Annuncio

Annuncio


Pagina 1 di 4 1 2 3 ... ultimoultimo
Visualizzazione da 1 a 10 di 38
Discussione: «Così non si gioca»
  1. #1
     S.tenente
     
    Pr3stige: 102º 970p.
    GT/Vitt: 1/0
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: aprile 2019
    Prov: GR Grosseto
    Messaggi: 1 391
    Profilo: 0 visite
    Gradimento: 0
    0.0

    «Così non si gioca»

    Ieri parlavo con amico, utente esperto, di alcuni meccanismi di chall e prestichall, in particolare della questione della scelta degli avversari in luogo del sorteggio, dell’importanza quindi dello studio della classifica, della diatriba sul fatto che a vincere le chall non siano i più bravi ma quelli più astuti nello sfruttare e selezionare gli utenti meno esperti. Insomma, mentre parlavamo di questa vicenda, molto dibattuta anche proprio in questi giorni, il discorso vira sull’odiosità della «fantomatica legge del così non si gioca». È la questione del “dover essere” del gioco, la questione delle “convenzioni”, qualcosa che assume talvolta addirittura le sembianze di un’etica normativa del gioco, una morale prescrittiva ulteriore rispetto al regolamento. Non parlo del fatto che se violi l’equilibrio ci sono delle reazioni, quello è naturale. Ad esempio in una partita che vinsi del Dantesco chiusi Oceania al quarto giro giocando tris: due territori li avevo, gli altri due li tolsi al blu – mandandolo a 7 – che li difendeva con tre carri ciascuno. Come era normale e prevedibile la reazione dei tre avversari fu di giocarmi contro facendo carta a tre, un fronte comune. Non persi quella partita solo perché attorno al trentesimo giro iniziarono ognuno a guardare al proprio orticello invece di sopraffarmi, come avrebbero potuto. A fine partita il blu – un giocatore live – mi fece una partaccia serissima, dicendomi tra le altre cose che «così non si gioca», che anzi dovevo dirgli a quale club appartenevo (voleva parlare con qualcuno perché venissero presi provvedimenti?), che non ero stato corretto, che «questo non è un master» (in un master le cose scorrette quindi diventerebbero corrette?). Oppure in chall m’è capitato di vincere facendo carta a 4 vs 1 da piazzamento e poi per tutta la partita in Oceania e che un terzo giocatore escluso dalla carta – un medagliato a tempo, notorio scartinatore seriale – si inferocisse (tra le altre cose disse che non avrebbe più giocato con me) perché avevo fatto troppo carta e «così non si gioca». Un’altra volta intorno al venticinquesimo giro facevo carta in Europa con il giallo (apprezzato interprete abituale del dgt) mentre lui faceva più tempo scartinando anche in Oceania con il blu, andai a sette carte, poi scaricai tutto su Nord America che chiusi, senza sfiorare il giallo (che tra l’altro non ce l’aveva minimamente in obiettivo) e questo s’imbestialì e me ne disse di tutti i colori, insultandomi in modo pesante, dicendomi che avevo fatto una figura di merda perché «così non si gioca». In tutti e tre i casi – nel primo avevo appena iniziato a giocare e chiesi addirittura scusa perché stordito da un concetto di sportività distorto – si assumono violate delle prescrizioni morali che dovrebbero inibire delle strategie di gioco.
    In fondo tutto proviene dal fatto che la volontà deve divorare se stessa, poiché nulla esiste fuori di lei, ed ella è una volontà affamata.
    [Schopenhauer]

    Il Gioco non era solo esercizio e svago, era la coscienza concentrata di una disciplina spirituale.
    [Hesse]
  2. #2
     Generalessa rosa
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: gennaio 2004
    Da: Modena
    Messaggi: 18 643
    Profilo: 117231 visite
    Gradimento: 345
    9.0

    Re: «Così non si gioca»

