave e la semplice analisi dei post, per arrivare a una conoscenza molto approfondita di testi, immagini e video.

    La conseguenza più diretta sarà la produzione di contenuti pertinenti e di inserzioni pubblicitarie sempre più mirate al singolo utente/cliente. Una vera manna per qualsiasi azienda commerciale.Il deep learning è una frontiera su cui stanno lavorando molte grandi corporation dell’economia mondiale. Non ultima Facebook. Il sito, lanciato nel 2004 da Mark Zuckerberg e da alcuni suoi compagni dell’Università di Harvard, infatti, oggi ha più di un miliardi di utenti attivi in tutto il mondo. Una miniera di contatti da cui poter trarre lauti profitti.

    Guarda anche: L'83% dei ragazzi lombardi ha un profilo Facebook attivo

    Per farlo al meglio il più conosciuto servizio di social network, quotato anche a Wall Street, ha creato una vera e propria task force tecnologica interna dedicata al deep learning. Un AI Team, un’equipe dell’intelligenza artificiale, composta da otto esperti di tecnologia, che si sta muovendo nel massimo riserbo. All’opera, tra gli altri, ci sono Marc’Aurelio Ranzato, proveniente da Google, Yaniv Taigman, cofondatore della startup Face. Com, Lubomir Bourdev, grande conoscitore della visione artificiale e l’ingegnere Keith Adams, uno dei veterani di Facebook. A supervisionare l’operazione è Mike Schroepfer, Chief technology officer dell’azienda americana con base a Menlo Park, cittadina di circa 30mila abitanti situata nella contea di San Mateo, in California.

    “La mole d’informazione sta crescendo – ha spiegato il Cto alla Mit Technology Review - le persone hanno sempre più amici e col boom del mobile sono sempre online”. Difficile stabilire quando lo sviluppo del deep learning permetterà di prevedere con certezza scientifica i comportamenti on line delle persone. I tempi, comunque, saranno piuttosto ravvicinati. Per Facebook avere aggiornamenti di stato rilevanti sul News Feed, di fronte all’enorme mole di informazioni disponibili, è una necessità sempre più forte. Non si tratta di filosofia, ma di crescita economica. Contenuti più pertinenti significano banner più mirati, quindi maggiore visibilità, più click e guadagni in aumento. E l’attuale tecnica del machine learning ha un’elaborazione troppo lenta e legata all’intervento umano per poter essere utile. Non a caso un colosso come Google è già molto avanti sulla strada verso il deep learning.
    Guarda anche: Vietnam, condannato per aver chiesto su Facebook scarcerazione fratello

    Del resto il sogno di replicare il pensiero umano attraverso dei software ha già una storia abbastanza lunga. Recentemente il miglioramento del riconoscimento vocale su Android, della traduzione di testi e della comprensione di singoli oggetti nelle immagini hanno nettamente avvicinato il traguardo.


    http://it.notizie.yahoo.com/facebook...115125162.html

    nel mio caso spero che il robot sia maggiorenne

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