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Discussione: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE
  1. #601
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

    Eh strana cosa la paura..a volte aiuta..specie quando un governo se la fa preziosa alleata al fine di ottenere l'impossibile ..ma è pericolosa..a volte sfugge di mano e fa danni..

    https://www.ilfattoquotidiano.it/202...narci/5757007/
    "..le parole del colonnello dicevano stranamente che l' Italia era la',la'...dove,non lo intendevamo,ma noi la facemmo lì,fra i reticolati,sotto gli occhi severi e giudici dei prigionieri russi e francesi che volevano vedere chi fossero questi-"macaroni"-" Adler Raffaelli
    mozzicotto non è in linea
  2. #602
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

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    L’ingorgo sul portale dell’Istituto di previdenza sociale per i bonus agli autonomi da 600 euro e la relativa violazione della privacy di tutti quei profili di singoli contribuenti apparsi a chi fa domanda per un sussidio sul portale Inps, solo la punta dell’iceberg di una lunga sfilza di cadute di stile e di gaffe all’interno degli ingranaggi della macchina Inps.Teorico del taglio sulle pensioni

    Pasquale Tridico si è accomodato sulla poltrona dell’istituto di previdenza sociale con un curriculum horror per milioni di pensionati. Ha passato infatti i mesi che hanno preceduto la sua nomina a studiare il taglio sulle pensioni d’oro. Un taglio, ricordiamolo, è duraturo per 5 anni. Un teorico dello "scippo" nelle tasche dei pensionati dunque ha preso il posto più in alto nella scala gerarchica dell’Inps. Il tutto per mettere sul campo ricette sociale destinate a un solo obiettivo: liberare risorse per il più grande fallimento della politica grillina, il reddito di cittadinanza.
    Social da dimenticare

    Qualche mese dopo il suo insediamento, Tridico ha dovuto pronunciare la parola “scusa”. Già perché la gestione social della pagina dell’Inps (manco a dirlo ingolfata da richieste pressanti per il reddito minimo) è naufragata sotto le risposte poco gentili agli utenti che sono stati raggiunti da frasi di questo tenore: “Ma insomma!!!Deve avere Spid e Pin che non ha richiesto nonostante glielo abbiamo detto 1.000 volte”. Poco dopo è arrivata la pezza di Tridico: “nps si scusa per alcuni toni utilizzati per la gestione della pagina Facebook che non rispecchiano i valori e la missione dell’Istituto”. Troppo tardi per risollevare l’immagine di un presidente Inps troppo impegnato a dire la sua su temi politici (come il rinnovo o l’abolizione di Quota 100) e a sciorinare numeri su numeri sull’erogazione del reddito di cittadinanza.
    "Pensioni fino a maggio"

    Ma il “picco” della incauta comunicazione, Tridico l’ha toccato appena sei giorni fa con una dichiarazione ai microfoni di Di Martedì su la7 che ha fatto venire i brividi a milioni di pensionati: “Abbiamo i soldi per pagare le pensioni fino al momento in cui è stato sospeso il pagamento dei contributi. Fino a maggio non c'è un problema di liquidità, anche perché possiamo accedere a un tesoretto che è il Fondo di tesoreria dello Stato”. Traduzione: per pagare le pensioni ci sono soldi fino a maggio. Parole pesanti che hanno subito fatto scattare l’allarme. E così lo stesso Tridico è stato costretto, anche questa volta ad una clamorosa retromarcia con interviste, dichiarazioni e lanci d’agenzia per ribadire un concetto che fino a qualche giorno fa appariva scontato: “Non ci saranno problemi di liquidità per il pagamento degli assegni previdenziali”.
    Errori sulle pensioni e portale in tilt

    La ciliegina sulla torta su questa reggenza di Tridico all’Inps è arrivata con la disastrosa gestione delle richieste per i sussidi varati col Cura Italia per l’emergenza Coronavirus. Una corsa all’assegno bloccata da un sistema che si è fatto trovare totalmente impreparato. Anche qui Tridico ha cercato di metterci una “pezza” affermando che non c’è fretta per richiedere il sussidio. Il premier Conte per fargli da scudo ha scelto invece la strada del dito puntato contro gli hacker. Insomma in circa 12 mesi di gestione Inps le gaffe e gli errori di Tridico non si contano più. In ultimo vogliamo ricordare l’errore di calcolo sulle pensioni accreditate a gennaio con ammanchi non da poco sugli assegni poi accreditati con conguagli nelle mensilità successive. Quando il prossimo scivolone?

    https://www.ilgiornale.it/news/econo...o-1848779.html
    mozzicotto non è in linea
  3. #603
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

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    Se la denuncia presentata in questi giorni dall’avvocato Carlo Taormina ha un fondamento, saranno guai seri per il governo Conte. Lo scrive oggi Francesco Storace sul sito 7 Colli facendo un parallelo tra il processo a Matteo Salvini come ministro dell’Interno per la gestione di uno sbarco di migranti e la gestione disastrosa di Conte dell’emergenza Covid-19.
    “Sono più gravi quattro giorni in mare su una barca che non può attraccare nel porto italiano o le troppe migliaia di morti da coronavirus; se va a processo Salvini, Conte deve farla franca?”, chiede Storace.
    L’avvocato Carlo Taormina ha denunciato alla procura della Repubblica governo e autorità sanitarie. «Migliaia di morti – ha spiegato il giurista – non per coronavirus ma per criminale mancanza di respiratori e di letti per terapia intensiva.
    Li hanno fatti strizzare nelle case non andando a prenderli o fuori dei portoni degli ospedali non portandoli in terapia intensiva perché i letti erano occupati. Ci hanno ucciso nonni, padri, figli, hanno decapitato una generazione unica testimone delle grandezze del passato di questo Paese».


    Conte ci dica quante persone sono morte in casa

    Inevitabili le domande, poste anche dal Secolo d’Italia nei giorni scorsi. “Le autorità ci dicano quante sono state le persone morte in casa e che non si sono nemmeno raggiunte pur essendo stato richiesta l’intervento medico. Quante siano state le persone morte fuori degli ospedali e fatte rimanere a crepare nelle autoambulanze perché non c’erano respiratori o letti di terapia intensiva. Quanti siamo stati i morti negli ospedali che si è scelto di far morire per salvare altre vite”.

    https://www.secoloditalia.it/2020/03...-in-tribunale/

    Se la denuncia presentata in questi giorni dall’avvocato Carlo Taormina ha un fondamento, saranno guai seri per il governo Conte. Lo scrive oggi Francesco Storace sul sito 7 Colli facendo un parallelo tra il processo a Matteo Salvini come ministro dell’Interno per la gestione di uno sbarco di migranti e la gestione disastrosa di Conte dell’emergenza Covid-19.
    “Sono più gravi quattro giorni in mare su una barca che non può attraccare nel porto italiano o le troppe migliaia di morti da coronavirus; se va a processo Salvini, Conte deve farla franca?”, chiede Storace.
    L’avvocato Carlo Taormina ha denunciato alla procura della Repubblica governo e autorità sanitarie. «Migliaia di morti – ha spiegato il giurista – non per coronavirus ma per criminale mancanza di respiratori e di letti per terapia intensiva.
    Li hanno fatti strizzare nelle case non andando a prenderli o fuori dei portoni degli ospedali non portandoli in terapia intensiva perché i letti erano occupati. Ci hanno ucciso nonni, padri, figli, hanno decapitato una generazione unica testimone delle grandezze del passato di questo Paese».