    Quote Rutran ha scritto: Visualizza il messaggio
    Ieri parlavo con amico, utente esperto, di alcuni meccanismi di chall e prestichall, in particolare della questione della scelta degli avversari in luogo del sorteggio, dell’importanza quindi dello studio della classifica, della diatriba sul fatto che a vincere le chall non siano i più bravi ma quelli più astuti nello sfruttare e selezionare gli utenti meno esperti. Insomma, mentre parlavamo di questa vicenda, molto dibattuta anche proprio in questi giorni, il discorso vira sull’odiosità della «fantomatica legge del così non si gioca». È la questione del “dover essere” del gioco, la questione delle “convenzioni”, qualcosa che assume talvolta addirittura le sembianze di un’etica normativa del gioco, una morale prescrittiva ulteriore rispetto al regolamento. Non parlo del fatto che se violi l’equilibrio ci sono delle reazioni, quello è naturale. Ad esempio in una partita che vinsi del Dantesco chiusi Oceania al quarto giro giocando tris: due territori li avevo, gli altri due li tolsi al blu – mandandolo a 7 – che li difendeva con tre carri ciascuno. Come era normale e prevedibile la reazione dei tre avversari fu di giocarmi contro facendo carta a tre, un fronte comune. Non persi quella partita solo perché attorno al trentesimo giro iniziarono ognuno a guardare al proprio orticello invece di sopraffarmi, come avrebbero potuto. A fine partita il blu – un giocatore live – mi fece una partaccia serissima, dicendomi tra le altre cose che «così non si gioca», che anzi dovevo dirgli a quale club appartenevo (voleva parlare con qualcuno perché venissero presi provvedimenti?), che non ero stato corretto, che «questo non è un master» (in un master le cose scorrette quindi diventerebbero corrette?). Oppure in chall m’è capitato di vincere facendo carta a 4 vs 1 da piazzamento e poi per tutta la partita in Oceania e che un terzo giocatore escluso dalla carta – un medagliato a tempo, notorio scartinatore seriale – si inferocisse (tra le altre cose disse che non avrebbe più giocato con me) perché avevo fatto troppo carta e «così non si gioca». Un’altra volta intorno al venticinquesimo giro facevo carta in Europa con il giallo (apprezzato interprete abituale del dgt) mentre lui faceva più tempo scartinando anche in Oceania con il blu, andai a sette carte, poi scaricai tutto su Nord America che chiusi, senza sfiorare il giallo (che tra l’altro non ce l’aveva minimamente in obiettivo) e questo s’imbestialì e me ne disse di tutti i colori, insultandomi in modo pesante, dicendomi che avevo fatto una figura di merda perché «così non si gioca». In tutti e tre i casi – nel primo avevo appena iniziato a giocare e chiesi addirittura scusa perché stordito da un concetto di sportività distorto – si assumono violate delle prescrizioni morali che dovrebbero inibire delle strategie di gioco.
    Ciao Andrea,

    credo qui dentro sia sempre pieno di "maestrini" di fronte al novellino di turno; vige un po' il concetto della naja militare: chi è stato "spina" di qualcuno tende (e non vede l'ora!) a nonnizzare il niubbo a sua volta.
    Tali insegnanti hanno la tendenza a dare questa o quella dritta (spesso di cosa avrebbe dovuto fare la new entry affinchè LORO avessero potuto vincere la partita ), ma la verità e che non esistono regole di strategia universale: i bravi o coloro che vincono spesso sono i giocatori che hanno una migliore visione di gioco e riescono a sfruttare le lacune avversarie a proprio vantaggio.
    E a volte a parità di livello il ai dadi non guasta!

    Per quanto riguarda l'aspetto morale invece, sono un po' più rigida: per me il Giocatore con la G maiuscola è quello che persegue il proprio obiettivo, non umilia volutamente l'avversario ed è capace di ammettere la sconfitta (nel mondo live - quando si poteva - tante volte si è parlato di quella stretta di mano a inizio e a fine partita che non deve mai mancare).
    I consigli da un giocatore più esperto ci stanno, ma solo se richiesti, perchè i pivotti non sono graditi a nessuno.

