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Discussione: Racconti, poesie.
  1. #1
     Magg. C.te
     
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    Racconti, poesie.

    Manca questa sezione nel forum .
    Sono certo che molti di voi anno uno spirtio narrativo e poetico , l' anima con purezza di spirito.

    Inizio io con una mia poesia scritta, quando avevo 18 anni circa.

    Il tempo
    Esiste un tempo, in ogni posto e in ogni luogo,
    per un principio, o per una fine,
    nessuno sa quale sia il tempo giusto,
    sa solo di trovarsi in quel tempo,
    e quello che gli accade attorno,
    è il tempo che gli è stato assegnato.
    Non esiste un tempo, per dare inizio o una fine,
    a qualcosa che si vuole,
    perche di tempo per fare ce ne tanto,
    e ciò che si vuole si deve fare.
    Ma il tempo non ha ne inizio ne fine.

    Invece questa scritta oggi

    L'anima limpida e pura,
    è la storia di quello che abbiamo di più nel profondo,
    storie narrate, vissute con lo spirito di purezza, senza un evasione dalla reltà.
    Ciò che ci distungue , cio in cui crediamo ,
    uno spirito libero leggero che viaggia nel tempo,
    non si sofferma,
    non si disgrega,
    si avvinge,
    si affligge,
    si logora,
    ma vince con destrezza avversità,
    con la spiritualita del corpo,
    con la ricerca di purezza,
    un anima piena di luce senza oscurità .

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  2. #2
     Cap.le Magg.
     
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    Re: Racconti, poesie.

    I bravo Vipa, hai trovato la tua vocazione, molto
    Meglio del canto!!!
  3. #3
     Cap.le Magg.
     
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    Re: Racconti, poesie.

    Quote vipa16 ha scritto: Visualizza il messaggio
    Manca questa sezione nel forum .
    Sono certo che molti di voi anno uno spirtio narrativo e poetico , l' anima con purezza di spirito.

    Inizio io con una mia poesia scritta, quando avevo 18 anni circa.

    Il tempo
    Esiste un tempo, in ogni posto e in ogni luogo,
    per un principio, o per una fine,
    nessuno sa quale sia il tempo giusto,
    sa solo di trovarsi in quel tempo,
    e quello che gli accade attorno,
    è il tempo che gli è stato assegnato.
    Non esiste un tempo, per dare inizio o una fine,
    a qualcosa che si vuole,
    perche di tempo per fare ce ne tanto,
    e ciò che si vuole si deve fare.
    Ma il tempo non ha ne inizio ne fine.

    Invece questa scritta oggi

    L'anima limpida e pura,
    è la storia di quello che abbiamo di più nel profondo,
    storie narrate, vissute con lo spirito di purezza, senza un evasione dalla reltà.
    Ciò che ci distungue , cio in cui crediamo ,
    uno spirito libero leggero che viaggia nel tempo,
    non si sofferma,
    non si disgrega,
    si avvinge,
    si affligge,
    si logora,
    ma vince con destrezza avversità,
    con la spiritualita del corpo,
    con la ricerca di purezza,
    un anima piena di luce senza oscurità .

    Paolo nostro...dopo queste hai un posto di rispetto nei miei pensieri.
    Ti do il mio modesto contributo in questa tua bella rubrica.
  4. #4
     Cap.le Magg.
     
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    L'isola lontana

    (Odicina anacreontica).



    Mormorano le onde
    sull'isola lontana,
    son perle di collana
    i palpiti del mar,


    s'infrangono sonore
    in lucido fermaglio
    sul cuore d'un naviglio
    che cerca di attraccar.


    Il tempo non si ferma,
    infuria la tempesta
    ed il passato resta
    a noi per naufragar.


    Rimangono ancorati
    gli scogli dell'amore
    e negli spruzi muore
    la voglia di annegar.
  5. #5
     S.tenente
     
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    Re: Racconti, poesie.

    Le implicazioni del vuoto


    Scoli lento nella fogna dei tuoi giorni
    E smarginano incauti i tuoi contorni.
    Ormai ti senti putredine corrotta
    Dall’inerzia, dall’apatia e dalla flotta
    Di io proliferanti nel tuo vorticoso e spettrale imbuto:
    queste non sono che le implicazioni del tuo vuoto.

