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Discussione: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko
  1. #111
     T. Colonnello
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Rispondo senza polemica, ma a mio modo, quindi non offendetevi.
    MOD PANE E SALAMINA ON
    A parte che tutto sto parlare mi sembra semplicemente un modo di rinominare cercando di usare una terminologia che personalmente ritengo noiosa e poco pratica.
    Si parla poi di partita "perfetta" e che questo se esteso a 4 giocatori porta a partite che in buona parte dei casi porta a partite che noiose è dire poco.
    L'indeterminatezza secondo me è un valore aggiunto che rende le partite sempre diverse, più dinamiche e decisamente più divertenti.
    Ovviamente non parlo di sminazzamenti vari che rendono le partite una totale perdita di tempo (ma anche quello deve essere gestito e "sfruttato").

    Personalmente ritengo la "pazzia" un valore aggiunto soprattutto contro player che leggono la partita nello stesso modo...li mandi in tilt
    Dimenticavo..ritengo i tuoi post una forma di clickbait mal riuscito (ma anche questa è una mia opinione e come tale da accettare senza offenderti"

    MODE PANE E SALAMINA OFF

    e cmq io sono Negan
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  2. #112
     Maresciallo
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    ...Ciao a tutti Community....
    l'altra sera a tavola il grande MomoCao mi dice "..la stai seguendo la discussione su l'arte della guerra applicata al risiko con implicazioni filosofiche legate alle esperienze di Terni??(o circa quasi una cosa del genere) ...cena che prevedeva l'ultima partita di qualificazione del nostro torneo estivo nel quale ...non mi sono ancora una volta qualificato alle semifinali (riassumo .... 3 tornei interni dall'inizio dell'anno e 1 Master ... qualificatomi solo nel primo torneo ...nessun'altra semifinale e 39esimo al Master su 40 giocatori ...davanti alla sola cara Valehikari)...eppure non manco mai ad una partita....eppure sono un giocatore seriale che passa da RD3 all'ultimo dei Master o Raduno d'Italia con viaggi durati anche 24 ore pur di sedermi a quel tavolo (non è leggenda...è successo davvero ... Master 2015 di Bergamo io e Momocao ci siamo fatti 24 ore di viaggio per la cancellazione per sciopero di tutti i voli)...
    Riassumo altri record personali dalla ripresa delle mie attività risikiste dal Giugno 2013 (data del Raduno di Cagliari)... 3 ultimi posti su 4 a zero punti nel doppio master Firenze Bologna del 2014... (già ma allora ero fortemente convinto e contrario alla "cartina") ... finale diretta a Palermo con 1 risiko e un risiko -3 punti nel 2016 (con 2° posto finale dietro il caro rospetto e al tavolo con il compianto scramble)... e tante tante qualificazioni in semifinali ...quarti...o in finale nei moderatori su rd3..nonche se un pò vale vicecampione nazionale al CNS 2017 (insieme a tutti i compagni del grande RCU Cagliari)...insomma mi ritengo un giocatore che riesce ad esprimere tutto lo scibile del Risiko da alpha ad omega...
    Perchè tutto questo noiosissimo racconto...???
    Perchè per riprendere le parole di Valeria...il Risiko è un viaggio prima di tutto dentro se stessi... per riprendere le parole di tanti... il Risiko è il piacere di giocare insieme con competizione e in amicizia dove si può.... Per riprendere le parole di tanti... Il Risiko è l'espressione dell'unicità di ognuno di noi....e di ogni Club e la sua realtà locale... A mio avviso non credo sia possibile pensare a regole universali di gestione del gioco del Risiko (o anche una sua singola partita) in quanto il Risiko è un'universo dove entrano in gioco centinaia di giocatori diversi che introducono miliardi di variabili diverse ...

    POI certamente..ognuno può e deve costruirsi una propria filosofia personale e di gioco...e come tale....va sempre rispettata anche alla fine di un'incaxxo a fine partita per delle mosse considerate "sbagliate" in base a quella filosofia...

    Un saluto a tutti.......
  3. #113
     Magg. C.te
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote bluprofondo71 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Perchè per riprendere le parole di Valeria...il Risiko è un viaggio prima di tutto dentro se stessi... per riprendere le parole di tanti... il Risiko è il piacere di giocare insieme con competizione e in amicizia dove si può.... Per riprendere le parole di tanti... Il Risiko è l'espressione dell'unicità di ognuno di noi....e di ogni Club e la sua realtà locale... A mio avviso non credo sia possibile pensare a regole universali di gestione del gioco del Risiko (o anche una sua singola partita) in quanto il Risiko è un'universo dove entrano in gioco centinaia di giocatori diversi che introducono miliardi di variabili diverse ...

