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Discussione: Anche Prince se n'è andato
  1. #1
     Generale CSM
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    Anche Prince se n'è andato

    E’ morto Prince, popstar misteriosa e magmatica.
    Ora inizieremo a scoprirlo davvero


    Aveva 57 anni e all’anagrafe di Minneapolis, dove è nato e ha sempre vissuto, era registrato come Rogers Nelson. Si è sempre distinto come un caso a parte nel mondo della musica, padroneggiando dall’inizio della carriera fino alla fine, un rapporto di sottile sadismo con tutto ciò che non facesse parte del suo inner circle e non ricadesse tra le sue simpatie


    Prince (1958-2016) (foto LaPresse)

    Avvolto in quello strano, indefinibile mistero nel quale è vissuto, Prince è morto nella sua casa di Paisley Park, dopo che da qualche giorno circolavano notizie poco rassicuranti sulle sue condizioni di salute, a causa delle quali i suoi ultimi concerti americani erano stati cancellati. Aveva 57 anni e all’anagrafe di Minneapolis, dove è nato e ha sempre vissuto, era registrato come Rogers Nelson. Inutile dire che la sua scomparsa non fa che allungare ancora la lista di lutti disseminati lungo questo 2016, già bollato come anno orribile del pop, da coloro che non fanno i conti col tempo che passa e con la progressiva resa dei conti del sistema delle celebrità, glorioso e ammaccato esercito ormai avviato sul viale del tramonto. Ma anche in questo Prince s’è sempre distinto come un caso a parte, padroneggiando dall’inizio della carriera fino alla fine, un rapporto di sottile sadismo con tutto ciò che non facesse parte del suo inner circle e non ricadesse tra le sue simpatie – a cominciare ovviamente dai media, perennemente tenuti in sospetto, nonché dall’industria discografica, considerata praticamente la sua nemesi.



    La sua, in fondo, era l’ennesima versione dello scetticismo del genio a vari gradi incompreso, che si concede solo quel tanto che basta a strutturare la leggenda, ma che non si fa, e non dà, illusioni riguardo alla comprensione del suo lavoro e della sua ricerca. Che poi era un lungo viaggio, tutto individuale e segreto, alle radici della black culture, alla relazione che con essa non smetteva di avere la musica, come forma di comunicazione e d’ispirazione collettiva, all’interno della quale vigevano delle categorie religiose – quelle della melodia e dei ritmi, del corpo e dell’anima. Poi tutto ciò esplodeva in un diluvio armonico, in forme cangianti, che transitavano attraverso la danza e la celebrazione, i colori e le mode, gli slang e il body language, l’arte e l’erotismo. Un viaggio solitario, attraverso e a cavallo della musica nera, senza mai discostarsi dalle suggestioni primarie del soul, del blues e del jazz, facendosi le ossa attraverso il più muscolare funk mai ascoltato, dispiegandosi nella scrittura di ballads memorabili, sfiorando magistralmente il pop, accarezzando il black cinema portando via un Oscar come souvenir, virando infine severamente verso una ricerca che per gran parte ha scelto di tenere per sé, licenziandone pochi scampoli, trasformando il suo ultimo decennio di carriera in una laconica lista di episodi sconnessi tra loro, salvo la più recente ripartenza, quando d’un tratto a ricominciato a pubblicare dischi gli uni dagli altri diversissimi – dal metal a new r’n’b – come se nel frattempo i Prince si fossero moltiplicati e comunque i segreti fossero sempre conservati nei forzieri del suo studio di registrazione.