    Conte ci dica quante persone sono morte in casa

    Inevitabili le domande, poste anche dal Secolo d’Italia nei giorni scorsi. “Le autorità ci dicano quante sono state le persone morte in casa e che non si sono nemmeno raggiunte pur essendo stato richiesta l’intervento medico. Quante siano state le persone morte fuori degli ospedali e fatte rimanere a crepare nelle autoambulanze perché non c’erano respiratori o letti di terapia intensiva. Quanti siamo stati i morti negli ospedali che si è scelto di far morire per salvare altre vite”.

    https://www.secoloditalia.it/2020/03...-in-tribunale/

    mozzicotto non è in linea
  4. #604
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
    ..o sai che che hanno dato colpa agli hacker?-->https://www.ruvochannel.com/conte-si...ato-da-hacker/
    Nome:   muahhahahahahahhahahahahhaahhahahaahahah.png
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    mozzicotto non è in linea
  5. #605
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE


    We are the sons and daughters of all the freedom fighters.
    And there are still many rivers to cross.
    Hands in the air, screaming loud and clear for freedom, justice and equality.
    There is no black or white, there is only right and wrong.
    We are unknown heros, we are flesh and we are blood.
    We are the great future.
    We need to get back to the joy of living.
    We are five fingers of an empty hand.
    But together, we can also be the fist.
    Sometimes change can be as simple as two hands reaching for one another.
    Clap your hands.


    highlander non è in linea
  6. #606
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

    mozzicotto non è in linea
  7. #607
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
    SIORE E SIORI... ecco a voi l'unica cosa positiva della pandemia da covid19..LO SBUGIARDAMENTO DELLA CAMPAGNA PRO-VAX!!!

    Allegato 157745
    https://www.lastampa.it/cronaca/2020...bus-1.38562533
    Allegato 157746
    https://www.corriere.it/salute/malat...b9c7b205.shtml
    Il coronavirus è stato rilevato fino a 39 giorni nella saliva e 13 nelle feci anche dopo il tampone negativo. Pregliasco: "Bisogna valutare la carica virale"

    Una ricerca potrebbe cambiare il paradigma delle cure. La saliva, anche dei pazienti negativizzati, potrebbe contagiare. Il coronavirus si diffonde in genere attraverso quelle ormai note goccioline emesse da una persona infetta che tossisce o starnutisce. Un nuovo studio appena pubblicato sugli "Annals od Internal Medicine" e condotto presso l’ospedale di Pechino Ditan Hospital, Capital Medical University, però lancia un allarme.Il report suggerisce che il virus potrebbe restare, almeno in alcuni casi, nella saliva e nelle feci di pazienti guariti. Anche quando il tampone per la diagnosi risulta negativo. In questo momento con due tamponi negativi a distanza di 24 ore e in assenza di sintomi il paziente è considerato guarito sia dal punto di vista clinico che virologico. Ma questi risultati destano preoccupazioni perché pazienti con tamponi negativi potrebbero non essere del tutto privi del virus e dunque potrebbe essere necessario campionare anche i fluidi biologici. Lo scrive il Corriere della Sera.

    Gli esperti hanno analizzato campioni di saliva e feci di 133 pazienti ricoverati nell’ospedale cinese tra il 20 gennaio e il 27 febbraio alla ricerca della presenza del virus, anche dopo che i pazienti sono risultati negativi al tampone diagnostico, quindi, di fronte a una guarigione virologica. Per 22 dei pazienti coinvolti l’esame di saliva e feci è risultato positivo (virus presente) rispettivamente anche dopo 39 e 13 giorni dal tampone negativo. Un certo spargimento virale anche dopo il recupero sarebbe normale."Solo perché la saliva e le feci di un paziente contengano ancora il virus vivo non significa che le particelle virali possano infettare anche gli altri perché molto probabilmente la carica virale è molto bassa", spiega il virologo Fabrizio Pregliasco. Gli stessi autori, del resto, ammettono i limiti dello studio: i campioni biologici sono stati prelevati in modo non sequenziale, cioè l’operazione non è stata simultanea. Inoltre, non è noto se la presenza del virus nella saliva e nelle feci rappresenti ancora un rischio infettivo dal momento che questo aspetto non è stato indagato.Per scoprire questo bisognerà ampliare lo studio. Pregliasco ricorda che questa ricerca ha il pregio di prendere in considerazione della negativizzazione dei fluidi biologici, problematica che non è nuova ed esiste in altre malattie infettive,


    Vi invito,ora, ad applicare semplicemente la proprietà comparativa
    mozzicotto non è in linea
  8. #608
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
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    L'umanità sta affrontando una crisi globale.

    Forse la più grande crisi della nostra generazione. Le decisioni prese da persone e governi nelle prossime settimane probabilmente daranno forma al mondo per gli anni a venire. Formeranno non solo i nostri sistemi sanitari ma anche la nostra economia, politica e cultura. Dobbiamo agire rapidamente e con decisione.
    Dovremmo anche tenere conto delle conseguenze a lungo termine delle nostre azioni. Quando si sceglie tra le alternative, dovremmo chiederci non solo come superare la minaccia immediata, ma anche che tipo di mondo in cui abiteremo una volta che la tempesta passerà. Sì, la tempesta passerà, l'umanità sopravviverà, la maggior parte di noi sarà ancora viva - ma abiteremo in un mondo diverso.
    Molte misure di emergenza a breve termine diventeranno un appuntamento fisso della vita. Questa è la natura delle emergenze. Avanzano rapidamente i processi storici. Le decisioni che in tempi normali potrebbero richiedere anni di deliberazione vengono prese nel giro di poche ore. Le tecnologie immature e persino pericolose vengono messe in servizio, perché i rischi di non fare nulla sono maggiori. Interi esperimenti sociali su larga scala servono interi paesi. Cosa succede quando tutti lavorano da casa e comunicano solo a distanza? Cosa succede quando intere scuole e università vanno online? In tempi normali, governi, aziende e consigli scolastici non accetterebbero mai di condurre tali esperimenti. Ma questi non sono tempi normali.

