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Discussione: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko
  1. #41
     T. Col. C.te
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote spappara ha scritto: Visualizza il messaggio
    Problematica è volutamente vaga.. forse avrei dovuto metterlo tra vigolette anche io.
    Per mia fortuna non ho mai dovuto allontanare nessuno dal mio club e ogni club/associazione, nel proprio statuto ha indicato quali possono essere le motivazioni di allontanamento di un giocatore. Come ti ho detto il direttivo fa da garante affinchè il regolamento venga rispettato e l'ambiente sia sereno.

    Per quanto concerne la seconda parte, non mi sento egoista. Io sono responsabile per me stessa in primis. Sarò responsabile di eventuali figli, se mai li avrò, fintanto che non saranno in grado di fare le proprie scelte.
    Apprezzo le persone che decidono di assistere e supportare il prossimo. Lo fanno per vera vocazione. Il fatto che io non lo voglia fare, o che lo faccia entro certi limiti, non credo mi renda una brutta persona.
    Credo nel mio piccolo di avere un ambiente accogliente e inclusivo anche perchè tutti i partecipanti si impegnano e fanno in modo che lo sia. Poi nessun mondo è perfetto... qualche litigio o incomprensione può capitare in tutte le migliori famiglie.
    Ricordandomi alcune tue precedenti affermazioni anche nella discussione del raduno sulla squalifica, ho l'impressione che tu pretenda troppo da chi gestisce e ti levi da ogni responsabilità per le azioni che tu stessa compi. Se sto sbagliando ti chiedo anticipatamente scusa.
    Ti chiedo gentilmente di limitarti alla discussione generale, qui si parla di valori , approcci , etica e filosofia di un gioco con un fine costruttivo e non delle esperienze personali e particolari, soprattutto se queste servono a discreditare chi sta proponendo delle linee guida generali.
    E ammesso e non concesso che l'ispirazione nasca da una esperienza personale , rimane che stiamo discutendo di linee guida generali.

    Detto questo , penso che si possa proseguire serenamente la discussione.

    Non vi abbiamo detto fate come noi, vi stiamo dicendo come facciamo noi e che funziona.

    Ho individuato 3 vettori su cui lavorare:
    -Didattica
    -psicologia
    -socialità
    Ho anche detto che non sono necessarie ma che la didattica ( fatta bene) aiuta a migliorare la godibilità e la fruibilità del gioco , e che queste possono essere GARANTITE solo lavorando anche su psicologia e socialità.

    Ma qui siamo solo alla introduzione del nostro approccio, mi piacerebbe poi approfondire alcuni argomenti in profondità, se vi è la curiosità da parte di qualcuno.

    Lasciando la spicciola strategia per ultima mi vengono in mente questi primi argomenti su cui confrontarci:
    -Gestione della classifichite all'interno di un club , valore dei tornei interni nei ranking
    -come gestire situazioni di stress psicologico
    -conviene essere ospiti di un locale o è meglio trovarsi un posto proprio? (pro e contro economici e sociali)
    Tanto per introdurre questo tema , noi per piccoli che siamo, abbiamo fatto la "pazzia" di prendere un posto nostro da gestire, e non solo ci rientriamo con le spese ma facciamo una dignitosa cassa, avere un posto nostro facilità la socialità, da la possibilità di giocare anche in più occasioni ( anche se non volete fare come noi con il torneo sparso 7 su 7, vi darebbe noia avere la possibilità(non l'obbligo) di fare partite amichevoli e didattiche extra?
    Noi abbiamo dato le chiavi a tutti i soci che fanno del covo l'uso che preferiscono tanto per fare un esempio...
    Un posto nostro ci da la possibilità di cucinare e unire il momento conviviale a quello ludico ...i nostri appuntamenti infrasettimanali sono eucaristici quanto i pranzi dei master o le cene dei raduni , ma più belli da un lato perchè cuciniamo noi, mettendoci cuore, passione e generosità.
    -Paga avere un ranking che da la possibilità di partecipare anche a chi vorrebbe essere del club ma è lontano?[ricordo che i club ufficiali sono solo 30 su 8004 comuni Italiani,]
    Noi abbiamo giocatori provenienti da 6 province diverse di cui 3 anche abbastanza lontane e riescono a vivere il club e il gioco.
    -E' possibile usare il Risiko come modello comportamentale per gestire le situazioni di conflitto e di stress psicologico?
    -Quali sono i principi "etici" ed "estetici" che possiamo trarre o applicare dal gioco? Si possono codificare?
    Es:Conviene giocare sul più debole quando un giocatore dilaga?---------> nella vita reale: Conviene scagliarsi contro gli oppressi o contro gli oppressori se si è a sua volta oppressi?
    Es:Conviene dare carta al giocatore che dilaga?--------------> nella vita reale: Se sei un paese del terzo mondo e sei in guerra ti conviene dare risorse al nemico che ti sta assediando?
    Es:In situazioni di difficoltà o pericolo è meglio collaborare e mettere da parte l'interesse personale per quello generale o è meglio isolarsi?
    Es:Come ci si comporta quando si sta dilagando?----------> nella vita reale: come gestiamo il potere?
    e tanti altri esempi di cui mi piacerebbe discutere....
    Ora se ti interessano questi argomenti dove confrontarsi (concentrati su quest'ultima parola) sei ovviamente la benvenuta, se invece la tua posizione a riguardo è che stiamo dicendo sciocchezze, i tuoi interventi sono già stati esaustivi.




