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Discussione: A volte ritornano
  1. #11
     Generale h.c.
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    Re: A volte ritornano

    Quote KilgoreTrout ha scritto: Visualizza il messaggio
    ... capire se i nick multipli significano una schizofrenia incombente...
    mi ricordi quella dallo psichiatra...

    Dottore: lei è affetto da sintomi di doppia personalità
    Paziente: ah... ed io?!
  2. #12
     T. Col. C.te
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    Re: In memoria del soldato striano

    Quote Mines ha scritto: Visualizza il messaggio
    non ci posso credere !!!
    Poverino ...fa tenerezza!!!è uno dei pochi a non ricevere l'accreddito, mi ricorda obelix che si traveste per ingannare il bardo e bere l'ambita pozione ,fallendo maldestramente ogni volta.
    Ora mallos non rinnoverà l'abbonamento.
    La eg confida però nel secondo grado di parentela.
    Questo non è un 3d famoso ma una saga degna del silmariolion :
    Striano cugino di alessia65 fratello di mallos ,pronipote di lucsky......

    Strianarillion.




  3. #13
     T. Colonnello
     
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    8.9

    Re: In memoria del soldato striano

    Mi sembra un film già visto...



    Piove sui giusti e sugli ingiusti
    .
  • #14
     Generale CSM
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    Re: In memoria del soldato striano

    Sapete, la vicenda del soldato striano e di tutto un paese, sprofondato nella valle del Titerno, di omonimi che giocano a risiko e non si rendono conto di quello che fanno, mi ha riportato alla memoria un godibilissimo e famoso racconto del 1904 di H.G. Wells (quello de "La guerra dei mondi" per capirci) che si intitolava "Il paese dei ciechi" che potete anche scaricare e leggere in un paio d'ore.

    Ebbene, in questo racconto si narra di una popolazione peruviana che abitava una valle la quale, per via di una frana, rimase isolata per diverse generazioni. Ancor prima di restare isolata, iniziò a girare tra gli abitanti un morbo che alla fine rese tutti ciechi i suoi abitanti ed i loro discendenti (nel suo piccolo fatto che successe veramente con la sordità nell'isola di Martha's Vineyard).
    Il processo però fu graduale, così che l'adattamento fu possibile al punto tale che i discendenti, arrivati al momento del racconto alla 14° generazione, erano assolutamente in grado di adempiere a qualsiasi attività per la loro sopravvivenza, compreso accendere il fuoco, anche grazie al fatto che la valle soddisfaceva ad ogni loro bisogno.

    Questo era il prologo.
    Il racconto vero e proprio tratta di uno scalatore (anzi una guida) - Nunez - che nello scalare una vetta precipita nella valle (salvandosi) ed entra così in contatto con questa popolazione sulla quale c'erano comunque delle leggende.
    Ovviamente nota subito delle stranezze: le case con colori non omogenei e prive di finestre, le vie totalmente prive di ostacoli ed a geometria fissa.

    Ma anche gli abitanti non capivano cosa dicesse Nunez


    La voce di un vecchio cominciò a interrogarlo,
    e Núñez fu costretto a cercar di
    spiegare il vasto mondo dal quale era
    piombato giù, il cielo, i monti, la vista e
    simili prodigi, a quegli anziani che sedevano
    immersi nelle tenebre, nel paese dei
    ciechi. Ma non capivano, non credevano a
    quello che diceva; e questo non se l'era
    davvero aspettato. Non riuscivano a capire
    molte sue parole.



    Non capivano cosa significasse "vedere" o "buio" e dividevano il tempo non in giorno e notte ma freddo e caldo.
    Nunez passò giorni a cercare di far capire loro quali fossero i vantaggi di avere la vista senza che loro comprendessero di cosa stesse parlando: i loro sensi erano talmente affinati che erano in grado di percepire tutto ciò che li circondava senza bisogno della vista.
    Alla fine fu preso dalla frustrazione.

    Cominciava a rendersi conto ch'è impossibile
    persino combattere con piacere
    creature che si appoggiano a basi morali
    diverse.