    In questo momento di crisi, affrontiamo due scelte particolarmente importanti.
    Il primo è tra sorveglianza totalitaria e responsabilizzazione dei cittadini.
    Il secondo è tra l'isolamento nazionalista e la solidarietà globale.

    Sorveglianza sotto la pelle
    Per fermare l'epidemia, intere popolazioni devono rispettare alcune linee guida. Ci sono due modi principali per raggiungere questo obiettivo. Un metodo è per il governo di monitorare le persone e punire coloro che infrangono le regole. Oggi, per la prima volta nella storia dell'umanità, la tecnologia consente di monitorare tutti continuamente. Cinquanta anni fa, il KGB non poteva seguire 240 milioni di cittadini sovietici 24 ore al giorno, né poteva sperare di elaborare efficacemente tutte le informazioni raccolte. Il KGB si basava su agenti umani e analisti e non poteva semplicemente collocare un agente umano per seguire ogni cittadino. Ma ora i governi possono fare affidamento su sensori onnipresenti e potenti algoritmi invece che su spettri in carne e ossa.
    Nella loro battaglia contro l'epidemia di coronavirus diversi governi hanno già implementato i nuovi strumenti di sorveglianza. Il caso più notevole è la Cina. Monitorando attentamente gli smartphone delle persone, facendo uso di centinaia di milioni di telecamere con riconoscimento facciale e obbligando le persone a controllare e riferire la temperatura corporea e le condizioni mediche, le autorità cinesi possono non solo identificare rapidamente i sospetti coronavirus, ma anche tenere traccia dei loro movimenti e identificare le persone con cui sono entrati in contatto. Una serie di app mobili avvisa i cittadini della loro vicinanza ai pazienti infetti.
    Questo tipo di tecnologia non si limita all'Asia orientale. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente autorizzato la Israel Security Agency a impiegare la tecnologia di sorveglianza normalmente riservata alla lotta contro i terroristi per rintracciare i pazienti affetti da coronavirus. Quando la sottocommissione parlamentare competente si è rifiutata di autorizzare la misura, Netanyahu l'ha approvata con un "decreto di emergenza".

    Potresti sostenere che non c'è nulla di nuovo in tutto questo. Negli ultimi anni sia i governi che le società hanno utilizzato tecnologie sempre più sofisticate per tracciare, monitorare e manipolare le persone. Tuttavia, se non stiamo attenti, l'epidemia potrebbe tuttavia segnare un importante spartiacque nella storia della sorveglianza. Non solo perché potrebbe normalizzare il dispiegamento di strumenti di sorveglianza di massa nei paesi che finora li hanno respinti, ma ancora di più perché indica una drammatica transizione dalla sorveglianza "over the skin" a "under the skin".

    Fino a quel momento, quando il dito toccava lo schermo dello smartphone e faceva clic su un collegamento, il governo voleva sapere esattamente su cosa stava facendo clic. Ma con il coronavirus, il focus dell'interesse si sposta. Ora il governo vuole conoscere la temperatura del dito e la pressione sanguigna sotto la sua pelle.

    Il budino di emergenza
    Uno dei problemi che incontriamo nell'elaborare la nostra posizione sulla sorveglianza è che nessuno di noi sa esattamente come verificheremo e quali potrebbero essere i prossimi anni. La tecnologia di sorveglianza si sta sviluppando a rotta di collo, e ciò che sembrava fantascienza 10 anni fa è oggi una vecchia notizia. Come esperimento mentale, considera un governo ipotetico che richiede che ogni cittadino porti un braccialetto biometrico che controlli la temperatura corporea e la frequenza cardiaca 24 ore al giorno. I dati risultanti vengono raccolti e analizzati da algoritmi governativi. Gli algoritmi sapranno che sei malato anche prima di conoscerlo, e sapranno anche dove sei stato e chi hai incontrato. Le catene di infezione potrebbero essere drasticamente accorciate e persino tagliate del tutto. Un tale sistema potrebbe probabilmente fermare l'epidemia sulle sue tracce in pochi giorni. Sembra meraviglioso, vero?

    L'aspetto negativo è, ovviamente, che ciò darebbe legittimità a un nuovo terrificante sistema di sorveglianza. Se, ad esempio, sai che ho fatto clic su un collegamento Fox News anziché su un collegamento CNN, che può insegnarti qualcosa sulle mie opinioni politiche e forse anche sulla mia personalità. Ma se riesci a monitorare cosa succede alla mia temperatura corporea, pressione sanguigna e battito cardiaco mentre guardo il video clip, puoi imparare cosa mi fa ridere, cosa mi fa piangere e cosa mi fa arrabbiare davvero.
    È fondamentale ricordare che rabbia, gioia, noia e amore sono fenomeni biologici proprio come la febbre e la tosse. La stessa tecnologia che identifica la tosse potrebbe anche identificare le risate. Se le aziende e i governi iniziano a raccogliere i nostri dati biometrici in massa, possono conoscerci molto meglio di quanto conosciamo noi stessi e quindi non solo possono predire i nostri sentimenti ma anche manipolare i nostri sentimenti e venderci tutto ciò che vogliono - sia esso un prodotto o un politico. Il monitoraggio biometrico renderebbe le tattiche di hacking dei dati di Cambridge Analytica come qualcosa dell'età della pietra. Immagina la Corea del Nord nel 2030, quando ogni cittadino deve indossare un braccialetto biometrico 24 ore al giorno. Se ascolti un discorso del Grande Capo e il braccialetto rileva i segni rivelatori della rabbia, hai finito.

    Ovviamente, si potrebbe sostenere la sorveglianza biometrica come misura temporanea presa durante uno stato di emergenza. Sarebbe sparito una volta terminata l'emergenza. Ma le misure temporanee hanno una brutta abitudine di sopravvivere alle emergenze, soprattutto perché all'orizzonte c'è sempre una nuova emergenza. Il mio paese d'origine, Israele, ad esempio, ha dichiarato lo stato di emergenza durante la sua Guerra d'indipendenza del 1948, che ha giustificato una serie di misure temporanee dalla censura alla stampa e la confisca delle terre a regolamenti speciali per preparare il budino (non ti prendo in giro). La guerra d'indipendenza è stata a lungo vinta, ma Israele non ha mai dichiarato la fine dell'emergenza e non è riuscito ad abolire molte delle misure "temporanee" del 1948 (il decreto sul budino di emergenza è stato misericordiosamente abolito nel 2011).

    Anche quando le infezioni da coronavirus si riducono a zero, alcuni governi affamati di dati potrebbero sostenere che avevano bisogno di mantenere in atto i sistemi di sorveglianza biometrica perché temono una seconda ondata di coronavirus o perché c'è un nuovo ceppo di Ebola che si sta evolvendo in Africa centrale, o perché . . . hai avuto l'idea. Negli ultimi anni è scoppiata una grande battaglia per la nostra privacy. La crisi del coronavirus potrebbe essere il punto di svolta della battaglia. Perché quando le persone possono scegliere tra privacy e salute, di solito scelgono la salute.