    POI certamente..ognuno può e deve costruirsi una propria filosofia personale e di gioco...e come tale....va sempre rispettata anche alla fine di un'incaxxo a fine partita per delle mosse considerate "sbagliate" in base a quella filosofia...

    Un saluto a tutti.......

    Buongiorno a te!

    Non posso parlare per Valeria, ma ti rispondo nello stile da piccola libraia fiorentina con una citazione proprio da Sun Tzu:

    VI - Punti deboli e punti forti

    28. Non ripetere le tattiche che una volta ti sono avvalse la vittoria, ma fai sì che i tuoi modi di agire siano regolati dalla infinita varietà dele circostanze.

    29. Le tattiche militari sono simili all'acqua, perché l'acqua nel suo corso naturale scorre da luoghi alti e poi accelera scendendo verso il basso. (...)

    31. Come l'acqua modella il suo corso secondo la natura del terreno su cui scorre, così il generale trova la vittoria in relazione al nemico che ha di fronte.

    32. Perciò, così come l'acqua non mantiene una forma costante, così in guerra non ci sono condizioni costanti.

    33. Colui che può modificare le proprie tattiche in relazione al nemico, e pertanto, ottenere la vittoria, può essere definito un condottiero divino.



    Continuo a pensare vi sia un certo fraintendimento quando si parla di "regole" in relazione a una strategia di gioco, tanto più un gioco che simula una guerra fra 4 (ahimè tavolta 5) giocatori.

    Più che ai "comandamenti" in stile biblico, a mio parere tali "norme" sono piuttosto simili a quelli della grammatica e della sintassi di una lingua, come l'italiano.

    Conoscere le regole della grammatica e della sintassi, e soprattutto padroneggiarle, non porta a parlare tutti nello stesso modo, non ammazza la creatività né la "follia", anzi, è vero esattamente il contrario.

    Allo stesso modo, conoscere e padroneggiare le tattiche del Risiko non porterebbe a mio parere a banalizzare il gioco, ma anzi ad arricchirlo e a renderlo più creativo, bello, e divertente per tutti/e.

    Si dialoga. E si dialoga camminando; via via. No? Scrivere; e poi leggere. Ricordi, amico mio? Si racconta che le lettere dell'alfabeto furono inventate da Mercurio, capostipite e nonno di bugiardi e re dei ladri, vedendole nel volo delle gru. Uno scherzo, non credi? (in tua memoria, Picchi)
  4. #114
     Magg. C.te
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote massituo ha scritto: Visualizza il messaggio

    e cmq io sono Negan
    MODE PANE E SALAMINA ON

    ...mi permetto un OT che forse non è un OT... ma lo sai che il personaggio di Negan mi è risultato talmente brutto, noioso e antipatico che dopo un paio di puntate ho definitivamente smesso di guardare The Walking Dead?

    Eppure le serie sugli psicopatici le guardo un po' tutte.

    Sui gusti non si (di)sputa, per carità, però.. che barba. Questo tizio si aggira spaccando teste e cavando occhi al mero scopo di... boh, dimostrare che lui è Il Vero Capo?

    La querelle fra lui e Rick mi ha fatto lo stesso effetto stracciagonadi di Trump e Kim Jong Un che litigano su chi ha il bottone nucleare più grosso. Con l'attenuante che almeno Negan è finto.

    Psicopatici per psicopatici, #IoScelgoHannibal


    Vuoi mettere lo stile?




    Entrate in scena terroristiche per entrate in scena terroristiche, #IoStoConPiton

    Vuoi mettere lo stile?




    Facciamo una discussione spin-off? "Scegli il tuo psicopatico guida"? Che l'animale spirito di questi tempi mi pare passato di moda


    MODE PANE E SALAMINA OFF



    (Parlavo del personaggio, eh... si fa per giocare e non intendevo offesa. Di persona ti conosco a malapena e non mi permetto di giudicare)
  5. #115

    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio

    Conoscere le regole della grammatica e della sintassi, e soprattutto padroneggiarle, non porta a parlare tutti nello stesso modo, non ammazza la creatività né la "follia", anzi, è vero esattamente il contrario.