    E' sempre un piacere leggerti!
  3. #3
     S.tenente
     
    Pr3stige: 102º 970p.
    GT/Vitt: 1/0
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: aprile 2019
    Prov: GR Grosseto
    Messaggi: 1 391
    Profilo: 0 visite
    Gradimento: 0
    0.0

    Re: «Così non si gioca»

    Quote nutella ha scritto: Visualizza il messaggio
    Per quanto riguarda l'aspetto morale invece, sono un po' più rigida: per me il Giocatore con la G maiuscola è quello che persegue il proprio obiettivo, non umilia volutamente l'avversario ed è capace di ammettere la sconfitta (nel mondo live - quando si poteva - tante volte si è parlato di quella stretta di mano a inizio e a fine partita che non deve mai mancare).
    Ciao Alessandra, buongiorno. Questo tuo appunto è interessante e valido, mi spinge a precisare che per (falsa) morale del "così non si gioca" mi riferisco a quell'insieme di norme (pensa a "non si manda a 8" - convenzione quest'ultima sulla quale alcuni, anche parecchio bravi, marciano, ad esempio non difendendo quando stanno a 9 alcuni loro territori fuori obiettivo, perché tanto sarebbe un sacrilegio toccarglieli) che intendono sanzionare certe scelte strategiche poste in essere al fine di vincere limitando di fatto la creatività e l'intuizione folgorante in partita. Questo non significa che qualunque aspetto umano coinvolto nel gioco e non preso in considerazione dal regolamento sia indifferente. Accettare la sconfitta, non fare mondo senza motivo, non eliminare umiliando per divertimento, sono tutti aspetti umani che vanno presi in considerazione e che io - anche per comodità espositiva e per intenderci - faccio rientrare nel diverso ambito della sportività, che pertiene il personalismo nel gioco: l'altro, l'avversario, è una persona e come tale deve essere trattato e rispettato. Contrappongo quindi (falsa) morale del gioco e (corretta) sportività nel gioco. Mi sembra che questo concetto sia molto ben espresso da una massima che sta all'inizio del libro di Cimatti:

    "Il Risiko è un gioco. Non va mai dimenticato che l’avversario è una persona, prima di essere un avversario. Fatto salvo questo, tutto ciò che è consentito dal regolamento è utilizzabile nel gioco. Il Risiko è una guerra (per gioco), e l’obiettivo è vincerla."
  4. #4
     Generale CSM
     SuperModerator
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2008
    Messaggi: 10 368
    Profilo: 4623 visite
    Gradimento: 119
    8.9

    Re: «Così non si gioca»

    Quote Rutran ha scritto: Visualizza il messaggio

    "Il Risiko è un gioco. Non va mai dimenticato che l’avversario è una persona, prima di essere un avversario. Fatto salvo questo, tutto ciò che è consentito dal regolamento è utilizzabile nel gioco. Il Risiko è una guerra (per gioco), e l’obiettivo è vincerla."


    ne ricordo un'altra che secondo me ogni buon giocatore non dovrebbe mai scordare, sfortunatamente non è in nessun libro ma in un post di vai a sapere quanti anni di fa e in quale discussione. E' una massima del Proff. "Bisogna provarci sempre, in qualsiasi momento puoi vincere anche quando sembra impossibile" . Possiamo archiviarla come una delle tante sboronate fatte da chi ha medie vittorie non comuni ma è una frase vera. Nell'elenco dei difetti d'ingaggio , chiamiamoli così , che in tanti stilano e propinano in plancia hai dimenticato il "ormai non puoi più vincere ,stai fermo" utilizzato di più in prestige che non in dgt ( in dgt il movimento fa comunque comodo ,ve? ) . La frase assume davvero un senso in un caso solo* , nella quasi totalità delle volte è del tutto gratuita e il vero testo , mascherato, è - non attaccarmi altrimenti non vinco - .

    I campioni veri sono quelli capaci di adattarsi ad ogni tipo di avversario e di strategia, quelli che girano ogni squilibrio a proprio vantaggio per portare a casa la partita , senza lagne.