    L'esempio del sapone
    Chiedere alle persone di scegliere tra privacy e salute è, in effetti, la vera radice del problema. Perché questa è una scelta falsa. Possiamo e dobbiamo godere sia della privacy che della salute. Possiamo scegliere di proteggere la nostra salute e fermare l'epidemia di coronavirus non istituendo regimi di sorveglianza totalitaria, ma piuttosto dando potere ai cittadini. Nelle ultime settimane, alcuni degli sforzi più riusciti per contenere l'epidemia di coronavirus sono stati orchestrati da Corea del Sud, Taiwan e Singapore. Sebbene questi paesi abbiano fatto un certo uso delle applicazioni di tracciamento, hanno fatto molto più affidamento su test approfonditi, su rapporti onesti e sulla cooperazione volontaria di un pubblico ben informato.
    Il monitoraggio centralizzato e le dure punizioni non sono l'unico modo per far sì che le persone rispettino le linee guida benefiche. Quando le persone vengono informate dei fatti scientifici e quando le persone si fidano delle autorità pubbliche per dire loro questi fatti, i cittadini possono fare la cosa giusta anche senza un Grande Fratello che vegli sulle loro spalle. Una popolazione auto-motivata e ben informata è di solito molto più potente ed efficace di una popolazione ignorante e controllata.

    Considera, ad esempio, lavarti le mani con sapone. Questo è stato uno dei più grandi progressi di sempre nell'igiene umana. Questa semplice azione salva milioni di vite ogni anno. Mentre lo diamo per scontato, è stato solo nel 19 ° secolo che gli scienziati hanno scoperto l'importanza di lavarsi le mani con il sapone. In precedenza, anche i medici e le infermiere procedevano da un intervento chirurgico all'altro senza lavarsi le mani. Oggi miliardi di persone ogni giorno si lavano le mani, non perché hanno paura delle sanzioni sul sapone, ma piuttosto perché comprendono i fatti. Mi lavo le mani con il sapone perché ho sentito parlare di virus e batteri, capisco che questi piccoli organismi causano malattie e so che il sapone può rimuoverli.

    Ma per raggiungere un tale livello di conformità e cooperazione, hai bisogno di fiducia. Le persone devono fidarsi della scienza, fidarsi delle autorità pubbliche e fidarsi dei media. Negli ultimi anni, i politici irresponsabili hanno deliberatamente minato la fiducia nella scienza, nelle autorità pubbliche e nei media. Ora questi stessi irresponsabili politici potrebbero essere tentati di prendere la strada maestra per l'autoritarismo, sostenendo che non si può proprio fidarsi del pubblico di fare la cosa giusta.

    Normalmente, la fiducia che è stata erosa per anni non può essere ricostruita dall'oggi al domani. Ma questi non sono tempi normali. In un momento di crisi, anche le menti possono cambiare rapidamente. Puoi avere aspre discussioni con i tuoi fratelli per anni, ma quando si verifica un'emergenza, scopri improvvisamente un serbatoio nascosto di fiducia e amicizia e ti affretti ad aiutarci a vicenda. Invece di costruire un regime di sorveglianza, non è troppo tardi per ricostruire la fiducia delle persone nella scienza, nelle autorità pubbliche e nei media. Dovremmo sicuramente utilizzare anche le nuove tecnologie, ma queste tecnologie dovrebbero dare potere ai cittadini. Sono tutti a favore del monitoraggio della temperatura corporea e della pressione sanguigna, ma quei dati non dovrebbero essere usati per creare un governo onnipotente. Piuttosto, quei dati dovrebbero permettermi di fare scelte personali più informate.

    Se potessi monitorare le mie condizioni mediche 24 ore al giorno, imparerei non solo se sono diventato un pericolo per la salute di altre persone, ma anche quali abitudini contribuiscono alla mia salute. E se potessi accedere e analizzare statistiche affidabili sulla diffusione del coronavirus, sarei in grado di giudicare se il governo mi sta dicendo la verità e se sta adottando le giuste politiche per combattere l'epidemia. Ogni volta che le persone parlano di sorveglianza, ricorda che la stessa tecnologia di sorveglianza può di solito essere utilizzata non solo dai governi per monitorare gli individui, ma anche dagli individui per monitorare i governi.

    L'epidemia di coronavirus è quindi un importante test di cittadinanza. Nei giorni a venire, ognuno di noi dovrebbe scegliere di fidarsi dei dati scientifici e degli esperti sanitari su teorie della cospirazione infondate e politici egoisti. Se non riusciamo a fare la scelta giusta, potremmo ritrovarci a rinunciare alle nostre più preziose libertà, pensando che questo sia l'unico modo per salvaguardare la nostra salute.

    Abbiamo bisogno di un piano globale
    La seconda scelta importante che affrontiamo è tra l'isolamento nazionalista e la solidarietà globale. Sia l'epidemia stessa che la conseguente crisi economica sono problemi globali. Possono essere risolti efficacemente solo attraverso la cooperazione globale.

    Innanzitutto, per sconfiggere il virus dobbiamo condividere le informazioni a livello globale. Questo è il grande vantaggio degli umani rispetto ai virus. Un coronavirus in Cina e un coronavirus negli Stati Uniti non possono scambiarsi consigli su come infettare l'uomo. Ma la Cina può insegnare agli Stati Uniti molte preziose lezioni sul coronavirus e su come affrontarlo. Ciò che un medico italiano scopre a Milano la mattina presto potrebbe salvare la vita a Teheran di sera. Quando il governo del Regno Unito esita tra diverse politiche, può ottenere consigli dai coreani che hanno già affrontato un dilemma simile un mese fa. Ma affinché ciò accada, abbiamo bisogno di uno spirito di cooperazione e fiducia globale.

    Nei giorni a venire, ognuno di noi dovrebbe scegliere di fidarsi dei dati scientifici e degli esperti sanitari su teorie della cospirazione infondate e politici egoisti.

    I paesi dovrebbero essere disposti a condividere informazioni apertamente e chiedere umilmente consigli e dovrebbero essere in grado di fidarsi dei dati e delle intuizioni che ricevono. È inoltre necessario uno sforzo globale per produrre e distribuire apparecchiature mediche, in particolare kit di test e macchine respiratorie. Invece di ogni paese che cerca di farlo localmente e accumula qualsiasi attrezzatura possa ottenere, uno sforzo globale coordinato potrebbe accelerare notevolmente la produzione e garantire che le attrezzature salvavita siano distribuite in modo più equo. Proprio come i paesi nazionalizzano le industrie chiave durante una guerra, la guerra umana contro il coronavirus può richiedere di "umanizzare" le linee di produzione cruciali. Un paese ricco con pochi casi di coronavirus dovrebbe essere disposto a inviare attrezzature preziose in un paese più povero con molti casi, confidando che se e quando successivamente avrà bisogno di aiuto,
    Potremmo prendere in considerazione un simile sforzo globale per riunire il personale medico. I paesi attualmente meno colpiti potrebbero inviare personale medico nelle regioni più colpite del mondo, sia per aiutarli nell'ora del bisogno, sia per acquisire preziose esperienze. Se più tardi al centro dei cambiamenti dell'epidemia, l'aiuto potrebbe iniziare a fluire nella direzione opposta.