  2. #42
     Maggiore
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote lucius ha scritto: Visualizza il messaggio
    Dandini, se dico di vendere la Sardegna significa che ho già l'acquirente!

    Allegato 147840

    .asd:

    A volte mi sembra che ci dimentichiamo ,dato che qui siamo 4 gatti, che Spin Master vende 140000 scatole l'anno e che è il gioco più conosciuto nello stivale.

    Il manuale sarà a disposizione tra qualche mese, ma se vuoi la prossima volta al bar ti faccio dare una lurkata alle slides e alle pillole che abbiamo già dato ai Draghi ( ovviamente questo vale solo per i fratelli Favl)
    C'è un editore interessato al Risiko? Sorprendente !! Eheheheheh
    I Favl difficilmente arriveranno a fine 2018, il manuale però potrà tornare utile in futuro.

    Rispondo a cornetto : l'accredito" gratuito" mi ha allontanato definitivamente dalla chall e dalla prestigechall, e'stata la goccia. Il vaso era colmo di cartine....
    Gioco solo trestige quando ho una mezz'ora libera.
  3. #43
     Magg. C.te
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote delaunay ha scritto: Visualizza il messaggio
    Buondì

    Sono d'accordo più o meno con tutto quello che dici, ma è soprattutto su quest'ultimo pezzetto che vorrei fermarmi perché hai centrato quello che anche secondo me è il cuore del problema.

    Il principale "spettro" che infesta e avvelena il gioco del Risiko è proprio l'egoismo, e non certo a caso, visto che è il problema principale delle società contemporanee - e lo dico da nota egocentrica.

    Egocentrismo ed egoismo non sono la stessa cosa. L'ego ce l'abbiamo tutti, è quanto ci rende umani: è il senso del sé, la capacità di narratizzare la propria vita. Tuttavia è un traditore, un verme in una mela, una funzione che rischia di diventare antisociale, quando si mette a gridare Io, Io voglio vivere! Bruci pure il mondo purché io viva!!.

    Ecco, lì abbiamo un problema. E infatti, a mio parere il problema principale della cosiddetta "società occidentale" è proprio questo spostamento di prospettiva che adesso considera l'ego, invece che uno strumento del cervello prezioso, ma pericoloso, che deve essere disciplinato (attraverso codici etici, miti e religioni, che sarebbero nate proprio a questo scopo), un vero e proprio idolo, un valore, un merito e un vanto da preservare a ogni costo.
    E non a caso stanno uscendo fuori mostri. Come QUALSIASI fiaba, mito, testo sacro, o classico di strategia confermano, lasciato libero di spadroneggiare l'Ego diventa una belva feroce, e lo scopo della vita diventa rimpinzare questa belva, a discapito di tutto e di tutti.

    Succede anche nel Risiko, ma semplicemente perché è un gioco, dove si ritrovano e si rispecchiano dinamiche sociali e culturali reali.