    Ebbene, col soldato striano siamo nella stessa situazione.
    Noi, i Nunez, non capiamo come possa lui ripetere lo stesso errore; loro, gli strianos, non capiscono quale errore stiano commettendo.

    Il racconto continuerà?
  • #15
     recluta
     
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    Re: In memoria del soldato striano

    Quote Voyager ha scritto: Visualizza il messaggio
    Sapete, la vicenda del soldato striano e di tutto un paese, sprofondato nella valle del Titerno, di omonimi che giocano a risiko e non si rendono conto di quello che fanno, mi ha riportato alla memoria un godibilissimo e famoso racconto del 1904 di H.G. Wells (quello de "La guerra dei mondi" per capirci) che si intitolava "Il paese dei ciechi" che potete anche scaricare e leggere in un paio d'ore.

    Ebbene, in questo racconto si narra di una popolazione peruviana che abitava una valle la quale, per via di una frana, rimase isolata per diverse generazioni. Ancor prima di restare isolata, iniziò a girare tra gli abitanti un morbo che alla fine rese tutti ciechi i suoi abitanti ed i loro discendenti (nel suo piccolo fatto che successe veramente con la sordità nell'isola di Martha's Vineyard).
    Il processo però fu graduale, così che l'adattamento fu possibile al punto tale che i discendenti, arrivati al momento del racconto alla 14° generazione, erano assolutamente in grado di adempiere a qualsiasi attività per la loro sopravvivenza, compreso accendere il fuoco, anche grazie al fatto che la valle soddisfaceva ad ogni loro bisogno.

    Questo era il prologo.
    Il racconto vero e proprio tratta di uno scalatore (anzi una guida) - Nunez - che nello scalare una vetta precipita nella valle (salvandosi) ed entra così in contatto con questa popolazione sulla quale c'erano comunque delle leggende.
    Ovviamente nota subito delle stranezze: le case con colori non omogenei e prive di finestre, le vie totalmente prive di ostacoli ed a geometria fissa.

    Ma anche gli abitanti non capivano cosa dicesse Nunez


    La voce di un vecchio cominciò a interrogarlo,
    e Núñez fu costretto a cercar di
    spiegare il vasto mondo dal quale era
    piombato giù, il cielo, i monti, la vista e
    simili prodigi, a quegli anziani che sedevano
    immersi nelle tenebre, nel paese dei
    ciechi. Ma non capivano, non credevano a
    quello che diceva; e questo non se l'era
    davvero aspettato. Non riuscivano a capire
    molte sue parole.



    Non capivano cosa significasse "vedere" o "buio" e dividevano il tempo non in giorno e notte ma freddo e caldo.
    Nunez passò giorni a cercare di far capire loro quali fossero i vantaggi di avere la vista senza che loro comprendessero di cosa stesse parlando: i loro sensi erano talmente affinati che erano in grado di percepire tutto ciò che li circondava senza bisogno della vista.
    Alla fine fu preso dalla frustrazione.

    Cominciava a rendersi conto ch'è impossibile
    persino combattere con piacere
    creature che si appoggiano a basi morali
    diverse.




    Ebbene, col soldato striano siamo nella stessa situazione.
    Noi, i Nunez, non capiamo come possa lui ripetere lo stesso errore; loro, gli strianos, non capiscono quale errore stiano commettendo.

    Il racconto continuerà?
    Bello, non lo conoscevo, lo scarico e me lo leggo

    Io mi ero limitato a immaginare una Cerreto Sannita in cui tutti gli abitanti indossano la maschera di anonymous

    Nome:   Anonymous.png
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    Marco Betti
  • #16
     recluta
     
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    Re: In memoria del soldato striano

    non sono io , sono i miei due figli
    roberto riciotti
  • #17
     Maresciallo
     
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    Messaggi: 607
    Profilo: 75 visite
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    Re: In memoria del soldato striano

    ahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahahaha mi sento maleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
    Boris Navarra

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