    Come sei arrivato a sopravvivere a te stesso?
    Perché sei così indifferente pure al sesso?
    M’ignudo spesso toccandomi ai tuoi piedi,
    sperando che ti faccia ingolosire della carne o della vita
    e invece pare bestemmi le tue fedi
    di vacuità, di negazione e di esistenza già finita.
    Ma ***** abbiamo trent’anni,
    questi non sono che autoinganni!

    Me ne esco di casa e provo a respirare,
    con te soffoco nel tuo tanfo di ente esaurito,
    Cammino per le strade qui di campagna,
    ti cerco disperatamente vergini magiare
    che ridestino almeno il tuo appetito,
    ma per te sono solo l’ennesima magagna,
    non toccheresti più manco il corpo più squisito
    né maschi né femmine, né scuri né chiare.
    Il vuoto t’ha divorato il senso e le passioni
    non rimangono che silenzi ed omissioni.

    Scoli lento nella fogna dei tuoi giorni
    E smarginano incauti i tuoi contorni.
    Ormai ti senti putredine corrotta
    Dall’inerzia, dall’apatia e dalla flotta
    Di io proliferanti nel tuo vorticoso e spettrale imbuto:
    queste non sono che le implicazioni del tuo vuoto.

    Un tempo combattevi contro il disastro climatico.
    Un tempo ti sgolavi per i diritti dei bisessuali.
    Ora m’hai lasciato solo, sei un nulla linfatico,
    dove è la metamorfosi, dove è la digestione?
    Non masticano più nulla i tuoi denti fatali
    E lo so, lo so, che non è depressione,
    che i farmaci non hanno alcun effetto pratico.
    Lo so che hai l’apocalisse nel cuore,
    che tutti i piccoli fatti umani ti paiono banali
    che io sono solo un qualunque cantastorie
    che né ti scalda né ti sta simpatico,
    che ti infastidisce con le sue rime e le sue memorie.

    Perché hai abbandonato il mondo lasciandomi solo?
    Di scopare non potrebbe importarmene di meno.
    È che sei scolato via e io sto qui coi piedi sul suolo.
    E però noi avevamo fatto una promessa,
    quando la realtà era giovane e il calice pieno
    come fratelli abbracciandoci nel fieno
    del tuo podere maremmano, nella rimessa,
    e diceva che eravamo gemelli e amici e amanti
    per sempre, e il cameratismo di quegli istanti
    sacri era il significato della vita, non melassa.
    Ma tu al giuramento sei venuto meno.
    Hai deciso di morire al mondo,
    avvelenando il noi, l’orto più fecondo

    Scoli lento nella fogna dei tuoi giorni
    E smarginano incauti i tuoi contorni.
    Ormai ti senti putredine corrotta
    Dall’inerzia, dall’apatia e dalla flotta
    Di io proliferanti nel tuo vorticoso e spettrale imbuto:
    queste non sono che le implicazioni del tuo vuoto.
    In fondo tutto proviene dal fatto che la volontà deve divorare se stessa, poiché nulla esiste fuori di lei, ed ella è una volontà affamata.
    [Schopenhauer]

    Il Gioco non era solo esercizio e svago, era la coscienza concentrata di una disciplina spirituale.
    [Hesse]
  6. #6
     Cap.le Magg.
     
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    Medio Oriente

    (Cinque quartine saffiche).



    Splendenti si stagliano in silenzio
    le guglie delle moschee al cielo
    dall'aspetto e dall'odor d'assenzio
    in parallelo.


    Rabbini dal fiero aspetto stanno
    allineati in una esoterica toga,
    siedono in silenzio sullo scranno
    in sinagoga.


    In città tra macerie di benzina
    la coscienza, offuscata dal velo,
    in tecnologica danza cammina
    sull'asfodelo.


    Cantano in lontanaza mitraglie
    e nei templi fra le alte colonne,
    s'odono degli uomini le veglie
    e delle donne.


    Dal tetto sventrato filtra la luce
    tra la polvere irradia una stanza,
    come nel cuore l'amore produce
    quieta speranza.
  7. #7
     Magg. C.te
     
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    Re: Racconti, poesie.