    Proprio per questo ritengo che il processo possa essere "invertibile", e che il Risiko possa diventare un'eccellente "palestra" per tenere a bada l'ego anziché per pomparlo, così come per elaborare forme creative e cooperative di risoluzione di conflitti sociali, anziché per fomentarle.

    Ma per fare questo, dovrebbe essere giocato con una prospettiva cooperativa, anziché competitiva: al club, a mio parere, bisognerebbe andare a giocare per IMPARARE a PERDERE, non per IMPARARE a VINCERE.

    Rilancio quindi la stessa domanda di Andy:




    Per me, e parlo per me, imparare a perdere è stato difficilissimo. Ancora adesso, la scimmia dell'ego ("devi vincere!", "devi vincere!") che mi sussurra all'orecchio la sento.

    Che accorgimenti personali ho elaborato per tenere a bada la scimmia?

    Un paio di esempi:

    - Non giocare quando sono di pessimo umore o particolarmente nervosa. Se sono stanca e incazzata, a giocare non ci vado. Al max vado al club e mi bevo una birra in compagnia studiando le partite altrui.

    - Stare lontano dai tornei interni. Il massimo che riesco a tollerare è il ranking annuale e già quello mi infastidisce.

    - Se mi sto icaz.zando a un tavolo, chiedere 10 minuti di pausa e fare un paio di esercizi di mindfulness.


    Non sarebbe un "programma ludopatia" difficile da seguire, senonché diventa di fatto impraticabile in un club dove a fine partita l'unica cosa di cui si parla a fine partita è l'effetto che la sconfitta o la vittoria X avranno sulla classifica e a marzo già si discute su chi andrà al CNS a novembre. A Terni mi hanno proposto di fare il ghost vivente ad libitum e "Jesoo! Finalmente!" è la prima cosa che ho pensato.

    Il mio ego è mio ed è giusto che me lo gestisca io; mi inquieta tuttavia la presenza evidente di ludopatici megalomani più o meno gravi, che si aggirano per questo gioco convinti non solo di essere normali, ma che "fare il bullo" sia un diritto inalienabile del cittadino.
    marghe grazie per la risposta...io però vorrei fare una mia considerazione.

    Continuo a leggere questo tread e vedo da una parte qualcuno che vorrebbe un club dove venga prima il divertimento alla competizione e dall altra chi sta bene come sta.

    però mi vengono alcune domande ...

    premetto che leggere esperienze di persone che si approcciano al gioco che si divertono e non hanno nessuna pretesa agonistica è bellissimo.

    proprio qui nasce la mia domanda ...quando queste persone parteciperanno ha raduni o a master o chissa ad un cns...riusciranno a mantenere la stessa atmosfera di divertimento?

    faccio questa domanda perchè da quello che ho potuto leggere anche in discussioni passate...non vedo l ambiente del risiko live un ambiente sano...nel senso che ci sono molte antipatie(ma come è normale che sia)...però questo fattore incide molto sull andamento di un game se due persone che non si piacciano si trovano allo stesso tavolo(anche se sono adulte e vaccinate) riescono a condurre un game con mosse lucide?

    quindi vi chiedo la restrizione a parlare di club(che sia esso ufficiale o non ufficiale) può influnzare la visione del divertimento? (che secondo me dovrebbe essere estesa ad un raggio piu ampio).

    faccio questa domanda perchè sempre leggendo alcuni vostri post(anche di persone che non sono intervenute qui) non c'è quella fiducia che si dovrebbe respirare quando si va ad un torneo agonistico.

    i famosi paletti precludono un pò lo spirito del gioco.dico questo perchè per me quando ci si affronta su una plancia dovrei solo pensare al colore dei carri che ho difronte e fare le mie scelte in base ai loro spostamenti e non dovrei assolutamente farmi influenzare da chi li gestisce(i carri intendo).

    sarà anche non semplice ma dovrebbe essere cosi.

    io auguro al club dei draghi un grande imboccaalupo per la bellissima iniziativa. sperando che il fine sia di incontrarsi su una qualsiasi plancia senza guardare di che club sei....o se sei bravo o meno bravo...fermandosi a fine partita a esaminare ciò che è successo senza accuse e malumori...insomma ciò che dovrebbe essere lo spirito di gioco...(che sicuramente in un club si riesce ad ottenere) ma che esteso a tutti non sempre è facile ottenere.
  4. #44
     T. Col. C.te
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote spappara ha scritto: Visualizza il messaggio
    Non voleva essere un attacco personale. Se vuoi confrontarti con gli altri però devi ascoltare anche altri punti di vista... non era mia intenzione sicuramente offenderti, infatti, se rileggi ti ho parlato di impressione e ti ho chiesto anticipatamente scusa.