    * Per me l'unica occasione in cui è opportuno stare fermi invece che giocarsi minime e residue possibilità di ribaltare il risultato (quando è oggettivamente lontano) è in occasione di finali, partite senza domani che sanciscono la fine della competizione. Tutte le altre rientrano quasi sempre in tornei e c'è differenza tra giocare una partita che finisce li e una che si trascina il risultato
  5. #5
     S.tenente
     
    Pr3stige: 102º 970p.
    GT/Vitt: 1/0
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: aprile 2019
    Prov: GR Grosseto
    Messaggi: 1 391
    Profilo: 0 visite
    Gradimento: 0
    0.0

    Re: «Così non si gioca»

    Quote fortitudo ha scritto: Visualizza il messaggio
    I campioni veri sono quelli capaci di adattarsi ad ogni tipo di avversario e di strategia, quelli che girano ogni squilibrio a proprio vantaggio per portare a casa la partita
    Ecco, in questa specifica capacità di adattamento dinamico e fulmineo - che io chiamo duttilità di gioco - il giocatore che più m'ha impressionato è proprio il Proff. Curiosissimo di vederlo giocare nei tornei premium.

    Quote fortitudo ha scritto: Visualizza il messaggio
    Nell'elenco dei difetti d'ingaggio, chiamiamoli così, che in tanti stilano e propinano in plancia hai dimenticato il "ormai non puoi più vincere, stai fermo"
    Sì, esatto, anche questa è una convenzione normativa (prescrizione falsamente morale) della quale si abusa*; è così fortemente radicata che io la consideravo un articolo di fede, ci credevo ciecamente. Ho fatto le spese di questa mia ingenua credenza nella sdadata dell'ultima finale di prestichall, quando scioccamente, da verde, ho conquistato una serie di stati, andando sopra agli altri e giocando sulla sdadata del blu che era fuori dai giochi e che davo per scontato dunque sarebbe stato immobile, avrebbe piazzato e passato. Invece lui m'ha tolto 4 o 5 stati, e ha fatto anche bene, perché magari se la sdadata fosse andata avanti in modo imprevedibile per qualche altro giro avrebbe potuto avere qualche limitatissima possibilità residua di vincere anche lui (non è andata così, naturalmente).

    * Però non sono completamente d'accordo con te sul fatto che il discrimine in questo caso stia nella circostanza che si tratti di una finale o meno. La mia bussola, il mio faro, rimane invece la questione della possibilità di vincere: se hai 15 carri e zero punti - nessuna possibilità di vincere - in sdadata e nel tuo turno non stai fermo e mi togli un territorio decisivo per la vittoria facendomi perdere per dispetto, allora il comportamento mi pare antisportivo, perché non finalizzato alla vittoria. Se c'è possibilità di vittoria - anche poca - provarci secondo me è sempre corretto, che si tratti di una finale o meno. Invece in prestichall m'è capitato addirittura che al trentottesimo mi riprendessero, dicendomi che dovevo stare fermo (e quindi non giocarmi il doppio tris) perché ero dietro una diecina di punti dal primo e non potevo più vincere!
  6. #6
     Generale CSM
     SuperModerator
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: febbraio 2008
    Messaggi: 10 368
    Profilo: 4623 visite
    Gradimento: 119
    8.9

    Re: «Così non si gioca»

    Quote Rutran ha scritto: Visualizza il messaggio
    * Però non sono completamente d'accordo con te sul fatto che il discrimine in questo caso stia nella circostanza che si tratti di una finale o meno. La mia bussola, il mio faro, rimane invece la questione della possibilità di vincere: se hai 15 carri e zero punti - nessuna possibilità di vincere - in sdadata e nel tuo turno non stai fermo e mi togli un territorio decisivo per la vittoria facendomi perdere per dispetto, allora il comportamento mi pare antisportivo, perché non finalizzato alla vittoria. Se c'è possibilità di vittoria - anche poca - provarci secondo me è sempre corretto, che si tratti di una finale o meno. Invece in prestichall m'è capitato addirittura che al trentottesimo mi riprendessero, dicendomi che dovevo stare fermo (e quindi non giocarmi il doppio tris) perché ero dietro una diecina di punti dal primo e non potevo più vincere!
    Ho semplificato il concetto. Chiaramente se c'è possibilità di vittoria si deve provare , se però la speranza passa dal cambiare vincitore della partita in attesa di, preferisco l'opzione stallo in attesa di. Per farti un esempio vissuto sulla pelle , nella finale in cui non sono riuscito in sdadata a togliere Europa Settentrionale a Turetto ( determinante per il sorpasso) avrei potuto avvicinarmi al punteggio più alto in plancia togliendo uno stato al primo ( in quel caso Trexxx) e sperare che la sdadata tornasse ma sempre quarto rimanevo ( forse terzo ma cambia niente) , ecco in un contesto simile senza possibilità di sorpasso ma solo con la speranza appesa all'attesa non credo sia giusto ( mia visione) togliere una vittoria per non ottenerla. Ribadisco però che il concetto cambia in una partita di torneo dove il fattore torneo da troppi non è considerato limitando le considerazioni alla partita, invece è importante sapere come funziona un torneo e cosa è necessario fare per andare più avanti possibile, anche quando si perde una partita
  7. #7
     T. Col. C.te
     SuperPippa
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: marzo 2009
    Prov: TR Terni
    Messaggi: 9 920
    Profilo: 2511 visite
    Gradimento: 103
    9.1