    IL SILENZIO
    Nel buio della notte, regna il silenzio,
    mi sento, come un vuoto dentro,
    lo ascolto, senza pensare,
    solo il mio cuore, sento palpitare.
    Il tutto mi sembra un sogno,
    da cui vorrei non fare ritorno,
    dalla finestra penetra la luce della realta',
    che mi fa vedere un mondo di crudeltà.
    Ritorno, a sognare,
    il silenzio assordante,
    scacciando via, quella luce accecante.
    Una nube, ancor più fitta del buio,
    attraversa questo silenzio,
    per dirti, che la vita,
    e ancor più, che infinita.
    La luce nel buio, il silenzio nella notte,
    il sogno nella realtà,
    sono il destino, che si avvererà.
  8. #8
     Magg. C.te
     
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    Re: Racconti, poesie.

    metto un immagine percchè non trovo più il file di testo.
    Se non si legge ditelo la riscrivo.
  • #9
     Cap.le Magg.
     
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    Re: Racconti, poesie.

    È per me un po' sfuocato...si legge a fatica Paolo.
  • #10
     Magg. C.te
     
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    Re: Racconti, poesie.

    Quote vipa16 ha scritto: Visualizza il messaggio
    metto un immagine percchè non trovo più il file di testo.
    Se non si legge ditelo la riscrivo.
    trovato file di testo .



    Il treno della vita

    Quando ero un ragazzino andavo a scuola in bicicletta come tanti studenti del paese,
    ogni giorno per andarci però, dovevo attraversare un passaggio a livello.
    Ero molto timido , ma con gli amici sapevo comunque divertirmi, e la mia passione era il calcio.
    La notte facevo sempre lo stesso incubo, mi vedevo andare in bicicletta , arrivare a quel passaggio livello, che però non si apriva, aspettavo,
    ma il treno non arrivava e tutte le volte che provavo a passare sotto le sbarre, sentivo il treno, e scappavo tornando indietro verso casa velocemente.
    Ma il treno mi correva dietro, io mi nascondevo facendo le strade di campagna, che cerano veramente nel paese, con fatica arrivavo sempre a casa e mi svegliavo.
    Per anni il sogno era ricorrente, strade diverse ma stessa scenografia.
    Finche arrivò un giorno in cui io per andare alla scuola superiore, dovevo prendere proprio il treno.
    Un po timoroso ma andai su quel treno fino a scuola.
    In quel periodo, mi ero fatto due amici veri Mirco e Roberto, coi quali uscivo spesso, Mirco mi aiutò tanto con la mia timidezza, qualche mese dopo di nuovo il sogno del treno.
    Inizia ugaule con me che prendo la bicicletta e andavo verso il pasaggio a livello e il treno pareva non arrivare, ma improvvisamente la scena cambiò.
    Sentivo il treno fischiare, il treno stava arrivando, e io rimasi fermo a guardarlo e sopra cera il Mio amico Mirco che mi salutava e io ci sali sopra e mi svegliai.
    Alcuni mesi dopo ebbi anche una premonizione , sempre su quella bicilcetta mi vedevo partire dal mio cancello di casa, mantenevo la mia destra fatti pochi metri, vedevo solo un automobile che era finita nel fosso davanti al mia recinzione, che venne ditrutta dall'incidente.
    Il giorno dopo, non ricordavo subito il sogno, dopo mangiato pero come di solito prendevo la mia bicicletta per andare al campo sportivo, ma appena passo il cancello di casa, mi tornò come un flash in mente quel sogno, mi fermo spaventato e dopo 2 minuti la macchina sopraggiunse e la vidi andare a sbattere contro la recinzione nel fosso come nel sogno.
    Li per li non credevo a quello che era successo, se non avessi fatto quel sogno sarei finito nell'incidente?
    Passo del tempo, parlai di quello che mi era accaduto al mio amico Mirco, gli dissi pure del incubo del treno,
    lui mi rispose : “Caro Paolo hai preso finalmente il treno della vita e credo che qualcuno lassu ti abbia voluto aiutare a percorerla, forse perchè nella vita, in fondo ce sempre qualcosa di buono e lo devi saper cogliere.
    Oggi ripenso a quelle parole, e aveva ragione...
    Solo coltivando bene il tuo terreno, raccoglierai qualcosa di buono.

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