    Allo stesso modo, conoscere e padroneggiare le tattiche del Risiko non porterebbe a mio parere a banalizzare il gioco, ma anzi ad arricchirlo e a renderlo più creativo, bello, e divertente per tutti/e.
    ..secondo me il paragone nn regge, le regole della grammatica portano all'italiano perfetto ma il risiko perfetto nn esiste.
  6. #116
     Maresciallo
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio
    Buongiorno a te!

    Non posso parlare per Valeria, ma ti rispondo nello stile da piccola libraia fiorentina con una citazione proprio da Sun Tzu:


    Più che ai "comandamenti" in stile biblico, a mio parere tali "norme" sono piuttosto simili a quelli della grammatica e della sintassi di una lingua, come l'italiano.

    Conoscere le regole della grammatica e della sintassi, e soprattutto padroneggiarle, non porta a parlare tutti nello stesso modo, non ammazza la creatività né la "follia", anzi, è vero esattamente il contrario.

    Allo stesso modo, conoscere e padroneggiare le tattiche del Risiko non porterebbe a mio parere a banalizzare il gioco, ma anzi ad arricchirlo e a renderlo più creativo, bello, e divertente per tutti/e.
    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
    ..secondo me il paragone nn regge, le regole della grammatica portano all'italiano perfetto ma il risiko perfetto nn esiste.
    Buongiorno Margherita e ....Mozzi... infatti Marghe....ritengo anche io sia quasi impossibile riunire in un solo manuale delle regole universali sul risiko....proprio perchè ogni singola partita è influenzata dalle centinaia di variabili che inevitabilmente con ogni giocatore diverso e stili di gioco diversi emergerebbero... certamente Nel proprio viaggio personale (riprendendo le parole di Valeria) si può aspirare a diventare quel Comandante Semidio che vince nella maggiorparte delle partite a prescrindere dalle variabili e dai giocatori in plancia....ma...se andiamo a vedere le varie Ranking ...quanti giocatori possono davvero aspirare a quel tipo di profilo???... mi sento di dire che siano pochissimi sparsi in giro per lo Stivale (questo vale sia Live che su RD3 che però ...lo sappiamo...ha regole e variabili ancora diverse).... Sicuramente tanti hanno un notevole patrimonio di tattiche (oltre che dell'obbligatoria dose di fortuna) che consente loro di primeggiare su tanti altri....ma per ognuno di loro sono il frutto del proprio viaggio personale in partite...tornei...riflessioni...ripensamenti....d iscussioni..istinto....e non credo certo nell'applicare delle regole che come per magia aprono le porte alla vittoria perfetta... certo...esiste la partita perfetta...quella che ti fa superare un turno in apparenza difficile per i giocatori avversari magari blasonati che ti trovi al tavolo...o ti fa vincere un torneo o una finale nazionale....ma quella è un'altra storia credo...
  7. #117
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote bluprofondo71 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Buongiorno Margherita e ....Mozzi... infatti Marghe....ritengo anche io sia quasi impossibile riunire in un solo manuale delle regole universali sul risiko....proprio perchè ogni singola partita è influenzata dalle centinaia di variabili che inevitabilmente con ogni giocatore diverso e stili di gioco diversi emergerebbero... certamente Nel proprio viaggio personale (riprendendo le parole di Valeria) si può aspirare a diventare quel Comandante Semidio che vince nella maggiorparte delle partite a prescrindere dalle variabili e dai giocatori in plancia....ma...se andiamo a vedere le varie Ranking ...quanti giocatori possono davvero aspirare a quel tipo di profilo???... mi sento di dire che siano pochissimi sparsi in giro per lo Stivale (questo vale sia Live che su RD3 che però ...lo sappiamo...ha regole e variabili ancora diverse).... Sicuramente tanti hanno un notevole patrimonio di tattiche (oltre che dell'obbligatoria dose di fortuna) che consente loro di primeggiare su tanti altri....ma per ognuno di loro sono il frutto del proprio viaggio personale in partite...tornei...riflessioni...ripensamenti....d iscussioni..istinto....e non credo certo nell'applicare delle regole che come per magia aprono le porte alla vittoria perfetta... certo...esiste la partita perfetta...quella che ti fa superare un turno in apparenza difficile per i giocatori avversari magari blasonati che ti trovi al tavolo...o ti fa vincere un torneo o una finale nazionale....ma quella è un'altra storia credo...
    Ciao Alessio , buongiorno e buona domenica,
    impossible is nothing!
    Noi abbiamo un metodo molto molto semplice per calcolare quelle 1000 variabili, in ogni situazione, senza eccezioni;vien da se che le partite sono determinate dalle azioni e quindi dai pensieri di 4 giocatori, come è altrettanto vero che la migliore lettura del game possibile non ci tutela mai integralmente dall'alea.
    Nondimeno penso che converrai con me che ci sono giocatori nel circuito con un passo superiore, perchè vincono sempre o perlomeno spesso gli stessi giocatori considerando che è un gioco dominato a quanto dite voi , alea , incertezza e mille variabili?