    Voi in questa discussione avete parlato di ego e egoismo. Io vi invito a riflettere in generale, sulla parola responsabilità.

    In generale, (quindi non parlo di te) sono sempre tutti pronti a scaricare barile su qualcuno o qualcosa. Difficile vedere persone che si prendano a pieno la responsabilità.

    Tornando invece a quello che mi hai scritto come esempio... cioè che chiedi la pausa dei 10 minuti e l'assistenza... prova a pensare un attimo se tutti facessero così. Avremmo diversi tavoli in pausa per i più disparati motivi.
    Ora magari se succede al club, che è ambiente piccolo e "familiare" posso anche bloccare tutto e aiutarti. Se succede una volta un aiuto non lo si nega a nessuno. Di contro non può diventare una prassi o una regola, perchè così, credimi, non ti aiuto!
    e di sicuro non può essere applicato in un torneo con 140 persone perchè il regolamento non solo non lo consente, ma i giocatori hanno gli stessi diritti e doveri comportamentali e non si possono fare delle preferenze sul singolo caso o sulla singola necessità.

    e con questo termino e vado a lavorare... buon proseguimento
    Spero che capirai da sola rileggendoti, che l'aiuto in un ambiente sociale ristretto quale è un club o una community ( vedi un grande torneo) non si deve mai negare a nessuno.
    Non siamo ipocriti , anche in un torneo di 140 persone non hai 140 persone contemporaneamente sotto crisi psicotica o crollo psicologico, per fortuna succede raramente.
    Io posso parlare di due casi, il mio a Firenze diversi anni fa dove crollai e Leo Bertini mi gestì alla perfezione, e quello recente di Latina dove da arbitro ho gestito un giocatore che si è allontanato per dieci minuti dal tavolo di semifinale.
    Lo scrissi già all'epoca di Cagliari , il crollo saltuario della psiche di qualcuno va preventivato, gestito , eventualmente sanzionato se necessario ma non demonizzato.

    Ovviamente va fatto un distinguo da chi si comporta male sempre come abitudine e chi ha un crollo( spero che riuscirai a farlo autonomamente altrimenti torno ad essere prolisso)

    Dato che tu pensi che non possano essere gestiti e noi si ma che soprattutto questo non è oggetto di questo 3d posso considerare concluso anche questo ulteriore divagamento?
  5. #45
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote lucius ha scritto: Visualizza il messaggio
    Spero che capirai da sola rileggendoti, che l'aiuto in un ambiente sociale ristretto quale è un club o una community ( vedi un grande torneo) non si deve mai negare a nessuno.
    Non siamo ipocriti , anche in un torneo di 140 persone non hai 140 persone contemporaneamente sotto crisi psicotica o crollo psicologico, per fortuna succede raramente.
    Io posso parlare di due casi, il mio a Firenze diversi anni fa dove crollai e Leo Bertini mi gestì alla perfezione, e quello recente di Latina dove da arbitro ho gestito un giocatore che si è allontanato per dieci minuti dal tavolo di semifinale.
    Lo scrissi già all'epoca di Cagliari , il crollo saltuario della psiche di qualcuno va preventivato, gestito , eventualmente sanzionato se necessario ma non demonizzato.

    Ovviamente va fatto un distinguo da chi si comporta male sempre come abitudine e chi ha un crollo( spero che riuscirai a farlo autonomamente altrimenti torno ad essere prolisso)

    Dato che tu pensi che non possano essere gestiti e noi si ma che soprattutto questo non è oggetto di questo 3d posso considerare concluso anche questo ulteriore divagamento?
    Ultimo intervento giuro poi vi lascio proseguire serenamente.