    Re: «Così non si gioca»

    Quote fortitudo ha scritto: Visualizza il messaggio
    ne ricordo un'altra che secondo me ogni buon giocatore non dovrebbe mai scordare, sfortunatamente non è in nessun libro ma in un post di vai a sapere quanti anni di fa e in quale discussione. E' una massima del Proff. "Bisogna provarci sempre, in qualsiasi momento puoi vincere anche quando sembra impossibile" . Possiamo archiviarla come una delle tante sboronate fatte da chi ha medie vittorie non comuni ma è una frase vera. Nell'elenco dei difetti d'ingaggio , chiamiamoli così , che in tanti stilano e propinano in plancia hai dimenticato il "ormai non puoi più vincere ,stai fermo" utilizzato di più in prestige che non in dgt ( in dgt il movimento fa comunque comodo ,ve? ) . La frase assume davvero un senso in un caso solo* , nella quasi totalità delle volte è del tutto gratuita e il vero testo , mascherato, è - non attaccarmi altrimenti non vinco - .

    I campioni veri sono quelli capaci di adattarsi ad ogni tipo di avversario e di strategia, quelli che girano ogni squilibrio a proprio vantaggio per portare a casa la partita , senza lagne.









    * Per me l'unica occasione in cui è opportuno stare fermi invece che giocarsi minime e residue possibilità di ribaltare il risultato (quando è oggettivamente lontano) è in occasione di finali, partite senza domani che sanciscono la fine della competizione. Tutte le altre rientrano quasi sempre in tornei e c'è differenza tra giocare una partita che finisce li e una che si trascina il risultato
    Io gioco sempre al massimo fino all'ultimo carro e territorio , anche una finale .
    Se sto fermo è solo nel caso che penso che muoversi sia peggiorativo per me .
    Considero chi si ferma in plancia una interferenza condizionante peggiore .
    Chi non copre i propri territori per convinzione che quello messo male starà fermo è solo un tonto un po' disonesto , perché quei carri che sarebbero serviti per una ragionevole difesa sono stati utilizzati altrove per avere dinamicità , carte e vantaggi .
    Tra l'altro in tanti anni mi è capitato più di una volta di vincere partite "impossibili " ...
    Ricordo una finale a Viterbo a 7 territori per tutto il game , ricordo una finale a Terni ,io entrato in sdadata con 27 punti , Don Carlos 54 , Sauro e Chiara sui 40 ...1 giro di sdadata , prendo 7 territori (27 punti) , e il giocatore successivo a me sdada per me e molte altre .
    Col cavolo che sto fermo ...anche 1% di chance sono meglio dello 0%(stare fermi) , ed il giocatore ( quello evocato da Dostoevskij) gioca al massimo anche quella residua probabilità di dominare il caos con il proprio logos .

