C’è una precisa norma che disciplina la materia, l’art. 5 comma 5 del regolamento:

“L'uso della chat di gioco per influenzare, indirizzare o consigliare mosse agli avversari è severamente proibito.”

In passato (qui) Spartac è pervenuto a un’interpretazione inaccettabile di questa norma, in base alla quale: se c’è il silenzio qualunque utilizzo (esclusi problemi tecnici) della chat è sanzionato, ma se non c’è silenzio l’unica cosa vietata in chat è l’insulto: sarebbe quindi permesso usare la chat per influenzare il gioco in barba allo spirito del gioco e al divieto regolamentare esplicito. Questa interpretazione produce quindi un’abrogazione radicale dell’art. 5 comma 5 e costituisce un tradimento del regolamento (oltre che della correttezza delle dinamiche di gioco: dà luogo infatti a un “bonus scorrettezza”).

Nell’applicare il regolamento l’arbitro lo interpreta e la sua interpretazione è insindacabile (e fa giurisprudenza), in questo caso però non ci sono margini interpretativi perché la norma è chiara, precisa e perentoria, l’interpretazione di Spartac costituisce un sopruso e un abominio ermeneutico in violazione dei principi: “qualsiasi disposizione deve essere interpretata in modo che abbia un senso ed un effetto”; “in claris non fit interpretatio” [non è data interpretazione laddove c’è chiarezza]; “nell'applicare la norma non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse”. Per tacere poi il fatto che è irragionevole e meritevole di censura quell’orientamento giurisprudenziale che in presenza di un divieto (“è severamente proibito”) sostanziale arriva a denegare sul piano procedurale l’azione corrispondente da esperire in caso di violazione del divieto.

Credo sia giunto il momento di superare questo macroscopico errore interpretativo per le ripercussioni che ha sul gioco, a questo proposito: gli esempi che facevo ieri, la chiarissima esposizione di Orsinidan, il concetto di “bug regolamentare” che viene scientemente e programmaticamente utilizzato per giocare scorrettamente.

Voglio chiudere questa richiesta di riesaminare la questione e di rettificare l’errore interpretativo per l’avvenire proprio con le eloquentissime parole di chi questo errore lo sfrutta:

“Fortunatamente questo vostro regolamento da quattro soldi prevede che si possa parlare in chat finché nessuno prema il tasto del silenzio.

Io come altri sfruttiamo semplicemente la cosa,
Se un regolamento ha dei " bug" li si dovrebbe correggere,
Non li si corregge?
Benissimo, vuol dire che parlare in chat finché non si chiama il silenzio è regolarissimo!”