    La storicizzazione di Prince sarà ora un procedimento complesso: c’è ciò che sappiamo, conosciamo e amiamo, dalla bomb culture a “Purple Rain”, da “Kiss” al “Love Symbol Album”, dal suono torrido dei (delle) sue Revolution a quella runa inventata e trasformata nel suo codice e nel suo nome temporaneo, fino alla sua pirotecnica guerra contro le major discografiche, fieramente nel nome dell’indipendenza creativa – eppure dando la sensazione che il suo fosse soprattutto il dispetto d’un “fuori casta”. Ora il suo after life minaccia di essere una pirotecnica esperienza a parte, una scoperta inesauribile e sconcertante, forse perfino, una rivoluzione – come piaceva evocare a lui. Presto conosceremo i misteri della sua collaborazione con Miles Davis, sentiremo le dozzine di inediti registrati e mai pubblicati con tanti numi tutelari del suono nero. E proveremo a orientarci nei meandri di questo personaggio che ha voluto essere magmatico. Accontentandosi di offrire di sé una visione elegantissima, di sublime stravaganza, ma lontana e distaccata. E poi, sempre, spudoratamente sexy, anche se non è per niente facile riuscire a spiegare il perché.




    We are the sons and daughters of all the freedom fighters.
    And there are still many rivers to cross.
    Hands in the air, screaming loud and clear for freedom, justice and equality.
    There is no black or white, there is only right and wrong.
    We are unknown heros, we are flesh and we are blood.
    We are the great future.
    We need to get back to the joy of living.
    We are five fingers of an empty hand.
    But together, we can also be the fist.
    Sometimes change can be as simple as two hands reaching for one another.
    Clap your hands.


  2. #2
     T. Colonnello
     
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Vado sicuramente controcorrente...ma dico sempre ciò che penso e ne vado fiero.

    Un altro tossico Multimiliardario che ci lascia, la sua musica da ambigua checca non mi ha mai per nulla colpito, e quando hanno tutto, non sanno fare altro che drogarsi per poi essere rimpianti da mezzo mondo per la loro fine che si sono creati da soli...
    C'è gente che suda sette camicie per arrivare a fine mese, e non molla mai !

    Triste, ma oltre ad un Ciao non mi spreco...
  3. #3
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Quote D4R10 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Vado sicuramente controcorrente...ma dico sempre ciò che penso e ne vado fiero.

    Un altro tossico Multimiliardario che ci lascia, la sua musica da ambigua checca non mi ha mai per nulla colpito, e quando hanno tutto, non sanno fare altro che drogarsi per poi essere rimpianti da mezzo mondo per la loro fine che si sono creati da soli...
    C'è gente che suda sette camicie per arrivare a fine mese, e non molla mai !

    Triste, ma oltre ad un Ciao non mi spreco...
    Sei un po' troppo duro...
    comunque questi (come michael jackson etc.) sono "artisti" con una sensibilità che non puoi nemmeno immaginare e mille problemi alle spalle.
    Non è che si nasce star da "figlio d'arte" cresciuto nella bambagia... tutti hanno una gavetta dietro con traumi terribili...
    Sì, hanno avuto tanto successo, e hanno guadagnato (e spesso perso) miliardi, ma il successo non puoi addebitarglielo come un crimine!
  4. #4
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Quote highlander ha scritto: Visualizza il messaggio
    Sei un po' troppo duro...
    comunque questi (come michael jackson etc.) sono "artisti" con una sensibilità che non puoi nemmeno immaginare e mille problemi alle spalle.
    Non è che si nasce star da "figlio d'arte" cresciuto nella bambagia... tutti hanno una gavetta dietro con traumi terribili...
    Sì, hanno avuto tanto successo, e hanno guadagnato (e spesso perso) miliardi, ma il successo non puoi addebitarglielo come un crimine!
    Si. troppa superficialità ..io mai stato un 'amante dei Prince Micheal Jackson ..se pur la musica pop è bella e piacevole da ascoltare ..Prince lo conosco anche meno perchè in Italia ed in Europa vuoi per bizzarrerie sue con la casa discografica ..vuoi per uno stile forse troppo stravagante per il pubblico europeo non è mai stato commercializzato con forza mediatica. Può piacere o non piacere ..ma la musica non si discute ..specie la musica di un innovatore e di chi se la scrive e se la suona in tutte le salse che preferisce.. la crea ..dubito sia stato uno stolto ad etichettarlo come il "Genio di Minneapolis"

    Sotto un pezzo che ha ceduto a Sinead O'Connor e con la quale è divenuta famosa nel mondo.. naturalemnte testo e musiche di prince

    Yippee Ki Yay Motherfucker

    Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall'applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
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  5. #5
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Quote D4R10 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Vado sicuramente controcorrente...ma dico sempre ciò che penso e ne vado fiero.

