Trovo sconcertante la risposta ricevuta dal povero prof.
Altro che geniale...
Non ha alcun senso non ridare un accredito a cui si è potuto rinunciare.
Trovo demenziale che lui non possa riavere qualcosa che possedeva legittimamente e che ha volontariamente restituito al concedente.
Se un diritto è disponibile (considerate che nel nostro sistema giuridico i diritti indisponibili si contano sulle punta delle mani), lo deve essere in entrambi i sensi.
Se io volessi cancellarmi dal mio albo di appartenenza (parliamo di vita vera con interessi ben più importanti di un gioco) potrei farlo, verrei cancellato e potrei richiederlo a mio piacimento quando mi pare. Rinunciando non perderei il diritto a fare parte di quell'albo. Quel diritto lo ho ormai. Ne dispongo come voglio.
Detto ciò credo che mi prenderò una pausa da questo mondo per un po' di tempo.
Non mi diverto più come i primi tempi e, forse, sta diventando un po' una droga questo gioco...
Probabilmente se potessi rinunciare all'accredito per un po' mi aiuterebbe a connettermi meno e a disintossicarmi.
Magari il prof ha avuto un problema simile... non so... magari anche più grave... magari se non riuscirò a smettere o a diminuire sarò costretto a fare la sua stessa scelta... .
Ovviamente per ora me lo tengo strettissimo dal momento che è uno dei pochi diritti indisponibili che esistono in questo paese.
In effetti ha la stessa importanza etico sociale della libertà personale, della libertà di matrimonio e della libertà nei diritti successori.
Strano non ci sia in costituzione un articolo sull'accredito a RD3.
Lo farò promuovere prossimamente in una discussione parlamentare.
Possibile pure che con questo governo venga discussa seriamente.
Saluti.