    Probabilmente perchè intuitivamente o grazie all'esperienza hanno sviluppato a livello inconscio un manuale simile al nostro, che permette loro di leggere la plancia in maniera inequivocabile e di poter fare sempre le migliori scelte possibili.
    Escluderei lo studio, dato che quando parlo di analisi di tipo scacchisco mi ridete tutti dietro ( eppure potrei dire che io e Valeria studiamo da 3 anni e la crescita di entrambi è sotto gli occhi di tutti).
    Ma cosa succede se alcuni di questi giocatori si impegnano a codificare e a rappresentare questo loro manuale inconscio in un linguaggio facilmente comprensibile da tutti? Cosa succede se riescono a rappresentare quelle mille variabili con una formulina da terza elementare?
    Ti posso raccontare e ti sto raccontando che da noi succede che giocatori che giocano da tre/sei mesi si ritrovano in semifinale di raduno o di master, succede che Luca arriva al suo secondo master arriva in finale diretta e prende i complimenti da chiunque,succede che il livello di crescita è esponenziale, succede che tutti si divertono di più , succede che al club facciamo partite che in un torneo esterno è raro vedere....
    Non me la prendo con te Alessio e capisco il garbo del tuo intervento, ma capisci che quando ti dicono che è impossibile una cosa che invece tu stai facendo, quando ti dicono che non può esistere una cosa che invece tu hai, mi si alza automaticamente il sopracciglio sinistro come a Carletto Ancelotti e mi parte un ghigno di incredulità e in un certo senso la testa inevitabilmente mi rimanda a questo wikipedia.org

    Ma al di là del nostro manuale, della giustezza o meno delle nostre intuizioni e dei nostri esperimenti , quello che trovo più incomprensibile sia la refrattaria generale ad una crescita mediante didattica ,analisi e formazione......vedo sempre le foto delle tue partite di calcio amatoriale , il calcio è un gioco, e il risultato è influenzato dalla volontà di almeno 22 giocatori ed è anche spesso condizionato dall'alea, ebbene i giocatori si presentano direttamente la domenica allo stadio dopo 6 giorni a casa, oppure si allenano , studiano schemi e situazioni e si preparano?
    Il Risiko si presta molto bene allo studio , è un gioco fantastico e profondo, e non è un caso che piaccia molto agli scacchisti, ai matematici e agli statistici o a me che sono un ex sportivo...
    E' un gioco dove si può migliorare sempre...e non mi ricordo quale famoso scrittore sosteneva che ogni viaggio è un momento di crescita...




  8. #118
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote lucius ha scritto: Visualizza il messaggio
    Ciao Alessio , buongiorno e buona domenica,
    impossible is nothing!
    Noi abbiamo un metodo molto molto semplice per calcolare quelle 1000 variabili, in ogni situazione, senza eccezioni;vien da se che le partite sono determinate dalle azioni e quindi dai pensieri di 4 giocatori, come è altrettanto vero che la migliore lettura del game possibile non ci tutela mai integralmente dall'alea.
    Nondimeno penso che converrai con me che ci sono giocatori nel circuito con un passo superiore, perchè vincono sempre o perlomeno spesso gli stessi giocatori considerando che è un gioco dominato a quanto dite voi , alea , incertezza e mille variabili?