    Un altro tossico Multimiliardario che ci lascia, la sua musica da ambigua checca non mi ha mai per nulla colpito, e quando hanno tutto, non sanno fare altro che drogarsi per poi essere rimpianti da mezzo mondo per la loro fine che si sono creati da soli...
    C'è gente che suda sette camicie per arrivare a fine mese, e non molla mai !

    Triste, ma oltre ad un Ciao non mi spreco...
    non riesco a ricordare il motivo per cui ti ho tolto dall'ignore, dovevo proprio aver bevuto. sei di un'inutilità imbarazzante. mi spiace per te


    "Non esiste un insegnante più difficile dell'esperienza. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione."
  6. #6
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Quote alobox ha scritto: Visualizza il messaggio
    non riesco a ricordare il motivo per cui ti ho tolto dall'ignore, dovevo proprio aver bevuto. sei di un'inutilità imbarazzante. mi spiace per te

  7. #7
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Quote highlander ha scritto: Visualizza il messaggio
    E’ morto Prince, popstar misteriosa e magmatica.
    Ora inizieremo a scoprirlo davvero


    Aveva 57 anni e all’anagrafe di Minneapolis, dove è nato e ha sempre vissuto, era registrato come Rogers Nelson. Si è sempre distinto come un caso a parte nel mondo della musica, padroneggiando dall’inizio della carriera fino alla fine, un rapporto di sottile sadismo con tutto ciò che non facesse parte del suo inner circle e non ricadesse tra le sue simpatie


    Prince (1958-2016) (foto LaPresse)

    Avvolto in quello strano, indefinibile mistero nel quale è vissuto, Prince è morto nella sua casa di Paisley Park, dopo che da qualche giorno circolavano notizie poco rassicuranti sulle sue condizioni di salute, a causa delle quali i suoi ultimi concerti americani erano stati cancellati. Aveva 57 anni e all’anagrafe di Minneapolis, dove è nato e ha sempre vissuto, era registrato come Rogers Nelson. Inutile dire che la sua scomparsa non fa che allungare ancora la lista di lutti disseminati lungo questo 2016, già bollato come anno orribile del pop, da coloro che non fanno i conti col tempo che passa e con la progressiva resa dei conti del sistema delle celebrità, glorioso e ammaccato esercito ormai avviato sul viale del tramonto. Ma anche in questo Prince s’è sempre distinto come un caso a parte, padroneggiando dall’inizio della carriera fino alla fine, un rapporto di sottile sadismo con tutto ciò che non facesse parte del suo inner circle e non ricadesse tra le sue simpatie – a cominciare ovviamente dai media, perennemente tenuti in sospetto, nonché dall’industria discografica, considerata praticamente la sua nemesi.



    La sua, in fondo, era l’ennesima versione dello scetticismo del genio a vari gradi incompreso, che si concede solo quel tanto che basta a strutturare la leggenda, ma che non si fa, e non dà, illusioni riguardo alla comprensione del suo lavoro e della sua ricerca. Che poi era un lungo viaggio, tutto individuale e segreto, alle radici della black culture, alla relazione che con essa non smetteva di avere la musica, come forma di comunicazione e d’ispirazione collettiva, all’interno della quale vigevano delle categorie religiose – quelle della melodia e dei ritmi, del corpo e dell’anima. Poi tutto ciò esplodeva in un diluvio armonico, in forme cangianti, che transitavano attraverso la danza e la celebrazione, i colori e le mode, gli slang e il body language, l’arte e l’erotismo. Un viaggio solitario, attraverso e a cavallo della musica nera, senza mai discostarsi dalle suggestioni primarie del soul, del blues e del jazz, facendosi le ossa attraverso il più muscolare funk mai ascoltato, dispiegandosi nella scrittura di ballads memorabili, sfiorando magistralmente il pop, accarezzando il black cinema portando via un Oscar come souvenir, virando infine severamente verso una ricerca che per gran parte ha scelto di tenere per sé, licenziandone pochi scampoli, trasformando il suo ultimo decennio di carriera in una laconica lista di episodi sconnessi tra loro, salvo la più recente ripartenza, quando d’un tratto a ricominciato a pubblicare dischi gli uni dagli altri diversissimi – dal metal a new r’n’b – come se nel frattempo i Prince si fossero moltiplicati e comunque i segreti fossero sempre conservati nei forzieri del suo studio di registrazione.