    La cooperazione globale è di vitale importanza anche sul fronte economico. Data la natura globale dell'economia e delle catene di approvvigionamento, se ogni governo fa le proprie cose in totale disprezzo degli altri, il risultato sarà il caos e una crisi sempre più profonda. Abbiamo bisogno di un piano d'azione globale e ne abbiamo bisogno in fretta.

    Un altro requisito è raggiungere un accordo globale sui viaggi. La sospensione di tutti i viaggi internazionali per mesi causerà enormi difficoltà e ostacolerà la guerra contro il coronavirus. I paesi devono cooperare per consentire ad almeno un rivolo di viaggiatori essenziali di continuare ad attraversare i confini: scienziati, medici, giornalisti, politici, uomini d'affari. Ciò può essere ottenuto raggiungendo un accordo globale sulla preselezione dei viaggiatori da parte del loro paese d'origine. Se sai che solo i viaggiatori attentamente schermati erano ammessi su un aereo, saresti più disposto ad accettarli nel tuo paese.

    Sfortunatamente, attualmente i paesi non fanno quasi nessuna di queste cose. Una paralisi collettiva ha attanagliato la comunità internazionale. Sembra che non ci siano adulti nella stanza. Ci si sarebbe aspettati di vedere già settimane fa un incontro d'emergenza di leader globali per elaborare un piano d'azione comune. I leader del G7 sono riusciti a organizzare una videoconferenza solo questa settimana e non ha prodotto alcun piano di questo tipo.
    Nelle precedenti crisi globali - come la crisi finanziaria del 2008 e l'epidemia di Ebola del 2014 - gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di leader globale. Ma l'attuale amministrazione americana ha rinunciato al lavoro di leader. Ha chiarito molto che si preoccupa della grandezza dell'America molto più che del futuro dell'umanità.
    Questa amministrazione ha abbandonato anche i suoi più stretti alleati. Quando ha vietato tutti i viaggi dall'UE, non si è preso la briga di dare all'UE un preavviso, figuriamoci di consultare l'UE in merito a tale drastica misura. Ha scandalizzato la Germania offrendo presumibilmente $ 1 miliardo a un'azienda farmaceutica tedesca per acquistare i diritti di monopolio su un nuovo vaccino Covid-19. Anche se l'attuale amministrazione alla fine cambierà rotta e presenterà un piano d'azione globale, pochi seguiranno un leader che non si assume mai la responsabilità, che non ammette mai errori e che si prende regolarmente il merito da solo, lasciando tutta la colpa agli altri.

    Se il vuoto lasciato dagli Stati Uniti non sarà riempito da altri paesi, non solo sarà molto più difficile fermare l'attuale epidemia, ma il suo retaggio continuerà ad avvelenare le relazioni internazionali per gli anni a venire. Eppure ogni crisi è anche un'opportunità. Dobbiamo sperare che l'attuale epidemia aiuterà l'umanità a realizzare il grave pericolo rappresentato dalla disunità globale.

    L'umanità ha bisogno di fare una scelta. Percorreremo la via della disunione o adotteremo la strada della solidarietà globale? Se scegliamo la disunione, ciò non solo prolungherà la crisi, ma probabilmente porterà a catastrofi ancora peggiori in futuro. Se scegliamo la solidarietà globale, sarà una vittoria non solo contro il coronavirus, ma contro tutte le future epidemie e crisi che potrebbero assalire l'umanità nel 21 ° secolo.

    Yuval Noah Harari è autore di "Sapiens", "Homo Deus" e "21 lezioni per il 21 ° secolo"


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  9. #609
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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

    Quote mozzicotto ha scritto: Visualizza il messaggio
    Il coronavirus è stato rilevato fino a 39 giorni nella saliva e 13 nelle feci anche dopo il tampone negativo. Pregliasco: "Bisogna valutare la carica virale"

    Una ricerca potrebbe cambiare il paradigma delle cure. La saliva, anche dei pazienti negativizzati, potrebbe contagiare. Il coronavirus si diffonde in genere attraverso quelle ormai note goccioline emesse da una persona infetta che tossisce o starnutisce. Un nuovo studio appena pubblicato sugli "Annals od Internal Medicine" e condotto presso l’ospedale di Pechino Ditan Hospital, Capital Medical University, però lancia un allarme.Il report suggerisce che il virus potrebbe restare, almeno in alcuni casi, nella saliva e nelle feci di pazienti guariti. Anche quando il tampone per la diagnosi risulta negativo. In questo momento con due tamponi negativi a distanza di 24 ore e in assenza di sintomi il paziente è considerato guarito sia dal punto di vista clinico che virologico. Ma questi risultati destano preoccupazioni perché pazienti con tamponi negativi potrebbero non essere del tutto privi del virus e dunque potrebbe essere necessario campionare anche i fluidi biologici. Lo scrive il Corriere della Sera.

    Gli esperti hanno analizzato campioni di saliva e feci di 133 pazienti ricoverati nell’ospedale cinese tra il 20 gennaio e il 27 febbraio alla ricerca della presenza del virus, anche dopo che i pazienti sono risultati negativi al tampone diagnostico, quindi, di fronte a una guarigione virologica. Per 22 dei pazienti coinvolti l’esame di saliva e feci è risultato positivo (virus presente) rispettivamente anche dopo 39 e 13 giorni dal tampone negativo. Un certo spargimento virale anche dopo il recupero sarebbe normale."Solo perché la saliva e le feci di un paziente contengano ancora il virus vivo non significa che le particelle virali possano infettare anche gli altri perché molto probabilmente la carica virale è molto bassa", spiega il virologo Fabrizio Pregliasco. Gli stessi autori, del resto, ammettono i limiti dello studio: i campioni biologici sono stati prelevati in modo non sequenziale, cioè l’operazione non è stata simultanea. Inoltre, non è noto se la presenza del virus nella saliva e nelle feci rappresenti ancora un rischio infettivo dal momento che questo aspetto non è stato indagato.Per scoprire questo bisognerà ampliare lo studio. Pregliasco ricorda che questa ricerca ha il pregio di prendere in considerazione della negativizzazione dei fluidi biologici, problematica che non è nuova ed esiste in altre malattie infettive,


    Vi invito,ora, ad applicare semplicemente la proprietà comparativa
    La scienza ha confermato la validità dei vaccini per la prevenzione dei contagi.
    Voi, popolo ignorante e psicotico con turbe paranoidi da complottismo globale, fondate le vostre convinzioni su falsità non scientifiche. In questa emergenza il vostro spazio alla propaganda di falsità sta finalmente per finire. Preparati!