    Probabilmente perchè intuitivamente o grazie all'esperienza hanno sviluppato a livello inconscio un manuale simile al nostro, che permette loro di leggere la plancia in maniera inequivocabile e di poter fare sempre le migliori scelte possibili.
    Escluderei lo studio, dato che quando parlo di analisi di tipo scacchisco mi ridete tutti dietro ( eppure potrei dire che io e Valeria studiamo da 3 anni e la crescita di entrambi è sotto gli occhi di tutti).
    Ma cosa succede se alcuni di questi giocatori si impegnano a codificare e a rappresentare questo loro manuale inconscio in un linguaggio facilmente comprensibile da tutti? Cosa succede se riescono a rappresentare quelle mille variabili con una formulina da terza elementare?
    Ti posso raccontare e ti sto raccontando che da noi succede che giocatori che giocano da tre/sei mesi si ritrovano in semifinale di raduno o di master, succede che Luca arriva al suo secondo master arriva in finale diretta e prende i complimenti da chiunque,succede che il livello di crescita è esponenziale, succede che tutti si divertono di più , succede che al club facciamo partite che in un torneo esterno è raro vedere....
    Non me la prendo con te Alessio e capisco il garbo del tuo intervento, ma capisci che quando ti dicono che è impossibile una cosa che invece tu stai facendo, quando ti dicono che non può esistere una cosa che invece tu hai, mi si alza automaticamente il sopracciglio sinistro come a Carletto Ancelotti e mi parte un ghigno di incredulità e in un certo senso la testa inevitabilmente mi rimanda a questo wikipedia.org

    Ma al di là del nostro manuale, della giustezza o meno delle nostre intuizioni e dei nostri esperimenti , quello che trovo più incomprensibile sia la refrattaria generale ad una crescita mediante didattica ,analisi e formazione......vedo sempre le foto delle tue partite di calcio amatoriale , il calcio è un gioco, e il risultato è influenzato dalla volontà di almeno 22 giocatori ed è anche spesso condizionato dall'alea, ebbene i giocatori si presentano direttamente la domenica allo stadio dopo 6 giorni a casa, oppure si allenano , studiano schemi e situazioni e si preparano?
    Il Risiko si presta molto bene allo studio , è un gioco fantastico e profondo, e non è un caso che piaccia molto agli scacchisti, ai matematici e agli statistici o a me che sono un ex sportivo...
    E' un gioco dove si può migliorare sempre...e non mi ricordo quale famoso scrittore sosteneva che ogni viaggio è un momento di crescita...
    A me il manuale che state creando incuriosisce molto e quando ne avrò possibilità sarò felice di leggerlo.
    A priori posso dirti che la mia lettura sarà sicuramente influenzata dalla prefazione e dallo scopo a cui si rivolge ..l'influenza inconscia è una brutta bestia
    Ossia se il manuale vuol essere un dono di esperienze ..approcciate da un punto di vista tecnico e scentifico volto ad arricchire ..nella lettura tutte le lampadine del cervello saranno accese
    Se invece vuole porsi come la ricetta perfetta alla Scientology che garantisce il risultato ..lo leggerò cmq.. ma l'interesse e l'assimilazione probabilmente scemeranno
    poi chissà magari risulta eloquente come il trattato di cui parliamo sopra .

    Poi non sò se serve sottolinearlo ..ma anche le ovvietà son diventate tali perchè han ridondato nel tempo ed il tempo stesso gli può tornar a remar contro.
    La preparazione e l' approccio strategico sono importantissimi ..e lo sono in egual misura delle capacità e delle abilità del giocatore
    ogni giocatore si differenzia nel talento e nella predisposizione al gioco ..con la pratica si migliora sicuramente
    ma la capacità di pensare velocemente ed in modo naturale processare risvolti e conseguenze nel lungo e breve termine
    visualizzare la plancia nel proprio turno e riuscire a visualizzarla anche per i prossimi 5/10 turni successivi
    creare strategie nuove ed approcci nuovi sul momento di cui fino a quel momento non ne conoscevi sviluppi
    sono abilità queste che non basta leggerle in un manuale o inconsciamente farle proprie da un manuale non ancor scritto..

    A me piace molto l'approccio di Terni ..non ci vedo controindicazione alcuna e solo possibili vantaggi ..per chi più per chi meno
    se i risultati poi vi danno ragione ..il vanto e vezzo che ti arroghi te lo puoi anche permettere ..ma se eccedi in autocelebrazione
    finirai col ridurre l'apporto al progetto ed adagiarti sull'alloro.

    Poi vediam di verificare un pò ..che ti ho sempre mazzuliato e rincorso plancia plancia ..organizza un partitone online che ti meno
    Yippee Ki Yay Motherfucker

    Coloro che non sono del tutto consapevoli dei danni derivanti dall'applicazione delle strategie non possono essere neppure consapevoli dei vantaggi derivanti dalla loro applicazione.
    Sun Tzu
  9. #119
     Magg. C.te
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
    ..secondo me il paragone nn regge, le regole della grammatica portano all'italiano perfetto ma il risiko perfetto nn esiste.