    Prima non ho citato la squalifica specifica di margherita, ne cagliari.. ho citato solo un suo intervento in un thread relativo a un'altra squalifica, dove appunto lei proponeva questo stop dei 10 minuti e una certa assistenza (poi in quel post, lei stessa citò il suo caso personale) quindi niente coda di paglia, ne vittimismo. Non era un attacco...riportavo una precedente discussione. Anche per te, se vuoi discutere accetta chi vuole pensarla diversamente.

    Continuerò a leggere... non ho detto e lo ribadisco che il tuo metodo non funziona o fa schifo... mi sono riallacciata a più interventi portando la mia esperienza... anche parlando di semplici persone maleducate (vedi gli esempi di cornetto sull'online) dove vi ho risposto che se uno è maleducato o si comporta male... non è la mia assistenza che lo porta ad essere di fatto un santo... lo vedo utopico...ma tant'è

    Per me non è questione di manuali o istruzioni per l'uso (anche se sicuramente , per chi è interessato ci saranno spunti interessantassimi, non lo metto in dubbio) è questione di persone e di gruppo... in soldoni, se da te o da me l'ambiente è sereno è merito delle persone in primis! E bada che non è un'offesa ...
  6. #46
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote spappara ha scritto: Visualizza il messaggio
    Problematica è volutamente vaga.. forse avrei dovuto metterlo tra vigolette anche io.
    Per mia fortuna non ho mai dovuto allontanare nessuno dal mio club e ogni club/associazione, nel proprio statuto ha indicato quali possono essere le motivazioni di allontanamento di un giocatore. Come ti ho detto il direttivo fa da garante affinchè il regolamento venga rispettato e l'ambiente sia sereno.

    Per quanto concerne la seconda parte, non mi sento egoista. Io sono responsabile per me stessa in primis. Sarò responsabile di eventuali figli, se mai li avrò, fintanto che non saranno in grado di fare le proprie scelte.
    Apprezzo le persone che decidono di assistere e supportare il prossimo. Lo fanno per vera vocazione. Il fatto che io non lo voglia fare, o che lo faccia entro certi limiti, non credo mi renda una brutta persona.
    Credo nel mio piccolo di avere un ambiente accogliente e inclusivo anche perchè tutti i partecipanti si impegnano e fanno in modo che lo sia. Poi nessun mondo è perfetto... qualche litigio o incomprensione può capitare in tutte le migliori famiglie.
    Ricordandomi alcune tue precedenti affermazioni anche nella discussione del raduno sulla squalifica, ho l'impressione che tu pretenda troppo da chi gestisce e ti levi da ogni responsabilità per le azioni che tu stessa compi. Se sto sbagliando ti chiedo anticipatamente scusa.
    Ciao Barbara. Attesto pubblicamente l'ottima accoglienza del tuo club. Ho sempre partecipato agli eventi Veronesi, non solo perchè facile da raggiungere per me, ma soprattutto per il clima amichevole e collaborativo da parte di tutti i componenti; mi dispiace che ultimamente non abbia potuto per problemi di altro genere. Detto questo, credo che Margherita non era intenzionata ad imputarti alcunchè. Anche perchè, il busillis (per dirla alla Montalbano), non è l'accoglienza ma trasferire il piacere di stare insieme in un club al piacere di giocare insieme
    giacomo lazzari
  7. #47
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote lucius ha scritto: Visualizza il messaggio
    -Quali sono i principi "etici" ed "estetici" che possiamo trarre o applicare dal gioco? Si possono codificare?
    Es:Conviene giocare sul più debole quando un giocatore dilaga?---------> nella vita reale: Conviene scagliarsi contro gli oppressi o contro gli oppressori se si è a sua volta oppressi?
    Es:Conviene dare carta al giocatore che dilaga?--------------> nella vita reale: Se sei un paese del terzo mondo e sei in guerra ti conviene dare risorse al nemico che ti sta assediando?
    Es:In situazioni di difficoltà o pericolo è meglio collaborare e mettere da parte l'interesse personale per quello generale o è meglio isolarsi?
    Es:Come ci si comporta quando si sta dilagando?----------> nella vita reale: come gestiamo il potere?
    e tanti altri esempi di cui mi piacerebbe discutere....
    Mi piace un sacco, di questo mi piacerebbe trattare in questa discussione.
  8. #48
     Magg. C.te
     
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote lured01 ha scritto: Visualizza il messaggio
    C'è un editore interessato al Risiko? Sorprendente !! Eheheheheh
    I Favl difficilmente arriveranno a fine 2018, il manuale però potrà tornare utile in futuro.