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    Re: LA TEORIA DELL'INGANNO TOTALE

    Quote highlander ha scritto: Visualizza il messaggio
    L'umanità sta affrontando una crisi globale.

    Forse la più grande crisi della nostra generazione. Le decisioni prese da persone e governi nelle prossime settimane probabilmente daranno forma al mondo per gli anni a venire. Formeranno non solo i nostri sistemi sanitari ma anche la nostra economia, politica e cultura. Dobbiamo agire rapidamente e con decisione.
    Dovremmo anche tenere conto delle conseguenze a lungo termine delle nostre azioni. Quando si sceglie tra le alternative, dovremmo chiederci non solo come superare la minaccia immediata, ma anche che tipo di mondo in cui abiteremo una volta che la tempesta passerà. Sì, la tempesta passerà, l'umanità sopravviverà, la maggior parte di noi sarà ancora viva - ma abiteremo in un mondo diverso.
    Molte misure di emergenza a breve termine diventeranno un appuntamento fisso della vita. Questa è la natura delle emergenze. Avanzano rapidamente i processi storici. Le decisioni che in tempi normali potrebbero richiedere anni di deliberazione vengono prese nel giro di poche ore. Le tecnologie immature e persino pericolose vengono messe in servizio, perché i rischi di non fare nulla sono maggiori. Interi esperimenti sociali su larga scala servono interi paesi. Cosa succede quando tutti lavorano da casa e comunicano solo a distanza? Cosa succede quando intere scuole e università vanno online? In tempi normali, governi, aziende e consigli scolastici non accetterebbero mai di condurre tali esperimenti. Ma questi non sono tempi normali.

    In questo momento di crisi, affrontiamo due scelte particolarmente importanti.
    Il primo è tra sorveglianza totalitaria e responsabilizzazione dei cittadini.
    Il secondo è tra l'isolamento nazionalista e la solidarietà globale.

    Sorveglianza sotto la pelle
    Per fermare l'epidemia, intere popolazioni devono rispettare alcune linee guida. Ci sono due modi principali per raggiungere questo obiettivo. Un metodo è per il governo di monitorare le persone e punire coloro che infrangono le regole. Oggi, per la prima volta nella storia dell'umanità, la tecnologia consente di monitorare tutti continuamente. Cinquanta anni fa, il KGB non poteva seguire 240 milioni di cittadini sovietici 24 ore al giorno, né poteva sperare di elaborare efficacemente tutte le informazioni raccolte. Il KGB si basava su agenti umani e analisti e non poteva semplicemente collocare un agente umano per seguire ogni cittadino. Ma ora i governi possono fare affidamento su sensori onnipresenti e potenti algoritmi invece che su spettri in carne e ossa.
    Nella loro battaglia contro l'epidemia di coronavirus diversi governi hanno già implementato i nuovi strumenti di sorveglianza. Il caso più notevole è la Cina. Monitorando attentamente gli smartphone delle persone, facendo uso di centinaia di milioni di telecamere con riconoscimento facciale e obbligando le persone a controllare e riferire la temperatura corporea e le condizioni mediche, le autorità cinesi possono non solo identificare rapidamente i sospetti coronavirus, ma anche tenere traccia dei loro movimenti e identificare le persone con cui sono entrati in contatto. Una serie di app mobili avvisa i cittadini della loro vicinanza ai pazienti infetti.
    Questo tipo di tecnologia non si limita all'Asia orientale. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente autorizzato la Israel Security Agency a impiegare la tecnologia di sorveglianza normalmente riservata alla lotta contro i terroristi per rintracciare i pazienti affetti da coronavirus. Quando la sottocommissione parlamentare competente si è rifiutata di autorizzare la misura, Netanyahu l'ha approvata con un "decreto di emergenza".

    Potresti sostenere che non c'è nulla di nuovo in tutto questo. Negli ultimi anni sia i governi che le società hanno utilizzato tecnologie sempre più sofisticate per tracciare, monitorare e manipolare le persone. Tuttavia, se non stiamo attenti, l'epidemia potrebbe tuttavia segnare un importante spartiacque nella storia della sorveglianza. Non solo perché potrebbe normalizzare il dispiegamento di strumenti di sorveglianza di massa nei paesi che finora li hanno respinti, ma ancora di più perché indica una drammatica transizione dalla sorveglianza "over the skin" a "under the skin".

    Fino a quel momento, quando il dito toccava lo schermo dello smartphone e faceva clic su un collegamento, il governo voleva sapere esattamente su cosa stava facendo clic. Ma con il coronavirus, il focus dell'interesse si sposta. Ora il governo vuole conoscere la temperatura del dito e la pressione sanguigna sotto la sua pelle.

    Il budino di emergenza
    Uno dei problemi che incontriamo nell'elaborare la nostra posizione sulla sorveglianza è che nessuno di noi sa esattamente come verificheremo e quali potrebbero essere i prossimi anni. La tecnologia di sorveglianza si sta sviluppando a rotta di collo, e ciò che sembrava fantascienza 10 anni fa è oggi una vecchia notizia. Come esperimento mentale, considera un governo ipotetico che richiede che ogni cittadino porti un braccialetto biometrico che controlli la temperatura corporea e la frequenza cardiaca 24 ore al giorno. I dati risultanti vengono raccolti e analizzati da algoritmi governativi. Gli algoritmi sapranno che sei malato anche prima di conoscerlo, e sapranno anche dove sei stato e chi hai incontrato. Le catene di infezione potrebbero essere drasticamente accorciate e persino tagliate del tutto. Un tale sistema potrebbe probabilmente fermare l'epidemia sulle sue tracce in pochi giorni. Sembra meraviglioso, vero?

    L'aspetto negativo è, ovviamente, che ciò darebbe legittimità a un nuovo terrificante sistema di sorveglianza. Se, ad esempio, sai che ho fatto clic su un collegamento Fox News anziché su un collegamento CNN, che può insegnarti qualcosa sulle mie opinioni politiche e forse anche sulla mia personalità. Ma se riesci a monitorare cosa succede alla mia temperatura corporea, pressione sanguigna e battito cardiaco mentre guardo il video clip, puoi imparare cosa mi fa ridere, cosa mi fa piangere e cosa mi fa arrabbiare davvero.
    È fondamentale ricordare che rabbia, gioia, noia e amore sono fenomeni biologici proprio come la febbre e la tosse. La stessa tecnologia che identifica la tosse potrebbe anche identificare le risate. Se le aziende e i governi iniziano a raccogliere i nostri dati biometrici in massa, possono conoscerci molto meglio di quanto conosciamo noi stessi e quindi non solo possono predire i nostri sentimenti ma anche manipolare i nostri sentimenti e venderci tutto ciò che vogliono - sia esso un prodotto o un politico. Il monitoraggio biometrico renderebbe le tattiche di hacking dei dati di Cambridge Analytica come qualcosa dell'età della pietra. Immagina la Corea del Nord nel 2030, quando ogni cittadino deve indossare un braccialetto biometrico 24 ore al giorno. Se ascolti un discorso del Grande Capo e il braccialetto rileva i segni rivelatori della rabbia, hai finito.