    È un falso problema anche quello di mandare ad otto o perlomeno lo è in alcuni casi :
    In condizione di equilibrio significa essere più compatti e dover coprire meno territori che facendo due conti spiccioli può anche significare maggiore densità di materiale .
    In condizione di limite carri è per lo più ininfluente considerando che il materiale necessario è tutto in plancia , e per il motivo di cui sopra, con maggiore densità .
    È un po' una asinata mandare a 8 chi deve difendere su chi sta dilagando o minacciando un continente o ha ob sovrapposto con chi è messo bene .
    Giocare sul più debole con uno o due giocatori in fuga significa annullare matematicamente anche le proprie chance di vittoria nel 99% dei casi .
    Non è mai questione di morale ma di utilità .
    A volte piuttosto che giocare sul più debole è meglio stare fermi e fare densità .
    Giocare in equilibrio e far si che gli altri facciano parte del tuo lavoro strategico è un arte per menti sensibili e capaci di vedere non solo i possibili sviluppi del proprio gioco ma anche quelli altrui ( do per scontato la conoscenza degli ob ).
    Se la partita è in squilibrio ma a nostro vantaggio , legnare i 3 inseguitori a dovere e con i giusti tempi è un obbligo , no way out : 3vs1 ben fatto non lo regge nemmeno il campione più forte ( oltre all'esperienza me lo dicono svariate simulazioni fatte tempo indietro) è questa è un altro tipo di arte .
    Poi c'è l'aspetto psicologico , le rosicate , quello che smette di giocare per ripicca , chi cerca una morale in un war game multiplayer , chi non tocca mai più il proprio compagno di cartina anche se gli equilibri in plancia sono cambiati, proprio in forza di una fasulla morale .
    La plancia si legge , la plancia cambia in continuazione , la plancia si interpreta secondo la propria utilità .
    Sono poche le risiquette che seguo : saluto sempre , gioco in religioso silenzio in ogni situazione , difficilmente scarico tris di primo acchito a chi mi sta dando carta ( ciò non toglie che lo posso fare una volta cambiati gli equilibri che mi hanno portato a fare carta ) , non faccio mai mondo che considero uno stupro del tempo altrui e se sto andando a Risiko prendo sempre la strada più dritta e veloce , non faccio mai più di un veloce commento alla partita (max 5 minuti ) .
    Le risiquette sono una sorta di galateo , riguardano l'educazione e la responsabilità del tempo altrui che ci assumiamo a mio avviso quando decidiamo di giocare con qualcuno .
    Per il resto mandare ad 8 , eliminare, dare malus online fa parte del gioco e va giudicato solo in termini di utilità strategiche ..in tal senso a volte , per le ragioni di cui sopra a volte possono essere oggettivamente delle asinate come la giusta strategia .
    Come direbbe Boskov <<chi vince ha ragione>> , pertanto finché si è educati , gioca come ritieni più utile , ricordando che a volte anche perseguire la nostra migliore strategia possibile nel più utile dei modi può non essere sufficiente perché al tavolo non siamo soli , essendoci 3 avversari umani e un quarto divino : l'alea !

    NB ho quotato Flavio ma rispondevo ad Andrea ...
  8. #8
     Serg. Magg.
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: luglio 2011
    Messaggi: 463
    Profilo: 10 visite
    Gradimento: 3
    6.7

    Re: «Così non si gioca»

    Sono un giocatore scarso.
    Molto scarso. E impaziente. A tratti idiota.
    Non ho passato, nè presente. Non ho stellette nè anni di contributi alle spalle. Non passo mezza giornata on line, ma per 3/4 di essa sono occupato tra lavoro, famiglia e (adesso) politica.
    Il rimanente quarto lo passo a dormire, quando mi va bene.

    Ho deciso di darmi uno stile quando gioco. E lo stile è giocare per vincere, perchè se devo giocare per arrivare secondo preferisco cucinare. Se gioco per vincere non danneggio nessuno, perchè perseguo un fine che mette tutti d'accordo.
    In questo anno di digital ne ho sentite diverse. Va tutto bene.
    Ho capito che nel digital c'è anche la loggia massonica del "qui comandiamo noi". Del giochiamo 2 vs. 1.
    Va bene anche questo. Basta capirlo. ed evitare i giocatori scorretti.
    Tutto il resto però faccio fatica a capirlo. a cominciare dalle simpatie /antipatie.
    A cominciare dalle scorrettezze.

    Beh questo anche uno stupido come me riesce a capirlo.
    Il problema non sono le regole, il problema sono le persone scorrette.


    E poi c'è il risiko live.
    E quella è un'altra Storia.
  9. #9
     Generalessa rosa
     
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: gennaio 2004
    Da: Modena
    Messaggi: 18 643
    Profilo: 117231 visite
    Gradimento: 345
    9.0

    Re: «Così non si gioca»

    Quote Napo81 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Il problema non sono le regole, il problema sono le persone scorrette.