    Rispondo a cornetto : l'accredito" gratuito" mi ha allontanato definitivamente dalla chall e dalla prestigechall, e'stata la goccia. Il vaso era colmo di cartine....
    Gioco solo trestige quando ho una mezz'ora libera.
    Ti capisco benissimo, ho reagito allo stesso modo anch'io; addirittura io, fino a tre mesi fa, ho fatto solo prestige, e solo con i trial. Da qualche mese avevo ricominciato a fare partite di torneo, sperando di trovare un ambiente migliorato...mi ero illuso, continuerò in prestige.
  9. #49
     T. Col. C.te
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote andycole ha scritto: Visualizza il messaggio
    marghe grazie per la risposta...io però vorrei fare una mia considerazione.

    Continuo a leggere questo tread e vedo da una parte qualcuno che vorrebbe un club dove venga prima il divertimento alla competizione e dall altra chi sta bene come sta.

    però mi vengono alcune domande ...

    premetto che leggere esperienze di persone che si approcciano al gioco che si divertono e non hanno nessuna pretesa agonistica è bellissimo.

    proprio qui nasce la mia domanda ...quando queste persone parteciperanno ha raduni o a master o chissa ad un cns...riusciranno a mantenere la stessa atmosfera di divertimento?

    faccio questa domanda perchè da quello che ho potuto leggere anche in discussioni passate...non vedo l ambiente del risiko live un ambiente sano...nel senso che ci sono molte antipatie(ma come è normale che sia)...però questo fattore incide molto sull andamento di un game se due persone che non si piacciano si trovano allo stesso tavolo(anche se sono adulte e vaccinate) riescono a condurre un game con mosse lucide?

    quindi vi chiedo la restrizione a parlare di club(che sia esso ufficiale o non ufficiale) può influnzare la visione del divertimento? (che secondo me dovrebbe essere estesa ad un raggio piu ampio).

    faccio questa domanda perchè sempre leggendo alcuni vostri post(anche di persone che non sono intervenute qui) non c'è quella fiducia che si dovrebbe respirare quando si va ad un torneo agonistico.

    i famosi paletti precludono un pò lo spirito del gioco.dico questo perchè per me quando ci si affronta su una plancia dovrei solo pensare al colore dei carri che ho difronte e fare le mie scelte in base ai loro spostamenti e non dovrei assolutamente farmi influenzare da chi li gestisce(i carri intendo).

    sarà anche non semplice ma dovrebbe essere cosi.

    io auguro al club dei draghi un grande imboccaalupo per la bellissima iniziativa. sperando che il fine sia di incontrarsi su una qualsiasi plancia senza guardare di che club sei....o se sei bravo o meno bravo...fermandosi a fine partita a esaminare ciò che è successo senza accuse e malumori...insomma ciò che dovrebbe essere lo spirito di gioco...(che sicuramente in un club si riesce ad ottenere) ma che esteso a tutti non sempre è facile ottenere.
    Provo a risponderti io che conosco meglio di Margherita l'argomento.
    Il club dei Draghi è nato da un solo anno , siamo commisurati alla nostra piccola città, eppure al primo master di Roma dopo pochi mesi siamo stati il club più numeroso.( con un semifinalista neofita)
    Idem al recente raduno di Latina che tu hai disertato sotto casa( con 3 semifinalisti d cui 2 neofiti)
    Idem ai tornei open e alle serate infrasettimanali di Viterbo.( tornei vinti)
    Idem al torneo di Capalbio.( vinto)
    Probabilmente anche al prossimo master di San Benedetto saremo i più numerosi e accreditati
    Domenica andremo all'open di Roma.
    Andremo in massa a Marsala.
    All'ultimo cns quando ci hanno chiamato per le premiazioni è rimasta vuota una bella fetta di sala.
    Eravamo al raduno del nord ( peraltro vinto)
    Eravamo ai master di Bergamo , Verona.
    Saremo a Genova e a Sabaudia e poi a Firenze e a Bologna.