    La storicizzazione di Prince sarà ora un procedimento complesso: c’è ciò che sappiamo, conosciamo e amiamo, dalla bomb culture a “Purple Rain”, da “Kiss” al “Love Symbol Album”, dal suono torrido dei (delle) sue Revolution a quella runa inventata e trasformata nel suo codice e nel suo nome temporaneo, fino alla sua pirotecnica guerra contro le major discografiche, fieramente nel nome dell’indipendenza creativa – eppure dando la sensazione che il suo fosse soprattutto il dispetto d’un “fuori casta”. Ora il suo after life minaccia di essere una pirotecnica esperienza a parte, una scoperta inesauribile e sconcertante, forse perfino, una rivoluzione – come piaceva evocare a lui. Presto conosceremo i misteri della sua collaborazione con Miles Davis, sentiremo le dozzine di inediti registrati e mai pubblicati con tanti numi tutelari del suono nero. E proveremo a orientarci nei meandri di questo personaggio che ha voluto essere magmatico. Accontentandosi di offrire di sé una visione elegantissima, di sublime stravaganza, ma lontana e distaccata. E poi, sempre, spudoratamente sexy, anche se non è per niente facile riuscire a spiegare il perché.




  8. #8
     S.tenente
     
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    Re: Anche Prince se n'è andato

  9. #9
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Quote D4R10 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Vado sicuramente controcorrente...ma dico sempre ciò che penso e ne vado fiero.

    Un altro tossico Multimiliardario che ci lascia, la sua musica da ambigua checca non mi ha mai per nulla colpito, e quando hanno tutto, non sanno fare altro che drogarsi per poi essere rimpianti da mezzo mondo per la loro fine che si sono creati da soli...
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    Triste, ma oltre ad un Ciao non mi spreco...
    ''la appoggia piano''

    PS.: vabbè dai, mica si ingroppava gli under 12 come quell'altro
  10. #10
     T. Colonnella

     T. Colonnello
     
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    Re: Anche Prince se n'è andato

    Stamattina ho risposto a Dario su FB ed ora gli rispondo anche qui (anche se vedo che il post su FB è sparito)
    Parliamo di Prince, genio indiscusso, innovatore, creatore di un patrimonio musicale che ci resterà in eredità.
    E' vero che forse ha avuto una vita dissoluta, ma l'ha pagata lui. Il conto la vita l'ha portato a lui, a noi resta la sua arte, il suo estro, e tutto questo gli sopravviverà e sopravviverà a tutti noi.
    Questo è genio, questo è essere grandi.
    Dario stamattina scriveva su FB che milioni di persone vivono mille difficoltà ogni giorno e non si buttano nella droga. Ma milioni di persone non ci hanno dato quello che ci ha dato Prince, e, soprattutto, non dimentichiamo che genio è spesso abbinato a sregolatezza, forse è proprio la sregolatezza il dazio che hanno pagato alcuni grandi che oggi sono indimenticabili.
    Quindi sono in totale disaccordo con Dario su questo.
    L'aldilà si sta affollando di geni musicali purtroppo.
    Essere in te, capire se
    ciò che sono e faccio è abbastanza a rendere almeno l’idea
    dell'immensità che esistendo hai reso mia
    !


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