    (90 minuti)
  10. #10
     S.tenente
     
    Pr3stige: 102º 970p.
    GT/Vitt: 1/0
    Forum Utente accreditato Challenge
    Dal: aprile 2019
    Prov: GR Grosseto
    Messaggi: 1 391
    Profilo: 0 visite
    Gradimento: 0
    0.0

    Re: «Così non si gioca»

    Quote fortitudo ha scritto: Visualizza il messaggio
    se però la speranza passa dal cambiare vincitore della partita in attesa di, preferisco l'opzione stallo in attesa di
    Nei fatti mi succede di fare lo stesso, si tratta forse di una dimensione prescrittiva ancora diversa rispetto alla (falsa) morale, al regolamento e alla (corretta) sportività, si tratta di una questione di opportunità, ma a questo punto mi chiedo, su cosa si fonda questa opportunità, su cosa si fonda la tua (e la mia preferenza)? In prima battuta credo sul non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te e sull'orrore per il diventare kingmaker, su considerazioni quindi di buon senso dettate dal fatto che l'evento partita si svolge in contesto comunitario con una propria "civiltà".

    Quote lucius ha scritto: Visualizza il messaggio
    Sono poche le risiquette che seguo : saluto sempre , gioco in religioso silenzio in ogni situazione , difficilmente scarico tris di primo acchito a chi mi sta dando carta ( ciò non toglie che lo posso fare una volta cambiati gli equilibri che mi hanno portato a fare carta ) , non faccio mai mondo che considero uno stupro del tempo altrui e se sto andando a Risiko prendo sempre la strada più dritta e veloce , non faccio mai più di un veloce commento alla partita (max 5 minuti ) .
    Le risiquette sono una sorta di galateo , riguardano l'educazione e la responsabilità del tempo altrui che ci assumiamo a mio avviso quando decidiamo di giocare con qualcuno .
    Molto giusto e molto d'accordo, qui emerge un quarto sensato - anche io lo seguo - ulteriore fenomeno normativo che ha vita nel gioco del Risiko, quello del galateo, del costume.

    Quote Napo81 ha scritto: Visualizza il messaggio
    In questo anno di digital ne ho sentite diverse. Va tutto bene.
    Ho capito che nel digital c'è anche la loggia massonica del "qui comandiamo noi".
    [...]
    Beh questo anche uno stupido come me riesce a capirlo. Il problema non sono le regole, il problema sono le persone scorrette.
    [...]
    E poi c'è il risiko live.
    E quella è un'altra Storia.
    Non ne farei una questione di contrapposizione tra live e on line, mi pare che la questione della "fantomatica legge del così non si gioca" abbia rilievo per entrambe le modalità. In entrambe emergono vari fenomeni normativi - ulteriori rispetto al regolamento - comuni e suscettibili di essere individuati, compresi, criticati e interpretati. Tanto che l'esempio di Flavio credo proprio che sia live, ma questo è del tutto indifferente ai fini del discorso. Perché ci tieni a marcare questa differenza?

    Quote Napo81 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Il problema non sono le regole, il problema sono le persone scorrette
    A questo punto del discorso, quello che interessa, è: in base a quali regole sono scorretti? In base al regolamento, in base alle massime morali del "così non si gioca", in base alla sportività, in base all'opportunità civile, in base al galateo/costume? Come hai visto io ho sempre fatto esempi concreti e provato a sussumerli in (provvisorie) categorie. Mi pare l'unico modo per argomentare e confrontarsi.

Pagina 1 di 4 1 2 3 ... ultimoultimo

Discussioni simili

  1. Ma come si fa a giocare così.......
    Da topinute nel forum Archivio Camera Arbitrale
    Risposte: 11
    Ultimo post: 03-05-2006, 13:26
  2. Così non mi piace più
    Da riki70 nel forum Archivio Challenge
    Risposte: 129
    Ultimo post: 23-09-2004, 11:44
  3. Grazie A Chi Gioca Cosi!!!!
    Da Yari nel forum Archivio Challenge
    Risposte: 22
    Ultimo post: 07-06-2004, 12:25