    Mi permetto di contraddirti, Mozzi, e di farlo con una certa autorevolezza - almeno in questo ambito, visto che l'insegnamento dell'italiano è ciò che in questo momento mi paga l'affitto, e sono abilitata a farlo.

    L'italiano perfetto non esiste. E quale sarebbe? quello di Dante, quello di Manzoni, quello di Gadda?

    L'italiano è un sistema simbolico. Più lo padroneggi, più sei libero. Non nel senso negativo di libertà dalle costrizioni, nel senso di libertà positiva, quella che in inglese si dice agency, la capacità di crearti una strada per esprimere te stesso.

    Un gioco non è molto diverso, è un mezzo di espressione individuale e un'attività sociale, e ha un suo linguaggio convenzionato, con le sue norme. In questo senso, trovo il Risiko bellissimo: da un set di regole estremamente semplici si può costruire una varietà di situazioni di fatto infinita.

    Non ho mai studiato il gioco in modo sistematico. Ho sempre giocato a istinto - e me la cavicchio, penso.

    Tuttavia, quando ho avuto modo di parlare con chi sta scrivendo il manuale e con chi lo sta leggendo, ho visto la possibilità di vedere il gioco in maniera diversa (più scientifica, più bella), e di poter migliorare la mia strategia.

    Ho letto qualche anteprima (di cui non parlo perché rispetto la richiesta di riservatezza) e mi è venuta voglia di tornare a giocare, e di approfondire, partecipando alle sessioni didattiche che verranno.

    Al momento ne so quanto voi... ma mi perplime che una cosa che mi sembra solo bella e utile possa andare incontro a un'ostilità quasi istintiva
  10. #120
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Iniziativa Lodevole quella di Micheli
    Motivare e spronare i propri ragazzi...
    E sono felicissimo per i draghi di questa escalation di risultati impressionanti che stanno ottenendo in ogni luogo...
    Talmente motivante Micheli che riesce persino a far credere a chi legge di approcci scientifici, estetici, sensuali e chissà' che altro...
    Anche io per quello che ho potuto leggere mi stavo intrippando non poco...
    Il Manuale depositato, Formulette magiche, capacita' di lettura di ogni tavolo in ogni luogo.. in ogni lago... in ogni...
    Negli ultimi passaggi mi e' parso di leggere di tre anni di studio applicato (gli anziani) con moviole in campo, VAR e ricostruzioni in 3D delle azioni spettacolari...
    "Siamo superiori rispetto a tutti gli altri"
    Quindi sono andato a rileggermi gli eventi del 2018...
    Penso di aver recuperato i vari dati e ho (se manca qualcosa ditemelo):
    Un ultimo posto a Cagliari - 0 vittorie in 2 partite
    A Bergamo una vittoria in due... Ricordo una prestazione da sminatore di carbone che si lancia (con tre inutili stati in sdadata) volutamente sul primo per farlo perdere... Riuscendoci... Estetica e Etica 00... Uscito tra i fischi
    Al raduno di Latina abbiamo, in un torneo di 48 persone, un bagno di sangue... 4 vittorie su 18 partite
    Al raduno di Verona 1 vittoria su 3 partite
    A san benedetto finalmente si e' visto qualcosa... 8 vittorie (otto ???) su 23 partite
    In totale, per questo 2018, abbiamo 14 vittorie su 50 partite...
    E su 21 apparizioni solamente in 7 casi abbiamo avuto una meritata semifinale (o finale) di ritorno...
    Come numeri mi sembrano assolutamente nella media... Non trovo nulla di eccezionale...
    E sono facilmente consultabili da tutti a differenza del continuo parlare del nulla...
    Se questa e' l'eccellenza mi aspetto scuole in tutta Italia fondate dallo JesiClub che ne manda uno solo e fa subito bottino con una semifinale...

    Per cui e' lodevole il lavoro che sta facendo Micheli...
    E' giusto motivare...
    Ma bisogna anche dare un reale riscontro a tutto quello che si racconta.....
    Altrimenti rischi di bruciarti i neofiti...

    Se Martina e la De Paris mi vanno in semifinale a Torino o un Trotolo a Bergamo... O un Pavoni non ricordo dove... Posso dargli una pacca sulla spalla e dir loro che sono stati bravi...
    Ma da qui ad ammorbare il Forum urlando di aver trovato la soluzione finale mi sembra esagerato...

    Nonostante quanto scritto sopra rimango curioso e in attesa di vedere la pubblicazione si questo strepitoso manuale

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    Da user_8214 nel forum Community Board
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