    In tutte queste occasioni abbiamo portato oltre a buon e sempre progressivo livello di gioco( che è lo strumento e non il fine) tanto entusiasmo , allegria e colore come , senza false modestie , non si vedeva da tempo in questa community.
    Come ti ha spiegato Valeria , forse hai saltato il post,il nostro modo di intendere il gioco si può riassumere in una ricerca del bello ( a diversi livelli).
    Come ti ho spiegato io, lavoriamo molto sull'aspetto comportamentale e psicologico, e quindi quando arrivano ai tornei dove c'è competizione sono preparati e sanno gestire le emozioni.
    Capisci da te che la ricerca del bello è molto più semplice e veloce se sai gestire le emozioni....
  10. #50
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    Re: L’arte della guerra: per un approccio filosofico-scientifico al Gioco del Risiko

    Quote spappara ha scritto: Visualizza il messaggio
    Ultimo intervento giuro poi vi lascio proseguire serenamente.

    Prima non ho citato la squalifica specifica di margherita, ne cagliari.. ho citato solo un suo intervento in un thread relativo a un'altra squalifica, dove appunto lei proponeva questo stop dei 10 minuti e una certa assistenza (poi in quel post, lei stessa citò il suo caso personale) quindi niente coda di paglia, ne vittimismo. Non era un attacco...riportavo una precedente discussione. Anche per te, se vuoi discutere accetta chi vuole pensarla diversamente.

    Continuerò a leggere... non ho detto e lo ribadisco che il tuo metodo non funziona o fa schifo... mi sono riallacciata a più interventi portando la mia esperienza... anche parlando di semplici persone maleducate (vedi gli esempi di cornetto sull'online) dove vi ho risposto che se uno è maleducato o si comporta male... non è la mia assistenza che lo porta ad essere di fatto un santo... lo vedo utopico...ma tant'è

    Per me non è questione di manuali o istruzioni per l'uso (anche se sicuramente , per chi è interessato ci saranno spunti interessantassimi, non lo metto in dubbio) è questione di persone e di gruppo... in soldoni, se da te o da me l'ambiente è sereno è merito delle persone in primis! E bada che non è un'offesa ...
    Per curiosità, come ti comporteresti con uno al tuo club , o a un tuo evento che si comporta in maniera abitualmente o reiteratamente maleducata o eccessiva?
    Come ti comporti invece con una persona che ha un isolato episodio di crollo?
    Come ti comporti se un tuo compagno ti chiede aiuto?
    Come ti comporti se non ti chiede aiuto ma tu pensi che ne abbia bisogno?

    NB Ti puoi riferire a quello che vuoi , ma il tuo, spero involontario intervento , è il classico esempio di come screditare una persona in una discussione generale facendo notare una sua opinione o esperienza particolare.
    Margherita probabilmente conosce il termine specifico per questa tecnica comunicativa
    Purtroppo e nostro malgrado da queste parti siamo vaccinati a questi atteggiamenti e , come ti avevo già spiegato in privato , anche abbastanza stufi ergo suscettibili...da qui la nostra intransigenza nel rimanere su principi generali e costruttivi.

    NB1 I manuali , i codici, le regole, la semiotica servono fondamentalmente ad avere un linguaggio comune che è propedeutico e necessario alla comunicazione , alla crescita e alla evoluzione di tutti e non solo di alcuni ( in larga scala come in piccola).
    Ti faccio un esempio: nel medioevo solo gli uomini di Chiesa conoscevano , parlavano e scrivevano latino ed erano loro a detenere il potere materiale , spirituale e sociale, nel momento che è stata superata la barriera linguistica quel potere , o almeno parte di esso si è lentamente e progressivamente trasferito all'intera società , per arrivare ad oggi dove la scolarizzazione è obbligatoria e il potere , almeno idealmente è nelle mani di tutti------------>nel risiko , avere un manuale permetterà prima di tutto di avere un linguaggio comune e comprensibile da tutti.
    L'evoluzione e la crescita collettiva saranno solo una conseguenza.
    E ti assicuro che questa non è un opinione ma un dato.

    nb2 non dico che da te non ci siano belle persone e non ci sia un bell'ambiente , dico che non è scontato, ma soprattutto dico che invece da noi è GARANTITO!

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