    Ovviamente, si potrebbe sostenere la sorveglianza biometrica come misura temporanea presa durante uno stato di emergenza. Sarebbe sparito una volta terminata l'emergenza. Ma le misure temporanee hanno una brutta abitudine di sopravvivere alle emergenze, soprattutto perché all'orizzonte c'è sempre una nuova emergenza. Il mio paese d'origine, Israele, ad esempio, ha dichiarato lo stato di emergenza durante la sua Guerra d'indipendenza del 1948, che ha giustificato una serie di misure temporanee dalla censura alla stampa e la confisca delle terre a regolamenti speciali per preparare il budino (non ti prendo in giro). La guerra d'indipendenza è stata a lungo vinta, ma Israele non ha mai dichiarato la fine dell'emergenza e non è riuscito ad abolire molte delle misure "temporanee" del 1948 (il decreto sul budino di emergenza è stato misericordiosamente abolito nel 2011).

    Anche quando le infezioni da coronavirus si riducono a zero, alcuni governi affamati di dati potrebbero sostenere che avevano bisogno di mantenere in atto i sistemi di sorveglianza biometrica perché temono una seconda ondata di coronavirus o perché c'è un nuovo ceppo di Ebola che si sta evolvendo in Africa centrale, o perché . . . hai avuto l'idea. Negli ultimi anni è scoppiata una grande battaglia per la nostra privacy. La crisi del coronavirus potrebbe essere il punto di svolta della battaglia. Perché quando le persone possono scegliere tra privacy e salute, di solito scelgono la salute.

    L'esempio del sapone
    Chiedere alle persone di scegliere tra privacy e salute è, in effetti, la vera radice del problema. Perché questa è una scelta falsa. Possiamo e dobbiamo godere sia della privacy che della salute. Possiamo scegliere di proteggere la nostra salute e fermare l'epidemia di coronavirus non istituendo regimi di sorveglianza totalitaria, ma piuttosto dando potere ai cittadini. Nelle ultime settimane, alcuni degli sforzi più riusciti per contenere l'epidemia di coronavirus sono stati orchestrati da Corea del Sud, Taiwan e Singapore. Sebbene questi paesi abbiano fatto un certo uso delle applicazioni di tracciamento, hanno fatto molto più affidamento su test approfonditi, su rapporti onesti e sulla cooperazione volontaria di un pubblico ben informato.
    Il monitoraggio centralizzato e le dure punizioni non sono l'unico modo per far sì che le persone rispettino le linee guida benefiche. Quando le persone vengono informate dei fatti scientifici e quando le persone si fidano delle autorità pubbliche per dire loro questi fatti, i cittadini possono fare la cosa giusta anche senza un Grande Fratello che vegli sulle loro spalle. Una popolazione auto-motivata e ben informata è di solito molto più potente ed efficace di una popolazione ignorante e controllata.

    Considera, ad esempio, lavarti le mani con sapone. Questo è stato uno dei più grandi progressi di sempre nell'igiene umana. Questa semplice azione salva milioni di vite ogni anno. Mentre lo diamo per scontato, è stato solo nel 19 ° secolo che gli scienziati hanno scoperto l'importanza di lavarsi le mani con il sapone. In precedenza, anche i medici e le infermiere procedevano da un intervento chirurgico all'altro senza lavarsi le mani. Oggi miliardi di persone ogni giorno si lavano le mani, non perché hanno paura delle sanzioni sul sapone, ma piuttosto perché comprendono i fatti. Mi lavo le mani con il sapone perché ho sentito parlare di virus e batteri, capisco che questi piccoli organismi causano malattie e so che il sapone può rimuoverli.

    Ma per raggiungere un tale livello di conformità e cooperazione, hai bisogno di fiducia. Le persone devono fidarsi della scienza, fidarsi delle autorità pubbliche e fidarsi dei media. Negli ultimi anni, i politici irresponsabili hanno deliberatamente minato la fiducia nella scienza, nelle autorità pubbliche e nei media. Ora questi stessi irresponsabili politici potrebbero essere tentati di prendere la strada maestra per l'autoritarismo, sostenendo che non si può proprio fidarsi del pubblico di fare la cosa giusta.

    Normalmente, la fiducia che è stata erosa per anni non può essere ricostruita dall'oggi al domani. Ma questi non sono tempi normali. In un momento di crisi, anche le menti possono cambiare rapidamente. Puoi avere aspre discussioni con i tuoi fratelli per anni, ma quando si verifica un'emergenza, scopri improvvisamente un serbatoio nascosto di fiducia e amicizia e ti affretti ad aiutarci a vicenda. Invece di costruire un regime di sorveglianza, non è troppo tardi per ricostruire la fiducia delle persone nella scienza, nelle autorità pubbliche e nei media. Dovremmo sicuramente utilizzare anche le nuove tecnologie, ma queste tecnologie dovrebbero dare potere ai cittadini. Sono tutti a favore del monitoraggio della temperatura corporea e della pressione sanguigna, ma quei dati non dovrebbero essere usati per creare un governo onnipotente. Piuttosto, quei dati dovrebbero permettermi di fare scelte personali più informate.

    Se potessi monitorare le mie condizioni mediche 24 ore al giorno, imparerei non solo se sono diventato un pericolo per la salute di altre persone, ma anche quali abitudini contribuiscono alla mia salute. E se potessi accedere e analizzare statistiche affidabili sulla diffusione del coronavirus, sarei in grado di giudicare se il governo mi sta dicendo la verità e se sta adottando le giuste politiche per combattere l'epidemia. Ogni volta che le persone parlano di sorveglianza, ricorda che la stessa tecnologia di sorveglianza può di solito essere utilizzata non solo dai governi per monitorare gli individui, ma anche dagli individui per monitorare i governi.

    L'epidemia di coronavirus è quindi un importante test di cittadinanza. Nei giorni a venire, ognuno di noi dovrebbe scegliere di fidarsi dei dati scientifici e degli esperti sanitari su teorie della cospirazione infondate e politici egoisti. Se non riusciamo a fare la scelta giusta, potremmo ritrovarci a rinunciare alle nostre più preziose libertà, pensando che questo sia l'unico modo per salvaguardare la nostra salute.

