L’anno che a Roma fu due volte Natale
Roberto Venturini
SEM, pp 192, 17 euro

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«Da molto tempo le capitava di svegliarsi paralizzata, avvertendo la presenza di Sandra che la osservava tutta seria e con il capo reclinato verso il pavimento in marmo e granito rosso. Di solito sussurrava qualcosa, a volte però la sentiva singhiozzare, e Alfreda avrebbe voluto raggiungerla – anche se un poco la inquietava – e chiederle il perché di tanta tristezza». Sandra è la Mondaini, Alfreda è una vedova (suo marito è scomparso in mare, il corpo non è mai stato ritrovato) con chiari segni di demenza senile, un’accumulatrice compulsiva, obesa, diabetica, ipovedente e depressa che soffre di paralisi del sonno. Se ne sta rintanata nel sommo degrado del suo ingombrissimo villino-discarica («cumuli e cumuli di feci di insetti ammantavano ogni cosa, e ogni volta che la donna spostava un oggetto piovevano sul pavimento. Era impossibile vivere là dentro senza ammalarsi o prendersi un’infezione, perché quegli animaletti calpestavano i corpi decomposti dei compagni pieni di batteri, spargendoli in ogni dove. Anche sulle braccia martoriate di punture di Alfreda, a cui tra l’altro quella mancanza d’igiene aveva causato problemi respiratori») al Villaggio Tognazzi, Torvaianica, assieme al figlio Marco, un giovane tossichello disoccupato e vagamente dismorfofobico che a sei anni ha recitato la parte del bambino con la erre moscia della pubblicità del dado Knor. Le condizioni del tugurio son talmente insalubri da far rischiare ai due da un momento all’altro «la disinfestazione con trattamenti intensivi con obbligo di sgombero entro trenta giorni» o peggio «la dichiarazione di non agibilità della struttura con conseguente sfratto». Così Marco tentata assieme a una strampalata combriccola di personaggi locali – tra cui spicca Er Donna, un omaggio al Caligari di Amore tossico – di convincere la madre a bonificare l’abitazione e a smaltire il ciarpame che la intasa. Alfreda accetta a patto che l’aiutino a ricongiungere le salme di Sandra e Raimondo Vianello, l’una infatti si trova nel cimitero di Lambrate, l’altra in quello del Verano. Anzi, la vedova alza la posta: se non l’aiutano a placare Sandra, riunendo la coppia simbolo nazionalpopolare del legame coniugale, s’ammazza.

In questa riuscita commedia sull’ipertrofia della memoria dal forte spessore letterario sono notevoli tanto la padronanza ritmica, quanto la sensibilità linguistica – amplissimo poi il ventaglio dei registri utilizzati: dal realistico sordido al comico, dal grottesco al tenero, dal coloritamente dialettale al lirico, dal satirico al nostalgico. La prosa elegante e non di rado raffinata non disdegna – anzi ci sguazza proprio dentro! – i riferimenti culturali pop anni ’70, ’80 e ’90 con una particolare attenzione per i prodotti televisivi e pubblicitari che in qualche modo si fanno misura di tutte le cose.