    Abbiamo bisogno di un piano globale
    La seconda scelta importante che affrontiamo è tra l'isolamento nazionalista e la solidarietà globale. Sia l'epidemia stessa che la conseguente crisi economica sono problemi globali. Possono essere risolti efficacemente solo attraverso la cooperazione globale.

    Innanzitutto, per sconfiggere il virus dobbiamo condividere le informazioni a livello globale. Questo è il grande vantaggio degli umani rispetto ai virus. Un coronavirus in Cina e un coronavirus negli Stati Uniti non possono scambiarsi consigli su come infettare l'uomo. Ma la Cina può insegnare agli Stati Uniti molte preziose lezioni sul coronavirus e su come affrontarlo. Ciò che un medico italiano scopre a Milano la mattina presto potrebbe salvare la vita a Teheran di sera. Quando il governo del Regno Unito esita tra diverse politiche, può ottenere consigli dai coreani che hanno già affrontato un dilemma simile un mese fa. Ma affinché ciò accada, abbiamo bisogno di uno spirito di cooperazione e fiducia globale.

    Nei giorni a venire, ognuno di noi dovrebbe scegliere di fidarsi dei dati scientifici e degli esperti sanitari su teorie della cospirazione infondate e politici egoisti.

    I paesi dovrebbero essere disposti a condividere informazioni apertamente e chiedere umilmente consigli e dovrebbero essere in grado di fidarsi dei dati e delle intuizioni che ricevono. È inoltre necessario uno sforzo globale per produrre e distribuire apparecchiature mediche, in particolare kit di test e macchine respiratorie. Invece di ogni paese che cerca di farlo localmente e accumula qualsiasi attrezzatura possa ottenere, uno sforzo globale coordinato potrebbe accelerare notevolmente la produzione e garantire che le attrezzature salvavita siano distribuite in modo più equo. Proprio come i paesi nazionalizzano le industrie chiave durante una guerra, la guerra umana contro il coronavirus può richiedere di "umanizzare" le linee di produzione cruciali. Un paese ricco con pochi casi di coronavirus dovrebbe essere disposto a inviare attrezzature preziose in un paese più povero con molti casi, confidando che se e quando successivamente avrà bisogno di aiuto,
    Potremmo prendere in considerazione un simile sforzo globale per riunire il personale medico. I paesi attualmente meno colpiti potrebbero inviare personale medico nelle regioni più colpite del mondo, sia per aiutarli nell'ora del bisogno, sia per acquisire preziose esperienze. Se più tardi al centro dei cambiamenti dell'epidemia, l'aiuto potrebbe iniziare a fluire nella direzione opposta.

    La cooperazione globale è di vitale importanza anche sul fronte economico. Data la natura globale dell'economia e delle catene di approvvigionamento, se ogni governo fa le proprie cose in totale disprezzo degli altri, il risultato sarà il caos e una crisi sempre più profonda. Abbiamo bisogno di un piano d'azione globale e ne abbiamo bisogno in fretta.

    Un altro requisito è raggiungere un accordo globale sui viaggi. La sospensione di tutti i viaggi internazionali per mesi causerà enormi difficoltà e ostacolerà la guerra contro il coronavirus. I paesi devono cooperare per consentire ad almeno un rivolo di viaggiatori essenziali di continuare ad attraversare i confini: scienziati, medici, giornalisti, politici, uomini d'affari. Ciò può essere ottenuto raggiungendo un accordo globale sulla preselezione dei viaggiatori da parte del loro paese d'origine. Se sai che solo i viaggiatori attentamente schermati erano ammessi su un aereo, saresti più disposto ad accettarli nel tuo paese.

    Sfortunatamente, attualmente i paesi non fanno quasi nessuna di queste cose. Una paralisi collettiva ha attanagliato la comunità internazionale. Sembra che non ci siano adulti nella stanza. Ci si sarebbe aspettati di vedere già settimane fa un incontro d'emergenza di leader globali per elaborare un piano d'azione comune. I leader del G7 sono riusciti a organizzare una videoconferenza solo questa settimana e non ha prodotto alcun piano di questo tipo.
    Nelle precedenti crisi globali - come la crisi finanziaria del 2008 e l'epidemia di Ebola del 2014 - gli Stati Uniti hanno assunto il ruolo di leader globale. Ma l'attuale amministrazione americana ha rinunciato al lavoro di leader. Ha chiarito molto che si preoccupa della grandezza dell'America molto più che del futuro dell'umanità.
    Questa amministrazione ha abbandonato anche i suoi più stretti alleati. Quando ha vietato tutti i viaggi dall'UE, non si è preso la briga di dare all'UE un preavviso, figuriamoci di consultare l'UE in merito a tale drastica misura. Ha scandalizzato la Germania offrendo presumibilmente $ 1 miliardo a un'azienda farmaceutica tedesca per acquistare i diritti di monopolio su un nuovo vaccino Covid-19. Anche se l'attuale amministrazione alla fine cambierà rotta e presenterà un piano d'azione globale, pochi seguiranno un leader che non si assume mai la responsabilità, che non ammette mai errori e che si prende regolarmente il merito da solo, lasciando tutta la colpa agli altri.

    Se il vuoto lasciato dagli Stati Uniti non sarà riempito da altri paesi, non solo sarà molto più difficile fermare l'attuale epidemia, ma il suo retaggio continuerà ad avvelenare le relazioni internazionali per gli anni a venire. Eppure ogni crisi è anche un'opportunità. Dobbiamo sperare che l'attuale epidemia aiuterà l'umanità a realizzare il grave pericolo rappresentato dalla disunità globale.

    L'umanità ha bisogno di fare una scelta. Percorreremo la via della disunione o adotteremo la strada della solidarietà globale? Se scegliamo la disunione, ciò non solo prolungherà la crisi, ma probabilmente porterà a catastrofi ancora peggiori in futuro. Se scegliamo la solidarietà globale, sarà una vittoria non solo contro il coronavirus, ma contro tutte le future epidemie e crisi che potrebbero assalire l'umanità nel 21 ° secolo.

    Yuval Noah Harari è autore di "Sapiens", "Homo Deus" e "21 lezioni per il 21 ° secolo"


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    IO NON MI FACCIO "MONITORARE" PROPRIO UN !!!!

    Questi discorsi valgono per nemmeno immagino quale paese..QUI siamo nella terra dei cachi nn puoi pretendere la diffusione capillare attraverso i media di regime DI PAURA e poi solidarietà e comprensione da parte di chi vede come untori gli stessi parenti e amici!!!
    Ormai il danno è fatto..ora è caos incontrollabile..andatevi a dare un'occhiata a cosa insegna la storia SULLE MASSE https://www.focus.it/cultura/storia/chi-era-savonarola
    mozzicotto non è in linea

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